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Radioascolto - Wikipedia

Radioascolto

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Con il termine radioascolto si identifica l'hobby focalizzato sulla ricezione di segnali radio più o meno distanti, generalmente al di fuori del normale bacino di ascolto dei locali servizi di radiodiffusione. A differenza dei radioamatori, il radioascolto non ha bisogno di autorizzazione, dal momento che non viene effettuata nessuna trasmissione di segnali radio.

Le attività di radioascolto vengono tradizionalmente classificate in tre principali filoni:

  • Il BCL o "ascoltatore di emittenti internazionali" è principalmente rivolto all'ascolto della programmazione delle emittenti in onde corte che si rivolgono a un pubblico estero, utilizzando la lingua della nazione d'origine o quelle delle nazioni target
  • Il DXer tende a privilegiare la ricezione delle emittenti radiodiffusive locali, in onde medie, corte e FM, i cui segnali - non espressamente rivolti all'estero - riescono in particolari condizioni di propagazione a coprire distanze notevoli
  • L'SWL, o "shortwave listener", è un ascoltatore di radioamatori, nelle gamme di frequenze loro assegnate.

Indice

[modifica] Apparati di ricezione

Ricevitore analogico per LW, MW, SW ed FM (fine anni '70)
Ricevitore analogico per LW, MW, SW ed FM (fine anni '70)

Lo strumento di lavoro del radioascoltatore è il ricevitore, un dispositivo commerciale o autocostruito, capace di sintonizzarsi sulle stazioni radio di proprio interesse. Anche una semplice radio a transistor può consentire l'ascolto di emittenti lontane, in particolare in orari serali sulla gamma delle onde medie (MF, da 300 a 3.000 kHz).

Se l'interesse del radioascoltatore diventa più specifico, è spesso preferibile dotarsi di un ricevitore dalle caratteristiche più evolute in fatto di sensibilità (capacità di ricevere segnali molto deboli) e soprattutto di selettività (capacità di isolare un segnale rispetto alle interferenze). Esistono inoltre ricevitori ancora più specifici, da utilizzare per esempio per l'ascolto di frequenze diverse dalle classiche bande utilizzate dalle stazioni radiodiffusive commerciali, come le onde medie, onde corte (HF da 3 a 30 MHz) e le onde cortissime (VHF da 30 a 300 MHz) solitamente nella porzione di frequenza compresa tra gli 88 e 108 MHz con tipo di emissione in modulazione di frequenza (FM).

Un secondo elemento spesso fondamentale è l'antenna, una struttura metallica che agisce come intermediario, o trasduttore, tra il campo elettromagnetico generato dal segnale in arrivo e la forza elettromotrice generata all'ingresso del ricevitore. Quest'ultimo filtra, amplifica e trasforma il segnale trasmesso nel contenuto informativo originato dallo studio radiofonico. Questo è il cosiddetto segnale in bassa frequenza, separato dal segnale in alta o radio frequenza trasmesso dall'antenna emittente, definito, proprio per questo motivo segnale portante. L'antenna ricevente usata dal radioascoltatore può essere una semplice antenna retrattile o stilo incorporata, un tratto di filo in rame isolato, un'asta metallica (antenne verticali) o una struttura più complessa, eventualmente abbinata ad accessori in grado di filtrare e amplificare i segnali in radio frequenza.

Oltre al ricevitore vero e proprio e l'antenna, per il radio ascolto può essere opportuno dotarsi di altri accessori atti a migliorare il segnale ricevuto e renderlo distinguibile. Una prima tipologia di accessori riguarda la radiofrequenza e comprende tutti quei circuiti elettronici attivi o passivi che possono servire per aumentare la sensibilità (amplificatori) e la selettività (filtri passabanda o filtri elimina banda) e la direttività delle antenne (amplificatori, moltiplicatori di Q, sistemi di sfasatura dei segnali per la riduzione delle interferenze). Una seconda riguarda invece la bassa frequenza, cioè l'audio ricevuto e comprende quindi i sistemi di registrazione, filtraggio e manipolazione del segnale.

