Vitorchiano
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Vitorchiano | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Lazio | ||
Provincia: | Viterbo | ||
Coordinate: | |||
Altitudine: | 285 m s.l.m. | ||
Superficie: | 29,83 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 141,43 ab./km² | ||
Frazioni: | Il Pallone, Paparano | ||
Comuni contigui: | Bomarzo, Soriano nel Cimino, Viterbo | ||
CAP: | 01030 | ||
Pref. tel: | 0761 | ||
Codice ISTAT: | 056060 | ||
Codice catasto: | M086 | ||
Nome abitanti: | vitorchianesi | ||
Santo patrono: | San Michele | ||
Giorno festivo: | 8 maggio | ||
Sito istituzionale | |||
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Vitorchiano (VT) è un comune con 4.219 abitanti, dista dal Capoluogo circa 10 km.
Indice |
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Gemini Ciancolini (lista civica) dal 30/05/2006 (2º mandato)
Centralino del comune: 0761 370371
Email del comune: info@comune.vitorchiano.vt.it
- Classificazione climatica: zona D, 1917 GR/G
- Fa parte della Comunità Montana "Monti Cimini".
[modifica] Tradizioni
- Sagra del cavatello ad Agosto.
- Poggiata: Un' escursione pomeridiana nelle campagne sacre al patrono San Michele Arcangelo a Maggio di solito si svolge nel Sabato più vicino al giorno festivo in onore del santo; la Poggiata assume la veste di una grande scampagnata che coinvolge la gran parte dei cittadini del paese.
- Il Fidelato e i fedeli a Roma cioè un' alleanza con la capitale presente fin dai tempi antichi.
[modifica] Cenni geografici
A 7 km da Viterbo (capoluogo di provincia della Tuscia) ed a 90 km da Roma, Vitorchiano si trova ai piedi dei monti Cimini nella verdeggiante valle del Vezza. L’antico borgo, noto per le attività legate all’estrazione ed alla lavorazione del peperino, è adagiato su enormi massi di questa pietra a forma di cono con pendii ripidi a strapiombo sui fossi Vezza e Rio Acqua Fredda. Il territorio che circonda Vitorchiano è caratterizzato da un paesaggio collinare, ricco di boschi di querce, frassini, faggi, olmi e castagni attraversato da limpidi ruscelli e fresche fonti. Ciò lo rende un habitat particolarmente favorevole alla presenza di numerose specie di animali selvatici come volpi, faine, donnole, falchi, civette, lepri e cinghiali. Altrettanto variegata è la flora, ricca di splendidi fiori e frutti selvatici, così come rigoglioso è il sottobosco con ginepri, felci, ginestre, agrifogli, pungitopi e numerose specie di funghi commestibili tra cui il porcino. Strade ed agevoli sentieri attraversano colline e zone boscose rendendo il comprensorio una meta ideale per il turismo naturalistico e per i momenti di relax. Alla bellezza ed alla dolcezza del paesaggio corrispondono prodotti tipici di grande qualità come le castagne, le nocciole, i funghi, pregiati oli di oliva, ottimi vini, formaggi di pecora e di mucca, prosciutti e salumi. Il territorio è inoltre ricco di vestigia e rilevanti espressioni del suo notevole passato e retaggio storico: testimonianze della civiltà etrusca, romana e soprattutto medievale. La combinazione di questi fattori, la disponibilità di agevoli e comode vie di comunicazione e la prossimità con importanti centri storici, culturali e paesaggistici della Tuscia (Viterbo, Tuscania, Tarquinia, Lago di Vico, Lago di Bolsena, ecc.) nonché la vicinanza con Roma, rendono Vitorchiano un luogo particolarmente indicato per un soggiorno fatto di cultura, sapori della cucina tipica locale, di relax nonché un trampolino ideale per escursioni e visite verso mete e luoghi turistici di grandissimo interesse (Firenze, Siena, Arezzo, Orvieto, Perugia, ecc.).
[modifica] Peperino
L’ origine del nome: Il nome peperino deriva dal latino tardo peperinus, derivato di piper “pepe”, per la presenza di particelle nere simili a grani di pepe.
