Tram di Roma
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La rete tramviaria urbana di Roma è oggi il residuo di una rete che in passato è stata la più estesa d’Italia.
Al termine di innumerevoli vicissitudini, l’odierna rete non è in grado, se non in casi isolati, di assolvere al ruolo di struttura portante del sistema di trasporto urbano, che le sarebbe proprio, e sconta la mancata o distorta attuazione dei piani di potenziamento di volta in volta elaborati.
Tuttavia, da 130 anni il tram fa parte della vita quotidiana dei cittadini romani e del paesaggio della Città Eterna e nei decenni dell’espansione postunitaria di Roma ha fornito un supporto indispensabile alla crescita demografica ed urbanistica della Capitale.
Gran parte delle informazioni presenti in questa voce, sono tratte dal sito Tram e trasporto pubblico a Roma, di Vittorio Formigari.
Indice
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[modifica] La rete attuale
Il nodo fondamentale della rete tranviaria romana è Porta Maggiore dove si incontrano le linee 3, 5, 14 e 19 e la ferrovia Roma-Pantano Borghese.
La rete tranviaria è costituita dalle seguenti linee:
- 2 - da piazzale Flaminio a piazza Mancini.
Il percorso è tutto all'interno del quartiere Flaminio.
I nodi di scambio sono a piazzale Flaminio, nei pressi di porta del Popolo, con la Linea A e la ferrovia Roma-Viterbo. - 3 - dalla stazione Trastevere a Piazza Thorwaldsen, nelle vicinanze di Villa Borghese. È attualmente "temporaneamente" esercita con autobus almeno nei giorni feriali.
I nodi di scambio sono alla stazione Trastevere con le ferrovie metropolitane FR1, FR3 e FR5 e alle stazioni Manzoni - Museo della Liberazione e San Giovanni entrambe della Linea A.
Scambia anche con le stazioni Policlinico, Piramide, Colosseo e Circo Massimo della Linea B. - 5 - da via Giovanni Amendola, a breve distanza dalla stazione Termini, a piazza dei Gerani, nel quartiere Prenestino-Centocelle.
I nodi di scambio sono con le stazioni delle metropolitana Termini, Vittorio Emanuele, e Manzoni - Museo della Liberazione. - 8 - da largo di Torre Argentina (noto come largo Argentina) alla circonvallazione Gianicolense, angolo con via del Casaletto.
I nodi di scambio sono alla stazione Trastevere con le ferrovie metropolitane FR1, FR3 e FR5. - 14 - Ha in gran parte lo stesso percorso della linea 5. Prosegue sulla via Prenestina fino a viale Palmiro Togliatti
- 19 - da piazza Risorgimento, nei pressi di san Pietro, fino a piazza dei Gerani, nel quartiere Prenestino-Centocelle.
I nodi di scambio sono con le stazioni delle metropolitana Ottaviano - San Pietro - Musei Vaticani, Lepanto e Policlinico.
[modifica] Storia
[modifica] Prima del tram: gli omnibus a cavalli
La prima linea romana di trasporto pubblico fu aperta nel 1845 su autorizzazione di Papa Gregorio XVI tra piazza Venezia e la Basilica di San Paolo fuori le mura allo scopo di agevolare il suo raggiungimento da parte dei pellegrini. Si trattava di una linea di omnibus a cavalli priva di orari fissi: l’omnibus partiva quando era pieno.
Negli anni successivi, si aggiunsero altre linee, soprattutto a servizio dei nascenti scali ferroviari, sempre concesse dallo Stato a privati che agivano indipendentemente tra loro, senza l’ambizione di formare una rete di trasporto secondo la concezione moderna.
Questa dispersione degli sforzi e degli intenti non si attenuò fino a dopo la Breccia di Porta Pia, quando un gruppo di imprenditori privati fondò nel 1871 la Impresa Romana degli Omnibus che, con il nome di Società Romana Tramways Omnibus (SRTO), doveva svolgere un ruolo importantissimo nello scenario trasportistico romano fino al 1929.
