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Sfortuna - Wikipedia

Sfortuna

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La sfortuna potrebbe essere la sorte avversa, la cattiva fortuna. Sebbene ci sia tuttora chi tenta di dimostrare con studi più o meno credibili, una sorta di legame tra gli eventi sfavorevoli della vita di una persona, le loro cause e le loro conseguenze, è un concetto non dimostrabile scientificamente, in quanto è relativo alla persona che valuta gli eventi in questione.

L'uomo, per sua natura, tende a voler ricreare un legame logico tra eventi di per sé ininfluenti e, a seconda del carattere più o meno pessimista, preferisce ricordare principalmente gli eventi favorevoli o sfavorevoli, tentando di associarli ad un particolare periodo dell'anno, ad un particolare luogo o ad una certa azione, nella speranza di poterli governare ed esorcizzare. Questo comportamento non è molto diverso dalle più comuni pratiche religiose, che proprio per questo motivo, vengono considerate dai non credenti una sorta di superstizione esasperata all'ennesima potenza.

La figura dello sfortunato è molto sfruttata nel cinema e nella letteratura, soprattutto di genere comico. Esempio dello sfortunato cronico sono il ragioniere Ugo Fantozzi, impersonato da Paolo Villaggio o Paperino. In queste opere, quando non viene esplicitato, come appunto nei due esempi citati, si tenta di instaurare nello spettatore/lettore il dubbio che la sfortuna sia una caratteristica intrinseca al personaggio e che sia contagiosa nei confronti di chi gli sta vicino, i cosiddetti "jettatori". Nonostante siano state date esaurienti spiegazioni sul perché alcuni eventi vengono considerati nefasti (v. paragrafo seguente), oggi le persone superstiziose sono ancora molte. Ancor di più sono le persone che, pur non proclamandosi superstiziose, preferiscono evitare certi comportamenti, sostenendo che in ogni caso sia meglio non sfidare la sorte (e quindi, di fatto, ammettendo di credere nella superstizione). La figura dello jettatore, nasce quasi per scherno e per gioco, ma spesso la situazione degenerea e la vittima di queste prese in giro può trovare serie difficoltà di integrazione, al punto di venire isolato - o di isolarsi volontariamente - dalla propria comunità, fino ad arrivare a gesti estremi, come il suicidio oppure la vendetta personale.

La figura classica dello "jettatore" è quella del titolare delle onoranze funebri, al punto che spesso chi ha questo lavoro, tende ad ironizzare su questo aspetto, considerandolo un effetto della sua professione. Soprattutto nei paesi più piccoli può, però, capitare che venga considerato jettatore un personaggio comune, che in passato possa aver subito delle disgrazie o che viva in maniera distaccata dal resto della comunità, creando attorno a sé un alone di mistero. Oppure può essere semplicemente per una presa in giro, nata anche solo per gioco, che però si diffonde tramite il passaparola e le cui vere motivazioni ben presto si perdono, mentre invece la gente crede sempre più fermamente che il personaggio in questione possa portare sfortuna.

Nel campo della musica italiana, vi sono due casi celebri, di cui uno ha avuto un tragico epilogo. Mia Martini, deceduta nel 1995, era stata bollata come jettatrice dai suoi colleghi e questo l'ha costretta ad un isolamento, non solo professionale, che l'ha portata alla depressione che l'ha consumata in pochi anni. Più recentemente, Marco Masini, per via delle sue canzoni con temi molto angoscianti e tristi, come droga, morte e solitudine, fu prima vittima di sfottò di numerosi ascoltatori, imitatori e anche colleghi; col tempo, queste battute, divennero sempre più insistenti, al punto che Masini fu considerato un personaggio nefasto, e per anni nessuno lo volle più invitare a cantare, soprattutto in tv, spingendolo quasi ad abbandonare la carriera. Ma la forza del cantante e la pubblica denuncia di questa vicenda (avvenuta durante un'ospitata di Adriano Celentano), durante la quale venne anche citato il caso di Mia Martini, riuscirono, almeno in parte, a cambiare la sua situazione. Questi due esempi mostrano che la superstizione è un retaggio culturale che continua ad esistere nonostante le scoperte scientifiche, tecniche e storiche e che non è solo riscontrabile negli ambienti culturalmente arretrati o nelle piccole comunità.

Probabilmente la "sfortuna" potrebbe anche essere considerata un particolare atteggiamento dei soggetti. Ovvero uno stato mentale e/o comportamenti quali, "valutazioni superficiali","scarsa attenzione" per l'ambiente circostante, "errata percezione" di fenomeni o un modus operandi inadeguato per una certa circostanza, tale da aumentare di molto la probabilità che un evento negativo si verifichi. Ad esempio, "passare sotto una scala" non porta sfortuna di per se, ma rispetto al passare lontano da essa, aumenta la possibilità che cada in testa allo "sfortunato" passante, qualche oggetto, specialmente se è distratto.


