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Victor Hugo - Wikipedia

Victor Hugo

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Victor Hugo fotografato da Walery (1830-1890).
Victor Hugo fotografato da Walery (1830-1890).
(FR)
« Après avoir chanté, j'écoute et je contemple,
A l'empereur tombé dressant dans l'ombre un temple,
Aimant la liberté pour ses fruits, pour ses fleurs,
Le trône pour son droit, le roi pour ses malheurs ;
Fidèle enfin au sang qu'ont versé dans ma veine
Mon père vieux soldat, ma mère vendéenne ! »
(IT)
« Dopo aver cantato, ascolto e contemplo,
All'imperatore caduto erigo un tempio nell'ombra,
Amo la libertà per i suoi frutti, per i suoi fiori,
Il trono per il suo diritto, il re per i suoi dolori;
Fedele infine al sangue che hanno versato in me
Mio padre vecchio soldato, mia madre della Vandea! »
(Victor Hugo, Questo secolo aveva due anni in Le foglie d'autunno)

Victor-Marie Hugo (Besançon26 febbraio 1802 – Parigi22 maggio 1885) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo francese, considerato il padre del Romanticismo in Francia. Seppe tenersi lontano dai modelli malinconici e solitari che caratterizzavano i poeti del tempo, riuscendo ad accettare le vicissitudini non sempre felici della sua vita per farne esperienza esistenziale e cogliere i valori e le sfumature dell'animo umano.

Autografo di Victor Hugo.
Autografo di Victor Hugo.

I suoi scritti giunsero a ricoprire tutti i generi letterari, dalla poesia lirica al dramma, dalla satira politica al romanzo storico e sociale, suscitando consensi in tutta Europa.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] L'infanzia

Victor Hugo da giovane.
Victor Hugo da giovane.

Nasce il 26 febbraio 1802 a Besançon nella Franca Contea, dove il padre Léopold-Sigismond Hugo (1773-1828), conte napoleonico e militare dell'esercito di Giuseppe Bonaparte, si trova di guarnigione, e lo segue poi, insieme alla madre Sophie Trébuchet (1772-1821) e ai fratelli Abel Hugo (1798-1855) e Eugène Hugo (1800-1837), prima a Parigi, poi anche a Napoli e in Spagna: a Napoli il padre riveste un ruolo decisivo nella cattura del brigante Fra Diavolo e per questo viene nominato governatore di Avellino; in Spagna ottiene da Giuseppe Bonaparte il grado di generale. Il giovane Victor manterrà sempre memoria di questi luoghi visti da bambino.

Dal 1813 tuttavia i suoi genitori si separano e la madre, insieme al generale Victor Fanneau de la Horie, si stabilisce a Parigi. Qui Hugo frequenta il Politecnico dal 1815 al 1818, per volere del padre, ma ben presto abbandona gli studi tecnici per dedicarsi alla letteratura. Ha quattordici anni quando scrive sul suo giornale:

(FR)
« Je veux être Chateaubriand ou rien. »
(IT)
« Voglio essere Chateaubriand o niente. »
(Adèle Hugo, Victor Hugo raccontato da un testimone della sua vita, 1863[1])

Scrive le Odi, che furono la sua prima composizione letteraria. Insieme ai fratelli fonda il foglio Il conservatore letterario (1819), e nello stesso anno vince un concorso dell'Académie des Jeux floraux. Inizia poi a frequentare il liceo Louis-le-Grand, e partecipa agli incontri del Cenacolo di Charles Nodier, culla del Romanticismo nascente. Scrive poi Odi et poesie diverse (1822) e molti altri scritti, fino a Odi e ballate, che gli valgono una rendita di mille franchi da parte del re Luigi XVIII.

[modifica] Il matrimonio

Juliette Drouet
Juliette Drouet

Il 12 ottobre del 1822 sposa, nella chiesa di Saint-Sulpice di Parigi, Adèle Foucher, una sua amica d'infanzia; nasceranno cinque figli:

La scoperta, dopo qualche anno, del tradimento della moglie con l'amico di famiglia Sainte-Beuve lo porterà a condurre una vita di libertinaggio; sua amante per circa cinquant'anni sarà Juliette Drouet, un'attrice teatrale conosciuta durante le prove di Lucrezia Borgia, nel 1833. Juliette Drouet gli restò sempre vicina (salvandolo anche dalla prigione in occasione del colpo di stato di Napoleone III) nonostante le molteplici infedeltà dell'amante: per lei scriverà molti poemi, tra cui un Libro dell'anniversario compilato dai due ogni anno, il giorno dell'anniversario, appunto, del loro primo incontro[2].

[modifica] Padre del Romanticismo

La "battaglia di Hernani"
La "battaglia di Hernani"

Una svolta epocale nella storia della letteratura avviene nel 1827, con l'uscita del dramma storico Cromwell, considerato il manifesto delle nuove teorie romantiche. Nella lunga prefazione, Hugo si oppone alle convenzioni del teatro classico, tra cui le tre unità aristoteliche (contesta soprattutto le unità di tempo e di luogo) e l'obbligo di bienséance (che esclude azioni o anche solo parole considerate volgari o quotidiane, umili), ed espone le sue teorie sul teatro e sulla letteratura in generale, che metterà poi in pratica nel dramma Hernani, del 1830, data che segna, convenzionalmente, l'inizio del Romanticismo in Francia: la rappresentazione infatti segna l'inizio di una nuova querelle tra antichi e moderni che rimarrà nella storia col nome di bataille d'Hernani. Il dramma, che riscuote grande successo nonostante la prima rappresentazione venga interrotta dagli scontri, sarà poi trasposto in musica e rappresentato da Giuseppe Verdi (Ernani, 1844).

Inizia un periodo molto produttivo per lo scrittore: pubblica un romanzo, Notre-Dame de Paris, del 1831, accolto da un immediato e amplissimo successo; raccolte di poesie, Le foglie d'autunno dello stesso anno e I canti del crepuscolo del 1835; altri drammi, come per esempio Ruy Blas nel 1838. Incontra Hector Berlioz, Chateaubriand, Franz Liszt, Giacomo Meyerbeer; nel 1841 viene ammesso all'Académie française, dove occupa il seggio numero 14.