Gli omnibus, seppure in costante declino con lo sviluppo della rete tramviaria, sarebbero rimasti ancora a lungo, sopravvivendo di quasi 20 anni al tram a cavalli. L’ultimo omnibus di Roma, tra piazza Venezia e piazza del Popolo, fu soppresso nel 1921 e sostituito da un autobus.
[modifica] Il tempo del tram a cavalli
Le rotaie del tram a cavalli fanno la loro comparsa a Roma per iniziativa della Società Anonima per l’esercizio di Ferrovie e Tramvie Economiche (FTE) a capitale belga, che riuscì ad ottenere prima la concessione per la tramvia extraurbana a vapore Roma-Tivoli e subito dopo l’incarico a costruire e gestire la prima linea urbana, tra piazzale Flaminio e ponte Milvio.
La prima linea tramviaria romana viene quindi inaugurata il 1° agosto 1877. Si trattava di un impianto a scartamento ordinario a binario unico, con due raddoppi per gli incroci.
La seconda linea è sempre della TFE ed arriva nel 1879: è la Termini - Verano, penetrazione urbana a cavalli della tramvia a vapore Roma - Tivoli.
Nel 1880 apre la Termini-piazza Venezia lungo la nuovissima via Nazionale, di particolare interesse per essere la prima linea SRTO (allora SRO), la prima costruita da subito a doppio binario, per essere il primo collegamento tramviario con la Stazione Termini, e per le notevoli pendenze, che venivano affrontate rinforzando il tiro con dei muli.
L’anno successivo la SRTO apre la Termini-San Giovanni, mentre un privato, l’ing. Marotti, realizza il collegamento Piazza Montanara (Teatro di Marcello)-San Paolo, nel 1886 la SRTO assorbirà questa linea e la linea della TFE lungo la via Flaminia.
Nel 1893 vengono aperte le linee da piazza Venezia a San Pietro, alla stazione Trastevere e a Termini passando per via Cavour.
[modifica] Arriva il tram elettrico
Nel luglio 1890 la SRTO, su proposta di un certo Cattori, sperimenta per il tram sulla linea di ponte Milvio un sistema di elettrificazione in serie, già provato con scarso successo negli USA ed in Inghilterra, che anche a Roma fallisce e viene rapidamente smantellato.
La seconda apparizione del tram elettrico avviene nel settembre 1895, sulla nuova linea Termini - San Silvestro, questa volta con pieno successo. Da allora la SRTO si dedica all’elettrificazione di tutta la rete a cavalli, completandola nel 1904. L’ultima linea ad essere elettrificata è quella di ponte Milvio.
Nel 1905 la SRTO gestisce ormai una rete di 17 linee tramviarie e dispone di un parco di 144 tram elettrici oltre ad un numero imprecisato di vetture a cavalli ormai utilizzate come rimorchi o come vetture d’attesa e destinate ad una rapida dismissione.
Nel 1908 le linee iniziano ad essere contrassegnate tramite un numero, dopo essere state indicate per qualche anno da tabelle variopinte.
[modifica] La municipalizzazione
Nel 1909, su iniziativa della giunta comunale guidata da Ernesto Nathan, viene fondata l’Azienda Autonoma Tramviaria Municipale (AATM), la progenitrice dell’ATAC. La giunta si rende conto che il trasporto collettivo è un servizio fondamentale per una capitale in piena espansione come Roma e intende gestire direttamente la rete tramviaria.
La prima linea AATM è la III da Largo Chigi a santa Croce in Gerusalemme (l’AATM adotta numeri romani per distinguersi dalla SRTO), che apre il 21 marzo 1911. Nel 1912 l’AATM gestisce già 5 linee.
Durante la Grande Guerra gran parte del personale tramviario viene richiamato al fronte, e sia l’AATM che la SRTO sono costrette ad assumere personale femminile. Le due aziende, assieme alla TFE, assicureranno anche un capillare servizio di trasporto dei feriti dalle stazioni ferroviarie agli ospedali di Roma. A piazza Flavio Biondo ancora esiste il binario di raccordo tra la rete tramviaria e la Stazione Trastevere.