[modifica] Lista di porta-sfortuna

  • In vari paesi, soprattutto di tradizione anglosassone, il venerdì 13 (perché venerdì è il giorno in cui fu crocifisso Gesù); in altri il venerdì 17 (in Italia), o il martedì 13 (Spagna, Grecia, Sudamerica);
  • il tredici (perché 13 era il numero dei partecipanti all'ultima cena), il diciassette (perché in latino il numero 17 si scrive XVII che anagrammato diventa VIXI, ovvero "sono vissuto" tradotto in italiano, che implica "adesso sono morto") e il quattro (quest'ultimo in Cina);
  • si dice che rompere uno specchio porti 7 anni di disgrazie: già prima dell’invenzione dello specchio si riteneva che ogni superficie riflettente fosse dotata di proprietà magiche. L’uomo preistorico che vedeva la propria immagine riflessa nell’acqua di un lago o di uno stagno poteva pensare che si trattasse di un altro sé. Di conseguenza, qualunque disturbo arrecato al riflesso poteva significare un pericolo per la propria salute. La credenza si rinforzò con l’arrivo degli specchi: qui, vedendo la propria immagine distorta e spezzata nei frammenti di uno specchio rotto, diventava anche più facile credere a possibili conseguenze negative.

Sette anni. Furono gli antichi Romani a decidere che uno specchio rotto avrebbe causato 7 anni di guai: esisteva infatti all’epoca una credenza secondo cui la vita si rinnoverebbe ogni 7 anni. Poiché uno specchio rotto significava che la salute era stata spezzata, si concluse che sarebbero stati necessari 7 anni prima di tornare sani come prima.

  • far cadere il sale, per lo stesso motivo dello specchio; tuttavia, gettandone un pizzico dietro le spalle, la sfortuna viene esorcizzata;
  • aprire un ombrello in casa è considerato un cattivo presagio a livello meteorologico;
  • si ritiene che appoggiare un cappello sul letto possa portare un lutto in famiglia; probabilmente deriva dal fatto che spesso gli indumenti di ospiti improvvisati o in sovrannumero vengono adagiati sul letto per mancanza di altro spazio e per comodità. Purtroppo uno degli eventi che può creare questa situazione è proprio un funerale. Questa è un'altra caratteristica della supertizione: tutto ciò che può evocare, anche solo lontanamene, situazioni non piacevoli viene considerato come un cattivo presagio;
  • uccidere una coccinella, in quanto insetto molto utile agli agricoltori;
  • per i marinai, non rispettare un albatross porta sventura e maledizioni, come accadde al protagonista di The Rime of the Ancient Mariner;
  • augurare «buona fortuna» o «auguri» prima di un evento importante, e similmente augurare «buona caccia» a un cacciatore (il quale viene invece salutato con «in bocca al lupo») o «buona pesca» a un pescatore (in Italia, per via della credenza scaramantica che se si parla di un evento questo non accadrà. È interessante notare che per gli scout italiani il saluto è «buona strada» e per i lupetti e gli esploratori «buona caccia», ma quest'ultimo non ha nulla a che vedere con la scaramanzia bensì con il Libro della Giungla);
  • il colore viola è considerato tabù per molti artisti, in quanto, nel medioevo, nel periodo della Quaresima (durante il quale i sacerdoti indossavano una stola viola), erano vietati gli spettacoli teatrali e, quindi, attori e saltimbanchi erano costretti ad un'inattività forzata. Nonostante tale motivazione sia decaduta (e sia sconosciuta alla maggior parte degli artisti moderni) ancora oggi il viola viene volutamente evitato, ad esempio da alcuni cantanti durante le loro esibizioni, e soprattutto in televisione, se non, appunto, come una sorta di provocazione contro chi crede nelle superstizioni.In passato il Teatro Regio di Torino ha visto molti grandi interpreti, tra cui Luciano Pavarotti, rinunciare ad esibirsi, per via del suo soffitto viola.
  • il blu in Marina
  • nelle regioni del centro Italia è solito dire che far cadere la sabbia in delle lattine porti sfortuna.
  • gatto nero che attraversa la strada, in particolar modo se attraversa da sinistra. Questo deriva dal fatto che i gatti neri venivano imbarcati sulle navi dei pirati perché considerati più abili nel dare la caccia ai topi; vederne uno per strada significava dunque che una nave pirata era nei paraggi. Inoltre, nel medioevo, bastava possedere un gatto nero per poter essere accusati di stregoneria ed essere condannati al rogo.
  • passare sotto una scala appoggiata ad un muro, per via della pericolosità dell'azione stessa (può cascare in testa qualcosa, oppure si può inavvertitamente toccare la scala e farsela cadere in testa, insieme al suo occupante;
  • si pensa che incrociare un'auto guidata da suore possa essere sfavorevole, probabilmente per via di un immaginario collettivo, creato soprattutto dal cinema, che le vede sempre alle prese con problemi con la loro automobile. L'effetto viene amplificato se le suore sono alla guida di una NSU Prinz, specie se verde, altro oggetto a cui si attribuiscono influssi negativi.
  • Quando 4 persone si salutano stringendosi la mano porta male se nel farlo le due strette di mano si incrociano.

[modifica] Voci correlate

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