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Romanzo d'appendice - Wikipedia

Romanzo d'appendice

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Un famoso romanzo d'appendice
Un famoso romanzo d'appendice

Il Romanzo d'appendìce è stato un popolare genere letterario (o - secondo i detrattori - sottogenere letterario di forte presa popolare, di scarso valore artistico, scritto a scopo prevalentemente commerciale) importato dallo stile letterario in uso nel passato in Inghilterra ed in Francia.

Spesso scritti da donne per un pubblico prevalentemente femminile, questo tipo di romanzi era improntato su trame estremamente intricate e incentrate su storie amorose quasi sempre dipinte a tinte fosche. Attualmente questo genere narrativo sopravvive in un certo tipo di letteratura al femminile diffusa non soltanto in libreria ma anche nei più diversi e disparati punti distributivi.

Molto in voga nella seconda metà dell'Ottocento e in inizio di Novecento, veniva e viene tuttora indicato con un termine di lingua francese anche come feuilleton.

Il termine feuilleton è un diminutivo del francese feuillet (foglio, pagina di un libro). Si affermò a partire dal XIX secolo nell'uso giornalistico e indica la parte bassa della pagina di un giornale, chiamata piè di pagina (rez-de-chaussée). Il suo inventore fu Louis-François Bertin, direttore del Journal des Débats.

Indice

[modifica] Le origini

Sul Journal des Débats cominciarono a trovare spazio articoli di letteratura, soprattutto di critica teatrale, proprio nella sezione bassa delle pagine, quasi un anticipo delle moderne rubriche, mentre in precedenza le notizie letterarie erano inserite all'interno dei giornali senza una collocazione fissa. Questo espediente riuscì subito gradito al pubblico e così anche gli altri giornali adottarono l'iniziativa.

Questo non era ancora il romanzo feuilleton, ma c'era già l'idea di una sezione specifica del giornale da dedicare a fatti letterari per catturare l'attenzione del pubblico e mantenerlo fedele nel tempo.

A partire dal 1831 Honoré de Balzac decise di anticipare alcuni capitoli dei romanzi che sta scrivendo a mezzo stampa. Lo riteneva un buon mezzo per creare attesa nel pubblico prima dell'uscita dei romanzi in forma di volume.

Bisogna però aspettare il 1836, quando Émile de Girardin fondò il quotidiano La Presse con l'intenzione di creare un giornale a basso costo. Per diminuire i costi doveva aumentare il numero dei lettori e la loro fedeltà al giornale, così ebbe la felice intuizione di sfruttare lo spazio dedicato dagli altri quotidiani alla critica letteraria per pubblicare racconti inediti a puntate. L'idea riscosse successo, aumentando il numero di lettori, poi di sottoscrittori di abbonamenti al giornale. Era l'inizio del genere feuilleton.

La definizione romanzo d'appendìce risale a quando tali storie venivano pubblicate a puntate sui giornali quotidiani (appunto in appendice, quindi in ultima o penultima pagina) e solo in seguito diffusi nella forma classica del libro. Una delle principali case editrici del settore fu la fiorentina Salani che seguì tempestivamente lo svilupparsi del mercato editori iniziato verso la metà dell'Ottocento, in coincidenza con la rivoluzione industriale, in Inghilterra e in Francia.

Sotto questo aspetto caposaldi del genere sono considerate alcune opere ottocentesche molto conosciute come I miserabili di Victor Hugo o I misteri di Parigi di Eugène Sue, ma anche I tre moschettieri di Alexandre Dumas padre. Lo stesso Edgar Allan Poe - futuro padre del romanzo poliziesco - con il suo Manoscritto trovato in una bottiglia - vinse un concorso letterario indetto da una rivista di Baltimora.

[modifica] Primi romanzi d'appendice

De Girardin pubblicò su La Presse La comtesse de Salisbury di Alexandre Dumas (padre), dal 15 luglio all'11 settembre 1836. Fu poi la volta del concorrente Le Siècle, che dal 23 ottobre al 30 novembre dello stesso anno pubblicò La vieille fille di Honoré de Balzac e poi del Journal des débats che da settembre a dicembre del 1837 pubblicò Mémoires du diable di Frédéric Soulié.

Da questo momento in poi e per tutto il XIX secolo il romanzo d'appendice non smise di essere preda ambita di giornali e lettori.