Alla guerra seguono gli anni della seconda grande espansione della rete, ora grazie soprattutto all’AATM, che si prepara a riscattare tutte le concessioni della SRTO, il cui canto del cigno è l’apertura della linea per Monteverde Vecchio nel 1918.
Tra il 1920 ed il 1922 avviene il trasferimento all’AATM di tutte le linee SRTO ad eccezione della linea 16 San Pietro -San Giovanni. AATM assorbe anche ben 228 motrici SRTO.
Negli anni successivi continua l’espansione della rete tramviaria, che raggiunge Monte Sacro, Garbatella, via Prenestina e Parioli, mentre vengono costruite nuove linee lungo via Aventino, viale del Muro Torto, Corso Italia e nel quartiere San Lorenzo a costituire l’ossatura delle future circolari.
Nel 1927 l’AATM diventa ATG (Azienda Tramviaria del Governatorato) mentre aumentano la lunghezza della rete e la consistenza del parco rotabile, che vede la consegna delle innovative motrici a carrelli MRS, destinate a circolare per 7 decenni.
Nel 1929 cessa di esistere la SRTO, che cede la linea 16 e tutto il proprio materiale all’ATAG (nuovo nome dell’ATG).
Il 31 dicembre 1929 la rete tramviaria romana raggiunge la sua massima espansione: 800 motrici e 280 rimorchi circolano su 59 linee, con 140 km di impianti e 400 km di lunghezza d’esercizio.
[modifica] La grande riforma del 1930
Già da tempo, però, l’ATAG sta elaborando una radicale razionalizzazione del sistema tramviario romano. Da una parte, infatti, è necessario ridurre la sovrapposizione tra le linee, che generano oltre alla ridondanza dei percorsi un eccessivo affollamento di alcuni punti nodali della rete. Inoltre è ormai evidente la necessità di sopprimere il tram lungo alcuni percorsi attraverso il centro storico, che non sono più compatibili con un traffico ormai troppo intenso.
La soluzione adottata è radicale: la rete viene strutturata su due linee circolari di forza, una interna, denominata circolare nera, ed una esterna (circolare rossa, completata nel 1931) concentriche tra loro, che, nei due sensi di marcia circoscrivono l'ambito dei rioni e quello dei primi quartieri, e su 24 linee radiali, il cui capolinea interno è situato lungo la circolare interna.
All’interno della circolare interna, tutte le linee tramviarie vengono soppresse e sostituite da 11 linee esercitate con autobus.
Vengono smantellati circa 40 km di binario e la lunghezza d’esercizio è più che dimezzata. L’ATAG dismette e demolisce centinaia di motrici in soprannumero, tra cui quasi tutto il materiale ex SRTO.
Ancora oggi, tecnici e appassionati discutono sulla riforma tramviaria del 1930, che pur funzionando senza sostanziali modifiche almeno fino al 1960, è stata forse troppo radicale, avendo eliminato anche i percorsi diametrali lungo via Nazionale, Corso Vittorio Emanuele II e via Arenula.
Il tram continua tuttavia a svilupparsi con l’apertura di nuove linee nei quartieri Tuscolano e Mazzini, ma arrivano presto i primi segnali di declino, con le soppressioni delle lunghe linee di via Nomentana (1935) e dell’attuale Via Gregorio VII (1938).
[modifica] Il periodo bellico
La Seconda Guerra Mondiale nel complesso risparmia Roma. Il servizio tramviario, che in un primo momento deve supplire alla riduzione della rete autofiloviaria afflitta dalla penuria di pneumatici, comincia a subirne direttamente le conseguenze a partire dal 1943, quando i due bombardamenti del 19 luglio e del 13 agosto colpiscono pesantemente il deposito di Porta Maggiore e le Officine Centrali e causano la distruzione di 69 tram e il danneggiamento di altri 219. Inoltre nel 1944 i tedeschi si impossessano di altri 70 tram, che vengono rimessi in servizio in Germania, e prima di ritirarsi sabotano le centrali elettriche causando la paralisi completa del trasporto pubblico.
