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Selachimorpha - Wikipedia

Selachimorpha

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Con il nome squalo o pescecane si indica un numeroso gruppo di pesci predatori dallo scheletro cartilagineo, dalle forti mascelle e di dimensioni medio-grandi, appartenenti al superordine Selachimorpha.

Indice

[modifica] Descrizione e anatomia

[modifica] Tavola anatomica

Anatomia
Anatomia

[modifica] Descrizione fisica

Il loro corpo è affusolato, con testa appuntita e grande apertura di mascelle. Presentano 5 (in alcune specie 6 o più, come negli Hexanchiformes), fessure branchiali ai lati della testa. Oltre all'appuntita e triangolare pinna dorsale, possiede un paio di pinne pettorali, un paio di pinne pelviche, una seconda pinna dorsale, una pinna anale ed una pinna caudale eterocerca epicerca (avente un lobo superiore più sviluppato dell'inferiore) dalla forma caratteristica.

Attualmente si conoscono circa 500 specie di squali, che vanno dal piccolo squalo pigmeo e squalo sigaro, lunghi 20 centimetri, al gigantesco squalo balena, un pesce filtratore lungo fino a 14 metri.

[modifica] Scheletro

Lo scheletro di uno squalo è assai diverso da quello dei pesci ossei e dei vertebrati terrestri. Gli squali e gli altri pesci dotati di cartilagine (la razza e la cefalottera) hanno uno scheletro di cartilagine gommosa, un materiale più leggero e flessibile rispetto all'osso tradizionale Come succede per razze e cefalottere, la mascella dello squalo non è attaccata al cranio. La superficie della mascella, che al pari di vertebre e degli archi branchiali è un elemento dell'ossatura che richiede più forza e un supporto particolare per via della sua maggiore esposizione agli stress fisici, è dotata di uno strato di minuscole e uniche placche chiamate "tesserae", blocchi cristallini di sali di calcio disposte a mosaico. Tutto ciò dà a questa parte del corpo la forza che avrebbe se fosse composta del ben più pesante tessuto osseo In generale negli squali troviamo un solo strato di tesserae, ma in alcuni squali di specie più massicce, come lo squalo toro, lo squalo tigre, ed il grande squalo bianco, sono state riscontrati 2 o 3 strati, o anche più in base alla grandezza crescente del corpo. E' stato trovato un grande squalo bianco con le mandibole ricoperte di ben 5 strati. Sul muso, la cartilagine può essere spugnosa e flesibile in modo da assorbire la potenza degli impatti. I sottili scheletri sono sllungati e sostenuti da terminazioni lisce e leggere chiamate ceratotrichia, filamenti di proteine elastiche simili alla cheratina che troviamo nelle corna, nei capelli e nelle piume. Le parti interne della pinna pelvica del maschio sono state modificate to in sue organi sessuali a forma di sigaro-salsiccia meglio noti come "claspers," usati per tenere ferma la femmina durante l'accoppiamento.