[modifica] La vita politica

I rappresentanti rappresentati, caricatura di Honoré Daumier del 1849
I rappresentanti rappresentati, caricatura di Honoré Daumier del 1849

Nel 1843 muoiono tragicamente la figlia Léopoldine e il genero Charles Vacquerie, annegando nel corso di una gita in barca; Hugo apprende la notizia al rientro da una vacanza, leggendola sul giornale Le Siècle. La tragedia, unita all'insuccesso del suo lavoro teatrale I Burgravi del 1845, gli causa una grave depressione che lo tiene lontano dal mondo letterario per dieci anni.

Intanto viene nominato Pari di Francia dal re Luigi Filippo d'Orléans. Nel 1848 entra a far parte come deputato dell'Assemblea Costituente, ma il colpo di stato che nel 1851 portò al potere Napoleone III segna l'inizio del suo declino politico: dapprima Hugo appoggia l'elezione del giovane Luigi-Napoleone Bonaparte alle presidenziali, ma poi — quando il nuovo presidente, futuro imperatore, inizia a prendere provvedimenti anti-liberali quali l'abrogazione della legge elettorale del 1850, riducendo di un terzo gli aventi diritto al voto — ne prende le distanze; inutile sarà il tentativo del Comitato di resistenza repubblicana, di cui fa parte insieme a Schœlcher, per sollevare la popolazione parigina: a Hugo, strenuo difensore di un regime liberale, non resta che attaccarlo con scritti e discorsi contro la miseria e le repressioni, che diventavano nel frattempo sempre più intolleranti[3].

(FR)
« Et s'il n'en reste qu'un, je serai celui-là! »
(IT)
« Dovesse rimanerne uno solo, io sarò quel solo! »
(I castighi, Ultima verba.)

[modifica] L'esilio

Hauteville House, casa di esilio di Hugo a Guernesey
Hauteville House, casa di esilio di Hugo a Guernesey

Inizia qui a prendere forma la sua mitica figura poetica e ideale di "Padre della patria in esilio"; gli anni trascorsi a Guernesey lo rendono così famoso che gli arrivano lettere indirizzate a "Victor Hugo — Oceano". Riprende la sua attività letteraria nel segno della satira politica, nella raccolta di poemi I castighi (1853), che prende di mira il Secondo Impero; il ricordo del passato e in particolare della figlia Léopoldine affiora nella raccolta Le contemplazioni (1856); questi sono anche gli anni dell'impegno su un piano politico più alto, idealizzato, che dà vita a La leggenda dei secoli (pubblicata in tre parti tra 1859, 1877 e 1883), che ripercorre la storia dell'umanità dalla Genesi al XIX secolo, così come a I miserabili, romanzo del 1862, I lavoratori del mare del 1866 e L'uomo che ride del 1869.

Il poeta in una celebre foto, durante l'esilio
Il poeta in una celebre foto, durante l'esilio

Non gli sono purtroppo risparmiati dolori: nel 1855 muore il fratello Abel, nel 1863 la figlia Adèle impazzisce scappando in Canada, nel 1868 muoiono anche la moglie e alcuni nipoti; in tutte queste disgrazie ha però sempre accanto la fedele Juliette.

A partire dagli anni sessanta viaggia per tutto il Lussemburgo e percorre il Reno, ma nel 1870 viene espulso dal Belgio per aver dato asilo a dei communard ricercati nella capitale francese, e trova rifugio di nuovo nel Granducato, per tre mesi, e in seguito a Vianden, Diekirch e Mondorf-les-Bains (dove segue una cura termale).

[modifica] Il rientro in patria e la morte

Hugo sul letto di morte, fotografato da Nadar (1820-1910)
Hugo sul letto di morte, fotografato da Nadar (1820-1910)

Il suo rientro in patria avviene il 5 settembre 1870, dopo la caduta di Napoleone III e l'instaurarsi della Terza Repubblica francese: Hugo è accolto da una folla acclamante ed entusiastica, e la sua casa diventa nuovamente luogo di incontro tra letterati; fino alla sua morte, rimarrà un nume tutelare della repubblica restaurata.

Riprende in questi anni la produzione letteraria con il romanzo Novantatré (1874); scrive anche poesie, alcune riguardanti la sua vita famigliare, come I miei figli (1874), e altre satirico-politiche, come Il Papa (1878) e Torquemada (1882), un'opera sul fanatismo dell'inquisizione. Nel 1876 ritorna a far parte del Senato.

La tomba di Victor Hugo al Panthéon
La tomba di Victor Hugo al Panthéon

Nel 1878 è colpito da una congestione cerebrale, mentre i festeggiamenti per il suo ottantesimo compleanno — pubblicamente celebrati — vengono offuscati dalla morte di Juliette Drouet. Muore il 22 maggio 1885[4], e la sua salma viene esposta per una notte sotto l'Arco di Trionfo e vegliata da dodici poeti, anche se, in ottemperanza alle sue ultime volontà[5], le esequie hanno luogo nel corbillard des pauvres[6]. Il 1 giugno, dopo aver esitato per il cimitero del Père Lachaise, è portato al Pantheon appena inaugurato. Si calcola che tre milioni di persone siano venute a rendergli omaggio in quell'occasione, mentre cronisti riportano che le prostitute della città per quella notte lavorarono gratuitamente.

[modifica] Opere

Victor Hugo è stato uno scrittore instancabile; la sua opera comprende soprattutto componimenti poetici, drammi, romanzi, oltre a testi di carattere letterario, politico o filosofico, e a un consistente epistolario. È autore anche di numerosi disegni.

(FR)
« L'ensemble de mon œuvre fera un jour un tout indivisible. [...] Un livre multiple résumant un siècle, voilà ce que je laisserai derrière moi. »
(IT)
« L'insieme della mia opera un giorno sarà come un tutto indivisibile. [...] Un libro molteplice che sintetizzi un secolo, ecco quello che lascerò dietro di me. »
(Lettera del 9 dicembre 1859)


[modifica] Poeta

Manoscritto de La leggenda dei secoli.
Manoscritto de La leggenda dei secoli.

[modifica] Primi versi

Hugo inizia a scrivere versi fin dalla prima giovinezza: a vent'anni, pubblica le Odi, sua prima raccolta poetica: quelli che saranno i temi caratteristici di quest'autore vi sono già presenti: attualità, storia, religione e, soprattutto, riflessioni sul ruolo del poeta. Lo stile di questi primi componimenti è prevalentemente classico, ma ben presto Hugo intraprende la strada del Romanticismo, riscuotendo notevole successo (le Odi saranno pubblicate quattro volte tra 1822 e 1828).

