Vaso Čubrilović
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Vaso Čubrilović nacque a Bosanska Gradisca (vicino Sarajevo) nel 1897, quando la Bosnia faceva parte dell'Impero Asburgico.
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[modifica] Vita
Fin da ragazzo si distinse come fanatico serbocroato, partecipando all'assassinio dell'ereditiero al trono dell'Austria-Ungheria (il principe Francesco Ferdinando).
Cubrilovic, assieme a Gavrilo Princip ed altri congiurati, riuscí ad uccidere il principe austriaco a Sarajevo il 28 giugno 1914, scatenando la prima guerra mondiale. Fu subito catturato e condannato (ma solo a 16 anni di carcere perché minorenne), riuscendo ad uscire dal carcere nel novembre 1918, quando gli Alleati vinsero la guerra.
Cubrilovic divenne un insegnante a Sarajevo e fu successivamente professore universitario a Belgrado, manifestando sempre opinioni nazionaliste. Aderì all'organizzazione nazionalista serbocroata "Giovane Bosnia" nel 1937. Scrisse due famosi Memorandum a favore della pulizia etnica in Iugoslavia nel 1937 e 1944: il primo intitolato L'espulsione degli Albanesi ed il secondo Il problema delle minoranze nella nuova Iugoslavia.
Dopo la seconda guerra mondiale, Vaso Cubrilovic fu ministro dell' agricoltura e foreste nella Yugoslavia comunista del maresciallo Tito. Successivamente, divenne consigliere di Milosevic, carica che ricoprì fino alla sua morte, nel 1991.
[modifica] I due Memorandum di Cubrilovic
Nel 1937, Cubrilovic scrisse il suo " L'espulsione degli Albanesi", un famoso memorandum [1] con cui cercó di risolvere il problema albanese nella Iugoslavia in modo drastico.
In questo manuale Cubrilovic, siccome credeva impossibile colonizzare pacificamente il Kosovo (dove abitava la maggior parte degli Albanesi della Iugoslavia), invitó il governo serbo a fare qualunque cosa possibile per rimuovere oltre 200.000 albanesi dal Kosovo allo scopo di ottenere che i serbi assumessero le proprietá ed il comando politico-amministrativo della regione. Nel 1937, Cubrilovic giudicó politicamente fattibile questo tentativo, scrivendo: "Se la Germania può espellere centinaia di migliaia di ebrei, se la Russia può trasportare milioni di gente da una parte del continente ad un altro, poche centinaia di migliaia di albanesi espulsi non provocheranno un mondo in guerra." [2].
Se soprusi, alte tasse e confische non fossero sufficienti, il Cubrilovic suggerí nel Memorandum di incitare sommosse albanesi che "saranno sanguinosamente soffocate coi mezzi piu efficaci, principalmente da coloni slavi originari dal Montenegro e da "cetnici", piuttosto che dalle forze armate iugoslave" [3] In questa forma, asserí, il governo non sarebbe stato incolpato. Infine, come ultima alternativa, Cubrilovic affermó che i serbocroati potevano ripiegare alla seguente tecnica collaudata:"Resta un ultimo metodo usato efficacemente dalla Serbia dopo il 1878, e cioé radere segretamente al suolo i villaggi ed insediamenti albanesi"[4]
Vaso Cubrilovic partecipó attivamente alla guerra partigiana nella Iugoslavia occupata dall'Asse e fu amico personale di Tito, che fu influenziato dai suoi scritti favorevoli alla pulizia etnica anche di italiani.
Cubrilovic scrisse nel 1944 un secondo Memorandum (intitolato Manjinski problem u novoj Jugoslaviji) su come risolvere il problema delle minoranze in Iugoslavia dopo la vittoria alleata. Riguardo agli italiani scrisse che "Noi non abbiamo richieste territoriali contro l'Italia, all'infuori dell'Istria e Gorizia. Perció, col diritto dei vincitori, siamo giustificati nel richiedere agli italiani di riprendersi le loro minoranze in Istria e Dalmazia/We have no territorial claims against them, with the exception of our claims against Italy to Istria, Gorica (Gorizia) and Gradiska (Gradisca). Therefore, with all the more right as victors, we are justified in asking them to take their minorities back in Istria and Dalmatia".
