San Vincenzo (quartiere di Genova)
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San Vincenzo | ||||
Mappa dei quartieri di Genova | ||||
Stato: | Italia | |||
Regione: | Liguria | |||
Provincia: | Genova | |||
Comune: | ||||
Circoscrizione: | Municipio I Centro Est | |||
Quartiere: | Portoria | |||
Altri quartieri: |
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Coordinate: | ||||
Abitanti: | 5.493 (31-12-2006) | |||
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San Vincenzo è il nome di un quartiere centrale di Genova. Un tempo era il sestiere esterno alle mura cinquecentesche (le vecchie mura cittadine) e funzionava da ingresso alla città storica. Prende il nome dalla omonima chiesa intitolata a San Vincenzo di Saragozza.
Urbanisticamente, fa parte del Municipio I Centro-Est ed è compresa nell'ex-circoscrizione di Portoria ed ha, come singola unità urbanistica, un popolazione di 5493 abitanti (al 31 dicembre 2006[1]).
Indice |
[modifica] Storia
Il quartiere era attraversato dalla via Aurelia, l'antica strada romana per la Gallia e, come parte esterna alla città antica, comprendeva: un borgo, una zona di orti (i cosiddetti Orti di Abrara situati nei pressi dell'allora via Giulia, oggi via XX Settembre), e una parte a monte - San Vincenzo alto - situata all'altezza della spianata dell'Acquasola e prolungata sino alle mura dello Zerbino.
L'asse viario di via San Vincenzo e, poco distante, delle quasi parallele via della Consolazione e via di Abrara, fu pesantemente ristrutturato a seguito del piano urbanistico del 1825 predisposto dall'architetto Carlo Barabino.
Solo a metà degli anni 1840 si realizzarono le attuali via Galata e piazza Colombo; quest'ultima si costituì con quattro edifici porticati realizzati dall'impresario Pietro Gambaro.
La piazza fu costruita come naturale termine della via Galata (nel tratto che attualmente corrisponde a via Cesarea)); inizialmente comprendeva anche Crosa Larga, detta anche via del Manicomio, che ospitava il complesso dell'antico manicomio cittadino.
Accanto ad esso sorse, in bilico tra città e campagna, un gruppo di enormi casoni ad alveare destinati all'edilizia popolare e costruiti dall'impresario Francesco Ponte.
La parte edificata si estese poi a monte, sempre a seguito del piano del Barabino del 1825, con i quartieri di via Assarotti e della circonvallazione a monte, destinati ai ceti economicamente più elevati. Infine, dopo il 1892 - quattrocentenario della scoperta dell'America - il tratto di via della Consolazione e di via Abrara venne totalmente modificato dalla realizzazione dell'attuale via XX Settembre, con la demolizione del vecchio manicomio (riedificato a Quarto dei Mille due anni dopo, nel 1894).
Via XX Settembre venne da subito caratterizzata da un'architettura in stile liberty; tra gli architetti che parteciparono alle varie progettazioni vi fu anche il fiorentino Gino Coppedè.
[modifica] Edifici monumentali
- Chiesa della Consolazione
- Resti della chiesa di Santo Spirito (via San Vincenzo)
- Resti della chiesa di San Vincenzo trasformati dall'architetto Giovan Battista Resasco nella palazzina degli Ufficiali (via San Vincenzo)
- Palazzo Zuccarino di Gino Coppedè (via Maragliano)
- Museo di Storia Naturale
[modifica] Monumenti
- Monumento ai caduti di San Vincenzo Alto nella prima guerra mondiale (piazza G. Villa)
- Fontana di piazza Colombo, secolo XVIII, proveniente dal Ponte Reale, fu qui spostata alla creazione della piazza (circa 1840)
[modifica] Bibliografia
Per approfondire, vedi la voce Bibliografia su Genova. |
[modifica] Note
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