Il registratore a cassetta o minidisc tra gli accessori più diffusi perché oltre a consentire il riascolto di segnali particolarmente disturbati serve anche a costruire un documentato archivio delle stazioni ricevute e identificate. Oggi sono sempre più diffusi i sistemi di trattamento del segnale basati su personal computer.

Numerosi programmi amatoriali consentono per esempio di ottimizzare la resa qualitativa del suono o di rallentare o accelerare la riproduzione audio per facilitare il riconoscimento di termini non perfettamente comprensibili. Il computer svolge un ruolo sempre più importante in ogni aspetto del monitoraggio delle frequenze radio fino al punto di rimpiazzare interi stadi di ricezione e decodifica dei segnali prima realizzati con componenti elettronici discreti. La Software Defined Radio è una realtà nei settori professionali che fanno uso di sistemi di comunicazione radio e tra radioamatori e singoli appassionati di radioascolto evoluto.

[modifica] Regolamentazioni

Il regolamento delle radiocomunicazioni approvato nella conferenza UIT del 1979 riguardante la ricezione, trascrizione e/o registrazione di trasmissioni radio cita nell'Art 23:

« Le Amministrazioni si impegnano a prendere i provvedimenti necessari per far vietare e reprimere:

a) l'intercettazione, senza autorizzazione di radiocomunicazioni, che non siano destinate ad uso generale del pubblico;

b) la divulgazione del contenuto od anche soltanto dell'esistenza, la pubblicazione o qualsiasi uso fatto, senza autorizzazione, delle informazioni di qualsiasi specie ottenute intercettando le radiocomunicazioni indicate al punto a). »

[modifica] Identificazione delle stazioni radio

Una fase importante del radioascolto è quello della chiara identificazione della stazione ascoltata. L'identificazione può avvenire sulla base di un effettivo annuncio da parte del conduttore del programma, grazie a un jingle musicale o cantato, o a un insieme di indizi riferiti al contenuto del programma (Lingua|lingua utilizzata, località geografiche e personaggi politici citati, eventi e personaggi sportivi, inni nazionali, spot pubblicitari, segnali orari, numeri telefonici e così via).

La caccia alle stazioni lontane e l'ascolto di programmi per l'estero sono facilitati dall'esistenza di repertori che contengono le liste di stazioni attive sulle rispettive frequenze o, nel caso delle broadcast internazionali, dalla disponibilità di guide alla programmazione (in inglese "program schedule") con l'indicazione degli orari e delle frequenze utilizzate per le diverse fasce di programmazione in lingua.

Quando la lista non può essere risolutiva e su una determinata frequenza e in un determinato orario è teoricamente possibile l'ascolto di due o più stazioni, sono utili le considerazioni sui meccanismi propagativi e sugli aspetti storico-statistici che favoriscono l'arrivo di una stazione piuttosto che un'altra. Se anche questi fattori non sono determinanti, non resta che una accurata analisi del segnale ascoltato e possibilmente registrato, ai fini di individuare espliciti annunci o indizi per l'identificazione. Anche così, un certo numero di segnali rimane non identificato e come tale viene normalmente riportato su un log, il diario di bordo che il radioascoltatore è solito tenere come traccia della sua attività.

Come avviene per i radioamatori, anche i radioascoltatori possono contattare la stazione ricevuta per inviare una conferma di ricezione o QSL. Nel caso delle emittenti, o broadcaster internazionali, la QSL può essere una cartolina in cui vengono riportati i dettagli dell'ascolto effettuato, con l'indicazione della località, della data, dell'ora e della frequenza ricevuta. L'emittente radiofonica normalmente alla ricezione di una QSL risponderà con una cartolina ufficiale di conferma ricevimento del rapporto d'ascolto.