Nel 1828, l'autore riprende le fila della sua produzione raccogliendo in un unico volume tutti i suoi componimenti precedenti: le Odi e ballate (odi e ballate) sono ricche di affreschi storici, evocazione dell'infanzia, e inizia a profilarsi una religiosità più tollerante, un monarchismo più liberale; affiora soprattutto il mito di Napoleone. Sul piano dello stile, il giovane poeta si prende qualche libertà per quanto riguarda il metro e la tradizione poetica; notevoli sono le antitesi, soprattutto l'accostamento di periodi storici divergenti che tanto spazio avranno poi nella sua poesia ulteriore.

Successivamente Hugo si allontana un poco dalle preoccupazioni politiche per concedere spazio all'arte fine a sé stessa: è la volta delle Orientali, nel 1829, nelle quali fin dal titolo è evidente il gusto per l'esotico.

[modifica] La maturità

Le raccolte successive — Le foglie d'autunno (1832), I canti del crepuscolo (1835), Le voci interiori (1837), I raggi e le ombre (1840) — introducono i temi maggiori in un quadro ancora lirico: la donna, Dio, l'amicizia, la natura, il potere. Si alternano sapientemente semplicità e sublime: anche parlando di sé stesso, Hugo non può fare a meno di sconfinare nell'epica.

Da questo punto in poi, il poeta abbandona le tendenze ad isolare l'arte dalla vita — il dibattito se l'arte dovesse essere "impegnata" o fine a sé stessa, attenta più all'attualità o alla bellezza, è scottante in questi anni —: la poesia di Hugo è, ormai, ancorata nella Storia.


Léopoldine Hugo nel 1836, ritratta da Auguste de Châtillion
Léopoldine Hugo nel 1836, ritratta da Auguste de Châtillion

Il momento dell'esilio segna una svolta nella produzione poetica di Hugo: dalla fusione tra sublime storico e profondità intima nascono le grandi raccolte come I castighi (1853) e Le contemplazioni (1856).

I castighi sono versi combattivi che denunciano il «crimine» del «miserabile» Napoleone, vale a dire il colpo di stato del 2 dicembre che ha tradito le aspettative democratiche per restaurare il Secondo Impero. Il poeta è di volta in volta profetico, satirico, addirittura volgare per castigare il criminale; ma si discosta anche momentaneamente dall'attualità politica per raggiungere elevatezze quasi religiose; lo stile varia dalla fiaba all'epopea, dalla canzone all'elegia.

Ne Le contemplazioni Hugo riversa i suoi sentimenti, i suoi dolori dovuti all'esilio e alla morte della figlia adorata: in queste «memorie di un'anima»[7] egli parte alla solitaria scoperta dell'io e dell'universo, attraverso la forma lirica. Allo stesso tempo, la raccolta attinge a un lirismo amoroso e sensuale nei poemi dedicati a Juliette Drouet.

La leggenda dei secoli (1859) si lancia invece alla scoperta della storia, in un immenso poema epico che ripercorre tutta la vita dell'umanità, la sua difficile e dolorosa ascesa verso il progresso e la luce.

Gli ultimi anni di vita di Hugo sono indeboliti da una congestione cerebrale che mise praticamente fine alla sua attività di scrittore; continuarono tuttavia a uscire regolarmente raccolte di poemi anteriori, databili agli anni 1850-1870, come La pietà suprema, L'asino, I quattro venti dello spirito, che nutrirono la sua leggenda di scrittore instancabile e inesauribile fino ai suoi ultimi momenti.

[modifica] Drammaturgo

Libretto di Lucrezia Borgia, Nuovo teatro accademico di Bassano 1839 - Collezione del maestro Francesco Paolo Frontini
Libretto di Lucrezia Borgia, Nuovo teatro accademico di Bassano 1839 - Collezione del maestro Francesco Paolo Frontini

Si è già accennato alla svolta che Hugo impresse alla storia del teatro, con il prologo al Cromwell e con la pièce Hernani: egli teorizza e mette in pratica un nuovo tipo di azione scenica, quella del dramma, della mescolanza degli stili (tragico e comico, alto e basso, sublime e grottesco), che applica per la prima volta appena ventiseienne, nel Cromwell appunto (1827): rifiuto delle convenzioni classicistiche come l'unità di tempo e di luogo, moltiplicazione dei personaggi, dei luoghi, dei registri linguistici... a tal punto che la pièce — lunga quasi 6000 versi — risulta troppo complessa e difficile da portare in scena.

Il giovane drammaturgo conquista la celebrità nel 1830, con Hernani, nonostante le difficoltà materiali che riscontra la sua arte: scene all'italiana (poco propizie a tale spettacolo), attori restii ad applicare forme nuove; gli anni successivi alternano tronfi (come Lucrezia Borgia, 1833) ed insuccessi (Il re si diverte, 1832), finché non viene deciso, insieme ad Alexandre Dumas, di costruire una sala ad hoc, il Théâtre de la Renaissance dove viene recitato Ruy Blas nel 1838.

Il declino inizia nel 1843, con il flop de I Burgravi: l'autore non riesce ad arrivare a scrivere un teatro che sia al tempo stesso esigente e popolare. E così il teatro viene abbandonato. Vi tornerà solo anni più tardi, a partire dal 1866, con la redazione di diverse opere raccolte ne Il teatro in libertà (1886).

[modifica] Romanziere

Illustrazione di Quasimodo per Notre-Dame de Paris, da Alfred Barbou
Illustrazione di Quasimodo per Notre-Dame de Paris, da Alfred Barbou

Victor Hugo ha scritto nove romanzi. Essi coprono l'intero arco della sua vita, dal primo, Bug-Jargal, scritto quando aveva sedici anni, all'ultimo, Novantatré. I suoi romanzi toccano inoltre tutti i generi letterari, senza che sia possibile dare di essi una definizione univoca.

