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Santa Croce Camerina - Wikipedia

Santa Croce Camerina

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Stub Comuni
Questa voce fa parte dei comuni della regione Sicilia ancora da sviluppare: ampliala seguendo le linee guida del progetto Comuni.


Santa Croce Camerina
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Santa Croce Camerina]]
Santa Croce Camerina - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Sicilia
Provincia: stemma Ragusa
Coordinate: 36°49′38″N 14°31′26″E / 36.82722, 14.52389
Altitudine: 87 m s.l.m.
Superficie: 40,76 km²
Abitanti:
9.696[1] 31-12-06
Densità: 228,93 ab./km²
Frazioni: Casuzze, Kaukana e Punta Secca 
Comuni contigui: Ragusa
CAP: 97017
Pref. tel: 0932
Codice ISTAT: 088010
Codice catasto: I178 
Nome abitanti: camerinesi 
Santo patrono: San Giuseppe 
Giorno festivo: 19 marzo 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Santa Croce Camerina è un comune di 9.696[1] abitanti della provincia di Ragusa.


Indice

[modifica] Geografia

Santa Croce Camerina si trova a sud ovest da Ragusa, da cui dista 26 chilometri. Il comune si affaccia sul mare e confina solamente col comune di Ragusa dal quale è circondato.

[modifica] Frazioni

  • Casuzze
  • Punta Braccetto


Punta Secca: faro e profilo del villaggio al crepuscolo.
Punta Secca: faro e profilo del villaggio al crepuscolo.

Il borgo marinaro di Punta Secca deve la sua recente popolarità alla fortunata serie televisiva della RAI Il Commissario Montalbano, tratta dai romanzi e racconti di Andrea Camilleri. La casa di mare del commissario è infatti situata, nella fiction televisiva, in una villetta nella piazzetta del borgo.

[modifica] Storia

Il comune di Santa Croce Camerina nella provincia di Ragusa
Il comune di Santa Croce Camerina nella provincia di Ragusa

Comune erede della colonia siracusana di Kamarina, fondata nel 598 a.C. e costruita sui colli antistanti il porto alla foce dell'Ippari.

La fondazione da parte di ecisti siracusani e perciò di origine corinzia, Daskon e Menekleos, che guidarono i coloni, è testimoniata dall'emissione di una moneta con l'elmo corinzio e una palma mediterranea.

Il porto fu costruito drenando la pre-esistente palude, da qui il nome della ninfa Kama(rina) ed il simbolo della rinascita con il Cigno. Da colonia di Siracusa Kamarina si affermò quale Polis autonoma e nell'anno 553 a.C. si ribellò alla città-madre coinvolgendo nella sua causa le vicine popolazioni sicule sue alleate. Durante il dominio esercitato dal condottiero Ippocrate di Gela venne ripopolata con coloni geloi nell'anno 495 a.c., ma il suo successore Gelone dei Deinomenidi la distrusse nel 485 a.c. per ampliare il suo potere a Siracusa. Nel 461 a.c. con la caduta dei Deinomenidi a Siracusa la Polis riacquistò la propria autonomia e libertà e aumentò la popolazione poiché diede la cittadinanza a molti esuli geloi. In seguito alla pace di Gela del 424 a.C. voluta dal siracusano Ermocrate a Kamarina venne assegnata da Siracusa come tributaria la polis siculo-ellenizzata di Morgantina, in cambio di una somma di denaro. Durante la guerra fra Atene e Siracusa, sembra che Kamarina avesse aderito alla causa ateniese, come pare testimoniato dai tipi di diverse emissioni di monete, ma poi si defilò quando ad Alcibiade venne tolto il comando dell'esercito ateniese. Durante l'avanzata dell'esercito punico guidato da Annibale nel 406-405 a.C. Kamarina venne nuovamente saccheggiata e distrutta. Kamarina rientrò nell'orbita siracusana durante il dominio di Dionisio il grande e prese parte alla simmachia di Dione nell'anno 357 a.C., quando questi con il suo esercito si portò alla conquista di Siracusa in potere del nipote Dionisio il giovane. Dopo avere subito altri rovesci venne restaurata da Timoleonte nel 338 a.c., ma i suoi commerci diminuirono progressivamente durante la guerra fra Agatocle e Cartagine. Fu saccheggiata dai Mamertini nell'anno 280 a.c.; poi fu occupata dai Romani; in seguito, poiché aveva aderito alla causa punica, venne severamente punita dai Romani nell'anno 258 a.C. con una distruzione quasi totale. Un villaggio di età repubblicana occupò soltanto il promontorio. Durante il periodo dell'Impero romano venne realizzato un nuovo porto nella vicina Kaukana (Punta Secca) e quindi la città venne progressivamente abbandonata dai suoi abitanti, che si spostarono nel nuovo porto e all'interno della Sicilia. Nell'area del tempio trasformato ion chiesa persistette tuttavia un piccolo villaggio. Durante la conquista araba il sito di Kamarina venne saccheggiato. Nel periodo di dominazione normanna venne prima concessa dal gran Conte Ruggero I al figlio Giordano e successivamente venne assegnata prima al conte di Marsico e da questi donata ai Benedettini di Scicli nel 1150, come si rileva da un documento dell'epoca. Dal 1392 fece parte, con Bernardo Cabrera, della Contea di Modica, per essere poi ceduta nel 1453 in affitto, reso poi perpetuo, a Pietro Celestri, nobile modicano, che la ripopolò significativamente. In seguito fu protetta con torri fortificate presso Capo Scaramia per proteggerne il territorio dai Pirati nel XVI sec. da G.B. Celestri e la sua popolazione si stabilizzò. Nel 1812 con l'abolizione della feudalità diventò comune ed ebbe un suo decurionato.