[modifica] Respirazione

Come gli altri pesci, lo squalo estrae l'ossigeno dall'acqua marina al passaggio nelle branchie. Le fessure branchiali non sono coperte come accade negli altri pesci, e sono disposte in fila sulla parte posteriore della testa. Un'apertura modificata chiamata "sfiatatoio" è posizionata proprio dietro l'occhio; ha lo scopo principare di agevolare l'ingresso dell'acqua durante la respirazione e gioca un ruolo ancora più importante per gli squali che vivono sui fondali, mentre è praticamente inesistente negli squali pelagici del giorno d'oggi. Durante il movimento, l'acqua passa attraverso la bocca e quindi alle branchie dello squalo; questo processo è noto come ventilazione ad ingoio. Anche a riposo, molti squali pompano acqua attraverso le branchie per assicurarsi una riserva costante di acqua ossigenata. Una piccola parte delle specie di squalo che trascorre l'intera vita nuotando in immersione (comportamento comune ad esempio nello squalo pelagico)ha perso la facoltà di pompare acqua attraverso le branchie. Queste specie sono permanentemente costrette alla respirazione per ingoio e sono condannate all'asfissia se per qualche motivo non si possono mantenere in movimento (qualcosa di analogo accade per alcune specie di pesci ossei). I processi di respirazione e circolazione iniziano quando il sangue deossigenato ragiunge il cuore bipartito dello squalo. Qui il sangue viene pompato alle branchie attraverso l'aorta ventrale che poi si dirama nelle arterie branchiali afferenti. In corrispondenza delle branchie il sangue viene riossigenato ed in seguito scorre nelle arterie deferenti brachiali, che si uniscono nell'aorta dorsale. di li' il sangue flusce verso le varie parti del corpo. Il sangue nuovamente deossigenato si sposta dalle parti periferiche del corpo attraverso le vene posteriori cardinali ed entra nella vena cava posteriore cardinale. Quindi il sangue raggiunge il ventricolo cardiaco ed il ciclo si ripete. Diversamente dai pesci ossei gli squali non sono dotati di bolle d'aria per favorire la nuotata, ma si affidano a quel grosso serbatoio contenente un olio chiamato squalene che è il loro fegato. Il fegato può costituire il 30% della massa galleggiante dell'animale. La sua efficacia è limitata e gli squali devono ricorrere alla spinta inerziale per mantenere profondità e affondare quando smettono di nuotare per qualche motivo. Alcune specie di squalo, se capovolte o colpite sul naso, entrano in un naturale stato di immobilità e i ricercatori utilizzano questo stratagemma per approcciare questi pesci senza pericolo. Gli Squali toro (Carcharias taurus) sono tuttavia noti per deglutire dell'aria dalla superficie e conservarla nello stomaco, usando quest'ultimo come vescica natatoria.

[modifica] Dentelli dermici

Diversamente da quanto accade nei pesci ossei, gli squali sono ricoperti da una complessa struttura costituita da elastiche fibre di collagene disposte in modo da circondare il corpo con una rete elicoidale. La pelle è costituita da dentelli dermici, cioè scaglie placoidi, che presentano la medesima struttura di quelli che compongono i filari mandibolari. Questa particolare corazza lavora come uno scheletro esterno che fornisce all'animale un ancoraggio per i muscoli preposti alla nuotata e allo stesso tempo riduce lo spreco di energia). La particolare forma e la disposizione garantiscono al predatore marino una eccezionale idrodinamicità oltre che un'efficace protezione verso i parassiti. [1] L'idrodinamicità è dovuta soprattutto alla riduzione delle turbolenze nella nuotata procurata dai dentelli.[2]

[modifica] Denti

Denti di Squalo Tigre
Denti di Squalo Tigre


La caratteristica dentatura dello squalo è pur'essa costituita da dentelli come quelli che costituiscono la pelle, ma più specializzati, ancorati mediante tessuto connettivo, che sottoposti a forte usura vengono costantemente sostituiti. L'arco dentario è infatti costituito da 3 o 4 file di denti che avanzano e si dispongono all'utilizzo via via che l'animale ne abbisogna.
Alcuni squali possono arrivare a perdere e sostituire 30000 denti nella loro vita. Tutti gli squali hanno file multiple di denti lungo le sommità delle mascelle superiori ed inferiori. Denti nuovi crescono continuamente in una fossetta subito dentro la bocca e si spostano dall'interno su di una sorta di nastro trasportatore formato dalla pelle dove i denti stessi sono ancorati. In alcune specie di squalo le file di denti si rinnovano in 10 giorni, in altre possono durare diversi mesi. Le file inferiori sono usate principalmente per trattenere la preda, mentre le superiori effettuano il vero e proprio taglio. Proprio la dentatura dello squalo ci racconta le sue abitudini alimentari, infatti la forma e la disposizione dei denti indicano quale preda visita più spesso le mandibole del predatore. Denti aguzzi e fitti, come quelli dello squalo Toro (Carcharias taurus), sono specializzati nella cattura di pesci di piccola dimensione; quelli tozzi e larghi sono idonei alla consumazione di crostacei coriacei, proprio come quelli che albergano nelle fauci dello squalo Tigre (Galeocerdo cuvier).