I primi romanzi nascono negli anni del grande successo di Walter Scott; ma nonostante che l'ispirazione primaria sia quella del romanzo storico, Hugo non perde mai una certa indipendenza e relatività: in lui, l'attualità fa sempre capolino dietro la storia. Così è in Han d'Islanda (1823) e in Bug-Jargal (1826); così è soprattutto per il suo primo grande capolavoro, Notre-Dame de Paris, del 1831, affresco della Parigi medievale e della sua cattedrale gotica, che riprende dai drammi degli stessi anni la tendenza alla mescolanza degli stili, dei registri, alla compenetrazione di sublime e grottesco, in particolare nel personaggio di Quasimodo.

L'attenzione ai problemi dell'attualità sociale prende corpo in appassionate lotte contro l'ingiustizia e l'oscurantismo: L'ultimo giorno di un condannato (1829) e Claude Gueux (1834) sono allo stesso tempo romanzi storici e sociali impegnati in una lotta — l'abolizione della pena di morte — che supera i limiti della finzione. Così è anche per I miserabili (1862), che esce in pieno periodo realista ma che da esso riprende pochi elementi: quest'immenso successo popolare oscilla tra tutti i generi, dal melodramma al didattico.

Illustrazione di Cosette per I miserabili, da Émile Bayard
Illustrazione di Cosette per I miserabili, da Émile Bayard

Con I lavoratori del mare (1866) e L'uomo che ride (1869), l'autore si riavvicina all'estetica romantica dei primi scritti, dominata da personaggi deformi, mostruosi, e da una natura spaventosa. Più vicino alla storia è invece l'ultimo romanzo, Novantatré (1874), che mette in scena un tema molto caro all'autore: il ruolo fondante della Rivoluzione francese nella coscienza letteraria, politica, sociale e morale del XIX secolo.

Caratteristica portante di tutti i romanzi di Hugo — come in generale di quasi tutta la sua produzione — è di non fermarsi mai alla semplice piacevolezza: essi sono sempre al servizio di un'idea. Questo dà conto delle numerose e spesso lunghe digressioni che interrompono la narrazione, come quelle sulla miseria materiale e morale ne I miserabili. Ad avvicinarli ai drammi sono invece lo scontro costante dei protagonisti con l'esterno, con un'implacabile fatalità che talvolta deriva dalla società, talvolta dalla storia, talvolta anche dalla natura: ne deriva un avvicinamento al sublime, all'epopea di una lotta titanica e tragicamente destinata a fallire. Ma l'autore sa essere vicino anche alla vita povera e quotidiana degli umili, senza mai sconfinare in un asciutto realismo.

[modifica] Pensatore

Sia nelle opere poetiche o romanzesche, sia in testi a sé stanti quali saggi, studi, lettere, Hugo si batte per un'idea, un'ideologia politica, una concezione del mondo.

[modifica] La poetica

I Romantici, caricatura da De Barray
I Romantici, caricatura da De Barray

La poetica di Hugo si esprime attraverso le sue opere: l'abbiamo già visto commentandole. Che sia in poesia, a teatro o nell'ambito della narrazione, egli può considerarsi l'iniziatore del Romanticismo francese ma anche un'artista a sé, non classificabile sotto alcuna etichetta.

Nel prologo del Cromwell (1827), come già detto opera fondante per una nuova drammaturgia, egli teorizza una storia del mondo divisa in tre età, in cui evoluzione della poesia ed evoluzione della società sono inseparabili:

  1. La prima età è quella dell'infanzia del mondo; l'uomo è appena nato e risplende ancora della presenza di Dio; la sua forma poetica è l'ode, che canta l'eternità; il suo prodotto più emblematico è la Bibbia.
  2. La seconda età è l'età dell'oro: la società inizia a svilupparsi, organizzarsi e prendono vita anche le turbolenze e le guerre; la sua forma poetica è l'epopea o la tragedia, che rappresenta la storia; il suo cantore principale è Omero.
  3. La terza età è la modernità, la vecchiaia del mondo, l'epoca della melancolia e dell'analisi dei fenomeni; nasce la commedia, che riscopre la verità svelando che il mondo non è solo bellezza: mescolandosi alla tragedia nel dramma romantico, essa punta a rappresentare la vita; suo cantore è Shakespeare.

In poesia Hugo applica gli stessi principi della mescolanza degli stili; egli si batte inoltre per un verso più libero, più naturale, che si manifesta nel rifiuto della cesura e nel largo utilizzo di enjambement, oltre che con una spontaneità che si rende attraverso il frequente cambio di registro stilistico e linguistico: in particolare, egli si batte per reinserire nella poesia tutte quelle parole che ne erano state bandite, perché considerate troppo banali, quotidiane e quindi volgari.

Nella biografia di William Shakespeare, testo che doveva essere un semplice prologo alla riedizione delle opere di quest'autore nel 1864, ma che diventa un vero e proprio manifesto del Romanticismo, Hugo redige poi un appassionato elenco di quelli che considera "geni" della letteratura.

[modifica] La politica

Il ritorno di Victor Hugo, caricatura di André Gill
Il ritorno di Victor Hugo, caricatura di André Gill

A partire dal 1849, Hugo decide di dedicare un terzo della sua opera alla politica, un terzo alla religione e un terzo alla filosofia. Il suo pensiero risulta severo nei confronti del suo tempo e della società in cui vive, rifiutando tuttavia qualunque condanna arbitraria e qualsiasi posizione meramente manicheista.

È un riformista e vorrebbe cambiare la società: in questo senso, egli denuncia l'ineguaglianza sociale, e in particolare i ricchi che capitalizzano i loro possedimenti senza reimmetterli nella produzione. Allo stesso modo, si oppone alla violenza se praticata contro un governo democratico, ma la giustifica per abbattere un potere illegittimo: per questo nel 1851 lancia una chiamata alle armi[8] che però non verrà raccolta.