Con l’arrivo degli alleati, l’ATAC (questo il nuovo e definitivo nome dell’azienda, dopo la soppressione del Governatorato di Roma e il ritorno del Comune) riprende come può il servizio tramviario.
[modifica] Le Olimpiadi e il declino della rete
Negli anni 1950 la rete tramviaria romana si contrae ancora, soprattutto nel settore ovest con la chiusura (nel 1955) della linea 27 (Piazza Cavour-Monte Mario-Santa Maria della Pietà) e 27/ (Piazza Cavour-Parco di Monte Mario), ma rimane sostanzialmente immutata fino al 1959, quando, in preparazione delle Olimpiadi del 1960 vengono decisi dei provvedimenti radicali per fluidificare il traffico veicolare.
Alla fine del 1959 vengono soppressi i binari lungo il Muro Torto e viene istituito il senso unico sui lungotevere; questi provvedimenti causano la soppressione della circolare interna e di un senso della circolare esterna. Nel 1960 vengono anche soppresse le linee dei Parioli e la linea Piazzale Flaminio-Ponte Milvio.
Anche dopo le Olimpiadi la rete viene ulteriormente ridotta nel 1963 (chiusura delle linee lungo via Taranto, via dei Cerchi e via Merulana), 1967 (ora tocca al binario tra Piazza Indipendenza e Piazza Istria) e 1972 (addio al tram in Piazza Indipendenza e Piazza Zama). Alla fine del 1973, con la trasformazione in autobus dell’11 (Portonaccio-Garbatella) la rete tramviaria di Roma è ridotta a quattro linee: 29 (ex ED circolare esterna destra), 12 (Termini-Centocelle), 13 (Monteverde-Largo Preneste) e 14 (Termini-via Togliatti).
[modifica] Incerti segnali di ripresa
Nel 1975 l’ATAC dopo due decenni di chiusure riesce (peraltro con grande fatica) a rilanciare il tram. Viene ricostruito il binario “antiorario” lungo circa ¾ del vecchio percorso della circolare esterna, che viene trasformata nella linea 30 (Monteverde-Piazza Risorgimento) e viene istituita la nuova linea 19 (Centocelle-Piazza Risorgimento). Viene però abbandonato il binario tra piazza dell’Emporio e Piazza Risorgimento.
Nel 1983 viene ricostruito il binario su via Flaminia tra viale delle Belle Arti e Piazza Mancini, su cui viene deviato il 19.
Nel 1990, con i Mondiali di calcio tornano i binari a Piazzale Flaminio. Viene istituita la linea 225 (piazzale Flaminio - piazza Mancini) e il 19 torna a piazza Risorgimento.
Infine, nel 1998 apre la linea 8 (Casaletto - largo Argentina) finora l’ultima realizzazione tramviaria di Roma.
Gli ulteriori programmi di sviluppo elaborati da ATAC e Comune di Roma, che vanno sotto il nome di “Cura del Ferro” sono finora rimasti inattuati. Del ricco programma di attivazioni via via proposto (linea di via Togliatti; Termini-via Nazionale-Argentina; Argentina-Corso Vittorio Emanuele II-via Gregorio VII-Pineta Sacchetti con diramazione per il Vaticano; Piramide-Garbatella-via del Caravaggio; Stazione Trastevere-viale Marconi) forse il prolungamento dell’8 a Termini è quello che ha le migliori probabilità di riuscita.
[modifica] Tramvie e ferrovie extraurbane in città
- Tramvie dei Castelli Romani
Per approfondire, vedi la voce Tramvie dei Castelli Romani . |
Dal 1903 al 1980 la STEFER ha gestito, sulle tratte urbane Termini-Cinecittà e Termini-Capannelle, due linee tranviarie ad intenso traffico, soppresse all’apertura della linea A della metropolitana.