[modifica] Coda

Le varie tipologie di coda negli squali

Le code (pinne caudali) degli squali variano considerevolmente in base alla specie e evolvendosi si sono adattate al particolare stile di vita dello squalo. E' la coda che permette gli scatti in avanti e quindi velocità ed accelerazione dell'animale dipendono dalla forma della coda. Diverse forme di coda si sono evolute nei millenni negli squali più adattati ai diversi ambienti. Gli squali posseggono una pinna caudale eterocerca la cui parte dorsale è di solito molto più grande di quella ventrale. Ciò è dovuto al fatto che la colonna vertebrale dello squalo si estende per l'appunto fino alla porzione dorsale, fornendo una maggiore area superficiale ai legamenti dei muscoli, in modo da fornire un metodo di locomozione molto efficiente, e da compensare la cattiva galleggiabilità tipica dei pesci cartilaginei. L'opposto accade nei pesci ossei, i membri della classe degli osteichthyes, che sono dotati di pinna caudale omocerca. La coda dello squalo tigre ha un grande lobo superiore che permette di distribuire in modo efficiente la forza sia in caso di il pesce proceda che nel caso di improvvisi cambi di velocità. Questa specie ha una dieta varia, e per questo deve essere in grado di rollare e girarsi facilmente nell'acqua quando caccia, mentre invece lo smeriglio, che caccia piccoli pesci come lo sgombro e l'aringa ha una coda dotata di un lobo inferiore di grandi dimensioni che gli permette di mantenere le alte velocità necessarie alla cattura delle sue rapide prede. Si ritiene anche che gli squali usino il lobo superiore per bilanciare la spinta proveniente dalle pinne pettorali. [3] Alcuni adattamenti delle code hanno lo scopo di permettere allo squalo di colpire le prede. L'Isistius brasiliensis ha una coda con entrambi i lobi piuttosto larghi e simili tra loro; sono luminescenti e possono aiutarlo a scovare le prede. GliAlopiidae si cibano di pesci e calamari, che si riuniscono in branco, e quindi li deve stordire con la coda, caratterizzata da un potente ed allungato lobo superiore

[modifica] Temperatura corporea

Alcune delle specie più grandi, come lo Squalo mako, l' Isurus oxyrinchus, e il Grande squalo bianco, sono in parte a sangue caldo[3]; cioè riescono a mantenere la loro temperatura corporea più alta di quella dell'acqua circostante. Ciò è possibile grazie all'esistenza della rete mirabile, uncomplesso di arterie e vene molto vicine tra loro che tramite un processo di scambio di sangue contro corrente riduce la perdita di calore corporeo. Delle contrazioni muscolari inoltre generano un debole incremento del calore suddetto. Ad ogni modo l'insieme di questi stratagemmi non consente di considerare gli squali davvero omeotermi in quanto nella vera omotermia, che si riscontra nei mammiferi e negli uccelli, il calore è generato, mantenuto e regolato dal metabolismo corporeo.

[modifica] I sensi dello squalo

[modifica] Olfatto

Il senso olfattivo è collocato nel corto condotto (nei pesci ossei sono invece fuse) che collega le aperture nasali anteriore e posteriore. Alcune specie sono in grado di identificare addirittura una ppm di sangue in acqua marina. Gli squali sono attirati dagli agenti chimici contenuti nelle viscere di molte specie, e in conseguenza di questo spesso si soffermano nei pressi di scarichi fognari. Alcune specie, come lo Squalo nutrice hanno delle “barbe” che potenziano ancora di più la sensibilità nella ricerca di prede. Di solito all'olfatto (che negli squali è un senso superiore) è affidata la responsabilità di trovare le prede, ma sulle brevi distanze gli squali usano anche la Linea laterale muovendosi intorno alla preda per percepire i suoi movimenti in acqua, oppure ricorrono agli speciali pori sensoriali sulle loro teste (le Ampolle di Lorenzini) per identificare i campi elettrici creati dalla preda in mezzo a quelli creati dall'oceano stesso.

[modifica] Vista

Un Grande squalo bianco presso Isla Guadalupe, Messico si avvicina alla gabbia dei sub.
Un Grande squalo bianco presso Isla Guadalupe, Messico si avvicina alla gabbia dei sub.

