Portulaca oleracea
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Portulaca oleracea |
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Dettaglio delle foglie di Portulaca oleracea |
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||||||
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La portulaca (Portulaca oleracea L., Portulacaceae), detta Porcellana comune, è una pianta particolarmente infestante.
Indice |
[modifica] Denominazione
È nota nelle diverse regioni con diversa denominazione: in italiano come porcellana, procaccia, porcacchia, pucchiacchella, perchiazza, sportellaccio, andraca; in inglese come purslane, purslave, pursley, pusley; in spagnolo e catalano come verdolaga, verdalaga, buglosa, hierba grasa, porcelana, tarfela, peplide' (Spagna), colchón de niño (Salvador), flor de las once (Colombia), flor de un día, lega (Argentina); in portoghese e galiziano come beldroega, bredo-femea, baldroaga; in basco come ketozki, ketorki, getozca; in francese come pourpier, portulache; in cinese come Ma-Chi-Xian. Alla specie Portulaca oleracea L. sono ascrivibili sette subspecie:
- subsp. granulatostellulata (Poellnitz) Danin e H.G. Baker;
- subsp. nitida Danin e H.G. Baker;
- subsp. oleracea;
- subsp. papillatostellulata Danin e H.G. Baker;
- subsp. sativa (Haw.) Celak.
- subsp. stellata Danin e H.G. Baker.
- subsp. sylvestris (DC.) Celak
Tra queste la oleracea è la più diffusa. Il nome botanico latino significa 'piccola porta' per il modo con cui si aprono le capsule. Gli Arabi nel Medio Evo l’hanno denominata baqla hamqa, che significa 'pianta pazza' o 'pazzesca' a causa del modo in cui i rami si estendono per terra senza alcun controllo.
[modifica] Origine e diffusione
Di probabili origini asiatiche, nell’antico Egitto era utilizzata come pianta medicinale, mentre era coltivata durante il Medio Evo nei Paesi Arabi e nel Bacino del Mediterraneo, soprattutto in Spagna. In Arabia Saudita, Emirati Arabi e Yemen, sono coltivate correntemente diverse varietà di portulaca della sottospecie sativa. Negli Emirati Arabi la varietà coltivata è reperibile in molti negozi di ortaggi per essere utilizzata come insalata. Nelle regioni dell’Italia meridionale la portulaca, raccolta negli orti come spontanea, veniva venduta alla rinfusa da ambulanti durante gli anni ’50 – ’60.
[modifica] Usi
[modifica] Culinario
Raccolta allo stato spontaneo o talvolta coltivata, viene consumata da tempi remoti nelle regioni mediterranee. Le foglie dal sapore acidulo, crude o cotte, si consumano in insalata; sono utilizzate per preparare minestre saporite e rinfrescanti, si possono conservare sottaceto. Nella cucina napoletana era un tempo raccolta insieme alla rucola da piante che crescevano spontaneamente , e venduta da ortolani ambulanti. Rucola e pucchiacchella erano un binomio quasi inscindibile tra gli ingredienti dell'insalata.
[modifica] Medicinale
Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici - Leggi le avvertenze |
[modifica] Uso Interno
Usato per curare dissenteria, enterite acuta, emorroidi ed emorragie post-partum.
[modifica] Uso interno
Un impacco di foglie è usato in caso di foruncoli, punture d’api ed eczema. Negli ultimi anni sono state scoperte notevoli proprietà nutritive e medicinali: è una delle migliori fonti vegetali dell’acido grasso omega-3 (importanti per la prevenzione di attacchi cardiaci), α-linolenico, possiede un elevato contenuto di proteina cruda e di polisaccaridi idrosolubili, una buona tolleranza alla salinità e una discreta capacità di accumulo di metalli pesanti.
[modifica] Collegamenti esterni
Portulaca sul sito Ortaggipugliesi.it