Rovine di Kamarina
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Le rovine di Kamarina sono quanto rimane oggi di questa colonia di Siracusa alla foce del fiume Ippari in Provincia di Ragusa.
[modifica] Intestazione
[modifica] Storia
Kamarina venne fondata nel 598 a.C. dai siracusani Daskon e Menekleos e costruita sui colli antistanti il porto alla foce dell'Ippari. La fondazione greca è testimoniata da una moneta con l'elmo corinzio e una palma mediterranea. Il nome sembra derivi dal nome di una ninfa palustre: Kama. La colonia nel 553 a.C. si ribellò alla città-madre di Siracusa assieme ad altre città.
Durante il dominio di Ippocrate di Gela venne ripopolata con coloni gelesi nell'anno 495 a.C., ma il successore Gelone la distrusse nel 485 a.C. Nel 461 a.C. con la caduta dei Deinomenidi a Siracusa la Polis riacquistò la propria autonomia aumentando la popolazione poiché diede la cittadinanza a molti esuli gelesi. In seguito alla pace di Gela del 424 a.C. voluta dal siracusano Ermocrate a Kamarina venne assegnata come tributaria la polis siculo-ellenizzata di Morgantina, in cambio di una somma di denaro.
Durante la guerra fra Atene e Siracusa, Kamarina aveva aderito alla causa ateniese per come è testimoniato dalle emissioni di molte monete, ma poi si defilò quando ad Alcibiade venne tolto il comando dell'esercito ateniese. Durante l'avanzata dell'esercito punico guidato da Annibale nel 403-401 a.c. Kamarina venne nuovamente saccheggiata e distrutta. Rientrò nell'orbita siracusana durante il dominio di Dionisio I il grande e prese parte alla simmachia di Dione nell'anno 357 a.C. quando questi con il suo esercito marciò alla conquista di Siracusa.
Dopo avere subito altri rovesci venne restaurata da Timoleonte nel 338 a.C. ma i suoi commerci diminuirono progressivamente durante la guerra fra Agatocle e Cartagine. Fu saccheggiata prima dai Mamertini nell'anno 280 a.C. e poiché aveva aderito alla causa punica venne distrutta dai Romani nel 258 a.C. quasi totalmente.
Negli anni della Repubblica romana venne sfruttato il suo capiente porto sia per le navi da guerra di Publio Cornelio Scipione, Emilio Paolo, Pompeo Magno, Cesare e Ottaviano che per i commerci con l'Africa e l'Egitto. Nel periodo imperiale romano venne realizzato un nuovo porto nella vicina Kaucana e quindi la città si spopolò progressivamente dei suoi abitanti. Durante la conquista araba nell'anno 827 Kamarina venne definitivamente distrutta dall'esercito guidato dal Qad' Ased al Furat.
I resti attuali che hanno grande interesse archeologico, sono ben poca cosa per suscitare nell'osservatore ricordi della sua passata grandezza e potenza. Rimangono tombe arcaiche (VII secolo a.C.) e ruderi poco significativi di un tempio dedicato a Minerva. Lungo l'Ippari si può riconoscere il tracciato dell'antico porto canale. La città è ancora riconoscibile nella sua area originaria dai resti di case e di pavimentazioni.
Nel vicino bosco di Passo Marinaro si trovano ancora le tombe di una necropoli nel V - IV secolo a.C. Gli scavi condotti a Kamarina da Paolo Orsi dal 1896 al 1911, hanno fornito copioso materiale archeologico che si trova al museo di Siracusa.
[modifica] Voci correlate
- Portale Sicilia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di Sicilia