[modifica] Le principali bande di frequenza

Il radioascolto viene praticato nei tre ambiti tradizionalmente assegnati alle stazioni radiodiffusive e amatoriali: le onde medie, corte e in FM. Le onde medie, in Europa, sono comprese tra la frequenza di 531 e quella di 1.611 kHz. Le onde corte sono comprese tra i 2.000 e i 30.000 kHz ma gli organi regolatori, in particolare l'ITU (International Telecommunications Union) di Ginevra, assegna alle emittenti locali e internazionali le seguenti bande operative:

Gamme di frequenza in kHz

  • 1.830 - 1.850 (banda dei 160 metri radioamatoriali)
  • 2.300 - 2.495 (banda dei 120 m)
  • 3.200 - 3.400 (banda dei 90 m)
  • 3.500 - 3.800 (banda degli 80 m radioamatoriali)
  • 3.900 - 4.000 (banda dei 75 m)
  • 4.750 - 5.060 (banda dei 60 m)
  • 5.900 - 6.200 (banda dei 49 m)
  • 7.000 - 7.100 (banda dei 40 m radioamatoriali)
  • 7.100 - 7.350 (banda dei 41 m)
  • 9.400 - 9.990 (banda dei 31 m)
  • 10.100 - 10.150 (banda dei 30 m radioamatoriali)
  • 11.600 - 12.100 (banda dei 25 m)
  • 13.500 - 13.870 (banda dei 21 m)
  • 14.000 - 14.350 (banda dei 20 m radioamatoriali)
  • 15.100 - 15.800 (banda dei 19 m)
  • 17.480 - 17.900 (banda dei 16 m)
  • 18.900 - 19.020 (banda dei 15 m)
  • 21.000 - 21.450 (banda dei 15 m radioamatoriali)
  • 21.450 - 21.750 (banda dei 13 m)
  • 25.600 - 26.100 (banda dei 12 m)
  • 26.100 - 27.500 (banda degli 11 m CB)

Lo spettro mondiale della modulazione di frequenza va da 88 a 108 MHz, con diversa spaziatura tra i canali (50 kHz per l'Europa, 200 kHz per il Nord America). Un'altra gamma di frequenze utilizzata solo in Europa, parte dell'Asia e dell'Africa settentrionale sono le onde lunghe, comprese tra 153 e 279 kHz. Nell'intero continente americano, le onde medie sono comprese tra 540 e 1610 kHz, con spaziatura tra i canali pari a 10 kHz (contro i 9 kHz di Europa, Africa, Asia e Oceania). In Nord America e in alcuni stati del Sud America, le onde medie sono state ampliate nella extended band compresa tra 1610 e 1700 kHz. Anche in modulazione di frequenza esistono alcune eccezioni. In Giappone la banda FM speciale è compresa tra 76 e 90 MHz, mentre nelle nazioni dell'ex blocco orientale europeo viene ancora utilizzata, anche se in progressivo smantellamento, la banda compresa tra i 66 e i 72 MHz.

Nelle onde corte o HF sono state assegnate altre bande alle stazioni radioamatoriali e ai servizi non diffusivi civili e militari in supporto alla navigazione aerea o marittima e ad altre attività di pronto intervento, sicurezza e coordinamento (il cosiddetto traffico utility o utilitario).

Questi stessi servizi non diffusivi, operano anche (spesso su scale geografiche locali, o su regioni estese coperte tramite reti di ripetitori) su frequenze superiori ai 30 MHz, in banda VHF, o a 300 MHz, nelle UHF. Anche i satelliti vengono utilizzati a supporto del traffico utilitario - oltre che naturalmente per la ripetizione di trasmissioni diffusive televisive e il trasporto a lunga distanza di traffico telefonico - su frequenze via via più elevate (bande SHF e EHF). Per il monitoraggio delle frequenze VHF o superiori vengono normalmente impiegati ricevitori a larga banda, detti anche scanner (per la capacità di esplorare rapidamente porzioni di spettro molto estese).

Un'ulteriore specializzazione del radioascolto riguarda la ricezione a lunga distanza dei segnali televisivi terrestri trasmessi in gamme VHF (banda I e III) e UHF (banda V). Tra i 48 e i 65 MHz, i segnali televisivi in banda I possono essere ricevuti a distanze notevoli, superiori ai 2.000 km, durante la stagione estiva, in condizioni propagative particolari.

