Čeka
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La Čeka (ЧК in russo) fu un corpo di polizia politica sovietico creato da un decreto del 20 dicembre 1917 da Lenin e Feliks Edmundovič Dzeržinskij al 1922, per combattere i nemici del nuovo regime russo. La Čeka è stata la prima di numerosi servizi segreti operanti nello stato sovietico ed antenata del ben più celebre KGB. Dopo la Čeka si realizzò il GPU, successivamente l'NKVD e poi fu trasformata nell'attuale KGB.
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[modifica] Nome ed emblema
Il nome è una contrazione di Večeka (ВЧК - VChK), acronimo per "Comitato straordinario di tutte le Russie per combattere la controrivoluzione e il sabotaggio" (Всероссийская чрезвычайная комиссия по борьбе с контрреволюцией и саботажем). Questo nome cambiò nel 1918 in: "Comitato straordinario di tutte le Russie per combattere la controrivoluzione, la speculazione e l'abuso di potere" (Всероссийская чрезвычайная комиссия по борьбе с контрреволюцией, спекуляцией и преступлениям по должности).
L'emblema della Čeka era uno scudo sormontato da una spada: lo scudo per proteggere la rivoluzione, la spada per colpire i suoi nemici. Nel 1954 fu adottato dal neonato KGB.
[modifica] I Čekisti
I membri della Čeka furono chiamati čekisti. Tale termine si è radicato nella lingua russa che, nonostante i numerosi cambiamenti di nome durante il tempo (da Čeka a GPU a NKVD a KGB), è stato sempre utilizzato per indicare gli effettivi dei servizi di sicurezza per tutta la durata dello stato sovietico ed è ancora in uso nella Russia moderna (il presidente russo Vladimir Putin è chiamato dai media russi "čekista").
I funzionari dell'odierno FSB (il servizio che ha sostituito il KGB nel 1991) continuano tuttora a percepire lo stipendio il 20 di ogni mese, "giorno dei čekisti", per commemorare la data di fondazione.
[modifica] Storia
[modifica] Le origini
Nei programmi originari, la Čeka era destinata ad essere un'istituzione provvisoria. Prima della rivoluzione bolscevica, Lenin non aveva previsto la necessità né di una polizia segreta né di un servizio di spionaggio all'estero, convinto che l'abbattimento dello zarismo avrebbe innescato un movimento capace di travolgere il capitalismo in tutto il mondo. Nel nuovo ordine postrivoluzionario non ci sarebbe stato posto per la diplomazia tradizionale, e tanto meno per le spie. Certamente non immaginava che nel volgere di breve tempo la Čeka si sarebbe trasformata nella più efficiente polizia politica e nel massimo servizio segreto del pianeta.
Allo scopo di legittimare lo stato sovietico emerso dalla rivoluzione, Lenin sostenne che i bolscevichi, "avanguardia del proletariato", guidarono una rivolta popolare che esprimeva la volontà di tutti i russi. Rovesciando un governo sempre più impopolare, conquistarono un appoggio di massa, ma non maggioritario. Nelle elezioni per l'Assemblea Costituente i bolscevichi ebbero meno di un quarto dei voti, mentre i rivali del Partito Rivoluzionario Socialista conquistarono la maggioranza assoluta. Il voto per l'Assemblea Costituente fu però di difficile lettura in quanto i deputati e i partiti vennero votati su liste stilate precedentemente i fatti della Rivoluzione d'Ottobre che modificò i rapporti di forza e le posizioni politiche all'interno degli stessi partiti(ad es. i Socialisti-rivoluzionari si divideranno in SR di sinistra e SR di destra). I Bolscevichi invece ottennero la maggioranza nei maggiori Soviet russi sottolineando la presenza di un dualismo di potere. Quando la prima seduta dell'Assemblea si riunì, nel gennaio del 1918, i bolscevichi la sciolsero.
L'opposizione al Sovnarkom, il nuovo governo bolscevico, si sviluppò anche con il formarsi di organizzazioni terroristiche e attentati ai dirigenti bolscevichi, tanto che Lenin giunse rapidamente alla conclusione che era necessario un "apparato speciale" per difendere le conquiste rivoluzionarie. Il 19 dicembre 1917, la notizia di un imminente sciopero di tutti gli impiegati statali, convinse il Consiglio dei Commissari del Popolo presiediuto da Lenin, ad affidare a Dzeržinskij l'incarico di costituire una "commissione speciale per combattere tale sciopero con le più energiche misure rivoluzionarie". Il giorno successivo, 20 dicembre, venne approvata la creazione della Čeka.
