Rossana Di Bello
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Rossana Di Bello (Taranto, 28 agosto 1956) è una politica italiana ed è stata sindaco di Taranto dal 2000 al 2006.
Laureata in Scienze Biologiche, svolge l'attività di analista e dirige un laboratorio di analisi. Dal 1980 al 1986 è amministratrice di una Società che opera nel campo dell'Igiene Ambientale e della Medicina del Lavoro.
Nel 1993 fonda a Taranto il primo club pugliese di Forza Italia di cui diventa presidente. Meno di un mese prima si era candidata nell'Unione Federativa Democratica, una lista di ispirazione socialista a sostegno del candidato sindaco Gaetano Minervini, in una coalizione che comprendeva anche il Partito della Rifondazione Comunista.
Nel 1995 è eletta Consigliere regionale, e viene in seguito nominata Assessore Regionale al Turismo e ai Beni Culturali, carica che mantiene fino al 1998, quando diviene Assessore Regionale all'Industria Commercio e Artigianato.
Il 30 aprile 2000 è eletta sindaco di Taranto al ballottaggio con il 57,5% dei voti.[1] Viene riconfermata il 3 aprile 2005, ottenendo il 57,8% dei suffragi al primo turno.[1]
Il 18 febbraio 2006, in seguito alla condanna ad un anno e quattro mesi per abuso di ufficio e falso ideologico nell'ambito dell'inchiesta sull'affidamento della gestione dell'inceneritore cittadino alla società Termomeccanica, si è dimessa dalla carica di sindaco.[2] Il commissario straordinario Tommaso Blonda nominato al suo posto, dichiara ufficialmente il dissesto finanziario del Comune di Taranto il 18 ottobre 2006, per una passività di 357 milioni di euro.[2]
Il 21 novembre 2006 il sostituto procuratore del Tribunale di Taranto chiede il rinvio a giudizio dell'ex sindaco di Taranto e di altre 32 persone tra ex amministratori e funzionari del capoluogo, accusati a vario titolo di falso ideologico in atto pubblico in relazione alla stesura e all'approvazione dei bilanci comunali negli anni che vanno dal 2001 al 2005.[2]
Il 7 marzo 2007 riceve un altro avviso di garanzia da parte del sostituto procuratore della repubblica Maurizio Carbone per abuso d'ufficio e truffa nell'ambito di una inchiesta sulle proroghe di appalti comunali.[3]
Il 27 marzo 2007 viene arrestato Lello Di Campo, dirigente comunale ed esponente di spicco della lista civica "Con Di Bello". Secondo i magistrati della Procura Antimafia di Lecce, Di Campo avrebbe fatto ottenere voti alla lista "Con Di Bello" promettendo assunzioni ad affiliati ad un presunto clan malavitoso nell'azienda municipale da lui presieduta. Il reato contestato è corruzione elettorale aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa.[4]
Predecessore: | Sindaco di Taranto | Successore: | |
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Gaetano De Cosmo | 2000 - 2006 | Ippazio Stefàno |
[modifica] Note
- ^ a b Risultati elezioni comunali 2000 e 2005 - Taranto. La Repubblica. URL consultato il 25-03-2008.
- ^ a b c Crack Taranto: 33 richieste di giudizio. La Gazzetta del Mezzogiorno, 21 novembre 2006. URL consultato il 25-03-2008.
- ^ Appalti, indagata Rossana Di Bello. TarantoSera, 7 marzo 2007. URL consultato il 25-03-2008.
- ^ «Mafia & politica» – A Taranto 13 arresti. La Gazzetta del Mezzogiorno, 27 marzo 2007. URL consultato il 25-03-2008.