Riguardo alla pena di morte, Hugo è un abolizionista irriducibile. Ha assistito durante la sua infanzia a delle esecuzioni e per tutta la vita lotterà contro di essa: numerose sono le allusioni nei suoi romanzi (da Notre-Dame de Paris a I miserabili), ma due in particolare sono dedicati a questo tema: L'ultimo giorno di un condannato a morte (1829) e Claude Gueux (1834) mettono l'accento sulla crudeltà, sull'ingiustizia e sull'inefficacia del procedimento. Anche in numerosi discorsi alla Camera dei Pari, all'Assemblea Costituente e al Senato egli si erge contro di esso:

(FR)
« La peine de mort est le signe spécial et éternel de la barbarie. »
(IT)
« La pena di morte è il segno caratteristico ed eterno della barbarie »
(Discorso all'Assemblea Costituente, 15 settembre 1848)
Fotografia di Victor Hugo nel 1884
Fotografia di Victor Hugo nel 1884

Più in generale, i discorsi pronunciati da Hugo sui grandi temi dell'attualità sono numerosi; la maggior parte di essi è raggruppata in Atti e parole, una raccolta di discorsi, dichiarazioni e testi politici pubblicata tra il 1875 e il 1876. Di essi citiamo:

Victor Hugo si è espresso anche — sebbene in misura ridotta — sulla colonizzazione dell'Algeria, principale avventura coloniale della Francia in quegli anni. Se è sensibile al discorso della colonizzazione come civilizzazione[9], rimane comunque scettico riguardo alle capacità civilizzatrici della pacificazione militare, e individua nell'Algeria conquistata un luogo sfruttato per deportarvi coloro che si opponevano al colpo di stato di Luigi Napoleone Bonaparte. Si nota che, riguardo alla schiavitù, già presente nel precoce romanzo Bug-Jargal (scritto nel 1818) — dove tuttavia sembra condividere i pregiudizi dei suoi contemporanei a proposito dei neri —, egli mantenne un silenzio sorprendente quando essa venne abolita, nel 1848, intervenendo solo per richiedere la grazia dell'abolizionista statunitense John Brown[10].

La sua visione positiva della missione dell'uomo è condensata in uno dei suoi versi più celebri:

(FR)
« Collabore avec Dieu. Prévois. Pourvois. Prends soin. »
(IT)
« Collabora con Dio. Prevedi. Provvedi. Prendi cura. »
(Tutta la lira — nuova serie, LXVIII, Collabora con Dio)
Hugo a Jersey, sullo scoglio detto "dei proscritti"
Hugo a Jersey, sullo scoglio detto "dei proscritti"

[modifica] Resoconti di viaggio

Hugo ha viaggiato molto, sia come "turista" sia perché costretto dall'esilio. Per ogni suo viaggio, ci ha lasciato numerose descrizioni e commenti.

I suoi ricchi e dettagliati reportage di viaggio sono pubblicati sotto vari titoli: Il Reno (1842]) , Cose viste (il titolo non è suo — 1887 e 1900), Alpi e Pirenei (1890), Francia e Belgio (1892) ecc. Sono altrettante preziose testimonianze dei suoi viaggi in molte regioni della Francia (Piccardia, Normandia...), in Belgio e Lussemburgo, in Italia e Spagna ecc.

[modifica] Disegnatore

Non bisogna dimenticare, nella vasta produzione di Victor Hugo, i suoi disegni: egli è un autodidatta, ma non esita a sperimentare nuove tecniche e nuovi ingredienti, dall'inchiostro al caffè, al carbone, usando anche al posto dei pennelli dei fiammiferi o delle piume.

Piovra con le iniziali V.H. (1866)
Piovra con le iniziali V.H. (1866)

Generalmente, le sue opere sono di piccola taglia e servono nella maggior parte dei casi a illustrare i suoi scritti, oppure come regali da inviare agli amici in ricorrenze speciali. Quest'arte è per lui principalmente un passatempo.

Inizialmente, i suoi lavori sono nettamente realistici, salvo poi acquisire una dimensione più fantastica con l'esilio e il suo confronto "mistico" con il mare. Questa sua tendenza gli varrà molte lodi: Charles Baudelaire ebbe a dire:

(FR)
« Je n'ai pas trouvé chez les exposants du Salon la magnifique imagination qui coule dans les dessins de Victor Hugo comme le mystère dans le ciel. Je parle de ses dessins à l'encre de Chine, car il est trop évident qu'en poésie, notre poète est le roi des paysagistes. »
(IT)
« Non ho trovato presso gli espositori del Salone la magnifica immaginazione che cola dai disegni di Victor Hugo come il mistero dal cielo. Parlo dei suoi disegni a china, perché è fin troppo evidente che, in poesia, il nostro poeta è il re dei paesaggisti. »
(Charles Baudelaire, Curiosità estetiche, 1868 — IX Salone del 1859, Lettere al signor Direttore della rivista francese VIII)

[modifica] Giudizi su Hugo

Scultura di Hugo da Auguste Rodin (1840-1917)
Scultura di Hugo da Auguste Rodin (1840-1917)

Fin dalla prima giovinezza, Hugo si inserisce nel dibattito culturale del secolo, il Romanticismo, per esempio presenziando alle riunioni dei cenacoli, dei quali il più importante è quello tenuto da Charles Nodier. Egli intrattiene inoltre relazioni d'amicizia con molti di essi, per esempio Alexandre Dumas, autore come lui di numerosi drammi romantici (oltre che di fortunatissimi romanzi): quest'amicizia, con qualche alto e basso, durerà tutta la vita. C'è invece un po' più di rivalità con Alphonse de Lamartine, verso il quale il poeta non cessa di proclamare la sua ammirazione, finché il successo non gli concederà la preminenza artistica. Stima e ammirazione reciproca caratterizzano il suo rapporto con Honoré de Balzac, nonostante qualche diffidenza, e con Gérard de Nerval.

Con il suo successo crescente, il talento di Hugo e la sua originalità gli procureranno molta ammirazione; a questo si aggiunge la sua integrità politica e la fama datagli dai vent'anni di esilio volontario, che fanno tacere non pochi tra i suoi detrattori.

È proprio a partire dagli anni dell'esilio, e soprattutto con il suo ritorno, che Hugo diventa un emblema nazionale: è popolare, ammirato dai suoi pari e temuto dai politici. Qualsiasi romanziere, poeta o drammaturgo deve per forza definire la propria identità in rapporto a lui — pro o contro.

