Specchio (immaginario)
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(EN)
« Mirror, mirror on the wall, who is the fairest of them all? »
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(IT)
« Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? »
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Lo specchio è un oggetto che, per le sue caratteristiche, ha colpito e stimolato l'immaginario umano, entrando nel folklore e nella mitologia di vari popoli. È spesso legato al tema del doppio, dell'universo alternativo, della bellezza e della divinazione. Tra le numerose attestazioni, spiccano in particolare lo specchio magico, quello di Alice ideato da Carroll, il mito di Narciso e alcune rappresentazioni della vanitas.
Nelle credenze popolari, gli specchi, duplicando la realtà, sarebbero in grado di imprigionare l'anima nell'immagine riflessa. Di qui l'usanza, oggi non molto diffusa, di coprire gli specchi alla morte di qualcuno per permettergli di raggiungere l'aldilà. La connessione specchio/anima è anche all'origine di caratteristiche tipiche delle creature demoniache: alcune, tra cui i vampiri secondo talune versioni, non riflettono la propria immagine poiché prive di anima; altre, come il basilisco, muoiono all'istante nel vedersi in uno specchio o in una qualunque superficie riflettente.
In generale, lo specchio rimanda all'occhio e alla vista, intesi soprattutto come strumento di conoscenza del mondo esteriore e interiore come nel ciclo di arazzi fiamminghi La dama e l'unicorno. Per questo è spesso legato all'iconografia della Verità e della Prudenza (in latino Veritas e Prudentia), rappresentate nell'atto di tenere in mano questo oggetto e contemplarlo. Gli occhi stessi sono definiti popolarmente gli "specchi dell'anima" poiché rifletterebbero - o tradirebbero - il carattere, l'umore e le intenzioni di una persona. Tuttavia, se lo sguardo è rivolto esclusivamente su di sé, l'autocontemplazione porta a narcisismo e vanità (in latino Vanitas).
Lo specchio, dunque, incarna una valenza negativa o positiva secondo i casi: in esso ci si perde e ci si riconosce, si scopre ciò che è fugace (la bellezza) e ciò che è eterno (l'essere), si distingue il dissimile dal simile.
La credenza secondo cui rompere tale oggetto porterebbe sfortuna, causando sette anni di disgrazia, è amplificata dal potere talvolta sinistro attribuito agli specchi, sebbene derivi probabilmente da una constatazione più pragmatica: lo specchio, infatti, era un tempo un bene prezioso, la cui distruzione significava un'ingente perdita economica; una volta infranto, e dunque inservibile, era arduo per le famiglie popolari sostituirlo con un altro.
Indice |
[modifica] Lo specchio come duplicatore del mondo
« Nel corridoio è uno specchio, che fedelmente duplica le apparenze. Gli uomini sogliono inferire da questo specchio che la Biblioteca non è infinita (se realmente fosse tale, perché questa duplicazione illusoria?), io preferisco sognare che queste superfici argentate figurino e promettano l'infinito » | |
(Jorge Luis Borges, La biblioteca di Babele da Finzioni)
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Gli specchi replicano il mondo, lo duplicano invertendo destra e sinistra; mostrano un ambiente che appare reale ma è invece, secondo la definizione di Foucault, uno spazio eterotopico. Tale spazio, infatti, pur coincidendo con un luogo (o non luogo) nel quale chi si specchia non si trova effettivamente, è tuttavia un posto connesso a tutti gli altri spazi che lo circondano.
Per la sua fedeltà nel riflettere le immagini, lo specchio è inoltre utilizzato nei cosiddetti test di realtà da eseguire durante un sogno lucido. Guardandosi allo specchio nel corso di un sogno, infatti, può dare come esito un'immagine deformata, sostituita o persino assente, indice che il soggetto non è in stato di veglia.
[modifica] Lo specchio e il doppio
Per approfondire, vedi la voce proiezione (psicologia). |
« Perché noi siamo simili; come un corpo solido e la sua immagine riflessa, l'uno davanti all'altra, divisi da uno specchio » | |
(Il "Signore dei Pupazzi" in Ghost in the Shell)
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Nonostante l'uomo sia tra i pochi animali capaci di riconoscere la propria immagine in uno specchio, il riflesso pone comunque il soggetto davanti a un altro sé stesso. Lo specchiarsi diviene dunque l'occasione per riconoscersi, scorgere un dettaglio inatteso, persino disconoscersi.