- Roma-Civitacastellana
Per approfondire, vedi la voce Ferrovia Roma-Viterbo . |
Tra il 1913 ed il 1932, anno di trasformazione in ferrovia a scartamento ordinario, la tranvia aveva il suo capolinea Romano in Piazza della Libertà, nel quartiere Prati. Il servizio urbano, effettuato fino al 1928, veniva effettuato sul percorso piazza della Libertà-viale delle Milizie-viale Angelico-Ponte Milvio.
- Roma-Tivoli
Fin dal 1879 la TFE, società esercente della tramvia a vapore Roma-Tivoli, ha effettuato brevi corse in servizio urbano tra Termini e la Basilica di S.Lorenzo. A partire dal 1904 il servizio è stato svolto da motrici elettriche a due assi. Nel 1927 la linea è stata rilevata dall’ATAG, che ha numerato le motrici da 81 a 99. Con l’attuazione della riforma tramviaria del 1930, la linea TFE è stata inglobata nella rete ATAC e le motrici accantonate per la demolizione.
- Ferrovia Roma-Fiuggi-Frosinone
Per approfondire, vedi la voce Ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone. |
Inaugurata nel 1916, questa linea ferroviaria a scartamento 950 mm ha sempre avuto caratteristiche molto simili a quelle di una tramvia, soprattutto nella sua parte urbana. È ancora attiva tra via Giolitti e Pantano Borghese.
[modifica] Depositi
- Porta Maggiore.
Inaugurato dalla SRTO come deposito-scuderia per i tram a cavalli, è oggi l’unico deposito tramviario ATAC.
- Via Prenestina (Officine Centrali)
- San Paolo
Inaugurato nel 1928 con il nome di “Deposito del Littorio” è stato tramviario fino al 1964 e definitivamente soppresso dopo il 2000
- Piazza Bainsizza (Vittoria)
Aperto nel 1919 dalla AATM, è rimasto tramviario fino al 1963 e trasformato in deposito autobus.
- S.Croce in Gerusalemme
Primo deposito AATM, inaugurato nel 1911 a ridosso delle mura Aureliane, è stato in seguito utilizzato come deposito di autobus. A lungo inutilizzato, è stato infine demolito e sostituito da un parco pubblico.
- Depositi mancati.
Per far fronte all’attuale insufficienza dell’unico deposito di Porta Maggiore, l’ATAC ha elaborato diversi progetti di costruzione di nuovi depositi, finora invano.
Viale di Trastevere. Nel 1996, simultaneamente ai lavori di costruzione della linea 8, viene avviata la trasformazione del deposito ATAC di Viale di Trastevere in rimessa tramviaria. Purtroppo, non appena inizia lo scavo delle future fosse di visita, vengono rinvenuti dei reperti, che causano il blocco e la sospensione dei lavori. Oggi il deposito Trastevere è utilizzato in parte come rimessa per minibus ad accumulatori ed in parte come parcheggio.
Cinodromo. Nel 2004, con la chiusura del Cinodromo, ATAC e Comune parlarono di costruire al suo posto un deposito tramviario, da collegare alla rete tramite una nuova linea su Viale Marconi. Il progetto è rapidamente sfumato nel nulla.
Via Palmiro Togliatti. Un altro progetto mai realizzato è quello di un nuovo grande deposito situato all’incrocio tra via Prenestina e via Togliatti. Concepito negli anni ’80 a servizio di una linea tramviaria (mai realizzata) lungo la via Togliatti, il progetto di questo deposito è stato riesumato dopo la rinuncia a realizzare il deposito Trastevere. Anche in questo caso finora non ci sono stati risultati, forse a causa dell’estrema eccentricità che questo impianto avrebbe rispetto alla rete.
[modifica] Materiale Rotabile SRTO
[modifica] Tram a cavalli
Non è possibile precisare il numero e le caratteristiche delle vetture tramviarie a cavalli, che però dovettero essere in numero superiore a 100.
Con l’elettrificazione della rete, le vecchie vetture sono state sporadicamente utilizzate come rimorchi e come “vetture d’attesa” nei capilinea.
