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Ruhrstahl SD 1400 - Wikipedia

Ruhrstahl SD 1400

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Ruhrstahl SD 1400
Fritz X (o SD 1400 X, X-1, PC 1400X, FX 1400)
Ruhrstahl SD 1400 Fritz X esposto al RAF Museum, Hendon
Descrizione
Tipo Missile aria-superficie / Bomba guidata
Impiego antinave
Sistema di guida radiocomandato
Costruttore Ruhrstahl AG
Anno di commissione 1938
Entrato in servizio 1944
Ritirato dal servizio 1945
Costo unitario
Dimensioni e peso
Peso 1.568 kg (3.457 lb)
Lunghezza 3,32 m (11 ft)
Altezza
Apertura alare 1.40 m (5 ft)
Diametro 85.3 cm (2 ft 8 in)
Prestazioni
Raggio d'azione 5 km (3 mi)
Tangenza
Velocità {{{velocità}}}
Velocità massima 343 m/s (1.235 km/h) (770 mph)
Profondità operativa massima {{{maxprofondità}}}
Profondità minima di lancio {{{minprofondità}}}
Fattore di carico
Propulsore HWK 109-507B a razzo
Spoletta
Testata amatolo, 320 kg (705 lb), testata perforante
Vettori bombardieri
Paesi utilizzatori Germania Nazista (Luftwaffe)
Note
progettista Max Kramer
Lista dei missili

Il Ruhrstahl SD 1400 è un missile aria-superficie antinave che fu utilizzato dalla Luftwaffe nella seconda guerra mondiale, identificato dagli alleati con il nome di Fritz X. La sigla deriva dall'acronimo in lingua tedesca di Splitterbombe Dickwandig, bomba a frammentazione a parete spessa, mentre 1400 dal peso in kg dall'ordigno da cui deriva. Pur non essendo stata la prima bomba radiocomandata ad essere progettata, ha il primato di essere stata la prima ad entrare in servizio.

Indice

[modifica] Descrizione

Era un ordigno che pur conservando a grandi linee l'aspetto di una tradizionale bomba semiperforante a caduta, presentava una caratteristica serie di quattro alette mobili disposte ad X, le quali avevano una funzione direzionale, seppur limitata, che le consentivano un accurato puntamento dell'obbiettivo. Disponeva di un elaborato piano di coda in cui erano presenti, oltre alla alette stabilizzatrici, un freno aerodinamico per ridurne la velocità di impatto a vantaggio della manovrabilità. Era inoltre dotata, nella parte posteriore, di un motore a razzo per consentirle di raggiungere una velocità sufficiente a produrre portanza sulle appendici aerodinamiche, e nel corpo, di una apparecchiatura radioricevente comandata dal velivolo su cui era trasportata.

[modifica] Storia

Lo sviluppo dell'SD 1400 deriva dalle ricerche compiute del dottor Max Kramer e dalla applicazione delle sue scoperte presso l'industria bellica e siderurgica Ruhrstahl AG di Witten, nella Westfalia tedesca.

Il Dott. Max Kramer era un ricercatore del Deutsche Versuchsanstalt für Luftfahrt (DVL), una delle sezioni di ricerca bellica del Reichsluftfahrtministerium, nel 1938 cominciò degli studi sull'aerodinamica delle bombe, ipotizzandone il controllo della direzionalità al fine di correggere gli errori d’impatto delle bombe a caduta libera. Prendendo come oggetto di studi la SC 250, una bomba standard dell'arsenale bellico della Luftwaffe, sperimentò l'applicazione di alette mobili che potessero essere comandate a distanza affinché, durante la caduta, si riuscisse a rifinire ulteriormente la precisione di puntamento verso l'obbiettivo.

[modifica] Progettazione e sviluppo

L'RLM ritenne le ricerche iniziali del dottor Kramer degne di un ulteriore sviluppo a fini operativi. Tutto il progetto venne spostato presso la Ruhrstahl AG a Witten, nella Westfalia tedesca, essendo già impiegata nella realizzazione di bombe e per sfruttarne quindi l'esperienza. Qui il progetto iniziale venne sviluppato su un ordigno più potente il cui carico esplosivo era di 1.400 kg, ed il peso supplementare aggravò i già presenti problemi legati alla scarsa manovrabilità del progetto iniziale. Quest'arma infatti continuava ad essere essenzialmente un ordigno picchiante, non troppo dissimile da una bomba convenzionale, tanto che inizialmente gli scienziati coniarono per identificarlo il più appropriato termine di bomba teledeviata.

