Garbatella
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La Garbatella è la zona urbanistica 11c dell'XI Municipio del comune di Roma. Fa parte del quartiere Q.X Ostiense.
Popolazione: 45.609[1] abitanti.
La parte più antica dell'urbanizzazione, per essere stata progettata e realizzata in modo strutturato, con uno stile architettonico individuabile e in un periodo relativamente conchiuso (tra gli anni venti e trenta), è spesso considerata un "quartiere", al di là delle definizioni amministrative.
Indice |
[modifica] Introduzione
Il quartiere fu fondato negli anni venti sui colli che dominano la Basilica di San Paolo fuori le mura e prende il nome, secondo un'ipotesi abbastanza leggendaria (e maliziosa), dall'appellativo dato alla proprietaria (particolarmente "garbata e bella") di un'osteria, o ancora per l'amenità del luogo, o infine, secondo un'ipotesi più scientifica, per il tipo di coltivazione della vite ("a barbata" o "a garbata", appoggiando le viti ad alberi di acero o olmo) in uso sui colli.
L'assetto architettonico trova un giusto compromesso tra l'estetica e la pratica: è un quartiere popolare e popoloso, ma le abitazioni sono collocate, almeno nel nucleo storico, in graziosi villini o palazzine di tre piani al massimo, con grande cura per i dettagli e per la diversificazione degli stili.
La Garbatella è tradizionalmente suddivisa in lotti, occupati da costruzioni che circondano cortili e giardini che, soprattutto in passato, erano punti di ritrovo per la popolazione: lavatoi e stenditoi, botteghe e cantine, sedie e muretti.
[modifica] Breve storia
Dopo la prima guerra mondiale Roma visse una fase di grande sviluppo edilizio, paragonabile per alcuni versi a quella del secondo dopoguerra. Il settore sud della capitale, nelle intenzioni degli urbanisti umbertini, doveva essere connesso al lido di Ostia tramite un canale navigabile parallelo al Tevere, che non fu però mai scavato. Tale canale avrebbe dovuto fornire Roma di un porto commerciale praticamente in centro (siamo a meno di duecento metri dalle mura) nei pressi dell'odierna via del Porto Fluviale, situata al confine tra Garbatella e Testaccio; nella zona a ridosso del canale avrebbero dovuto sorgere una serie di lotti abitativi destinati ad ospitare i futuri lavoratori portuali.
Fu con questa idea che il re Vittorio Emanuele III posò la prima pietra a piazza Benedetto Brin, il 18 febbraio del 1920: nell'iscrizione che commemora quel giorno, murata nell'edificio centrale della piazza, si legge "Per la mano augusta di S.M. il Re Vittorio Emanuele II I’Ente autonomo per lo sviluppo marittimo e industriale e l’Istituto delle case popolari di Roma con la collaborazione delle cooperative di lavoro ad offrire quieta e sana stanza agli artefici del rinascimento economico della capitale. Questo aprico quartiere fondano oggi. XVIII Febbraio MCMXX."
La vocazione inizialmente marinara del futuro rione XXIII può essere agevolmente desunta anche dalla toponomastica della parte più antica, ispirata essenzialmente a personaggi legati al mondo navale. Il progetto fu intrapreso in un'area allora semidisabitata e coperta da vigne e pascoli per pecore. Significativa eccezione costituiva la Basilica di San Paolo fuori le Mura, dalla quale si dipartiva via delle Sette Chiese, una strada di raccordo ortogonale alle vie consolari Ardeatina e Appia, della quale si servivano i pellegrini diretti al Santuario del Divino Amore; proprio su uno sperone roccioso che dominava la basilica (sul lato sinistro dell'odierna via Ostiense, presumibilmente all'altezza del Sepolcreto Ostiense) sorgeva un'osteria, la cui più celebre ostessa fu una donna di nome Carlotta (o Maria, secondo recenti studi), tanto benvoluta dai viaggiatori che di frequente chiedevano ostello presso la sua locanda, da meritare il nome di Garbata Ostella, successivamente sincopato in Garbatella. Le ragioni del favore concessole, suggeriscono i più, risalgono alla sua caritatevole attitudine verso i bisognosi, anche se non manca chi ha voluto trovare nella sua "garbatezza" una qualche allusione ai favori che, si ritiene, fosse usa concedere ai viaggiatori.