[modifica] Motrici
- serie 200
Tram a truck a due assi con due motori costruito in 102 esemplari (200-296; 401-405) tra il 1895 ed il 1905.
- serie 300
Tram a truck a due assi con due motori costruito in 70 esemplari (297-366) tra il 1902 ed il 1907. Furono dette “Torpediniere” per la sagoma affusolata.
- serie 400
Tram a truck a due assi con due motori costruito in 79 esemplari (367-400; 408-454) tra il 1908 ed il 1911. Non sembrano mai esistite motrici coi numeri 406 e 407.
- serie 800
Piccolo gruppo di 4 motrici (801-804) identiche alle motrici ATAG a 8 finestrini, acquistate dalla SRTO nel 1925. Rinumerate dall’ATAG 1049-1055
[modifica] Rimorchi
- serie 1000
Serie di 40 rimorchi a due assi (1001-1041) costruiti tra il 1909 ed il 1911 e demoliti dopo la riforma del 1930.
- serie 1100
Piccolo gruppo di 4 rimorchi a due assi (1101-1104) accoppiati alle motrici 801-804, analoghi ma non identici ai rimorchi ATAG a 8 finestrini. Rinumerate nel parco ATAG come 570-576.
[modifica] Materiale rotabile ATAC
In questa sezione si descrive il materiale rotabile utilizzato dall’azienda municipale, nelle sue denominazioni di AATM, ATM, ATG, ATAG, ATAC e Trambus.
[modifica] Numerazione dei tram ATAC
Fino dall’inaugurazione dei primi servizi tramviari municipali nel 1911, il materiale rotabile ATAC è stato caratterizzato da un particolarissimo sistema di numerazione, spesso accusato di eccesso di precisione, secondo il quale a tutte le motrici venivano assegnati numeri dispari ed ai rimorchi numeri pari, a partire rispettivamente dai numeri 101 e 102.
Questo sistema è stato applicato dall’ATAC con estremo rigore, anche quando era ormai chiaro che non sarebbero mai più stati acquistati rimorchi (l’ultimo è del 1925) e fino al 1990, quando le 8 motrici TAS ex 501-508 STEFER sono state immatricolate nel parco ATAC con i numeri dispari da 7101 a 7115.
Peraltro non sono mancate vistose eccezioni. Quando l’ATAG ha rilevato motrici e rimorchi SRTO, infatti, si decise di aggiungere la cifra 1 davanti alla precedente SRTO nel caso delle motrici e di lasciare immutato il numero dei rimorchi. In questo modo, oltre ad ottenere delle motrici caratterizzate da numeri pari (come ad esempio la 1444, ex 444 SRTO, che fu demolita solo negli anni ’50), si ottenne la sovrapposizione tra la numerazione di rimorchi ex SRTO e motrici ATAG a 8 finestrini…
Bisogna ricordare, per completezza, che con il medesimo sistema sono stati numerati anche tutti i filobus e, fino al 1963, gli autobus pur nella quasi assoluta assenza di rimorchi per questi mezzi (se si esclude un prototipo di rimorchio per autobus).
Con la consegna delle motrici SOCIMI, il laborioso sistema pari/dispari è stato abbandonato. Da allora tutti i tram romani sono stati immatricolati nell’intervallo 9000-9999.
[modifica] Motrici a due assi
[modifica] 6 finestrini ad “assi radiali” 101-281
Gruppo di 91 motrici. La prima fornitura di 35 motrici per l’azienda municipale avviene nel 1911 con un primo gruppo di 35 motrici (101-169). Poche restano in servizio dopo il 1930. Un successivo gruppo di 56 motrici viene consegnato tra il 1912 ed il 1914. È ancora esistente e funzionante la motrice 279, dal 1961 al Seashore Trolley Museum di Kennebunkport nel Maine.
[modifica] 6 finestrini a truck 283-285; 289-387
Gruppo di 56 motrici analoghe alle precedenti, ma a truck invece che ad assi radiali, costruite tra il 1919 ed il 1921.
