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Terapia occupazionale - Wikipedia

Terapia occupazionale

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Cos’è la terapia occupazionale e da dove viene?

La terapia occupazionale (o anche ergoterapia, occupational therapy) è una disciplina riabilitativa nata negli Stati Uniti alla fine della prima guerra mondiale. Le origini risalgono alla fine del 1700, quando lo psichiatra Philippe Pinel introdusse nel manicomio di Bicêtre, il trattamento basato sul lavoro. Egli sostenne che il lavoro manuale eseguito in modo rigoroso, rappresenta il metodo migliore per migliorare il morale e la disciplina. Vari manicomi ed ospedali in America, Inghilterra e Germania adattarono il concetto di Pinel ed immisero lavori di tessitura, filatura e d’artigianato nel processo di riabilitazione. La terapia occupazionale trova le sue radici proprio su questo presupposto: l’essere attivi, il “fare” ed il “lavorare”, ha per sé un effetto curativo.


La TERAPIA OCCUPAZIONALE è la scienza di riabilitare persone di tutte le età, con malattie e/o disabilità, temporanee e permanenti, fisiche e/o psichiche, causati da traumi, malattie di origine genetica o degenerativa, problemi sociali e di sviluppo e da malattie neurologiche, attraverso specifiche attività analizzate, graduate e selezionate, con lo scopo di rendere il soggetto in grado di raggiungere la massima autonomia e indipendenza possibili, in tutti gli aspetti della propria vita. Infatti, coinvolge i pazienti di tutte le età in attività individuali e di gruppo che promuovono il recupero e l’uso ottimale di funzioni, con lo scopo di aiutare l’individuo ad adattarsi alla richiesta dell’ambiente lavorativo, sociale, personale e domestico, per partecipare nella vita, nel modo più pieno possibile.




Chi sono i terapisti occupazionali?

“Il terapista occupazionale è l’operatore sanitario che opera nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da malattie e disordini fisici, psichici, sia con disabilità temporanee che permanenti utilizzando attività espressive, manuali rappresentative, ludiche, della vita quotidiana.”

(MINlSTERO DELLA SANITÀ ITALIANA, DECRETO 17 gennaio 1997, n. 136., Regolamento concernente la Individuazione della figura e relativo profilo professionale del terapista occupazionale.)


Il TERAPISTA OCCUPAZIONALE è l'operatore sanitario della riabilitazione che focalizza il suo intervento sulle performance occupazionali in tutte le età della vita umana, e in tutte le patologie fisiche e mentali, che possano limitare le abilità di esecuzione. Le performance occupazionali sono lo svolgimento delle comuni attività della vita quotidiana, la cura di sé, le attività produttive e del tempo libero. Il Terapista Occupazionale, attraverso l'analisi delle attività, valuta e interviene sulle tre componenti della performance: la persona, facendo migliorare, acquisire o compensando le abilità di esecuzione; le attività significative per la persona, modificandole e adattandole alle sue abilità; l'ambiente fisico, sociale e culturale, rendendolo accessibile, per sostenere la partecipazione dell'individuo e promuoverne l'autonomia. (DEFINIZIONE INVIATA AL MINISTERO NEL DICEMBRE 2007)




Cosa fanno i terapisti occupazionali e dove lavorano?

L’obiettivo principale è quello di ricondurre la persona disabile alla massima autonomia, indipendenza e qualità di vita possibile.

A questo scopo il terapista occupazionale si serve delle attività che possono essere di vita quotidiana, d’artigianato, di svago, di gioco o di lavoro. Esse non sono mai proposte a caso, ma selezionate e graduate attentamente secondo i bisogni e desideri del paziente. Inoltre vengono valutate componenti come l’età, la malattia, e il contesto sociale dell’individuo. Inizialmente si recuperano le funzioni perse, poi si automatizzano e infine si cerca di integrarle nella vita di tutti i giorni. Ciò che viene fatto in riabilitazione non rimane dunque al livello d’esercizio, ma viene finalizzato in un’attività sensata e concreta realmente traducibile nella vita quotidiana. Il recupero, visto dalla terapia occupazionale, non si limita dunque solo alle funzioni compromesse, ma vuole coinvolgere tutti gli aspetti di una persona: l’anima, il corpo e la mente.


Ambiti di lavoro

La terapia occupazionale viene eseguita su prescrizione medica da terapisti diplomati universitari o presso una scuola ufficialmente riconosciuta. I terapisti lavorano in strutture socio-sanitarie, pubbliche o private: ospedali, cliniche, centri di riabilitazione, case di cura o istituzioni per malattie croniche, nelle residenze sanitarie assistenziali, a domicilio, nelle scuole, nelle prigioni e sul posto di lavoro. Poiché l’attività si svolge spesso all’interno di una squadra multidisciplinare (medici, infermieri ecc.) il terapista opera a stretto contatto con i professionisti, con la famiglia del paziente e con tutti quelli che fanno parte del progetto riabilitativo.


