Trattato di Berlino (1878)
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Il Trattato di Berlino fu stipulato fra i partecipanti al Congresso di Berlino (13 giugno-13 luglio, 1878). Tramite questo accordo Regno Unito, Austria-Ungheria, Francia, Germania, Italia, Russia e l'Impero Ottomano revisionarono quanto stabilito dalla Pace di Santo Stefano conclusa il 3 marzo dello stesso anno.
Le decisioni del Congresso furono le seguenti:
- la Bulgaria è divisa in tre parti: il principato di Bulgaria, vassallo del sultano; il principato autonomo della Rumelia; la Macedonia, assegnata alla Turchia
- l'Austria occupa e amministra la Bosnia e l'Erzegovina, che rimangono però territorio turco
- al Regno Unito va Cipro
- Anche all'Italia Bismarck assicurerà mano libera nella regione di Tunisi, orchestrando in questo modo una situazione conflittuale utile per evitare pericolosi riavvicinamenti fra le due potenze. Per il resto l'Italia non otterrà nulla (la politica delle mani nette di Luigi Corti) nonostante premesse per l'annessione di Trento e Trieste, che l'Austria avrebbe dovuto cedere in cambio della Bosnia, secondo una vecchia idea che Cesare Balbo aveva esposto nelle Speranze d'Italia: la perdita austriaca del Tirolo meridionale sarebbe stata compensata dall'espansione a est. All'Italia viene suggerito di cercare compensi in Albania e in Libia, ma Corti non coglie l'occasione.
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