[modifica] 7 finestrini 287; 391-495
Gruppo di 40 motrici a truck, consegnate tra il 1921 ed il 1923.
[modifica] 8 finestrini 497-1055
Gruppo di 280 motrici a truck costruite tra il 1923 ed il 1929, sono state il gruppo omogeneo più numeroso della rete tramviaria romana. Oggi è ancora esistente la motrice 907, di proprietà del Gruppo Romano Amici della Ferrovia.
[modifica] ”rinnovate”ex SRTO
Alcune motrici SRTO (in numero imprecisabile, ma almeno 15) dei gruppi 300 e 400 sono state ricostruite dopo la loro immissione del parco ATAG. Sono state immatricolate ponendo la cifra 1 davanti alla loro matricola originaria. Alcune motrici arrivarono agli anni ’50 trasformate in veicoli di servizio.
[modifica] Rimorchi a due assi
[modifica] a giardiniera 102-208
[modifica] 6 finestrini 210-446
[modifica] 8 finestrini 448-576
[modifica] Motrici a carrelli
[modifica] MRS 2001-2265
Negli anni ’20 divenne evidente come i convogli di motrice e rimorchio a due assi non fossero più adeguati, sia rispetto alla domanda di trasporto sulle linee a maggior traffico, sia a causa degli elevati costi di esercizio dovuti anche alla presenza a bordo di due fattorini (uno sulla motrice e uno sul rimorchio). La risposta fu la MotoRimorchiata Saglio, progettata dall’ing. Roberto Saglio e presentata con i due prototipi 2001 e 2003 nel 1927. La motrice MRS, prima motrice a carrelli monodirezionale d’Italia, era caratterizzata da una capacità di carico superiore a quella di un convoglio di motrice e rimorchio e, come questo, aveva un carrello motore ed uno portante. I 2 prototipi ebbero successo e le MRS sono state costruite in tre serie diverse (2005-2063; 2065-2201; 2203-2263) per un totale di 123 esemplari (compresi i due prototipi) costruiti tra il 1928 ed il 1934, che hanno prestato servizio per quasi 70 anni per le strade di Roma. Alle MRS va aggiunto il prototipo di tram a due piani 2P1 del 1935, successivamente modificato come tram “normale” e numerato 2265. Le MRS hanno viaggiato regolarmente per le strade di Roma fino al 29 febbraio 1996, quando hanno perso l’idoneità a circolare secondo quanto stabilito dalla Motorizzazione. Alcune motrici rinnovate (tra cui il prototipo 2001) hanno circolato fino al 2003 come sussidio. Alla demolizione sono scampate le motrici 2035, 2047 e 2137.
[modifica] ”Bassotte” 2501-2503
Nel 1948 entrarono in servizio due motrici sperimentali (2501-2503), forse fin troppo all’avanguardia per i tempi. Di costruzione Caproni, avevano un carrello portante ed uno motore come le MRS, ma gli aspetti maggiormente innovativi erano la cassa ultraleggera in alluminio ed il pianale parzialmente ribassato, ottenuto grazie al carrello posteriore a ruote indipendenti di diametro ridottissimo. Impiegate fino al 1950 sulla rete ATAC, furono poi trasferite a Milano. Nel 1966 sono state accantonate per la demolizione nel deposito di Monza Borgazzi.
[modifica] PCC 8001-8043
Serie di 20 vetture di costruzione OM consegnate nel 1957 e 1958 e classificate 8001-8039, sono state fra gli ultimi tram monocassa costruiti in Italia. A questa serie furono aggregate dal 1982 due motrici analoghe (8041-8043) cedute dall’ATM di Milano. Il gruppo è stato radiato a partire dal 2001 e in gran parte demolito.