Nella zona sorgeva la Chiesetta dedicata ai santi contadini Isidoro ed Eurosia, già nota al popolo come Chiesoletta, dove secondo la leggenda sarebbe avvenuto un incontro tra San Filippo Neri, ideatore del pellegrinaggio delle Sette Chiese, e San Carlo Borromeo.
Fino al 1930 circa il nome del quartiere fu dibattuto: le possibili alternative prese in considerazione furono, oltre al nome attuale, Concordia e Remuria, quest'ultimo nome proveniente dalla leggenda secondo la quale Remo avrebbe fondato qui la sua città, diversamente da quanto afferma la meglio nota leggenda romana, tràdita da Tito Livio (Ab Urbe Condita), il quale ne situa la collocazione sull'Aventino (il colle su cui sorge la Garbatella è in effetti il secondo che si presenta al viaggiatore che proseguisse verso il litorale, una volta lasciato l'Aventino alle spalle). Era ed è tutt'ora una zona storicamente "rossa" ed operaia. La Resistenza partigiana trovò qui un appoggio incondizionato, al pari dell'Ostiense, del Portuense, del Testaccio.
[modifica] Architettura e urbanistica
L'architettura del quartiere fu inizialmente improntata al modello inglese delle città giardino (Garden Cities) ben collegate e vicine alla città, abitate da operai e comprendenti significativi spazi verdi coltivabili, tali da fornire ai lavoratori residenti una preziosa, e ulteriore, fonte di sussistenza: l'orto (un ulteriore tentativo fu iniziato più tardi, nell'edificazione del quartiere denominato appunto Città Giardino Aniene, nella zona nord di Roma). L'idea delle Garden Cities è attribuita al padre del socialismo Robert Owen.
Nei lotti più antichi ancora rimasti nei pressi di piazza Benedetto Brin (alcuni dei lotti tra i più vetusti sono stati demoliti negli anni settanta, durante il "sacco di Roma" messo in atto dagli speculatori edilizi) si nota come il rapporto tra le metrature edificate e quelle dedicate al verde "privato" fosse tra i più alti nell'Italia dell'epoca (e certamente di quella attuale); tale peculiare struttura urbanistica doveva conferire alla nascente Garbatella l'aspetto di una contrada agreste, simile a quelle esistenti nei borghi del circondario, cosicché l'immigrazione delle maestranze provenienti da ogni parte dell'agro laziale a Roma sarebbe stata meno traumatica, permettendo loro di ricostruire nella città quella rete di solidarietà sociale che in provincia continuava ad essere un elemento precipuo, diversamente dalla città, allora sul punto di diventare metropoli.
Lo stile architettonico dei primi lotti fu denominato Barocchetto dai suoi creatori Gustavo Giovannoni e Innocenzo Sabbatini, coadiuvati successivamente da Costantino Costantini, Marcello Piacentini, Mario De Renzi, e Nori; simili al barocco sono le modanature di sapore medievale, le figure di animali riscontrabili nei fregi, l'utilizzo estensivo di decorazioni d'ispirazione floreale e botanica, restando però queste nell'ambito dell'edilizia popolare e, dunque, povera: al posto di marmi pregiati, stucchi e calce bianca.
Con l'avvento del fascismo la pianificazione urbanistica del quartiere subì un drastico cambiamento: il rapporto verde-edificato calò sensibilmente, l'idea del porto fluviale venne definitivamente abbandonata e cominciarono ad essere costruite abitazioni più simili ai moderni condomini che alle precedenti villette. Restò comunque ferma l'intenzione di costruire, oltre agli spazi abitativi privati, se non giardini e orti comuni, comunque spazi pubblici, come stenditoi o asili nido (nelle osterie di Garbatella si raccontano ancora le storie delle zuffe tra comari per il possesso di un filo per stendere la biancheria...). Si cominciò allora a costruire palazzi più grandi e alti per ospitare un sempre crescente numero di immigrati, come ad esempio il Lotto VIII in via Luigi Fincati. Il culmine di questo mutamento si nota nell'impianto progettuale dei tre lotti chiamati Alberghi (Rosso, Bianco e Giallo) nei pressi di piazza Eugenio Biffi, strutture nate pochi anni dopo le villette dell'inizio dell'edificazione dell'area (dal 1927), ma significativamente differenti dal punto di vista funzionale oltreché estetico.