Caricatura di Zola di fronte alla statua di Hugo
Caricatura di Zola di fronte alla statua di Hugo

Ma questo potere e questa preminenza gli procurano anche qualche odio. In fatto di politica, i repubblicani più a sinistra dubitano della sua conversione, mentre i monarchici non gli perdonano facilmente quello che reputano un tradimento. Il pubblico, invece, continua a tributargli quasi un culto e i giovani poeti gli mandano i loro versi — qualcuno dei quali si pone volentieri in atteggiamento irriverente:

(FR)
« Hugo : l'Homme apocalyptique,
L'Homme-Ceci-tûra-cela,
Meurt, gardenational épique ;
Il n'en reste qu'un — celui-là. »
(IT)
« Hugo: l'Uomo apocalittico,
L'Uomo-Questo-uccide-quello,
Muore, guardianazionale epico;
Ne rimane uno solo — quel solo. »
(Tristan Corbière, Un giovane che se ne va in Gli amori gialli, 1873)

Charles Baudelaire adora Hugo, ma si irrita qualche volta per i suoi versi "politici": ambivalenza che caratterizzerà, in molti casi, gli scrittori della fine del secolo. Émile Zola avrà da rimproverargli la sua tiepidezza nei confronti dei comunardi — e non sarà il solo —, mentre altri al contrario criticheranno le sue posizioni troppo socialiste.

Gustave Flaubert, per parte sua, ammira il romantico del 1830, ma diffida del «vecchio coccodrillo», giudicando le sue digressioni filosofiche, come quelle de I miserabili, pesanti e fuori luogo. Questo punto di vista è d'altronde condiviso da tutti coloro, come Baudelaire e Verlaine, che vorrebbero separare nettamente l'arte dall'impegno politico.

Lo si vede, in fin dei conti Hugo è un uomo che esaspera i suoi ammiratori e sa farsi ammirare dai suoi nemici... Cosa fin troppo naturale per un maestro delle antitesi.

Anche molto tempo dopo la sua morte, Hugo continua, con la sua opera o il suo impegno, a suscitare le reazioni più differenti: Charles Maurras lo odia, François Mauriac lo ammira e dichiara, nel 1952:

(FR)
« Il commence à peine à être connu. Le voilà au seuil de sa vraie gloire. Son purgatoire est fini. »
(IT)
« Cominciano a malapena a conoscerlo. Eccolo alla soglia della sua vera gloria. Il suo purgatorio è concluso. »
(Mauriac, 1952[11])

[modifica] Omaggi

Statua di Hugo a Guernesey
Statua di Hugo a Guernesey

Sono numerosi i richiami e gli omaggi tributati a quello che è forse uno dei maggiori autori della letteratura francese; citiamo:

  • I discorsi pronunciati durante i suoi funerali, il 1 giugno 1885, sono disponibili in francese su Wikisource. Ricordiamo che le sue ceneri riposano al Pantheon, tra i "grandi della patria".
  • Numerose città, prime fra tutte Parigi, gli hanno dedicato una via (nella capitale è Avenue Victor-Hugo, nel 16° arrondissement).
  • Numerose località gli hanno anche dedicato una statua, a Parigi, a Guernesey, a Besançon e altrove.
  • Sempre a Parigi è a suo nome anche una stazione della metropolitana, nella linea 2.
  • In letteratura molti cantanti hanno ripreso suoi poemi; per esempio:
    • Georges Brassens (Gastibelza, La Légende de la Nonne);
    • Julos Beaucarne (Je ne songeais pas à Rose);
    • Colette Magny (Les Tuileries, Chanson en canot).
  • Sempre in questo campo, l'album intitolato Asterix e i Belgi della serie di Asterix lo cita spessissimo.
  • A Victor Hugo è stato intitolato il cratere Hugo, sulla superficie di Mercurio.

[modifica] Adattamenti

Le opere di Hugo — o la sua stessa vita nel caso di Adèle H. — hanno dato luogo a innumerevoli adattamenti, che sia a teatro, al cinema o in televisione. I maggiori attori hanno incarnato gli eroi immortali Jean Valjean o Esmeralda, primi fra tutti Jean Gabin, Lino Ventura o Gérard Depardieu nel primo caso, o Gina Lollobrigida nel secondo.

[modifica] Cinema

Sono quasi un centinaio gli adattamenti per il cinema[12], dei quali più di quaranta sono tratti da I miserabili (vedi), seguito da vicino da Notre-Dame de Paris (vedi). Questi film sono una delle prove più lampanti dell'universalità di Victor Hugo, adattato in numerosi paesi: Stati Uniti d'America (Don Caesar de Bazan, tratto da Ruy Blas, 1915), Inghilterra, India (Badshah Dampati, tratto da Notre-Dame de Paris, 1953), Giappone (Re Mizeraburu: Kami To Akuma, I miserabili trasposto in un'ambientazione giapponese, 1950), Egitto (Al Bo'asa, sempre da I miserabili, 1978), Italia (L'uomo che ride, da L'uomo che ride, 1966), Francia ecc.

Hugo è stato adattato anche in cartoni animati, come ne Il gobbo di Notre-Dame della Disney, 1996, o I miserabili, film d'animazione giapponese del 1979.

A questi si aggiungono i film ispirati alla vita dello scrittore, dei quali Adèle H., una storia d'amore di François Truffaut è uno dei più noti.

I miserabili all'Imperial Theatre di New York
I miserabili all'Imperial Theatre di New York

[modifica] Televisione

Anche in televisione le opere di Hugo contano un numero considerevole di adattamenti, più o meno fedeli all'opera originale. In Francia, un successo considerevole ebbe I miserabili di Robert Hossein, nel 1982, con Lino Ventura nel ruolo protagonista. L'ultimo adattamento in ordine di tempo, invece, è quello diretto da Josée Dayan, I miserabili, con Gérard Depardieu.

[modifica] Opera

Pure numerose sono le riprese per l'opera:

In realtà, si dice che Hugo non fosse molto propenso a questi adattamenti, che gli avrebbero ispirato una crudele esclamazione: «Vietato deporre musica ai piedi dei miei versi!». Arnaud Laster ha però rettificato: «Non si è mai trovata la famosa frase attribuita a Hugo: "Vietato deporre musica ai piedi dei miei versi". Probabilmente non era così ostile alla messa in musica dei suoi testi, come testimonia La Esmeralda di Louise Bertin»[13].

È certo comunque che il suo amico Franz Liszt compose diverse opere sinfoniche tratte dai suoi poemi: Cosa si ode sulla montagna da Le foglie d'autunno, e Mazeppa da Le orientali. Ma molti altri compositori ancora infrangeranno il divieto autoriale, da Georges Bizet a Wagner, da Camille Saint-Saëns a Gabriel Fauré[14].