[modifica] Motrici articolate
[modifica] MATER 5001-5099
Come nel caso delle MRS, le MATER nascono dall'esigenza di fronteggiare la crescita del traffico contenendo i costi dovuti al personale. In questo caso però, invece di acquistare vetture nuove, l'ATAC decide di ricavare delle vetture articolate collegando permanentemente una motrice ed un rimorchio ad 8 finestrini. Il prototipo 5001 viene consegnato dalle officine romane MATER nel 1936 e rispecchia uno schema utilizzato anche in altre reti tramviarie italiane e denominato "due camere e cucina". L'intera serie di 50 vetture viene consegnata entro il 1938 e svolge un servizio intensissimo soprattutto sulle due circolari. Dopo il 1960 ed il periodo dei grandi smantellamenti di linee tramviarie le MATER seguono il destino del materiale a due assi da cui derivano e vengono demolite entro il 1965. 6 motrici (numeri 5003, 5013, 5025, 5029, 5047, 5085), tuttavia, vengono cedute alla STEFER, e continuano a circolare sulle linee per Capannelle e Cinecittà fino al 1972 con le vecchie matricole ATAC.
[modifica] TAS 7001-7115
Dopo la positiva esperienza della STEFER con le motrici 401-412 del 1937, nel 1940 anche l'ATAG decise di commissionare alle Officine Meccaniche della Stanga di Padova un prototipo di tram articolato basato sull'adozione della "giostra Urbinati".
Il prototipo, consegnato nel 1942 e numerato 7001, circolò brevemente e venne distrutto nel bombardamento di Roma del 19 luglio 1943.
L'ordine comunque venne confermato e la fornitura di 50 vetture (7003-7099; 7001) avvenne tra il 1948 ed il 1949.
Queste vetture, che hanno subito un intervento di ammodernamento negli anni '80, circolano tuttora sulla rete Romana, ad eccezione delle motrici 7073 e 7093 che sono state recentemente demolite. La 7021 è stata trasformata in "Ristotram".
Nel 1989 sono entrate a far parte del parco ATAC altre 8 motrici TAS in servizio fino al 1980 sulla rete STEFER. Queste motrici, analoghe a quelle ATAC, sono state consegnate alla STEFER nel 1953. Sono state rimesse in servizio dall'ATAC dopo un intervento di ammodernamento effettuato presso le officine Viberti e numerate (con soli numeri dispari) 7101-7115.
[modifica] Socimi 9001-9041
[modifica] Cityway 1 9101-9128
[modifica] Cityway 2 9201-9252
[modifica] Altro materiale
- Locomotori L1-L27
- carri merce 02-64
- tram ambulanza
- motrici di servizio
[modifica] Tram al cinema
Nel corso dei decenni Roma è stata scelta come ambientazione di centinaia di film, grazie anche alla presenza di numerosi studi cinematografici, in particolare a quelli di Cinecittà.
Quasi inevitabilmente i tram di Roma sono presenti sullo sfondo o sono stati utilizzati come set di numerosissime pellicole; qui di seguito si riportano alcune di esse.
- I soliti ignoti 1956 (8 finestrini, TAS, PCC)
- Roma città aperta 1945 (Ferrovia Roma-Fiuggi)
- Ladri di biciclette 1948 (8 finestrini)
- Umberto D 1949 (MRS)
- Totò e Marcellino 1958 (motrice a due piani dei Castelli)
- Io, Chiara e lo scuro 1982 (MRS)
- Tre uomini e una gamba 1997 (MRS)
- Il ferroviere 1957 (mortici e rimorchi a due assi)
- Roma 1970 (MRS e locomotore tramviario)
- Intervista 1987 (MRS della STEFER)
[modifica] Bibliografia
[modifica] Voci correlate
- Alstom Cityway
- ATAC
- Elenco di linee tramviarie italiane
- Officine Meccaniche della Stanga
- Roma
- Tram
- Tram snodato
- Tramvie dei Castelli Romani
[modifica] Collegamenti esterni
- Tram e trasporto pubblico a roma, di Vittorio Formigari e Mauro Di Pietrantonio
- Gruppo Romano Amici della Ferrovia
- Romatram
- sito istituzionale ATAC
- Dipartimento trasporti del Comune di Roma
- motrice 279 al Seashore Trolley Museum nel Maine, USA
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