Il tema del doppio e della specularità, presente in varie opere letterarie e cinematografiche (da Cuore di tenebra di Conrad a Paura e desiderio di Kubrick, da Uno, nessuno e centomila di Pirandello a Lo specchio nello specchio di Ende), è difatti uno dei concetti fondamentali della psicologia e della psicoanalisi.
Il riconoscersi nello specchio vale tanto per l'individuo quanto per la società. Un caso significativo è quello del cosiddetto Specchio Sassone, la più rilevante raccolta normativa del Medioevo tedesco, il cui nome ha un significato analogico: come si può osservare il proprio volto in uno specchio, così i Sassoni avrebbero potuto vedere ciò che era giusto e lecito e ciò che non lo era nello Specchio.
[modifica] Lo specchio, Dio e la Creazione
« Puoi tu, come lui, distendere i cieli e farli solidi come uno specchio di metallo? » (Giob 37,18) |
« Il soggetto che riceve la rivelazione essenziale vedrà unicamente la propria "forma" nello specchio di Dio; non vedrà Dio, è impossibile che Lo veda, pur sapendo di non vedere la propria "forma" se non in virtù di quello specchio divino. Ciò è del tutto analogo a quanto avviene in uno specchio materiale: contemplandovi delle forme, non vedi lo specchio pur sapendo che vedi quelle forme o la tua propria forma solo in virtù dello specchio. Dio è dunque lo specchio nel quale vedi te stesso, come tu sei il Suo specchio nel quale Egli contempla i Suoi Nomi. Ebbene, questi non sono nient'altro che Lui stesso. » | |
[modifica] Lo specchio nello gnosticismo
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[modifica] Lo specchio come porta
(EN)
« Then she began looking about, and noticed that what could be seen from the old room was quite common and uninteresting, but that all the rest was as different as possible. For instance, the pictures on the wall next the fire seemed to be all alive, and the very clock on the chimney-piece (you know you can only see the back of it in the Looking-glass) had got the face of a little old man, and grinned at her. »
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(IT)
« Allora iniziò a guardarsi attorno e notò che tutto ciò che poteva essere visto dalla vecchia stanza era abbastanza ordinario e privo di interesse, ma che tutto il resto era totalmente diverso. Per esempio, i quadri alla parete vicino al fuoco sembravano vivi e persino l'orologio sul caminetto (si sa, si può vederne solo il retro nello Specchio) aveva il volto di un ometto anziano e ghignava verso di lei »
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(Lewis Carroll, Attraverso lo specchio, cap. I)
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Il mondo rovesciato dentro o oltre lo specchio è uno dei temi topici della letteratura e cinematografia fantastica. Attraversando tale oggetto, i personaggi si ritrovano in una realtà dove le leggi fisiche sono spesso sovvertite, invertire, deformate. Lo specchio è dunque una porta (o un vero e proprio portale) tra due mondi, di cui uno è quello conosciuto, l'altro un universo parallelo talvolta legato al regno dei sogni, dei morti o degli inferi. Non è un caso che alcune pratiche esorcistiche prevedano la possibilità di liberare un posseduto riflettendolo in uno specchio e imprigionando il demone di là dalla superficie.
[modifica] Lo specchio, il sogno e le favole
Attraversare lo specchio equivale sovente ad entrare nel mondo dei sogni, un mondo in cui le leggi fisiche o non valgono o funzionano secondo meccanismi differenti rispetto al mondo reale, come avviene per Alice in Attraverso lo specchio (seppure in stato di veglia).
Il nesso specchio-sogno ricorre nella filmografia di Ingmar Bergman, in particolare La prigione e Il posto delle fragole.
Tra gli esempi più recenti di specchio magico che conduce a una dimensione parallela, la miniserie TV fantasy Decimo regno (2000) e il film di Terry Gilliam The Imaginarium of Doctor Parnassus, la cui uscita è prevista per il 2009, dove il protagonista (interpretato da Heath Ledger, morto prima della fine delle riprese) muta anche sembianze nell'attraversarlo.
[modifica] Lo specchio, l'invisibile e gli inferi
Un tòpos letterario e cinematografico è l'apparizione nello specchio di creature altrimenti invisibili come fantasmi e demoni, la cui immagine è resa più inquietante dal fatto che, all'atto di voltarsi, non trova corrispondenza nel mondo reale: sono, cioè, riflessi di corpi visibili solo al di là dello specchio. Ciò vale anche per il materializzarsi di oggetti, lati nascosti della personalità di chi guarda, volti sconosciuti, come - per quest'ultimo caso - nel film Il volto di Bergman.
