Sciopero
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Per sciopero si intende l'astensione collettiva dal lavoro di lavoratori dipendenti allo scopo di rivendicare diritti, per motivi salariali, per protesta o per solidarietà.
Il salario o stipendio che viene detratto è proporzionale alla sospensione lavorativa.
Diversa è la serrata che è la chiusura temporanea, simmetrica allo sciopero, da parte del datore di lavoro dell'unita produttiva o esercizio commerciale; a differenza dello sciopero, la serrata è illegittima.
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[modifica] Tipologie
Esistono diverse modalità di svolgimento dello sciopero, non tutte legittime. La linea di discriminazione della legittimità di uno sciopero risiede nel principio giurisprudenziale della proporzionalità tra l'astensione ed il danno recato al datore di lavoro. Nel gergo sindacale si sono date molte definizioni di sciopero a seconda delle diverse modalità o ampiezza della platea di lavoratori in rivendicazione o protesta ad esempio: uno sciopero è generale quando riguarda tutti i lavoratori di un paese, settoriale se interessa un solo settore economico o una categoria di lavoratori (metalmeccanici, chimici, ecc.), locale se sono interessati i lavoratori di una certa zona.
Uno sciopero viene definito bianco quando i lavoratori anziché astenersi dal lavoro applicano alla lettera i regolamenti, causando disagi, clamoroso fu il caso di sciopero bianco applicato dalle guardie di frontiera negli anni '80.
Lo sciopero a gatto selvaggio indica lo sciopero in cui in una catena di montaggio le varie sezioni scioperano in tempi diversi, in modo da arrestare la produzione per il massimo tempo possibile.
Lo sciopero definito 'bianco' colpisce l'azienda. Soffermandosi, i dipendenti, più del tempo prestabilito nel posto di lavoro e aumentando a dismisura la produzione, si creava un problema di sovrabbondanza di prodotti. Il materiale invenduto era la risultante del danno recato all'azienda che si trovava un surplus imprevisto.
Vi sono poi i cosiddetti "scioperi articolati" di cui fanno parte:
- Lo sciopero a singhiozzo è caratterizzato da interruzioni brevi (10 minuti ogni ora). Tale modalità di sciopero spesso è illegittima in quanto il danno derivante dallo spegnimento e accensione degli impianti è spesso sproporzionato rispetto all'entità temporale di astensione dal lavoro dei lavoratori. Nei trasporti tipicamente consiste nella fermata delle tratte di una regione per un certo tempo e poi di quelle successive. Con un'ora di sciopero viene paralizzato il trasporto nazionale; le tratte a lunga percorrenza vengono "suddivise" in tratti più piccoli che scioperano per un'ora "a cascata": quando termina una tratta inizia uno sciopero nel segmento successivo in modo da accumulare ritardi.
- Lo sciopero a scacchiera in cui vi è un'astensione dal lavoro effettuata in tempi diversi da diversi gruppi di lavoratori le cui attività siano interdipendenti nell'organizzazione del lavoro.
Queste due forme di sciopero sono volte ad alterare i nessi funzionali che collegano i vari elementi dell'organizzazione in modo da produrre il massimo danno per la controparte con la minima perdita di retribuzione per gli scioperanti.
Lo sciopero con corteo interno indica invece uno sciopero in cui i manifestanti, anziché organizzare picchetti agli ingressi del luogo di lavoro, si muovono in formazione all'interno bloccando i vari reparti che attraversano.
Durante, i picchetti, la delegazione di scioperanti che rimane agli ingressi e alle uscite dei luoghi di lavoro, non può trattenere quanti manifestano l'intenzione di entrare nel luogo di lavoro, oppure di uscire.
Impedire l'uscita di una persona dal luogo di lavoro configura un reato di sequestro di persona; diverso, è porre degli ostacoli all'ingresso dei colleghi, che rimangono liberi di muoversi fuori dalla sede di lavoro, in uno spazio aperto.
Il danno per l'azienda associato ad uno sciopero è quantificabile in prima aprossimazione con la perdita di produttività di una giornata di lavoro. La produttività può a sua volta essere misurata come fatturato o margine operativo netto per addetto, riportata su scala giornaliera.
[modifica] Aspetti legali
Il diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione italiana e, con riferimento ai servizi di pubblica utilità (come trasporti e sanità), è regolamentato dalla legge che stabilisce le modalità e i tempi dello sciopero sanzionando eventuali violazioni. In alcuni servizi di interesse pubblico lo sciopero può essere annullato di fatto tramite la precettazione da parte delle autorità di pubblica sicurezza, dei Trasporti o della Sanità.