Si deve tener presente che, sebbene l'urbanistica d'epoca fascista abbia mutato in maniera radicale l'impostazione nata dall'idea delle città giardino, essa conservò per la Garbatella un carattere sperimentale di borgata a misura d'uomo, che si contrapponeva in maniera drammatica alla vicina baraccopoli di "Shangai" (odierna Tor Marancia).
[modifica] Edifici di culto
Le principali chiese della Garbatella sono la cosiddetta "Chiesoletta" dei Santi Isidoro (agricoltore) ed Eurosia (Vergine e Martire) in Via delle Sette Chiese 99, unita attraverso l'oratorio, tutt'oggi attivissimo ed in cui Alberto Sordi girò alcune sequenze del film Mamma mia che impressione e nel cui campo di calcio iniziò a giocare Agostino Di Bartolomei e più recentemente Aleandro Rosi, alla chiesa San Filippo Neri in Eurosia, edificata nel 1952 per volere di Papa Paolo VI, e la chiesa di San Francesco Saverio in Piazza Damiano Sauli, dove Papa Giovanni Paolo II iniziò le sue visite ufficiali. In via Pomponia Grecina, nei pressi del Largo delle Sette Chiese, c'è anche un convento di Cappuccini.
[modifica] Monumenti
Nel giardino pubblico (ex vigna Serafini) si trova l'ingresso delle catacombe di Commodilla, con una basilichetta ipogea databile alla fine del IV secolo, un cimitero dipinto con scene bibliche (tra cui una curiosa immagine del Cristo orientale) e le effigi dei martiri San Felice e Sant'Adautto. Tra i monumenti più recenti, celebre è la Fontana di Carlotta con la relativa scalinata e il ponticello medioevale di piazza Eugenio Biffi,su cui si è basato un progetto scolastico della scuola Aurelio Alonzi. Caratteristico è anche il bassorilievo raffigurante la "Signora Garbatella", in piazza Geremia Bonomelli.
L'intero quartiere, con i suoi archi, le sue fontane, le sue palazzine e i suoi balconi, può essere considerato un grande monumento a sé stante.
[modifica] Università e scuole
La Garbatella è coinvolta dalle attività dell'Università degli Studi Roma Tre - che ha una delle sedi nelle vecchie vetrerie ai piedi del quartiere - e ne ospita il Teatro, il "Palladium", che era un tempo il cinema rionale e oggi dinamico centro culturale.
Anche l'Università privata "San Pio V" ha sede nel quartiere.
La Garbatella ospita inoltre il Liceo Classico "Socrate", mentre fino al 2003 accoglieva pure il Liceo scientifico "Borromini", ormai trasferito a Tor Marancia.
[modifica] Edifici pubblici
Nel quartiere, a ridosso della via Cristoforo Colombo, sorge l'imponente palazzo della Regione Lazio, che ospita la Giunta Regionale e i relativi uffici; Largo delle Sette Chiese, invece, ospita un dipartimento della "ASL Roma C" e una delegazione del Municipio XI. L'ospedale del rione è il Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) "Andrea Alesini", che serve la vasta area di Roma appena a Sud delle mura.
Ai confini del quartiere, in occasione dei Mondiali di Calcio Italia '90, sorse lo scalo Air Terminal, l'annesso centro commerciale, ed un'area attrezzata per autocaravan e camper; il complesso è oggi in disuso, ma è al centro di un ambizioso progetto che entro il 2008 dovrebbe riportare in attività la stazione, trasferirvi una succursale del Campidoglio e creare un ponte e un teatro.