[modifica] La propagazione

Per approfondire, vedi la voce Propagazione.

I segnali radio si propagano a distanza attraverso mezzi propagativi diversi. Le onde elettromagnetiche possono per esempio propagarsi su terra, grazie alle proprietà conduttive del suolo o via cielo, giungendo all'antenna ricevente per via diretta (portata ottica) o attraversando, come nel caso delle onde corte, diversi strati della ionosfera. Le frequenze molto elevate nelle bande delle VHF e UHF possono anche propagarsi per via troposferica. I meccanismi della propagazione ionosferica sono generalmente molto complessi dal punto di vista fisico, perché comportano l'interazione tra le onde elettromagnetiche e le particelle cariche della ionosfera.

A loro volta, queste particelle subiscono l'interazione con diverse forme di radiazione, in particolare quella proveniente dal sole, la cui attività elettromagnetica è complessa e legata a particolari ciclicità. La propagazione delle onde medie e corte è particolarmente legata alle ore di insolazione e alla temporanea presenza di specifici substrati nella ionosfera. Le frequenze più basse, per esempio, in genere quelle inferiori a 5 MHz, si propagano a lunga distanza nelle ore a insolazione bassa o nulla, cioè in prossimità o dopo il tramonto (e prima del completo sorgere del sole). È per questa ragione che la banda europea delle onde medie con l'arrivo dell'oscurità si popola di segnali provenienti da stazioni lontane, che durante il giorno vengono completamente assorbiti dalla ionosfera. Sulle onde corte, dove la maggior parte delle emittenti internazionali concentrano le loro trasmissioni per l'estero, è piuttosto agevole ricevere i programmi diffusi da stazioni molto lontane, anche da distanze antipodali.

[modifica] Le stazioni non broadcast

Sperimentata da Marconi per applicazioni molto diverse dalla diffusione sonora (inventata molti anni dopo), la radio viene utilizzata a supporto di un grande numero di attività professionali, pronto intervento ed emergenza, in ambiti civili e militari. Inoltre le applicazioni radiotelefoniche, dove la trasmissione in radiofrequenza sostituisce una linea fisica come un cavo in rame o in fibra ottica. Sono in contatto radio tra loro i piloti e gli addetti al controllo del traffico aereo, o gli agenti di pubblica sicurezza con le centrali operative. Ma anche le squadre di riparazione tecnica o gli equipaggi delle ambulanze si servono di ponti radio per gestire comunicazioni fondamentalmente punto-punto, che avvengono cioè tra due interlocutori o tra un interlocutore con ruolo di coordinamento (il dispatcher) e un gruppo ristretto o localizzato di singoli agenti/operatori.

Esistono anche applicazioni ancora più specifiche come la trasmissione di notizie e contenuti professionali (per esempio le mappe meteorologiche) o segnali diffusi per agevolare il posizionamento geografico delle persone o dei veicoli che ricevono tali segnali. Tutto questo tipo di traffico non diffusivo rientra tra le applicazioni cosiddette utilitarie della radio (dal termine inglese utility) e possono avvenire in modalità voce o radiotelegrafica, sfruttando anche nuove tecniche di modulazione dei segnali. Le reti radiomobili di telefonia civile e militare, basate per esempio su standard come il GSM, possono in un certo senso essere assimilate alla radio utilitaria e in genere sono classificate anch'esse nell'ambito dei servizi non broadcast, o non diffusivi.

L'intero spettro della radiofrequenza prevede opportune porzioni destinate alle varie attività diffusive, amatoriali e non diffusive. La regolamentazione di questo spettro viene coordinata a livello internazionale dall'ITU, agenzia delle Nazioni Unite per la regolamentazione delle telecomunicazioni, nel corso di periodiche World Radio Conference. Un ristretto gruppo di ascoltatori specializzati si dedica all'intercettazione di alcune tipologie di servizi utilitari, in particolare sulle frequenze delle onde corte (HF) evidentemente soggette agli stessi meccanismi propagativi delle stazioni diffusive sonore.