[modifica] 1918 - 1922
Quando, nel marzo del 1918, il Partito Bolscevico cambiò il proprio nome in Partito Comunista e trasferì la sede del governo da Pietrogrado a Mosca, la Čeka stabilì il suo quartier generale nel palazzo della Lubjanka, occupato fino ad allora dalla compagnia di assicurazioni Rossiya. Le armi maggiormente usate dai chekisti furono il terrore e l'infiltrazione di agenti, secondo Lenin e Dzeržinskij mezzi indispensabili per instaurare la dittatura proletaria e contrastare i movimenti controrivoluzionari.
Una delle prime vittime moscovite del "terrore rosso" fu il famoso clown Bim Bom, nel cui repertorio figuravano alcune battute sui comunisti. Durante una sua esibizione, un gruppo di agenti della Čeka si diresse verso di lui ed il pubblico credette di assistere a parte dello spettacolo, ma fu preso dal panico nel vedere Bim Bom fuggire dalla pista inseguito dai colpi delle armi da fuoco. Il primo grande successo degli uomini di Dzeržinskij fu conseguito contro l'Unione per la lotta ai bolscevichi, all'interno della quale un agente provocatore chekista riuscì ad introdursi presentandosi come ex ufficiale zarista. L'intera organizzazione degli Ufficiali Bianchi fu smascherata e i circa quattromila elementi che ne facevano parte, resi completamente inoffensivi.
Inizialmente il regime sovietico controllava soltanto Pietrogrado, Mosca ed una zona d'influenza variabile compresa fra le due città. Nel mese di maggio, la rivolta della Legione Cecoslovacca in Siberia, reclutata a suo tempo dall'esercito zarista, diede inizio alla guerra civile ed in estate, in quel che restava del vecchio impero, si contavano ben diciotto governi antibolscevichi.
Dopo i tentativi da parte delle potenze occidentali (soprattutto Regno Unito e Francia) di intervenire contro i bolscevichi nella Guerra Civile Russa e l'assassinio a Pietrogrado del presidente locale della Čeka Moisei Uritsky il 30 agosto 1918 (lo stesso giorno Fania Kaplan tentò di assassinare Lenin), la leadership sovietica e la Čeka si convinsero che c'era una cospirazione controrivoluzionaria tra le potenze straniere e i controrivoluzionari interni. La Čeka ebbe il compito di distruggere gli elementi controrivoluzionari con un decreto del 5 settembre 1918.
La Čeka conseguì in pochissimo tempo la distruzione dei gruppi controrivoluzionari ed anche di bande criminali non politiche con un uso esteso dell'eliminazione fisica. In un discorso pubblico Aleksandr Isaevič Solženitsyn citava un libro della stessa Čeka pubblicato nel 1920 che stima in mille esecuzioni al mese il risultato delle attività svolte nel biennio 1918 - 1919.
Le esecuzioni dell'autunno 1918, secondo alcuni storici, non furono inferiori a 10.000. Le stime del totale di persone uccise sommariamente dalla Čeka tra il 1918 e il 1922 variano da 50.000 a 1.860.000. La maggior parte delle stime tuttavia si attesta intorno alle 250.000 vittime. I motivi della discrepanza sono i seguenti:
- Era in corso una guerra civile che vedeva contrapposti più eserciti e milizie;le cifre dei morti in combattimento e delle esecuzioni effettuate dalla polizia politica della Ceka si confondono
- Era la guerra civile e non venivano contate le esecuzioni
- La maggior parte delle esecuzioni furono senza processo
- In genere i sostenitori tendono a sottostimare e i denigratori a sovrastimare il numero
La Čeka partecipò alla guerra civile con proprie unità militari che vestivano di nero ed agivano come truppe di assalto. Alla fine della guerra civile, la Čeka divenne, il 6 febbraio 1922, GPU (Gosudarstvennoe Politicheskoe Upravlenie, Direttorato Politico dello Stato), una sezione dell'NKVD (Commissariato del popolo per gli affari interni) della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa.
[modifica] Bibliografia
- Christopher Andrew e Oleg Gordievskij - La storia segreta del KGB, Rizzoli (1991)
- Christopher Andrew e Vasili Mitrokhin - L'archivio Mitrokhin. Le attività segrete del Kgb in occidente, Rizzoli (1999)
- Donald Rayfield - Stalin e i suoi boia. Un'analisi del regime e della psicologia stalinisti, Garzanti (2005)