[modifica] Commedie musicali

Due commedie musicali soprattutto hanno percorso tutto il pianeta:

  • Les Misérables, nel mondo anglo-sassone conosciuto anche come The Mis, del 1980, è opera di Alain Boublil e Claude-Michel Schönberg ed è stata portata in scena in ventinove paesi, quasi duecento città, in diciotto traduzioni diverse.
  • Quasi altrettanto famosa è Notre-Dame de Paris, del 1998, opera di Luc Plamondon e Riccardo Cocciante: è stata tradotta "solo" in tre lingue (inglese, italiano e spagnolo), ma ha ricevuto numerosi riconoscimenti in tutto il mondo.

[modifica] Opere di Victor Hugo

Nota : l'anno indicato tra parentesi è la data della prima pubblicazione

[modifica] Teatro

[modifica] Romanzi

[modifica] Poesie

Raccolte postume:

Scelta di poesie fra i manoscritti di Victor Hugo, compiuta da Paul Maurice :

[modifica] Altri testi

  • Studio su Mirabeau (Etude sur Mirabeau, saggio, 1834)
  • Letteratura e filosofia insieme (Littérature et philosophie mêlées, 1834)
  • Il Reno (Le Rhin, 1842)
  • Napoleone il Piccolo (Napoléon le Petit, pamphlet, 1852)
  • Lettere a Luigi Bonaparte (Lettres à Louis Bonaparte, lettere, 1855)
  • William Shakespeare (saggio, 1864)
  • Parigi-guida (Paris-Guide, 1867)
  • I miei figli (Mes Fils, 1874)
  • Atti e parole - Prima dell'esilio (Actes et paroles - Avant l'exil, articoli e discorsi, 1875)
  • Atti e parole - Durante l'esilio (Actes et paroles - Pendant l'exil, articoli e discorsi, 1875)
  • Atti e parole - Dopo l'esilio (Actes et paroles - Depuis l'exil, articoli e discorsi, 1876)
  • Storia di un crimine - 1^ parte (Histoire d'un crime - 1re partie, romanzo, 1877)
  • Storia di un crimine - 2^ parte (Histoire d'un crime - 2e partie, romanzo, 1878)
  • L'arcipelago della Manica (L'Archipel de la Manche, 1883)

[modifica] Opere postume

  • Cose viste - 1^ serie (Choses vues - 1re série, memorie e commentari, 1887, titolo non di Hugo)
  • Cose viste - 2^ serie (Choses vues - 2e série, memorie e commentari, 1900, titolo non di Hugo)
  • Alpi e Pirenei (Alpes et Pyrénées, quaderno di viaggio, 1890)
  • Francia e Belgio (France et Belgique, quaderno di viaggio, 1892)
  • Epistolario - Tomo I (Correspondances - Tome I, lettere, 1896)
  • Epistolario - Tomo II (Correspondances - Tome II, lettere, 1898)
  • Poscritto della mia vita (Post-scriptum de ma vie, raccolta di saggi filosofici degli anni 1860, 1901)
  • Mille franchi di ricompensa (Mille Francs de récompense, dramma, 1934)
  • Pietre (Pierres, frammenti di manoscritti, 1951)

[modifica] Note

  1. ^ La frase in origine era contenuta in un quaderno di scuola. Essa sarebbe stata scritta in seguito a un concorso di poesia, perso perché la giuria non poté credere che un ragazzo così giovane avesse composto un tale poema.
  2. ^ Il libro è disponibile in lingua francese in Victor Hugo, Juliette Drouet, 50 ans de lettres d'amour 1833-1883: Lettres de l'anniversaire, a cura di Gérard Pouchain, intr. di Marie Hugo, 2005. L'anniversario in questione ricorreva il 16 febbraio.
  3. ^ Per una cronologia più completa degli avvenimenti che portarono al Secondo Impero, si veda questa quadro riassuntivo (in francese).</ref
    (FR)
    « Là où la connaissance n’est que chez un homme, la monarchie s'impose. Là où elle est dans un groupe d'hommes, elle doit faire place à l'aristocratie. Et quand tous ont accès aux lumières du savoir, alors le temps est venu de la démocratie. »
    (IT)
    « Quando la conoscenza si trova in un solo uomo, la monarchia s'impone. Quando si trova in un gruppo d'uomini, questa deve far posto all'aristocrazia. Ma quando tutti hanno accesso ai lumi del sapere, è venuto il tempo della democrazia»

    Dopo il 2 dicembre 1851, Hugo deve partire per l'esilio. Parte inizialmente per Bruxelles, poi si trasferisce nell'isola di Jersey e infine a Guernesey, rifiutando l'amnistia proclamata dall'imperatore<ref>''Atti e parole — Durante l'esilio'', 1859, volume I "L'amnistia".</li> <li id="cite_note-3">[[#cite_ref-3|'''^''']] [http://doc.geneanet.org/zoom.php?idacte=104 Atto di morte di Hugo]</li> <li id="cite_note-4">[[#cite_ref-4|'''^''']] Cfr. ''Atti e parole — Dopo l'esilio'', 1885, volume I "Morte di Victor Hugo": «Il 2 agosto 1883, Victor Hugo aveva consegnato a Auguste Vacquerie, in una busta non sigillata, le seguenti righe testamentarie, che costituivano le sue ultime volontà per l'indomani della sua morte: Io do cinquanta mila franchi ai poveri. Desidero essere portato al cimitero nel loro carro funebre. Rifiuto l'orazione di tutte le chiese; chiedo una preghiera a tutte le anime. Credo in Dio».</li> <li id="cite_note-5">[[#cite_ref-5|'''^''']] Carro funebre dei poveri. Cfr. nota 5.</li> <li id="cite_note-6">[[#cite_ref-6|'''^''']] ''Le contemplazioni'', prefazione dell'autore.</li> <li id="cite_note-7">[[#cite_ref-7|'''^''']] Cfr. ''Atti e parole — Durante l'esilio'', volume III, "Dichiarazione riguardo all'Impero": «Caricare il fucile ed essere pronti».</li> <li id="cite_note-8">[[#cite_ref-8|'''^''']] Cfr. il discorso del [[1879]] in occasione dell'abolizione della schiavitù, intitolato ''Discorso sull'Africa''.</li> <li id="cite_note-9">[[#cite_ref-9|'''^''']] ''Atti e parole — Durante l'esilio'', 1859, volume II, "John Brown".</li> <li id="cite_note-10">[[#cite_ref-10|'''^''']] Rispondendo a un'inchiesta condotta dalla rivista ''Libertà di spirito'' in occasione dei centocinquant'anni dalla nascita di Hugo.</li> <li id="cite_note-11">[[#cite_ref-11|'''^''']] [http://www.hugo-online.org/070000.htm Filmografia completa (in inglese)].</li> <li id="cite_note-12">[[#cite_ref-12|'''^''']] « On n'a jamais trouvé la fameuse formule que l'on prête à Hugo : "Défense de déposer de la musique au pied de mes vers". Il n'était sans doute pas si hostile que cela à la mise en musique de ses textes comme en témoigne ''La Esmeralda'' de Louise Bertin ». La frase fu pronunciata al [http://groupugo.div.jussieu.fr/Groupugo/97-01-25.htm Groupe Hugo il 25 gennaio 1997].</li>