L'occhio dello squalo è simile a quello degli altri vertebrati, e presenta analogamente a quest'ultimo cristallino, cornea e retina. La differenza principale consiste in un adattamento all'ambiente marino: gli occhi presentano una membrana chiamata tapetum lucidum. Questa si trova dietro la retina e vi riflette una seconda volta la luce, in modo da migliorare la percezione luminosa e la visibilità nelle acque più oscure. L'efficacia della membrana varia da specie a specie, ed tipi di squalo presentano uno spiccato adattamento alla via notturna. Gli squali hanno le palpebre, ma non le sbattono frequentemente in quanto l'azione dell'acqua circostante è sufficiente alla pulizia dell'occhio. Alcuni presentano la membrana nicitans per proteggere l'occhio durante la caccia e quando l'animale è minacciato. Altri come il Grande squalo bianco (Carcharodon carcharias), non le hanno ma si proteggono comunque girando gli occhi all'indietro quando colpiscono la preda. L'importanza della vista durante la caccia è fonte di dibattito. Alcuni scienziati sostengono che la ricezione elettrochimica sia più importante, altri invece utilizzano l'esistenza della membrana niticans come prova del fatto che la vista sia fondamentale per l'animale, in quanto presumibilmente non proteggerebbe gli occhi se non fossero importanti per lui. Un altra facoltà interessante degli squali è la capacità di passare da una visione monoculare ad una stereoscopica in qualsiasi momento a seconda delle condizioni ambientali (il modo in cui lo fanno varia a seconda della specie).

[modifica] Udito

Benchè sia molto difficile testare l'udito degli squali, da alcune osservazioni sembra che abbiano un fine udito e che possano percepire i movimenti di una prede lontana diversi chilometri.[4] Una piccola apertura su entrambi i lati della testa (da non confondere con le branchie) conduce direttamente all'orecchio interno attraverso un canale molto stretto. La Linea laterale funziona in modo simile essendo collegata all'ambiente esterno da una serie di minuscole aperture denominate pori della linea laterale. Questo ci ricorda la comune origine dei due sensi che identificano vibrazioni e suoni e sono riuniti nel sistema acustico-laterale. A differenza di ciò che notiamo negli squali, nei pesci ossei e nei tetrapodi non esiste più l'apertura diretta tra orecchio interno e ambiente esterno.

[modifica] Elettroricezione

Elettrorecettori (Ampolle di Lorenzini) e canali di linea laterale nella testa di uno squalo.
Elettrorecettori (Ampolle di Lorenzini) e canali di linea laterale nella testa di uno squalo.

Una delle ultime caratteristiche dello squalo che si è scoperta è la sua sensibilità ai campi magnetici ed elettrici grazie ad alcuni recettori che si trovano collegati ai pori del muso. Il vero organo capace di questa caratteristica è il complesso formato dalle ampolle di Lorenzini. Il funzionamento è molto simile al labirinto che c'è nell'orecchio umano, in quanto alcune ciglia immerse in un gel vengono sollecitate da questa variazione di campo grazie all'azione di una pompa protonica e quindi suscettibili ad un gradiente elettrochimico. Da alcuni esperimenti fatti in mare aperto si è visto che lo squalo utilizza tutti i sensi ma ne attiva solo alcuni a distanze più prossime alla preda. Infatti se da lontano prevale l'odore, magari del sangue di una ferita, e logicamente la vista, da vicino se l'acqua si fa torbida e deve procedere alla cieca fa proprio affidamento a questo sistema che gli permette di serrare la mascella a colpo sicuro. Le Ampolle di Lorenzini sono l'organo elettrorecettore dello squalo, e variano in numero da un paio di centinaia a qualche migliaio da individuo ad individuo. Gli squali le usano per riconoscere i campi elettrici che ogni essere vivente produce. Questa percezione aiuta l'animale a trovare le prede (in modo particolare ciò accade per lo Squalo martello). Tra tutti gli animali conosciuti, gli squali sono quelli con la più precisa percezione elettrica. L'identificazione delle prede diventa utile quando esse si nascondono sotto la sabbia del fondale marino. Anche in quei momenti esse producono infatti inavvertitamente dei campi elettrici. E' a causa di questo senso se a volte gli squali attaccano per sbaglio delle barche: il potenziale elettrochimico che l'interazione tra il metallo e l'acqua salata genera assomiglia ai deboli campi generati dalle prede, in più essendo spesso più potente di questi ultimi riesce ad attirare squali che si trovano molto lontano. Un altro utilizzo dell'elettroricezione ha scopi di orientamento: le correnti oceaniche dovute al campo magnetico terrestre producono anch'esse campo elettrico e sono usate dagli squali per migliorare la navigazione.

[modifica] Linea laterale

Per approfondire, vedi la voce Linea laterale.

