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Pignatelli - Wikipedia

Pignatelli

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Stemma della famiglia Pignatelli
Stemma della famiglia Pignatelli

Pignatelli, nobile famiglia siciliana, napoletana e pugliese, fra le più potenti del panorama italiano. Un esponente della famiglia, Antonio Pignatelli (Spinazzola, 13 marzo 1615 - Roma, 27 settembre 1700) diventerà Papa Innocenzo XII. Fanno parte della stirpe numerosi cardinali, viceré di Sicilia e un santo, San Giuseppe Pignatelli di Fuentes (17371811), canonizzato nel 1954 da Papa Pio XII: la sua celebrazione cade il 14 novembre. Nella famiglia convergeranno le eredità in titoli e apparentamenti di tre grandi genealogie europee, tanto che alla fine i rappresentanti della famiglia ne porteranno tutti e quattro i cognomi: Pignatelli Aragona Tagliavia Cortes.

Indice

[modifica] Storia della famiglia

Molti autori tracciano un'origine longobarda dei Pignatelli. Le prime memorie documentate risalgono al 1102 con Lucio Pignatelli, Conestabile di Napoli. Poi Rodolfo (1150), inviato da Guglielmo I di Sicilia a Papa Adriano IV. Successivamente Giovanni invece compare fra coloro che sottoscrissero un privilegio in favore della città marinara di Amalfi.
Nel sud Italia i Pignatelli appoggiarono l'avvento di Carlo I d'Angiò, tanto che nel 1269 Bartolomeo Pignatelli, arcivescovo di Cosenza ebbe in compenso la signoria di Caserta per la sua famiglia e l'iscrizione dei consanguinei nei seggi di Nido e Portanuova del Patriziato di Napoli.[1]. Secondo il testo di un antico documento dell’Archivio Pignatelli di Monteroduni, due appartenenti alla nobile famiglia parteciparono alla Prima Crociata nel 1094[2]. Lo stesso documento sottolinea l'episodio epico che starebbe alla base originaria del cognome "Pignatelli", racconto riportato in altri antichi volumi di ricostruzione genealogica: Landolfo era un ufficiale del Re ruggero e in combattimenti al palazzo imperiale di Costantinopoli, dopo un ennesimo assalto, se ne ritornò con un bottino. Era una serie di tre pignatte o tre grandi vasi d'argento.

La sequenza genealogica Pignatelli continua con Riccardo (1250).

In tempi successivi venne Tommaso, Governatore d'Atri (1431) e nel XV secolo la famiglia si suddivise nei tre tronconi principali rappresentati da Carlo, Stefano e Palamede.

Per essere più precisi, la famiglia ampliò sempre più la propria sfera d'influenza, tanto da accumulare titoli a Napoli, Aversa, Bari, Benevento, Lucera, Tropea, Roma, Venezia, oltre che in Sicilia, Spagna e Messico[3]. Ettore Pignatelli, conte e successivamente duca di Monteleone, fu per diciotto anni, presidente del Regno di Sicilia, durante il regno dell'imperatore Carlo V. Non molto fortunato in battaglia, in quanto fu fatto prigioniero in uno scontro contro l'armata francese. In precedenza fu ambasciatore in Spagna per cercare di perfezionare il matrimonio fra il primogenito di Federico d'Aragona e la figlia di Ferdinando il Cattolico.[1]

Ettore Pignatelli
Ettore Pignatelli

L'accumulo di poteri e feudi nella famiglia Pignatelli avvenne spesso con matrimoni fra i componenti degli stessi tre rami della famiglia.