Del periodo classico vi sono testimonianze oltre che archeologiche in Pindaro (che dedicò le Odi Olimpiche IV e V a Psaumide, citate anche dal Tasso che le ebbe a leggere e commentare nella redazione dei Discorsi del Poema Eroico). Kamarina appare anche citata più volte in Erodoto e Tucidide, che riporta un'orazione di Ermocrate all'assemblea riunita a Camarina. Nell'anno 424 a.c. in seguito alla pace di Gela voluta da Ermocrate gli venne assegnata come Polis in simmachia Morgantina; quest'ultima ricchissima di prodotti(orzo, grano, olio, vino ect) attraverso la strada interna che si dipartiva da Menanoin e Akrai e costeggiava il fiume Hipparis utilizzava l'ampio porto per commerciare con le polis della Grecia.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Cultura

[modifica] I monumenti

La Chiesa Madre del XIII secolo è il monumento più importante di Santa Croce Camerina. Restrutturata nel '700, ha l'interno a tre navate e conserva una copia della Madonna di Loreto del Caravaggio e una statua di San Giuseppe, patrono della città.

[modifica] Gli appuntamenti

Il maggiore appuntamento di culto religioso e folcloristico è la festa del patrono San Giuseppe.

[modifica] Santa Croce Camerina in Letteratura

Pindaro dedicò le Odi Olimpiche IV e V a Psaumide di Kamarina. Quelle odi sono anche citate dal Tasso nel suo trattato Discorsi sul Poema Eroico. Kamarina appare anche citata più volte in Erodoto e Tucidide.

Leonardo Sciascia si divertì a collocarvi l'epilogo di "Il Lungo Viaggio" (da "Il mare colore del vino")

Nel Gargantua e Pantagruele di Rabelais viene citata l'espressione "Ne move Camarinam!" a significare "Non smuovere le acque (della palude)!" probabilmente con riferimento al fatto che Kamarina fu fondata attorno ad una palude trasformata in fiorente porto commerciale dai coloni siracusani alla fondazione.

[modifica] Kamarina, la palude, la dea

Kamarina è anche il nome della "Dea" della palude e compare nelle bellissime monete della colonia a cui la Royal Numismatic Society ha dedicato una splendida monografia.

[modifica] Economia

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Lucio Schembari dal 28/05/2002
Centralino del comune: 0932 914111
Email del comune: info@comune.santa-croce-camerina.rg.it

Il sindaco Lucio Schembari è stato eletto nella lista di Forza Italia.

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Note

  1. ^ a b Dati Istat al 31 Dicembre 2006:[1]
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