Inoltre Cubrilovic scrisse nel suo secondo Memorandum che: "Cuando riconquisteremo quei territori (dell' Istria e Dalmazia), li dovremo rioccupare anche etnicamente allontanando tutti gli italiani che vi si sono insediati dopo il primo dicembre 1918/When we regain these territories (of Istria and Dalmatia), we will have to reoccupy them ethnically by moving out all the Italians who settled there after 1 December 1918". [5]
[modifica] Vaso Cubrilovic e l'esodo istriano-dalmato
Alcuni storici (come Silvia Ferreto Clementi) hanno interpretato il fatto storico dell' esodo istriano-dalmato come l'inizio di una pulizia etnica[1]nei confronti della popolazione italiana, ispirata dai Memorandum del Cubrilovic.
Infatti la Clementi scrisse commentando il Manuale Cubrilovic:
Il Cubrilovic disse che "…si tratta di creare una "psicosi dell'evacuazione", di procedere a questa iniziando dalle campagne, (…), di espellere intere famiglie, interi villaggi mirando prioritariamente alle classi medie agiate, più influenti, senza le quali i poveri saranno incapaci di opporre resistenza". In Istria, a Fiume e in Dalmazia, il manuale fu applicato minuziosamente contro intellettuali, commercianti, religiosi imprenditori, magistrati, pescatori, artigiani, studenti, operai senza distinzione di censo alcuna. L'organizzazione operativa concepita da Cubrilovic era una vera e propria struttura militare messa in campo contro l'inerme "nemico etnico". Il Piano Cubrilovic prevedeva infatti:a) una struttura di vertice che dirigesse tutti "questi affari", affidata alla Stato Maggiore Generale dell'Esercito; b) un Consiglio di Stato con mansioni operative alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore; c) il coinvolgimento della Polizia, delle Istituzioni scientifiche per il supporto dottrinale, delle Associazioni Culturali, di quelle lavorative e sindacali, della stampa e della propaganda; d) il ricorso all'iniziativa privata: bisognerà scegliere individui che provino attaccamento e passione per questa grande opera; e) la nomina di un Commissario politico per ogni Distretto del territorio divenuto oggetto di bonifica e di colonizzazione. Tra il 1945 e il 1970 l'opera del legislatore jugoslavo fu particolarmente intensa. La prima azione di attacco della struttura statale jugoslava sul popolo "sconfitto e diverso" fu sferrata avvalendosi dei "tribunali del popolo" e delle "foibe", le quali seminarono un terrore tale nella popolazione da creare rapidamente la "psicologia appropriata" voluta da Cubrilovic.
Inoltre altri storici (come il francese Michel Roux) asserirono che vi era una similitudine tra il comportamento contro gli italiani nella Venezia Giulia ed a Zara e quello promosso da Vaso Cubrilovic (che divenne ministro di Tito dopo il 1945) contro gli Albanesi della Iugoslavia [6].
[modifica] Note
- ^ Silvia Ferreto Clementi. La pulizia etnica e il manuale Cubrilovic
[modifica] Bibliografia
- La questione giuliana 1943-1947. La guerra e la diplomazia. Le foibe e l'esodo di Paola Romano
- L'esodo. La tragedia negata di Arrigo Petacco, editore Mondadori, Milano 1999
- Esodi. Trasferimenti forzati di popolazione nel Novecento europeo, a cura di Marina Cattaruzza, Marco Dogo, Raoul Pupo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2000
- Gathering Clouds: the Roots of Ethnic Cleansing in Kosovo and Macedonia. di R. Elsie. Dukagjini Balkan Books. Peja, 2002