Per lo Statuto dei Lavoratori, assumere personale per sostituire gli scioperanti, decurtare la paga degli scioperanti più del salario giornaliero oppure aumentarla ai non aderenti, per ridurre le adesioni allo sciopero, sono forme di condotta antisindacale.
Le pratiche dette in precedenza sono illecite anche quando lo sciopero è stato vietato dalla precettazione del Ministero competente. Il mancato rispetto della precettazione è un reato di interruzione di pubblico servizio, ma non è "giusta causa" di licenziamento.
La legislazione negli USA prevede invece la sostituzione e il licenziamento degli scioperanti, che siano stati precettati.
Sotto il Governo di Reagan lo sciopero degli assistenti di volo contro la deregolamentazione del trasporto aereo cessò a seguito del licenziamento in massa e sostituzione di tutti i piloti che disattendevano l'equivalente americano della precettazione governativa.
[modifica] Origini storiche
Forme di sciopero si possono rintracciare anche nel lontano passato - vi sono casi di scioperi nell'antico Egitto - ma il moderno sciopero sembra essere stato inventato nel 1768 a Londra quando un gruppo di marinai, nel corso di una disputa salariale con i proprietari dei mercantili, passarono di nave in nave ad ammainare le vele.
[modifica] Il primo sciopero generale in Italia
Nel settembre del 1904 i lavoratori italiani, guidati dai socialisti rivoluzionari, sperimentano per la prima volta il sistema di lotta sociale inventato da Georges Eugène Sorel: lo sciopero generale. In solidarità per l' uccisione di 4 minatori sardi, durante una rivolta operaia, scoppiata per reclamare migliori condizioni lavorative e salari più alti, avvenuta il 4 Settembre 1904, nelle miniere di Bugerru, da parte delle truppe inviate da Giolitti, per quattro giorni consecutivi ogni attività del paese rimane paralizzata: i giornali non escono, le fabbriche si fermano, i servizi pubblici non funzionano e a Venezia perfino i gondolieri incrociano le braccia. Giovanni Giolitti, capo del governo sin dal novembre 1903, ignorando le esortazioni dei conservatori ad usare la maniera forte, si astiene dall'intervenire, lasciando che siano le forzi sociali in lotta ( i padroni da una parte ed i lavoratori dall'altra) a risolvere i loro contrasti, secondo una linea di equilibrio che sarà determinata dai rapporti di forza esistenti fra le due parti. In tal modo egli attira su di sé le accuse di debolezza e, peggio, di vigliaccheria da parte dei proprietari (di quelli terrieri non meno che degli industriali), ma ottiene di riflesso un risultato di estrema importanza. Ferri, Labriola, Leone e gli altri rivoluzionari soreliani promotori dello sciopero avevano fatto conto sulla reazione del potere costituito come pretesto per scatenare la violenza di piazza. Ora, di fronte all' atteggiamento neutrale della forza pubblica, sono sconcertati, incapaci di ricavare, in termini politici, un qualche vantaggio da un' iniziativa che pure ha avuto un grosso successo di partecipazione. L'arma dello sciopero generale, tanto paventata dalla borghesia, e, in fondo, sgradita agli stessi socialisti moderati come Turati, si dimostra per quel che è. un arma spuntata e sostanzialmente innocua, quando lo Stato sa stare al gioco. Non solo, ma tutto questo, mentre crea difficoltà per gli estremisti, da vigore all'ala riformista del partito socialista. Grazie all'equilibrio e all'intelligenza politica di uomini come Giolitti, si viene dunque radicando anche in Italia un sistema di più eque contrattazioni nelle controversie di lavoro, e l'epidemia di scioperi che si verificano in questo periodo è non solo indizio di maggiore libertà, ma chiaro sintomo del generale miglioramento nelle condizioni economiche del paese. I salari aumentano nelle campagne, il vitto è più abbondante, migliorano le condizioni igienico sanitarie e quasi ovunque diminuisce sensibilmente l'indice di mortalità. Ma le cause vere della nuova prosperità sono altre: tra le tante, si possono citare la fine della guerra doganale con la Francia, l'espansione del movimento cooperativistico, l'emigrazione vera valvola di scarico della sovrappopolazione e delle tensioni sociali che ne scaturiscono, l'accresciuta utilizzazione dell' energia elettrica.
[modifica] Letteratura
Il romanzo Germinale dello scrittore francese Émile Zola racconta essenzialmente lo sviluppo del movimento sindacale in una miniera di carbone e l'organizzazione di un primo sciopero. Il romanzo Metello di Vasco Pratolini racconta uno sciopero di lavoratori edili.