Accattone
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Accattone | |
Franco Citti in una scena del film. |
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Titolo originale: | Accattone |
Paese: | Italia |
Anno: | 1961 |
Durata: | 116' |
Colore: | B/N |
Audio: | sonoro |
Genere: | Drammatico |
Regia: | Pier Paolo Pasolini |
Soggetto: | Pier Paolo Pasolini |
Sceneggiatura: | Pier Paolo Pasolini con la collaborazione di Sergio Citti |
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Fotografia: | Tonino Delli Colli |
Montaggio: | Nino Baragli |
Musiche: | Johann Sebastian Bach |
Scenografia: | Flavio Mogherini |
Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary (Cecoslovacchia,1962): Primo premio per la regia.
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Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film |
Accattone (1961) è il primo film diretto da Pier Paolo Pasolini, e può essere considerato la trasposizione cinematografica dei suoi precedenti lavori letterari.
Indice |
[modifica] Trama
Accattone è il soprannome di Vittorio, un sottoproletario romano il cui stile di vita è improntato al "sopravvivere" giorno per giorno. Accattone si fa mantenere da una prostituta, Maddalena, "sottratta" ad un napoletano finito in carcere. L'uomo evita la vendetta degli amici del carcerato, incolpando Maddalena di tutto ed abbandonandola. Maddalena finisce in carcere. Accattone, rimasto senza soldi, conosce la fame. Un giorno incontra Stella, una ragazza che lui cerca di convincere a prostituirsi, ma intanto se ne innamora. L'amore per Stella spinge Accattone a cercarsi un lavoro, guadagnandosi da vivere in modo onesto, ma la "redenzione" dura poco, infatti presto torna a rubare. Dopo un piccolo furto s'imbatte nella polizia e nel fuggire cade dalla motocicletta e muore, compiendo così il destino che pesa su di lui sin dall'inizio.
[modifica] Il film
Il film è una metafora di quella parte di Italia costituita dal sottoproletariato che vive nelle periferie delle grandi città senza alcuna speranza per un miglioramento della propria condizione, a cui non resta che la morte come via di uscita da una condizione disperante.
Il film avrebbe dovuto essere prodotto da Federico Fellini, che tuttavia si tira indietro all'ultimo momento preoccupato dall'imperizia di Pasolini con le tecnicità del mezzo, a cui si avvicina per la prima volta con questo progetto. Il film sarà quindi prodotto da Alfredo Bini.
Le riprese del film furono effettuate tra l'aprile e il luglio 1961.
La scelta di utilizzare in massima parte attori non-professionisti esprime la convinzione di Pasolini che essi non sono "rappresentabili" da nessun altro che da essi stessi in quanto soggetti incontaminati, puri, privi delle sovrastrutture imposte dalla società.
Per girare gli esterni, la piccola troupe (composta, tra gli altri, dal giovane Bernardo Bertolucci in veste di aiuto regista) si spostava nei luoghi simbolo della periferia romana: via Casilina, via Portuense, via Appia Antica, via Baccina, Ponte degli Angeli, Acqua Santa, via Manunzio, Ponte Testaccio, il Pigneto, borgata Gordiani, la Marranella, Subiaco (il cimitero).
Il costo approssimativo del film si aggirò intorno ai cinquanta milioni, quanto un film di "serie B" di quegli anni.
La voce di Franco Citti è in realtà quella dell'attore Paolo Ferrari, scelto da Pasolini, che seguì personalmente il doppiaggio del film.
Presentato alla XXII Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 31 agosto 1961, il film di Pasolini ricevette dure contestazioni. Alla "prima" del film al cinema Barberini a Roma, un gruppo di giovani neofascisti cercarono di impedire la proiezione, lanciando bottiglie d'inchiostro contro lo schermo, bombette di carta e finocchi tra il pubblico. Ci furono colluttazioni e la visione del film fu sospesa per quasi un'ora.
Il film sarà bloccato in sede di censura e ritirato da tutte le sale italiane.
Nel 1962 viene presentato al Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary (Cecoslovacchia) e vince il Primo premio per la regia.
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[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
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