Riscontriamo questo senso in molti pesci, inclusi gli squali. Permette di riconoscere movimenti e vibrazioni nell'acqua. Gli squali usano questa facoltà per individuare i movimenti di altri organismi, inparticolare dei pesci feriti. La banda di frequenze che riconoscono è quella tra i 25 ed i 50 Hz. [5]

[modifica] Classificazione

I primi squali sono apparsi negli oceani oltre 400 milioni di anni fa, durante il devoniano.

Pinna nera del Reef (Carcharhinus melanopterus)
Pinna nera del Reef (Carcharhinus melanopterus)

Esistono 8 ordini di squali:


[modifica] Evoluzione

Una collezione di denti di squalo fossilizzati
Una collezione di denti di squalo fossilizzati

Ci sono prove scientifiche dell'esistenza degli squali che risalgono a circa 450-420 milioni di anni fa, cioè al periodo Ordoviciano. Questo significa che gli squali esistevano prima dei vertebrati terrestri e prima che molte piante avessero colonizzato le terre emerse.[6] Tutto ciò che è stato recuperato dai primi squali sono dei dentelli dermici. I più antichi denti invece risalgono a 400 milioni di anni fa. Si suppone che i primi squali fossero assai diversi da quelli odierni.[7] Questi sono per la maggior parte rintracciabili fino a 100 milioni di anni fa.[8] Sono quasi soltanto i denti degli squali ad essere ritrovati sotto forma di fossili, anche se tuttavia se ne trovano spesso in grande quantità. In alcuni casi sono state ritrovate parti dello scheletro interno, ed in casi ancor più rari fossili completi di squalo. L'abbondanza di denti fossili è spiegata dal fatto che in alcune specie di squalo vengono prodotte decine di migliaia di denti in pochi anni. Inoltre, essendo i denti formati da fosfato di calcio e apatite, il processo di fossilizzazione è piuttosto rapido e semplice su di essi. Gli squali hanno uno scheletro cartilagineo, e non osseo, che è formato da migliaia di prismi in apatite divisi uno dall'altro. Quando uno squalo muore, la decomposizione causa la disgregazione di questi prismi, e quindi uno scheletro completo si conserva solo se il corpo morto dello squalo viene rapidamente sepolto dai sedimenti del fondale marino. Uno delle specie di squalipiù antiche è il “Cladoselache”, vissuto circa 370 milioni di anni fa, [7] che è stato ritrovato negli strati geologici del Paleozoico in Ohio, Kentucky e Tennessee. A quell'epoca queste rocce formavano i morbidi sedimenti del fondale del vasto e poco profondo oceano che ricopriva la maggior parte del Nord America. Il Cladoselache era lungo più o meno un metro ed era dotato di mascelle sotili e snelle.[7] La sua dentatura era formata da numerose cuspidi appuntite, che perdeva con l'uso ripetuto. Dalla grande quantità di denti rinvenuti in ogni singolo ritrovamento si evince che il Cladoselache non rimpiazzava i denti persi velocemente quanto gli squali odierni. La pinna caudale era somigliante a quelle degli Squali bianchi e degli Squali Mako. La scoperta di intere code di pesci nei loro stomaci suggerisce che i Cladoselachesfossero veloci nuotatori dotati di una grande agilità. Gli squali fossili databili tra 300 e 150 milioni di anni fa sono generalmente assegnabili a due categorie principali. La prima, gli Acanthodii, viveva esclusivamente in ambienti di acqua dolce.[9][10] Questo gruppo ha finito per estinguersi (più o meno 220 milioni di anni fa) proprio nel momento in cui si era diffuso più o meno in tutto il mondo. Il secondo gruppo, quello degli hybodonti, apparve circa 320 milioni di anni fa ed è stato trovato principalmente in ambienti oceanici, ma viveva anche in acqua dolce. Gli squali attuali comparvero la prima volta circa un centinaio di milioni di anni fa.[8] Sono stati ritrovati denti fossilizzati della specie Lamniformes risalenti al Basso Cretaceo. Una delle famiglie risalenti ad epoche più recenti è invece quella dello Squalo Toro, gli Sphyrnidae, che risalgono all'Eocene.[11] Lo squalo bianco più antico mai ritrovato risale a 60-65 milioni di anni fa, all'epoca dell'astinzione dei dinosauri. Nei primi squali bianchi si riscontravano 2 diverse linee evoluzionistiche: la prima specie presentava denti grossolani e distanziati uno dall'altro e probabilmente ha originato gli attuali grandi squali bianchi, la seconda, tendenzialmente di dimensioni gigantesche, presentava denti molto più fitti. A questo gruppo appartenevano i Carcharodon megalodon, ormai estinti, dei quali, al pari di molte altre specie di squalo estinte, ci sono pervenuti solamente i denti e qualche vertebra. Questo squalo raggiungeva lunghezze di 16 metri ed è noto come il più grande pesce carnivoro di tutti i tempi. E' noto che riusciva a dare la caccia alle balene e ad altri mammiferi marini. Si crede che le grandi dimensioni degli squali predatori come il Grande squalo bianco abbiano una precisa origine evoluzionistica; sembra che siano state rese possibili dall'estinzione dei dinosauri e dalla conseguente diversificazione dei mammiferi. Infatti, durante lo sviluppo di queste specie alcuni gruppi di mammiferi si stavano convertendo in forma acquatica. Dovunque siano stati ritrovati denti fossili di squali sono state ritrovate anche molte ossa di mammiferi marini (come foche, focene, balene). Queste ossa spesso presentavano segni di attacco proprio da parte di squali. Tutto ciò lascia intendere che le dimensioni degli squali siano aumentate per tenere testa a quelle sempre maggiori delle nascenti prede.