La vista dei piani di coda dell'ordigno
La vista dei piani di coda dell'ordigno

Era necessario perciò trovare il modo di aumentarne la portanza, sia intervenendo ulteriormente sulla dimensione delle alette, sia trovando il sistema per aumentarne la velocità di discesa. Se nel primo caso era una soluzione relativamente facile, nel secondo si scontrava con la necessità di avere velivoli che avessero una elevata tangenza; se maggiore era infatti l'altezza a cui sarebbe stato sganciato l'ordigno, maggiore sarebbe stata la sua velocità in prossimità dell'obbiettivo. Ma la tecnologia aeronautica tedesca allora non era ancora in grado di produrre un velivolo che potesse operare ad alta quota, senza dimenticare che, all'aumentare della quota operativa, sarebbe diminuita esponenzialmente l'accuratezza del sistema. Si decise perciò di ricorrere ad un motore a razzo che potesse in quel modo aumentarne la velocità e guadagnare la portanza richiesta. Un progetto parallelo, quello della Henschel Hs 293, scelse di aumentare la portanza aggiungendo due piccole ali ai lati dell'ordigno, mentre la squadra del dottor Kramer restò vicina ad un aspetto "tradizionale", anche se fu evidente che oramai anche la SD 1400 aveva perso l'aspetto di una convenzionale bomba a caduta. Gli impennaggi anteriori le davano una caratteristica forma ad "X" (cruciforme) che le valsero sia la denominazione industriale, da X-1 a X-7) da parte della Ruhrstahl AG, sia quella in codice, Fritz X, assegnatole dalle forze alleate.

I primi collaudi dimostrarono la fattibilità pratica del progetto, ma evidenziarono problematiche che necessitavano una soluzione per assicurarne l'effettivo impiego sul campo. L'elevata velocità di caduta necessaria comportava sia una notevole attenzione da parte del puntatore, per la difficoltà a seguire il volo dell'ordigno e per i ridotti tempi di correzione della stessa, sia una tendenza al bloccaggio delle alette direzionali che contavano di attuatori elettromagnetici. Con un successivo prototipo si cercò di ovviare al problema del bloccaggio con degli attuatori pneumatici in luogo dei precedenti, ma questi si bloccavano a loro volta a causa delle basse temperature costringendo il ritorno alla soluzione originale.

All'inizio del 1942, grazie alla costruzione di una galleria a vento in cui effettuare le prove, si intervenne modificando le alette di controllo ed introducendo un freno aerodinamico in coda per ridurne la velocità di caduta. Successivamente, nel febbraio 1942 a Karlshagen e Peenemünde-West si constatò che l'ordigno doveva essere lasciato cadere da una altezza minima di 3.900 metri, questo per avere un tempo sufficientemente lungo a consentire di correggerne il volo (e conseguentemente il punto d’impatto) da parte del puntatore. Le condizioni meteorologiche però ponevano dei limiti alla sperimentazione da tali altezze, perciò si decise di approfittare del ben più mite clima dei territori dell'alleato italiano e trasferire tutto il programma nelle vicinanze di Foggia. Qui, in un solo mese, l’equipe del dottor Kramer fu capace completare le prove e lo sviluppo e di assicurarne la completa operatività.

[modifica] Impiego bellico

Nel settembre del 1942 si costituisce un'unità speciale, la Erprobungs- und Lehrkommando 21, deputata ad esaminare la nuova arma. Le prove pratiche furono eseguite utilizzando come bersaglio delle vecchie navi affondate nel Mar Baltico.

Il III./KG.100 fu dotato dei Dornier Do 217 K-2, una versione espressamente riconvertita per ospitare la nuova arma, ed iniziò le operazioni sul Mediterraneo il 29 agosto 1943.

Il 9 settembre 1943 la Luftwaffe realizzò il più importante e celebre successo bellico del Fritz X. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 stipulato con le forze alleate, fu ordinato alla flotta della Regia Marina di far rotta verso Malta in ottemperanza alle clausole armistiziali anziché, come precedentemente stabilito, attaccare gli alleati impegnati nello sbarco di Salerno. Per impedire che le navi finissero per cadere nelle mani alleate, i Dornier Do 217 K-2 dello III. Gruppe KG.100 attaccarono il convoglio con il risultato di affondare la nave ammiraglia Roma e di danneggiare la sua gemella Italia (ex Littorio).

[modifica] Velivoli che lo hanno utilizzato

[modifica] Obbiettivi danneggiati o distrutti


[modifica] Collegamenti esterni


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