Sociologia della comunicazione
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La sociologia della comunicazione è quella branca della sociologia che studia nel dettaglio le implicazioni socio-culturali che nascono dalla mediazione simbolica, con particolare riguardo all'uso dei mezzi di comunicazione di massa. Essa studia dunque la radio, il cinema, la televisione, la stampa e, più recentemente, i nuovi media.
Studiare i mezzi di comunicazione significa esaminare come lo stesso messaggio mediatico abbia, a seconda del contesto culturale, economico e sociale in cui viene ricevuto, conseguenze differenti sui gruppi sociali, come sui singoli individui che ne fanno parte (l'attenzione specifica sui singoli è rivolta maggiormente dalla psicologia sociale). In altre parole si analizzano i modi in cui il messaggio è trasmesso, le conseguenze della loro fruizione, le tecniche per una corretta comunicazione, nonché le modalità per riconoscere quando la comunicazione non è corretta.
[modifica] Sviluppo in àmbito accademico
In Italia il campo di studi della sociologia della comunicazione si è andato sviluppando a livello universitario a partire dagli anni settanta, con l'attivazione dell'insegnamento di Teorie e tecniche delle comunicazioni di massa nell'indirizzo politico-sociale del corso di laurea in Scienze politiche dell'Università degli studi di Firenze e successivamente dell'indirizzo "comunicazione e mass media" all'interno dei corsi di laurea in Sociologia delle università di Roma La Sapienza e Napoli Federico II.
Oggi la sociologia della comunicazione, accademicamente abbinata alla sociologia dei processi culturali (a cui è unita nel medesimo settore scientifico-disciplinare), rappresenta il perno su cui si fonda la maggior parte dei corsi di laurea in Scienze della comunicazione.
Pochi sono i manuali di sociologia della comunicazione redatti da autori italiani: nell'università si preferisce adottare i classici. A livello internazionale vanno menzionati John Baptist Thompson, Anthony Gitlin, Erving Goffman, Alfred Schütz. Sono stati inoltre condotti degli studi sulla fruizione dei media di matrice non sociologica o di approccio misto a polarizzazione non sociologica, come quelli di Sonia Livingstone.
[modifica] Sociologia della comunicazione pubblica
La sociologia della comunicazione pubblica è una disciplina (cui al momento è offerto un solo spazio istituzionale, all'interno del corso di laurea in Media e giornalismo "Adriano Olivetti", rappresentato dall'insegnamento obbligatorio omonimo) di sviluppo recente, che studia origini, modalità e dinamiche della comunicazione della pubblica amministrazione al suo interno e verso i cittadini.
La sociologia della comunicazione pubblica è intimamente connessa sia alla sociologia della comunicazione, intesa come sociologia dei mass media, dal momento che la connessione tra la comunicazione delle pubbliche amministrazioni e i mezzi di comunicazione di massa è inscindibile (lo stesso giornalismo moderno nasce in Inghilterra come strumento di informazione sulle sedute parlamentari), sia alla scienza politica, dal momento che è nella politica che nasce l'esigenza di comunicazione con i cittadini, e a loro volta i cittadini hanno l'esigenza di sapere cosa fanno coloro che condizionano la loro vita quotidiana, ma anche al diritto pubblico, dal momento che spetta al diritto, in séguito al dibattito venutosi a creare a livello sociale, il compito di fornire ai cittadini gli strumenti d'accesso agli atti compiuti dalla politica (e dalle amministrazioni non politiche). Il diritto, d'altro canto, non è solo influenzato dal dibattito sociale, ma lo influenza a doppio filo, dal momento che esso stesso pone i limiti della cosiddetta trasparenza.
Il maggior esponente italiano di questa branca è Paolo Mancini, autore del celebre Manuale di comunicazione pubblica.