Neurologia ed Ortopedia

Nell’ambito della neurologia, la terapia occupazionale interviene su pazienti con lesioni al cervello, persone parzialmente paralizzate o soggette a disturbi neuropsicologici. La normalizzazione dei movimenti, della motricità grezza e fine, il miglioramento delle funzioni neuropsicologiche e il training delle attività quotidiane, costituiscono il programma riabilitativo adattato dal terapista. Il lavoro del terapista occupazionale nel settore ortopedico si concentra sulla riabilitazione della mano: fratture, lesioni ai tendini ed ai nervi, amputazioni, malattie reumatiche e altre patologie dell’arto superiore. L’obiettivo è di ripristinare la mobilità, di rafforzare la muscolatura e recuperare il funzionamento della mano, affinché il paziente possa ritornare alla propria vita quotidiana e professionale. Il terapista fabbrica delle ortesi ausiliari in materiale termoplastico, qualora esse siano necessarie per la guarigione.

Esempio: Estrarre le monete dal portafoglio richiede abilità motoria e coordinazione. La motricità fine ed i muscoli delle dita si allenano con un semplice gesto quotidiano.


Geriatria

Persone anziane affette da patologie d’origine neurologiche (ictus, Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla), da disturbi reumatici (artrosi) o da depressione, sono limitate nella loro autonomia e perdono la capacità di gestire la propria vita quotidiana. La terapia occupazionale aiuta il paziente a mantenere le capacità fisiche e mentali ancora disponibili e gli permette di rimanere il più autonomo possibile. Il trattamento avviene sia nelle case per anziani che a domicilio. Esso si basa sul rafforzamento delle capacità motorie e funzionali riguardanti la mobilità e la destrezza, sull’istruzione d’auto-aiuto (mangiare, vestirsi, igiene personale ecc.) e su eventuali adattamenti degli spazi abitativi (per esempio per prevenire le cadute) o l’impiego di mezzi ausiliari.

Esempio: Una pinza col manico allungato permette alla persona anziana di raccogliere oggetti da terra senza doversi abbassare e sovraccaricare la schiena.


Psichiatria

La depressione, la schizofrenia, i disturbi d’origine nevrotica, schizoide e maniacale, i disturbi della personalità, i disturbi alimentari o affettivi, le malattie demenziali o da dipendenza, possono limitare l’autonomia e la qualità di vita di una persona. Incombono crisi d’identità, angoscia, stati confusionali e psicosi, che portano a difficoltà d’ordine pratico, sociale, cognitivo ed emotivo. La terapia occupazionale cerca di rafforzare e stabilizzare le prestazioni psichiche (come per esempio l’iniziativa, la motivazione, la flessibilità ecc.), attraverso le attività manuali e creative. In seguito il paziente, sempre accompagnato dal terapista, potrà prepararsi al reinserimento nella vita quotidiana e sociale.

Esempio: La lavorazione della terra cotta non solo richiede abilità motoria, ma anche pazienza, motivazione, costanza e fiducia nelle proprie capacità. Veder finalizzato il proprio obbiettivo, per esempio un vaso, aiuta a ritrovare la fiducia in se stessi.


Pediatria

La terapia occupazionale nel settore pediatrico interviene sulle seguenti patologie: ritardi di sviluppo o handicap causati da paralisi cerebrali, trauma cranici, disturbi della motorica o della percezione, malattie degenerative muscolari congenite, malformazioni o malattie psichiche. Mediante il gioco e le attività manuali, il terapista occupazionale cerca di agevolare e stimolare lo sviluppo le funzioni deficitarie.

Esempio: costruire una torre con dei mattoni colorati diventa, sotto l’attenta guida del terapista, un valido esercizio che favorisce lo sviluppo del coordinamento fra gli occhi e le mani, la destrezza e la concentrazione.


Formazione professionale

In Italia come in altri vari paesi dell’Europa e del mondo, le università offrono il corso di laurea in terapia occupazionale. Lo studio triennale non solo prevede l’apprendimento di varie scienze cliniche, la patologia delle malattie fisiche e mentali, le teorie e le applicazioni della terapia occupazionale, ma include anche il tirocinio nei vari ambiti di lavoro. Per maggiori informazioni visitare il sito AITO (Associazione Italiana Terapisti Occupazionali).




Bibliografia

[http://www.aito.it

http://www.ergotherapia.ch

http://www.unipv.it]




Collegamenti esterni

[AITO (Associazione Italiana Terapisti Occupazionali) http://www.aito.it

ASE (Associazione Svizzera degli Ergoterapisti Sezione Ticino) http://www.ergoterapia.ch

W.F.O.T. (Federazione Mondiale dei Terapisti Occupazionali) http://www.wfot.org

COTEC (Consiglio Europeo dei Terapisti Occupazionali) http://www.cotec-europe.org

ENOTHE (Network Europeo di Educazione Superiore dei Terapisti Occupazionali) http://www.enothe.hva.nl]


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