[modifica] Squali in cattività

Vasca degli squali nell'acquario di Okinawa
Vasca degli squali nell'acquario di Okinawa


Fino a poco tempo fa soltanto poche specie di squalo sopravvivevano alla cattività in acquari pubblici fino ad un anno o più: squali nutrice, squali leopardo e squali gatto. Tutto ciò diede adito alla credenza secondo la quale gli squali oltre ad essere difficili da catturare e trasportare, fossero difficili da allevare. In seguito una più vasta conoscenza sugli squali ha permesso di tenere queste ed altre specie (come il grande squalo pelagico) per molto più tempo negli acquari. Allo stesso tempo, le tecniche di trasporto sono migliorate e oggi consentono il trasferimento di squali anche attraverso lunghe distanze. [12] Fino a settembre 2004 l'unica specie che non era mai stata efficacemente tenuta in cattività era il grande squalo bianco, tuttavia in quella data l'Acquario della Baia di Monterey riuscì a detenere una giovane femmina di questa specie per 198 giorni prima di rimetterla in libertà.

[modifica] Squali, cultura e tradizione

La tribù araba alla quale apparteneva Maometto era quella dei Quraysh, che significa piccolo squalo. In senso figurato, in lingua italiana lo squalo indica una persona avida, priva di scrupoli, insaziabile. Nell'antica Grecia, durante i Festival delle donne era proibito mangiare carne di squalo. Secondo una credenza popolare gli squali sono immuni da malattie e tumori: è tuttavia stato provato che gli squali siano affetti da malattie e parassiti. Le prove che essi siano quanto meno resistenti alle malattie e al cancro risultano più che altro aneddotiche; rarissimi studi scientifici o statistici hanno tentato di dimostrare l'immunità di questi pesci.

[modifica] Squali e pesca

Watson et le requin, dipinto nel 1778 da John Singleton Copley
Watson et le requin, dipinto nel 1778 da John Singleton Copley