Ettore III, IV duca di Monteleone (15721622) , capitano generale di Catalogna e viceré di Barcellona, gran conestabile e grande ammiraglio di Sicilia, discendente di Carlo (precedentemente citato), cooperò alla cacciata dei Mori dal regno di Valencia (1609). Sposò Caterina Caracciolo, contessa di Sant'Angelo dei Lombardi. Dal matrimonio nacque Geronima, l'ultima di questo ramo, nonché V cuchessa di Monteleone, contessa di Borrello, viceregina di Aragona nel 1655. La soluzione per ovviare all'estinzione della progenie, venne proprio da un parente vicino. Geronima fu data in sposa a Fabrizio Pignatelli, V marchese di Cerchiara , III principe di Noja, centro fra Basilicata e Lucania. Vengono così a trovarsi nelle stesse mani altre cinque signorie: il Ducato di Monteleone, il Contado di Borrello, la Baronia di Mesiano e Rosario e la Contea di Sant'Angelo di Lombardi per successione Caracciolo dalla contessa Caterina.

Papa Innocenzo XII, invece, appartiene al ramo di Palamede Pignatelli, dei marchesi di Cerchiara e di Spinazzola, principi di Minervino (signoria ereditata per successione Carafa). Fu proprio la discendenza Pignatelli del Pontefice a unire altri tre cognomi prestigiosi (Aragona, Tagliavia, Cortes) e, conseguentemente, a legarsi in parentela con Ferdinando Cortes, il Conquistatore del Messico. Tutto risale al matrimonio di Ettore Pignatelli, marchese del Vaglio, con Giovanna Aragona Tagliavia Cortes, figlia di Stefania Carrillo Cortes, nipote del Conquistatore. L'unione di questa mole di cognomi, ricchezze e potere venne articolato nel 1639 nei documenti firmati dal notaio palermitano P. Graffeo (o Grifeo). Alla morte della nobildonna Stefania Carrillo, anche i titoli messicani di marchese di Valle Oaxaca e conte di Priego finirono nelle mani di Ettore e Giovanna.[4]

Poi, Nicolò, duca di Monteleone, principe di Castelvetrano, anche lui viceré in Sicilia e Sardegna nel periodo 1719-1722; Diego, principe di Castelvetrano, cavaliere nel 1724 del Toson d’Oro, grande Almirante e gran connestabile del Regno di Sicilia, colonnello di un reggimento di corazzieri a Napoli; il tenente generale Francesco, principe di Strongoli, vicario generale delle due Calabrie incaricato dei soccorsi dopo il terremoto del 1783 e in seguito aiutante di campo di Ferdinando IV di Napoli durante le vicende della Repubblica Partenopea, fu anche viceré generale del regno e presidente della suprema giunta di guerra fino alla venuta dei francesi, per seguire poi il re nell'esilio in Sicilia, ancora alla guida della Sicilia, Domenico, nobile napoletano, arcivescovo di Palermo, con cedola reale del 31 maggio 1802, eletto presidente e capitan generale del regno.

Esponente di spicco della famiglia fu Giuseppe Pignatelli di Fuentes (San Giuseppe Pignatelli, 1737 – 1811), figlio di Antonio, capostipite della linea familiare dei conti di Fuentes e di Maria Francesca de Moncayo Blanes y Centelles, contessa di Fuentes. Entrò giovanissimo nella Compagnia di Gesù e subì tutte le vicissitudini legate alla soppressione dell'Ordine da parte di Papa Clemente XIV, mantenendo i contatti con i confratelli e preparando la ricostituzione dell'Ordine che avvenne nel 1801. Salì all'onore degli altari nel 1954.

[modifica] Viceré e presidenti del Regno di Sicilia

Viceré
1517 - Ettore Pignatelli, conte e poi duca di Monteleone;
1719 - Niccolò Pignatelli, duca di Monteleone;
1802Domenico Pignatelli, arcivescovo di Palermo.

Presidenti del Regno
1522 - Camillo Pignatelli, conte di Borrello;
1802 - Cardinale Domenico Pignatelli, arcivescovo di Palermo e di Monreale.