[modifica] Autori noti e poco noti

Tra gli autori più noti di romanzi d'appendice sicuramente si contano Eugène Sue che pubblicò, a puntate, fra il 1842 e il 1843 su Le Journal des Débats il suo romanzo più celebre I misteri di Parigi (Les Mystères de Paris), i già citati Honoré de Balzac e Alexandre Dumas padre - solo a titolo di esempio, I tre moschettieri (Le trois mousquetaires) uscì a puntate su Le Siècle nel 1844.

La modalità del romanzo d'appendice non fu ristretta alla sola Francia, basti pensare allo scozzese Robert Louis Stevenson che pubblicò in 17 puntate sul periodico Young Folks il romanzo La freccia nera (The black arrow), poi uscito in volume nel 1888 o all'italiano Emilio Salgari col suo ciclo di romanzi imperniato attorno alla figura del principe malese Sandokan, o a un altro italiano, Carlo Collodi, autore di uno dei più noti esempi di letteratura per ragazzi, Le avventure di Pinocchio, che deve la trama definitiva proprio alla sua natura di romanzo d'appendice.

Il romanzo d'appendice tuttavia non fu solo romanzo leggero per giovani lettori, tant'è che in Francia fu pubblicato a puntate Madame Bovary di Gustave Flaubert (su La revue de Paris dall'ottobre 1856) e in Russia nacquero come romanzi d'appendice alcuni romanzi ritenuti capolavori assoluti della letteratura mondiale come Delitto e castigo (Преступление и наказание - "Prestuplenie i nakazanie") e I fratelli Karamazov (Братья Карамазовы - Brat´ja Karamazovy), entrambi su Il messaggero russo, di Fëdor Mikhailovič Dostoevskij e Guerra e pace (Война и мир [Voyna i mir]), sempre sul Messaggero russo, di Lev Nikolaevič Tolstoj.

[modifica] Appendicisti italiani

Autori italiani di spicco di romanzi d'appendice (o comunque di forte presa popolare) sono stati invece scrittori e scrittrici di fama come Francesco Mastriani, Emilio De Marchi, Luigi Natoli (con lo pseudonimo di "William Galt"), Matilde Serao, Carolina Invernizio, Guido da Verona, Pitigrilli, Liala.

Prima di essere quasi completamente sostituito dai più immediati fotoromanzo e teleromanzo (o fiction televisiva, o telenovela), il racconto a puntate, specie di taglio poliziesco, è rimasto in uso - sia pure limitatamente ad alcuni quotidiani italiani - fino alla fine degli anni settanta; nella pagina dedicata allo svago e al tempo libero, trovava posto accanto ad un altro genere narrativo apprezzato dai lettori: quello dei comics, con le tradizionali strisce, o strip, a fumetti (Diabolik prende spunto da questo tipo di romanzo!).

Al romanzo d'appendice ha attinto in maniera massiccia, specie all'epoca del muto, anche il cinema di genere melodrammatico in voga fino al neorealismo degli anni quaranta e cinquanta.

[modifica] Il romanzo d'appendice oggi

In tempi più moderni la formula della serialità tipica del romanzo d'appendice è stata fatta propria dapprima dalla radio, con la diffusione di radiodrammi, a volte ripresi proprio da romanzi d'appendice di successo come l'adattamento radiofonico, ispirato al celebre romanzo di Dumas, I quattro moschettieri trasmesso dalla RAI negli anni trenta del Novecento, che registrò un successo di pubblico senza precedenti e la lettura di classici della narrativa, e poi dalla televisione, con il dilagare di soap opera, telenovele e fiction.

In questi casi gli ingredienti base del romanzo d'appendice ci sono tutti: la pubblicazione su un mezzo di comunicazione di massa, la frammentazione della vicenda in puntate che ha lo scopo di mantenere viva la curiosità del lettore-ascoltatore-spettatore, la ripetività degli schemi narrativi, la fidelizzazione del pubblico, l'aumento del pubblico stesso per aumentare il profitto dell'editore.

Tornando alle origini del romanzo d'appendice, non si può non notare un altro aspetto che si è mantenuto ai nostri giorni: l'anticipazione di stralci dell'opera (qualche capitolo del romanzo ai tempi di Balzac, un trailer cinematografico oggi), che ha lo scopo di destare la curiosità del pubblico: basti pensare al battage pubblicitario che ormai accompagna stabilmente l'uscita prossima di un blockbuster.

[modifica] Bibliografia

  • Umberto Eco, Il superuomo di massa (1976), Milano: Cooperativa Scrittori (edizione modificata, Milano: Bompiani, 1978).


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