    <li id="cite_note-13">[[#cite_ref-13|'''^''']] Cfr. ''[http://www.concertclassic.com/journal/articles/decouverte_20020325_109.asp Victor Hugo e la musica]'' (in francese).</li></ol></ref>

[modifica] Bibliografia

[modifica] Opere di Hugo

  • I maggiori romanzi di Victor Hugo e le sue poesie sono disponibili nella Oscar Classici Mondadori:
  • Tutto il teatro, Rizzoli, Milano 1962, coll. Biblioteca universale Rizzoli, 197 p.
  • (FR) In originale:
    • J. Hetzel et Cie, A. Quantin (a cura di), Œuvres complètes de Victor Hugo. Édition définitive d'après les manuscrits originaux, 1880-1889, 48 vol. in-8° (I. Poésie, 16 vol. – II. Philosophie, 2 vol. – III. Histoire, 3 vol. – IV. Voyages, 2 vol. – V. Drame, 5 vol. – VI. Roman, 14 vol. – VII. Actes et paroles, 4 vol. – VIII Œuvres diverses, 2 vol.)
    • J. Seebacher, G. Rosa (a cura di), Œuvres complètes de Victor Hugo, R. Laffont, 1985, 18 vol.
  • H. Focillon (a cura di), I disegni di Victor Hugo, trad. di G. Guglielmi, Bologna, 1983.

[modifica] Opere su Hugo

(FR) Per una bibliografia completa si può vedere il sito della BNF oppure fare una ricerca sul Groupe Hugo dell'università Paris 7.

  • M. Arena, Il sentimento della comprensione e dell'amore nelle opere e nella vita di Victor Hugo, Lalli, Poggibonsi 1985, 62 p.
  • (FR) P. Bénichou, Les Mages romantiques, Gallimard, 1988.
  • (FR) —, Le Temps des prophètes, Gallimard, 1977.
  • M. Botto, Une destinée incurable: narratore e personaggio nei "Misérables" di Victor Hugo, La Nuova Italia, Firenze 1988, 129 p.
  • V. Brombert, Victor Hugo e il romanzo visionario, Bologna, Il Mulino, 1987 ISBN 88-15-01427-6
  • B. Brunotti, Victor Hugo: gli anni dell'iniziazione poetica (1802-1829), Ed. Garigliano, Cassino, 1975, 213 p.
  • E. Conti, Il grottesco in Victor Hugo e Charles Baudelaire, tesi di laurea dell'Università degli Studi di Milano, Milano 1993.
  • (FR) A. Decaux, Victor Hugo, Editions Perrin, 2001.
  • (DE) M. Feller, Der Dichter in der Politik: Victor Hugo und der deutsch-französische Krieg von 1870/71. Untersuchungen zum französischen Deutschlandbild und zu Hugos Rezeption in Deutschland, tesi di dottorato, Marburg 1988.
  • (FR) D. Gasiglia, F. Birr, Victor Hugo, sa vie, son œuvre, 1984.
  • (FR) H. Guillemin, Victor Hugo par lui-même, Seuil, 1964.
  • A. Lancellotti, Victor Hugo: l'uomo, il poeta, il drammaturgo, il romanziere, ERS, Roma 1957, 238 p.
  • G. Macchia, L. De Nardis, M. Colesanti, La letteratura francese dall'Illuminismo al Romanticismo, Rizzoli, Milano 1992.
  • (FR) P. Martino, L'Epoque romantique en France (1815-1830), Boivin, 1944 (ri-ed. Hatier).
  • M. Muner, Victor Hugo, La Scuola, Brescia 1956, 318 p.
  • (FR) G. Piroué, Victor Hugo romancier ou les dessus de l'inconnu, Denoël, 19852.
  • A. Pompeati, Vita di Victor Hugo, A. Corticelli, Milano 1936, 288 p.
  • B. Revel, Victor Hugo: 1802-1830. La vittoria romantica, Marzorati, Milano 1955, 198 p.
  • (FR) M. Roman, M.-C. Bellosta, Les "Misérables", roman pensif, Belin, 1995.
  • (FR) A. Rosa, Hugo, l'éclat d'un siècle, Messidor, 1985.
  • (FR) G. Rosa, Ceci tuera cela: le roman et le paradoxe littéraire in Littérature, n° 36, dicembre 1979.
  • (FR) A. Ubersfeld, Le Drame romantique, Belin, 1993.
  • (FR) —, Le Roman d'Hernani, Mercure de France, 1985.
  • (FR) E. Verhaeren, Hugo et le romantisme, Complexe, Bruxelles 2002, 141 p.
  • Il ritorno di Hernani alla comédie française, 1867, Università degli studi di Perugia, Perugia 1992.
  • Queirolo Bravo, Jorge, Antología Cultural, Viña del Mar, Chile (2006). ISBN 956-8271-20-1.
  • (FR) Pascal Tonazzi, Florilège de Notre-Dame de Paris (anthologie), Editions Arléa, Paris, 2007, ISBN 2869597959

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

Victor Hugo su DMoz (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Victor Hugo")
Predecessore: Seggio 14 dell'Académie française Successore: [[Immagine:{{{immagine}}}|30x30px]]
Népomucène Lemercier 1841 - 1886 Charles Marie René Leconte de Lisle I
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