Utente:Almadannata/Pietro Navarro

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Pedro Navarro è stato un marinaio, un condottiero e un generale spagnolo. In cambio dei suoi servigi militari per la conquista del Regno di Napoli, il sovrano Ferdinando Il Cattolico gli concesse, nel 1507, il titolo di conte di Alvito, capoluogo della relativa Contea, che tuttavia gli venne tolta, dallo stesso sovrano, nel 1514. La pubblicista lo ricorda anche come un corsaro. Il suo nome è legato, in particolar modo, all'invenzione e all'utilizzazione di speciali mine esplosive, che gli valsero l'appellativo di "El salteator".

[modifica] I primi quarant'anni

Pedro Navarro

Il cognome deriva dalla Navarra (in Spagna), ove si trova il comune di Garde, suo probabile luogo di nascita ^[1].

Nacque da una famiglia di umili origini. Fino ai primi anni Ottanta del Quattrocento non si hanno notizie certe della sua attività, ma sembra che, dopo aver praticato la pastorizia transumante, si sia stato imbarcato come marinaio.

Secondo il profilo delineatone da Benedetto Croce, Navarro arrivò in Italia, trovando inizialmente impiego come staffiere del cardinale Giovanni d'Aragona, quartogenito di Ferrante I e di Isabella di Chiaromonte. Successivamente si arruolò nell’esercito fiorentino comandato da Pietro del Monte ^[2]. Tra le fila medicee partecipò, il 14 aprile 1487, alla battaglia della Lunigiana, contro Genova, per il predominio sulla città di Sarzana ^[3].

In seguito, stando sempre al filosofo abruzzese, tornò al primo amore, il mare, per diventare una sorta di corsaro. Altre fonti testimoniano tale attività, ricordando, infatti, che Navarro si pose al servizio di Antonio Centelles, noto anche per le azioni di pirateria. I due attaccarono le navi e il porto di Crotone, fecero attacchi alle coste greche e a quelle africane, catturando schiavi, che rivendettero in Italia, e rubando mercanzie dalle barche turche e nordafricane, così come degli europei che commerciavano tra quei porti. Nel 1495 iniziò la prima guerra d'Italia, per il dominio del Regno di Napoli, fra Ferdinando il Cattolico, alleato della Chiesa, e Carlo VIII di Francia.

Al termine della guerra nel 1497, si diede ad azioni piratesche tra la costa italiana e quella musulmana, assaltando, in particolare, le imbarcazioni veneziane. Il senato della “Serenissima” decise, pertanto, di inviargli contro una flotta, che, distruggendo le sue imbarcazioni, costrinse il condottiero spagnolo ad una ritirata a Roccella Jonica e a rifugiarsi nel castello (di Roccella o di Crotone), finché non giunsero in suo soccorso i rinforzi di Centelles.Finché le sue tracce non ricomparvero nella nuova impresa di Consalvo di Cordova. In questo contesto Navarro, ormai capitano di fanteria, si mise in luce per la preparazione di mine fatte di una polvere esplosiva capace di aprire ingenti varchi nelle fortezze. Questa sua specialità è stata messa in rilievo, oltreché dal Croce e dalla pubblicistica spagnola, anche da Massimo D'Azeglio, che, a proposito della Disfida di Barletta, lo ricordava nei termini seguenti: «Nella turba che seguiva si notava dall'aspetto accigliato e robusto Pedro Navarro, inventore delle mine, usate con tanta fortuna al'espugnazione di Castel dell'Uovo» ^[4].

[modifica] La parentesi comitale

Per approfondire, vedi la voce Contea di Alvito.

Il 25 maggio 1507 Ferdinando II d'Aragona concede a Navarro la Contea di Alvito, per i meriti acquisiti combattendo per la conquista del Regno di Napoli ^[5]. Secondo la ricostruzione di Domenico Santoro, Navarro, impegnato com’era nella azioni di guerriglia, non si curò del territorio alvitano, lasciandolo in mano ad un governatore e di un giudice (Gian Cristoforo Trasamando e Teseo Pignatelli), che si resero interpreti di numerosi soprusi ai danni della popolazione. Tanto che, tra il 1509 e il 1510, un gruppo di atinati dovette chiedergli udienza, recandosi sino a Tripoli, dove effettivamente il condottiero era impegnato ^[6]. A seguito di un’ispezione, infatti, il Governatore fu rimosso dall’incarico.

Sta di fatto che, a distanza di sette anni dall’investitura, e più precisamente il 22 dicembre 1514, Ferdinando Il Cattolico revocò la concessione, ponendo la Contea di Alvito nei domini di Raimondo de Cardona. Tale revoca fu determinata dall’infedeltà di Navarro (Roseo-Costo). In effetti, a seguito dell’adesione alla Lega Santa, il condottiero era caduto prigioniero dell'esercito francese durante la nota battaglia di Ravenna dell’11 aprile 1512. Però, a differenza di altri compagni catturati, fra i quali Fabrizio Colonna ed Edoardo d'Avalos, Navarro non venne riscattato dal sovrano spagnolo. Questa decisione lo portò a giurare fedeltà al re di Francia, che gli concesse la libertà nel 1514.

[modifica] Sul fronte opposto

La navata di Santa Maria La Nova

A seguito dell'ennesima azione di Lautrec, si lasciò catturare ad Aversa. Rinchiuso nuovamente a Castel Nuovo, vi morì nel 1525. All'inizio del XVII secolo, il III Duca di Sessa, nipote di Consalvo di Cordova, fece traslare la salma di Navarro «dalla chiesa del castello, dove giaceva senza onore, alla sua cappella in Santa Maria la Nuova, alla cappella del Gran Capitano, insieme col corpo del Lautrec [...] e li fece collocare in due tombe, scolpite da Annibale Caccavello, con le iscrizioni composte da Paolo Giovio» ^[7]. L'architetto Luigi Catalani, nel descrivere la cappella nella predetta Chiesa, ne riporta l'epigrafe: «Ossibus et memoriae Petri Navarri cantabri solerti in expugnandis urbibus arte clarissimi Consalvus Ferdinandus Ludovici filius magni Consalvi nepos suessae princeps ducem gallorum portes secutum pio sepulcri minere honestavit quum hoc in se habebat praeclara virtus ut vel in hoste sit admirabilis, obiit ann. 1528 aug. 28» ^[8].

[modifica] Note

^ Le fonti spagnole (cfr. Bibliografia) contrastano tanto sull’origine della sua famiglia, e quindi sull’esatto luogo di nascita, quanto sui primi anni di vita.
^ Cfr. B. Croce, La Spagna nella vita italiana durante la rinascenza, Laterza, Bari 1917, p. 260.
^ N. Machiavelli, Le istorie fiorentine, Sonzogno, Milano 1884.
^ La citazione è a p. 117 del volume di D'Azeglio cit. in Bibliografia. Per tale "invenzione", le fonti spagnole accreditano Navarro del titolo di ingegnere
^ Secondo la biografia di don Martin de los Heros (cit. in Bibliografia), che tuttavia ubica erroneamente Alvito in Abruzzo, la concessione del titolo rimonterebbe al 1504
^ Cfr. D. Santoro, Pagine sparse di storia alvitana, Jecco, Chieti 1908, p.
^ B. Croce, op.cit., p. 262.
^ L. Catalani, Le Chiese di Napoli. Descrizione storica ed artistica, vol. I, Tip. Migliaccio, Napoli 1845, p. 130.