Terza Repubblica francese
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Terza Repubblica francese (in francese: Troisième Republique) è il nome dato alla forma di stato che si venne a costituire dopo il crollo del Secondo Impero di Napoleone III in Francia nel 1870.
Era una repubblica di tipo parlamentare ed il suo primo Presidente fu Adolphe Thiers.
Questa forma di governo durò in Francia per quasi settant'anni fino all'invasione tedesca del paese il 10 luglio 1940 quando il Maresciallo Philippe Pétain creò la cosiddetta Francia di Vichy.
TERZA REPUBBLICA (1870-1940). Governo della Francia succeduto al Secondo impero in seguito alla sconfitta nella guerra contro la Prussia. La repubblica proseguì il rafforzamento della struttura industriale del paese, nonostante la presenza di una forte tradizione agricola ben rappresentata sul piano politico e la debole crescita demografica. Dopo un periodo d'incertezza istituzionale (1870-1875), dominato inizialmente da Adolphe Thiers e caratterizzato dallo scontro fra repubblicani, bonapartisti e monarchici, il nuovo regime, che nel 1871 aveva dovuto reprimere la Comune di Parigi, subì una forte crisi sotto la presidenza Mac-Mahon (1873-1879), di tendenze apertamente conservatrici. Costretto alle dimissioni da una maggioranza repubblicana, con la presidenza Grévy (1879-1887) prese avvio la fase dello stato laico, democratico e parlamentare, di cui Jules Férry, artefice anche dell'espansione coloniale del paese in estremo Oriente e in Africa, fu il principale protagonista. Una serie di scandali, sul finire del decennio, rafforzò le correnti nazionaliste e antiparlamentari, delle quali si rese interprete Boulanger (1886-1889); la repubblica, però, irrobustita dal sostegno dei cattolici (1890-1892) alle istituzioni laiche, riuscì a resistere, pur subendo, con l'affaire Dreyfus (1894-1906), l'ennesima lacerazione. All'inizio del Novecento lo schieramento di sinistra (radicali e socialisti) prevalse sui moderati, portando a compimento la laicizzazione dello stato (1905) ma deludendo le aspettative di vaste riforme sociali. La politica internazionale e la questione coloniale catalizzarono il dibattito politico fino alla prima guerra mondiale (1914-1918) che la Francia vinse, ottenendo la restituzione dell'Alsazia e della Lorena. La rivoluzione bolscevica e la scissione dei comunisti dal movimento socialista produssero per reazione il provvisorio trionfo del blocco nazionale di conservatori e nazionalisti (1919), battuto nel 1924 dal cartello delle sinistre, poi unito ai moderati, su indicazione di Poincaré, in un gabinetto d'unione nazionale (1926-1929) per affrontare la crisi economica. La marea montante del fascismo, la formazione di movimenti di destra, gli scandali finanziari destabilizzarono la repubblica, governata fra il 1936 e il 1938 dal Fronte popolare di L. Blum e C. Chautemps, protagonista d'importanti riforme sociali. Tornati al potere i radicali con E. Daladier (1938-1940), la debole opposizione alla politica nazista e l'impreparazione militare parvero contrassegnare i mesi precedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale (settembre 1939). Trascorsi otto mesi d'inattività, l'esercito francese fu sbaragliato da quello tedesco, Parigi occupata e l'Assemblea nazionale costretta ad aggiornarsi sine die, dopo aver votato i pieni poteri a P. Pétain (11 luglio 1940), che creò un regime collaborazionista con sede a Vichy.