Secondo alcune credenze popolari, gli specchi sarebbero inoltre un portale attraverso cui i morti e gli esseri demoniaci potrebbero passare dal loro mondo a quello umano.
[modifica] Lo specchio come oggetto divinatorio
(LA)
« Videmus nunc per speculum in enigmate, tunc autem facie ad faciem. »
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(IT)
« Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia. »
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Le credenze popolari attribuiscono allo specchio e alle superfici riflettenti in generale (fra tutte l'acqua ferma), il potere di materializzare il passato e il futuro, eventi presenti ma lontani dal luogo in cui ci si trova, oggetti o esseri nascosti; tutto ciò, dunque, che gli occhi non potrebbero vedere senza il suo ausilio.
Nella mitologia cinese, ad esempio, i morti osservano la forma in cui rinasceranno in uno specchio magico chiamato Yeh Ching ("specchio del destino" in cinese).
Nel Roman de la Rose, invece, il poeta vede riflessa la sua rosa, ovvero la donna di cui s'innamorerà, nello specchio di Narciso. Mentre nell'opera seicentesca in latino Speculum imaginum veritatis occultae, exhibens symbola, emblemata, hieroglyphica, aenigmata, omni tam materiae, quam formae varietate del gesuita Jacob Masen, l'immagine (riflessa) diviene simbolo, emblema, glifo, riferendosi direttamente al Creato e al suo Creatore. Secondo la studiosa Angela Deutsch[1], il termine speculum adoperato nel titolo deriverebbe inoltre dall'espressione di San Paolo nella Prima lettera ai Corinzi: "ma ora vediamo in uno specchio, in maniera confusa".
[modifica] Lo specchio come oggetto magico e fantascientifico
Per approfondire, vedi la voce specchio magico. |
Oltre a quelle divinatorie, allo specchio vengono attribuite proprietà straordinarie di vario genere, sia nel folklore sia in letteratura, nei fumetti, al cinema, nei videogiochi e nei giochi di ruolo. La più comune consiste nel condurre a una dimensione parallela (per la quale si rimanda al paragrafo #Lo specchio come porta); altre prendono spunto dalla capacità degli specchi di:
- restituire un'immagine nell'immediato, a tal punto che Dante, nel canto XVII dell'Inferno, afferma che Virgilio gli ha letto nel pensiero con la velocità del piombato vetro;
- visualizzare oggetti, come l'element (arma materializzata dai fotoni) che la HiME Yukino Kikukawa utilizza anche come monitor (ed è interessante notare che l'apparizione stessa dello specchio-element dimostri che la HiME Yukino ha acquisito consapevolezza e padronanza dei propri poteri);
- riflettere la luce, come nell'arma inventata dalla Banda Bassotti che rispedisce al mittente i raggi delle pistole e quelli ipnotici.
- racchiudere la realtà entro il proprio perimetro, caratteristica che, unita all'idea di specchio-portale, permette di imprigionare qualcuno all'interno come avviene nello Specchio Oscuro, l'artefatto magico del videogioco The Legend of Zelda: Twilight Princess (cfr. il paragrafo #Lo specchio come porta).
[modifica] Lo specchio, i vizi e le virtù
[modifica] Lo specchio e la Vanitas
« Se ora guardi allo specchio il tuo volto sereno non immagini certo quel che un giorno sarà della tua vanità » |
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(Angelo Branduardi, Vanità di vanità)
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Lo specchio permette di vedere sé stessi, scoprire il proprio aspetto, ammirare la propria bellezza. Quest'ultima, se intesa in chiave positiva, spinge alla contemplazione e conoscenza di sé; intesa in chiave negativa, invece, al narcisismo e all'attaccamento a beni fugaci e terreni. Il tema della Vanitas, già presente nell'Antico Testamento (vanitas vantitatum, "vanità di vanità"), è rappresentato di frequente da donne colte nell'atto di guardarsi allo specchio per pura vanità.
Le stesse sirene, che incarnano una bellezza fatale, sono raffigurate con pettine e specchio, sebbene solo a partire dal II secolo quando, cioè, le loro sembianze divengono quelle di mostri metà donne e metà pesci invece che metà donne e metà uccelli. In araldica, in particolare, ricorre la sirena con lo specchio che, tuttavia, perde la negatività della Vanitas incarnando al contrario Eloquenza e Persuasione.