Secondo una stima ogni anno dai 26 ai 73 (38 in media) milioni di squali sono uccisi in battute commerciali o ludiche di pesca. [13] In passato, gli squali venivano uccisi semplicemente per il gusto di riportare a terra un pesce che fosse un grande combattente (ciò accadeva ad esempio allo Squalo Mako). Come è noto, la pelle degli squali è ricoperta di denticoli dermici, una specie di minuscoli denti, che sono usati come surrogato della Carta abrasiva Altri squali sono cacciati per la loro carne (Alopias Vulpinus, Squalo Mako e altri), altri ancora per prodotti vari. [14] Lo squalo è considerato un alimento comune in molte nazioni del mondo, tra le quali anche il Giappone e l'Australia. Nello stato australiano di Victoria lo squalo è un diffuso ingrediente per il fish and chips. La carne di squalo servita nel fish and chips prende il nome di flake. In India squali di piccole dimensioni o cuccioli (chiamati sora in Tamil) vengono catturati dai pescatori abitualmente e venduti nei mercati locali. Dato che la carne non è ancora del tutto sviluppata una volta bollita si rompe in minuscoli pezzi che vengono poi fritti in olio e spezie (sora puttu). Persino le ossa sono soffici e possono essere facilmente masticate; sono considerate una raffinatezza presso le zone costiere. Gli squali vengono spesso uccisi anche per preparare la zuppa di pinne di squalo, la cui preparazione richiede l'asportazione della pinna per tramite di una lam arroventata. Questa procedura è applicata dai pescatori sull'animale ancora vivo che poi viene gettato a mare privo delle pinne. L'animale costratto all'immobilità muore presto per asfissia o a causa dei predatori. Nonostante numerose dichiarazione attestino che la pratica è assai poco diffusa, si è sviluppato negli anni un commercio di pinne di squalo nei mercati neri di tutto il mondo. Le pinne di squalo arrivano a costare 220 dollari la libbra. Milione di squali sono quindi squartati illegalmente ogni anno per le loro pinne e non tutti i governi stabiliscono leggi severe volte alla loro tutela. La zuppa che se ne ricava è considerata uno status symbol in diverse nazioni asiatiche ed è considerata sana e ricca di principi nutritivi; addirittura è diffusa la credenza che questo piatto prevenga il cancro ed altre malattie. Queste supposizioni non sono sostenute da prove scientifiche. Il problema delle pinne di squalo è un argomento scottante a livello internazionale ed è causa di discussioni diplomatiche molto accese. Oltre alle pinne, gli squali vengono uccisi anche per la loro carne. Negli Stati Uniti si sta cercando di cambiare la legge in modo da rendere illegale la macellazione degli squali. In Europa c'è una grande domanda di carne di Gattuccio, Squalo gatto, Mustelus, Squalo mako, Smeriglio e anche di Razza.[15] Ad ogni modo, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha inserito la carne di squalo (assieme a quella di Pesce spada, Sgombro reale e Caulolatilus ) tra quelle dei 4 pesci che bambini e donne incinte dovrebbero evitare di mangiare per i rischi legati alle intossicazioni da mercurio. La cartilagine di squalo è ricercata in quanto c'è chi crede che abbia effetto contro il cancro e contro l'artrite ossea (tutto ciò è dettato dalla convinzione, falsa, che gli squali siano immuni al cancro e alle malattie in generale). Una ricerca della clinica di Mayo non ha riscontrato effetti su pazienti malati di cancro in stadio avanzato. In genere gli squali raggiungono tardi la maturità sessuale e prolificano molto poco se paragonati ad altri pesci che vengono pescati. Per questo motivo i biologi si interessano ad incrementare gli sforzi volti a proteggere questo pesce, che è considerato in pericolo.

[modifica] Squali e Cinema

Gli squali sono i protagonisti di numerose pellicole cinematografiche:

  • Lo squalo (Jaws) (1975)
  • Mako, lo squalo della morte (Mako: The Jaws of Death) (1976)
  • Tintorera (¡Tintorera!) (1977)
  • Jaws of Death (1977)
  • Lo squalo 2 (Jaws 2) (1978)
  • Il cacciatore di squali (1979)
  • L'ultimo squalo (1981)
  • Lo squalo 3 (Jaws 3-D) (1983)
  • Shark – Rosso nell'oceano (1984)
  • Lo squalo 4 – La vendetta (Jaws: The Revenge) (1987)
  • Cruel Jaws (1995) Film TV
  • Blu profondo (Deep Blue Sea) (1999)
  • Shark Attack (Shark Attack) (1999) Film TV
  • Shark Attack 2 (Shark Attack 2) (2001) Film TV
  • Shark Attack 3: emergenza squali (Shark Attack 3: Megalodon) (2002) Film TV
  • Shark Hunter (2001) Film TV
  • Shark Zone (Shark Zone) (2003)
  • Terrore sott'acqua (Red Water) (2003) Film TV
  • Megalodon (Megalodon) (2004) Film TV
  • Blue Demon (Blue Demon) (2004)
  • Shark Tale (Shark Tale) (2004)
  • Shark Invasion (Raging Sharks) (2005)

[modifica] Galleria

[modifica] Collegamenti esterni

Selachimorpha su DMoz (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Selachimorpha")

[modifica] Altri progetti


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