Processo di formazione: Il Peperino, una ignimbrite di tipo tufo saldato, deriva dalla cementazione di materiali vulcanici dell’ antico Vulcano Cimino. Nel corso dei secoli il tutto si è consolidato, sia per effetto di azioni fisiche connesse con movimenti orogenici, sia per la naturale presenza di cemento formatosi dalla decomposizione di particelle vetrose e di calcio. Questo processo di formazione rende il peperino resistente al tempo ed agli agenti atmosferici, pur rendendolo facilmente lavorabile.
Il colore: Il classico colore del peperino è il bigio, ma nelle nostre zone è estratto in due varietà: Peperino grigio chiaro e Peperino rosa, Lavagrigia e Lavarosa. Il peperino di color rosa è molto più raro ed apprezzato.
La storia: Questa pietra è stata utilizzata fin dal paleolitico e poi, via via, dagli etruschi per i loro sarcofagi, dai romani per gli edifici pubblici, fino a diventare materiale edificabile dominante per le costruzioni medievali e rinascimentali. Nell’ età antica (all’ epoca di etruschi e romani) nella nostra zona il peperino fu utilizzato per la costruzione del teatro di Ferento. Nel medioevo nella nostra zona il peperino fu utilizzato per la costruzione di diversi quartieri a Viterbo, ancora oggi, infatti, si può notare la presenza di questa pietra nel quartiere medievale di S. Pellegrino.
La curiosità: Questa pietra è stata oggetto di un bizzarro ed interessante “scambio culturale” con gli indigeni dell’Isola di Pasqua: recentemente infatti un gruppo di artigiani Maori ha scolpito a Vitorchiano un enorme Moai ricavato da un blocco di pietra di 30 tonnellate e la grande opera, dall’aspetto misterioso, è rimasta presso la cittadina. Da Vitorchiano il peperino è esportato fino in Canada, in Giappone e nel Medio Oriente.
[modifica] Cenni storici
Vitorchiano trae il suo nome da Vicus Orclanus, quindi il paese nel nome rivelerebbe una presunta dipendenza dal centro di Norchia (o Orcla) presso Vetralla, e proprio Norchia sarebbe un luogo sacro alla dea etrusca Norzia. Paese di origine etrusca, castrum romano e poi centro urbano fortificato nella parte più meridionale della "Tuscia Longobardorum", Vitorchiano vanta una storia secolare influenzata a lungo dalla politica espansionistica della vicina e potente Viterbo. Quando nel 1199 Vitorchiano si dichiarò libera da ogni legame con Viterbo il borgo fu assediato dalle milizie Viterbese contro le quali fu invocato l'aiuto di Roma. Nel 1201, Vitorchiano fu liberato dall'assedio e divenne feudo di Roma. Ma i contrasti tra Roma e Viterbo continuarono per tutta la metà del duecento. Nel 1232 i Viterbesi si impadronirono del paese e lo devastarono. L'Annibaldi fortificò il borgo con nuove mura che resero Vitorchiano praticamente imprendibile, i Vitorchianesi però non sopportarono il suo governo. Dopo aver inutilmente supplicato Roma di liberarli dal giogo, nel 1267 provvidero a proprie spese a rifondere Giovanni Annibaldi per i costi sostenuti. Quando ormai al senato Romano apparve evidente che Vitorchiano era perduto a causa della politica poco lungimirante, avvenne un fatto straordinario: i Vitorchianesi fecero atto solenne e formale di sottomissione a Roma. Il Senato Romano a questa notizia nominò Vitorchiano "Terra Fedelissima all'Urbe", le riconobbe ampie esenzioni fiscali, le consentì di aggiungere al proprio stemma la sigla S.P.Q.R., di fregiarsi della Lupa Capitolina e di usare il motto "Sum Vitorclanum castrum membrumque romanum"; cioè Vitorchiano, castello e parte di Roma. Il privilegio più importante fu rappresentato dall'onore di fornire gli uomini per la guardia capitolina. Essi furono denominati "Fedeli di Vitorchiano". Questo privilegio è stato costantemente esercitato da Vitorchiano dal 1267 fino ai nostri giorni. Ancora oggi è possibile ammirare la Guardia del Campidoglio nei costumi che, secondo la tradizione, furono disegnati da Michelangelo Buonarroti, nelle manifestazioni ufficiali del comune di Roma.
[modifica] Curiosità
Questo paese è il più importante centro della stamperia vaticana relativa ai santini. Di tale occupazione sono depositarie le Suore Trappiste presenti nel comune, che da oltre un secolo si preoccupano delle arti grafiche della religione cattolica in Italia.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
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