L'intercettazione dei segnali e dei contenuti non adibiti a fruizione da parte del pubblico generico non è sempre consentita dalle diverse legislazioni nazionali, che in particolare vietano assolutamente la divulgazione delle notizie intercettate. La natura sensibile di parte del traffico intercettabile può infatti dare luogo a impieghi del tutto illegali. Per questo, il monitoraggio delle stazioni utilitarie, altrimenti noto come Utility DXing va condotto con discrezione e senso di responsabilità.

[modifica] La radio digitale

Per approfondire, vedi la voce Radio digitale.

I servizi radiofonici locali e internazionali si servono essenzialmente di due tipi di modulazioni per diffondere i loro contenuti sonori: la modulazione di ampiezza (AM) e la modulazione di frequenza (FM). In entrambi i casi la frequenza del segnale portante viene modificata direttamente dal segnale sonoro analogico e trasmessa dall'impianto emittente. In ricezione, il segnale misto viene demodulato per estrarre dalla portante ricevuta il segnale sonoro originario. Naturalmente è possibile modulare il segnale della portante con un segnale sonoro che sia stato digitalizzato in precedenza. Il flusso di informazione digitale può quindi andare a modulare la portante attraverso modulazioni molto complesse, che sfruttano la variabilità della portante stessa in domini di ampiezza, tempo, frequenza e fase. Nuovi tipi di modulazione digitale sono stati inventati per applicazioni broadcast e non broadcast. Il già citato GSM è uno standard che prevede la modulazione digitale delle portanti. Nel corrispettivo ambito televisivo esiste lo standard DVB.

Anche per la diffusione radiofonica si stanno sperimentando diverse alternative digitali alle tradizionali modulazioni analogiche, anche se il grado di accettazione da parte del mercato varia in funzione di considerazioni di allocazione delle porzioni di frequenza, disponibilità della componentistica per la costruzione di impianti trasmissivi e apparati riceventi e costi di implementazione e transizione dai vecchi ai nuovi sistemi. A volte, le necessità di impiego delle frequenze prevedono infatti la vera e propria sostituzione o aggiornamento dei precedenti servizi. In altri casi i nuovi servizi digitali possono essere sperimentati in situazioni che non impattano sullo status quo. Un esempio ormai consolidato viene dalla televisione digitale, sperimentata inizialmente attraverso frequenze satellitari che hanno per così dire affiancato sia le trasmissioni televisive satellitari analogiche, sia le trasmissioni analogiche terrestri. Lo standard DVB-S è quindi meno "rivoluzionario" del più recente DVB-T, usato in Europa per le nuove trasmissioni televisive digitali terrestri. Queste ultime utilizzano canali di una banda UHF, assegnata anche al servizio televisivo analogico e tutto ciò implica la creazione di accordi preliminari per la gestione dei canali da assegnare ai due tipi di modulazione del segnale, eventualmente nell'ottica di una sostituzione graduale ma completa del vecchio servizio da parte dei nuovi.

La trasformazione della radio diffusiva analogica procede a ritmi molto variabili e in questo momento si concentra su almeno tre standard, due sviluppati in Europa (il DAB e il DRM), uno negli Stati Uniti (IBOC). Il DAB, Digital Audio Broadcast, basato su standard Eureka 147, era stato pensato per l'evoluzione della radio in modulazione di frequenza ed è al tempo stesso il sistema più consolidato, diffuso e utilizzato commercialmente. In Europa è in uso ufficiale da tempo in Gran Bretagna e in misura inferiore in Germania. Altre nazioni hanno avviato reti sperimentali e alcune hanno già deciso, sulla base degli esperimenti, di non utilizzare il DAB in futuro. Solo recentemente, ad inizio 2005, l'Italia ha deciso per l'assegnamento di licenze DAB, che utilizza due diverse bande di frequenza: in VHF (banda III dai 174 ai 240 MHz) e UHF (banda satellitare L-band dai 1452 ai 1492 MHz). In Italia, Agcom ha deciso di assegnare le licenze per impianti terrestri DAB a partire dalla banda L e solo in subordine nella banda III oggi utilizzata per la sperimentazione in corso da alcuni anni da parte di network radiofonici e stazioni pubbliche e private.