Gli specchi, considerati peccaminosi dai seguaci di Girolamo Savonarola, furono tra gli oggetti distrutti in un rogo pubblico a Firenze durante il Falò delle vanità, nella festa di martedì grasso del 7 febbraio 1497. Erano ritenuti inoltre un simbolo della Superbia, assieme al pavone e al pipistrello.
Come strumento del demonio, lo specchio compare anche nell'incisione di Max Klinger Il serpente dalla serie Eva e il futuro. Qui l'episodio biblico della tentazione di Eva e del peccato originale consiste non solo nel cogliere il frutto proibito (che la "madre degli uomini" tiene nella mano destra) ma anche nell'ammirarsi cedendo alla vanità. La superficie riflettente, inoltre, è incastonata in un ramo sviluppatosi in modo innaturale dell'Albero della Conoscenza.
Pur restituendo a chi lo guarda la sua immagine presente, quest'oggetto è in realtà un monito nei confronti del futuro, del finito, della morte; ricorda, cioè, che la vita non dura in eterno e che la bellezza deve morire. Celebre, a tale proposito, è l'illusione ottica in cui una donna vestita di bianco, che si guarda allo specchio davanti a vari cosmetici, è al contempo un teschio: la testa della donna - doppia perché riflessa - si muta nelle orbite, i cosmetici nei denti.
Nel film Il posto delle fragole di Ingmar Bergman, Sara appare giovane in un incubo del vecchio cugino Isak Borg, il quale un tempo l'amava. Nel sogno, lei lo costringe a guardare il proprio volto invecchiato in uno specchio, dicendogli che presto dovrà morire. In L'uovo del serpente, invece, il protagonista Vergérus si guarda spirare allo specchio dopo aver assunto del veleno.
Di contro, il patto col diavolo di Dorian Gray è il vano tentativo dell'uomo di sfuggire alla morte uccidendo il proprio doppio o, meglio, proiettando la morte nella propria immagine, sebbene in questo caso grazie ad un ritratto.
[modifica] Lo specchio e la Veritas
« Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio » (Giac 1,23) |
Oltre ad essere un simbolo dell'inganno, della fugacità e della vanità, lo specchio rappresenta anche il loro contrario: verità, eternità, realtà. Ciò avviene per due motivi: da una parte, questo oggetto è un monito verso ciò che è fasullo ed invita, quindi, a vedere il mondo e sé stessi per ciò che sono; dall'altra, è in grado di mostrare i lati nascosti del mondo, soprattutto ciò che esso nasconde alle sue spalle.
Il legame tra specchio e Veritas è attestato già in due passi nel Nuovo Testamento, ovvero la Lettera di Giacomo e, ancor più, la seconda lettera ai Corinzi, dove San Paolo afferma che i credenti potranno vedere la gloria del Signore "come in uno specchio" e trasformarsi nella sua stessa immagine.
Il tema dello specchio rivelatore avrà particolare fortuna nel corso del Medioevo, sia in arte sia in letteratura. Nel XII secolo, ad esempio, Vincent de Beauvais compose un'opera sull'universo, con spirito enciclopedico, dal titolo Speculum majus ("Specchio maggiore") e divisa in quattro parti che descrivono, ciascuna, un aspetto dell'universo stesso: Speculum naturale ("Specchio della Natura"), Speculum doctrinale o Speculum Sapientiae ("Specchio dottrinale" o "della Sapienza"), Speculum morale ("Specchio della Morale"), Speculum historiale ("Specchio della Storia").
[modifica] Lo specchio e la Prudentia
« [La Sapienza] è un riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell'attività di Dio e un'immagine della sua bontà. » (Sapienza 7,26) |
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[modifica] Lo specchio mariano
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[modifica] Note
- ^ Angela Deutsch, "Iconographia Kircheriana", in Eugenio Lo Sardo, Athanasius Kircher. Il museo del mondo, Roma, De Luca, 2001, p. 355.
[modifica] Bibliografia
- Jurgis Baltrušaitis. Lo specchio: rivelazioni, inganni e science-fiction. Milano, Adelphi, 2007 (ed. orig., Le miroir: révélations, science-fiction et fallacies, 1981). ISBN 8845922316
[modifica] Voci correlate
- Catottromanzia
- Specchio delle Brame
- Specchio magico