[modifica] Curiosità
- La prima visita alle parrocchie della Diocesi di Roma di Papa Giovanni Paolo II fu alla chiesa San Francesco Saverio il 3 dicembre 1978, in occasione della ricorrenza della festa del Santo. Nel cortile della chiesa vive libera una coppia di pavoni.
- Il film Caro diario di Nanni Moretti si apre con la passeggiata in vespa del protagonista per le strade della Garbatella, "il quartiere che mi piace più di tutti". Anche alcune scene di Bianca hanno come sfondo la monumentale scuola "Cesare Battisti" che si affaccia sulla Piazza Damiano Sauli, la principale della Garbatella, che negli anni novanta è stata eletta per partecipare al progetto "100 Piazze", che ha portato alla sua ristrutturazione.
- La Garbatella resta tutt'ora un set prediletto da registi cinematografici e televisivi: la serie TV "Caro Maestro" fu ambientata nella Casa dei Bimbi alla Garbatella, la serie TV "I Cesaroni" è ambientata nel quartiere, mentre fiction poliziesche sono ormai di casa. Alla Garbatella sono nati gli attori Enzo Staiola (il ragazzino di Ladri di biciclette), Maurizio Arena, Rossana Di Lorenzo la famosa Erminia nel film le coppie moglie di Alberto Sordi in molti altri films tra i quali Lo strano senso del pudore. (Rossana Di Lorenzo sorella di Maurizio Arena vive tuttora alla Garbatella e presta il suo volto per le iniziative culturali del Municipio Roma XI con il personaggio della Sora Garbatella) Enrico Montesano , Luigi Proietti e Valerio Mastandrea. Pier Paolo Pasolini frequentava la Garbatella vi ambientò molte scene del romanzo Una vita violenta (il personaggio protagonista del libro uccide in un lotto di Garbatella un suo rivale chiamato lo Shangaino, poiché proveniente dalla confinante borgata di "Shangai").
- Il palazzo della Regione Lazio è stato il set di alcuni film della serie di Fantozzi, per cui è talvolta indicato come Palazzo di Fantozzi.
- L'8 settembre 2007, in occasione della notte bianca sotto spinta del progetto "Quei ragazzini della Garbatella", a cura dell'associazione culturale "Il Tempo Ritrovato" di Fatagarbatella, il Municipio Roma XI ha dedicato due targhe ricordo in marmo travertino: la prima a Iole Zedde al lotto 28 in via Guglielmo Massaia 22, dove nacque e visse la sedicenne morta per casualità il 12 settembre del 1944 per una sventagliata di un mitra di un giovane soldato tedesco di guardia ai vagoni alla stazione ferroviaria dell'Ostiense; la seconda al cantante Alvaro Amici, interprete della canzone romana, nato e vissuto al lotto 31 vicino alla famosa fontana degli innamorati Carlotta (piazza Ricoldo da Montecroce) dove per l'appunto è stata posizionata la targa. Presenti alle manifestazioni personaggi del mondo politico, delle istituzioni, della cultura e le famiglie dei due ragazzini della Garbatella di un tempo.
- Il 18 febbraio 2008, in occasione dell'ottava edizione dell'evento "Buon Compleanno Garbatella", patrocinata dal Municipio Roma XI, il parco di piazza Benedetto Brin è stato intitolato all'attore Maurizio Arena.
[modifica] Collegamenti
È raggiungibile dalla stazione Garbatella. |
[modifica] Note
- ^ Comune di Roma, iscritti in anagrafe al 31-12-2006. Dato provvisorio in quanto non ancora confrontato con quello censuario
[modifica] Bibliografia
- Monica Sinatra. La Garbatella a Roma: 1920-1940. Roma, Franco Angeli, 2006. ISBN 978-88-4647-364-6
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Garbatella
[modifica] Collegamenti esterni
- Storia e nascita di un quartiere, a cura dell'associazione "il Tempo Ritrovato"
- Fata Garbatella, dedicata alle bambine e bambini
- Storie degli "Alberghi" della Garbatella
- Teatro Palladium dell'Università Roma Tre
- Municipio Roma XI (11)
- Storia del quartiere, dedicato alla storia della Garbatella
- Portale Roma: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di Roma