All'inizio del 2007 il consorzio internazionale per il DAB ha approvato alcune modifiche allo standard, in particolare nel dominio dei codec audio, che sono stati aggiornati allo stato dell'arte delle tecnologie di compressione. Il consorzio ha anche cambiato nome e ora si chiama World DMB Forum. La sigla DMB, Digital Media Broadcasting, deriva da una variante di Eureka 147 studiata e applicata in Corea del Sud. Nel mese di febbraio 2007, la stessa Rai ha avviato una sperimentazione del DMB attraverso l'attuale sistema di impianti utilizzati (in Banda III) per il DAB. Il test prevede anche la trasmissione di immagini prevista dal sistema DMB (che è anche in grado di trasmettere video digitale di tipo televisivo).

Il DRM o Digital Radio Mondiale è uno standard affine al DAB pensato inizialmente per l'evoluzione qualitativa dei segnali trasmessi sulle onde corte dalle emittenti internazionali. In seguito sono state avviate sperimentazioni sulle attuali frequenze delle onde medie e onde lunghe analogiche ed è allo studio una versione del DRM per la banda della modulazione di frequenza (88-108). Utilizzando bande condivise, il DRM comporta però alcune problematiche di interferenza nei confronti dei servizi analogici. Oggi il DRM viene utilizzato da un gruppo di emittenti internazionali e da alcune stazioni in onde medie europee.

L'IBOC, sviluppato negli USA per l'evoluzione dei servizi analogici in onde medie (AM) e FM, si basa su standard diversi che consentono la modulazione ibrida delle portanti, con una componente analogica affiancata a una componente digitale. In questo modo IBOC consente una sperimentazione parallela anche in assenza di apparecchi commerciali capaci di ricevere questo standard. Come il DRM anche IBOC comporta tuttavia complesse problematiche di interferenza ai segnali analogici tradizionali su frequenze adiacenti a quelle utilizzate, soprattutto sulle frequenze delle onde corte e delle onde medie (che subiscono in condizioni di oscurità un rafforzamento propagativo importante). I problemi di interferenza sono legati al fatto che nei ricevitori analogici le modulazioni digitali tendono a essere percepite come fastidiosi spettri rumorosi, che possono coprire o alterare lo spettro sonoro originale. Il vantaggio della ricezione digitale sull'analogico è però dato da una maggiore resa qualitativa (specie nei casi in cui il segnale analogico sia disturbato da rumori elettrici ed evanescenze propagative) e spesso da un impiego più razionale delle frequenze disponibili.

Tra i sistemi di tipo IBOC, In Band-On Channel, attualmente in funzione si segnalano HD Radio di Ibiquity, già on air da numerose stazioni in onde medie e FM e il FMeXtra, sviluppato sempre negli Stati Uniti da Digital Radio Express. Se HD Radio è caratterizzato da una complessa struttura spettrale in cui le componenti analogiche e digitali si mescolano tra loro, FMeXtra sfrutta il principio delle sottoportanti dello spettro FM emesso da una stazione per inserire, accanto alla normale modulazione analogica, un flusso di informazioni digitali corrispondente a uno o più programmi distinti (fino a due programmi stereofonici o quattro monofonici).

Non è ancora possibile dire se i segnali digitali del DRM o dell'IBOC consentiranno una attività di ricezione a lunga distanza simile a quella che per almeno 80 anni ha caratterizzato le stazioni analogiche. Per quanto disturbato e debole, un segnale analogico viene fondamentalmente decodificato dall'orecchio umano, che è capace di interpretare i contenuti anche in casi di forte compromissione del segnale originario; mentre su una modulazione digitale devono intervenire strumenti software caratterizzati da una ben definita soglia di intelligibilità. Quando la ricostruzione di un segnale digitale è possibile, la resa qualitativa può essere eccellente. Ma se la percentuale di informazione chiara non è sufficiente, la resa può addirittura essere nulla.

Maggiore è la preoccupazione riguardante l'impatto che un segnale digitale può avere su una banda occupata anche da segnali analogici. Il rischio di questa fase di sperimentazione, caratterizzata dalla scarsa disponibilità di apparecchi in grado di demodulare standard come il DRM, è che i segnali analogici vengano disturbati dalle interferenze digitali anche oltre la soglia di intelligibilità di questi ultimi. Studi piuttosto approfonditi effettuati da appassionati di radioascolto americani su IBOC, dimostrano che le interferenze sui deboli segnali delle stazioni lontane possono essere devastanti per l'attività di radioascolto.[citazione necessaria]

[modifica] Fonti e le organizzazioni di radioalscolto

Fin dagli albori della radiofonia sonora diffusiva, che ha fatto il suo debutto negli Stati Uniti nei primi anni Venti del XX secolo, si è diffusa la passione per la "caccia" alle emittenti più lontane. Il primo pubblico della radio era costituito da hobbysti in grado di costruirsi da soli apparecchi riceventi molto costosi nelle prime versioni commerciali e soprattutto in grado di sperimentare sul campo la disponibilità di stazioni e programmi in una fase pionieristica sostanzialmente priva di fonti informative sul nascente mercato dell'offerta di contenuti radiofonici.

Prima dell'avvento di pubblicazioni specializzate come l'italiano Radioradio, gli appassionati hanno conosciuto solo pubblicazioni hobbystiche equivalenti alle attuali fanzine. Ancora oggi esiste, nell'ambito degli appassionati, una abbondante produzione di informazione interna fatta di segnalazioni di stazioni ascoltate, liste di frequenze e pubblicistica sulle tecniche e gli apparati più adatti all'ascolto. Oggi questa produzione si può ottenere principalmente via Internet, che fa inoltre da piattaforma di scambio e coordinamento per le associazioni organizzate di radioascoltatori (tra club locali o specializzati e organismi nazionali). Parte delle informazioni viene tutt'ora veicolate attraverso pubblicazioni cartacee realizzate su base volontaria o dietro il semplice rimborso spese. Accanto a queste, sopravvive un filone di pubblicazioni cartacee commerciali distribuite attraverso i normali canali delle librerie e delle edicole.

Come in quasi tutti gli interessi hobbystici, la filiera informativa e organizzativa del radioascolto passa quindi per manuali e riviste realizzati da strutture professionali, club e associazioni costituiti e gestiti su base volontaria e non-profit, spesso impegnati nella produzione di bollettini, newsletter e fanzine e una grande varietà di fonti su Internet (versioni online delle varie fanzine, portali settoriali, pagine individuali e mailing list) che possono essere facilmente individuate e consultate grazie ai motori di ricerca. A queste fonte tradizionali e alla loro nuova versione elettronica si aggiungono le informazioni ufficiali pubblicate sui siti Web delle emittenti da ascoltare, che spesso mettono a disposizione i programmi in streaming e sono quindi particolarmente utili per l'identificazione dei segnali ascoltati contemporaneamente attraverso la radio. Per le stazioni più deboli e rare si possono utilizzare anche le fonti informative web di tipo geopolitico, linguistico, musicale e politico.

Sul versante manualistico, oltre ad alcuni libri dedicati all'argomento del radioascolto e alle problematiche correlate, come l'emittenza internazionale o la storia della programmazione radiofonica, esiste una guida molto autorevole al mondo della radio. Pubblicato la prima volta nell'immediato dopoguerra in Danimarca (ma in lingua inglese), il World Radio Handbook, successivamente World Radio Tv Handbook, oggi viene pubblicato in Gran Bretagna. Il repertorio annuale raccoglie nazione per nazione tutti i dettagli sugli enti radiotelevisivi nazionali e le stazioni pubbliche e private, segnalando per ciascuna emittente le frequenze operative e gli orari della programmazione, eventualmente nelle diverse lingue nazionali e internazionali.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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