[modifica] Cardinali

[modifica] Unioni con altre famiglie - Cresce il potere

Casato potente, quello dei Pignatelli, tanto che l'unione matrimoniale con altre famiglie italiane ed europee annovera cognomi e blasoni di alto livello. Senza contare i tanti matrimoni con Caracciolo, Carafa, Piccolomini, Capece, appartenenti ai vari rami Pignatelli (unioni numerose queste ultime, come quelle con i Caracciolo), si possono trovare presenze particolari, o altisonanti che segnano alleanze con Casati influenti di tutto il vecchio continente.

Basta iniziare da Ettore II Pignatelli, II Duca di Monteleone e II Conte di Borrello, patrizio di Napoli e di Messina (dal 1542), che sposa Emilia Ventimiglia, figlia di Simone, Marchese di Geraci.

Poi, Giovanna Pignatelli che il 9 novembre 1586 si unisce a Carlo Aragona Tagliavia, I principe di Castelvetrano, gran connestabile e gran ammiraglio del Regno di Sicilia.

Caterina Pignatelli è protagonista di un'altra alleanza matrimoniale sposando a Palermo nel 1532, Francesco Moncada, I principe di Paternò.

  • Questo per quanto riguarda i Pignatelli del ramo dei duchi di Monteleone.

E ancora, Luigi Pignatelli della Leonessa, VII principe di Monteroduni (1885 - 1930), sposa a Messina, il 19 novembre 1908, Maria dei Marchesi Ajossa (1889 - 1968), figlia di Giovanni, Marchese di Flumari e di Concetta Natoli Grifeo dei Principi di Partanna.

  • Passando ai duchi di Bisaccia e principi di Gavre, le unioni si allargano al territorio europeo.

Nicola (1658 - 1719), VI duca di Bisaccia, sposa a Bruxelles il 5 luglio del 1695, la contessa Maria Chiara Angelica Van Egmond (1661 - 1714), figlia del Conte Ludovico Filippo II, VI principe di Gavre[5] e di Maria Ferdinanda de Croy. Da qui il passaggio del titolo di Gavre in Casa Pignatelli.

Guido Felice (1720 - 1753), IX principe di Gavre, VIII duca di Bisaccia, XIII conte d’Egmont, barone di Cerignola, Riesi e Cipolla, si unisce a Parigi, il 5 novembre 1744, con Amaible-Angélique de Villars, figlia naturale di Jean Philippe d’Orléans, a sua volta figlio illegittimo del Duca Filippo II d’Orléans, reggente di Francia.

La sorella di Guido Felice, Henriette Nicole, il 10 giugno 1738 sposa a Parigi, Carlo Maria d’Albert, duca di Chevreuse e di Luynes.

Ettore IV (1620 - 1674), IV principe di Noja e conte di Borrello in quanto primogenito del padre (V duca di Monteleone), fu un personaggio di grande importanza politica in Spagna. Ricoprì le cariche di viceré del Regno d’Aragona e Grande del Regno di Castiglia, ambasciatore spagnolo dall’Imperatore e nello Stato Pontificio, nel 1649 giunse pure ad avere l'incarico di accompagnare l’arciduchessa Marianna d’Asburgo alle nozze con re Filippo IV di Spagna. Fu con Ettore che avvenne l'unione con gli Aragona Tagliavia, quando il nobiluomo sposò a Palermo il 16 giugno 1637, Donna Giovanna Aragona Tagliavia Cortés, principessa di Castelvetrano, V duchessa di Terranova, marchesa di Avola, marchesa della Valle d’Oaxaca (in Messico). Ettore divenne uno dei più potenti nobiluomini d'Italia e fra i più influenti d'Europa.

Ultimo esempio, il principe Federico (1864 - 1947), che il 25 ottobre 1886, a Palermo, sposò Donna Eleonora Lanza Branciforte, figlia del principe Francesco Lanza e di Rosa Mastrogiovanni Tasca dei conti di Almerita.

[modifica] Arma

Blasonatura: d'oro, con tre pignatte di nero, poste 2, 1, quelle in capo affrontate.
Mantello di velluto scarlatto frangiato d'oro.
Corona, di principe.
Motto: Feliciorem

[modifica] Note

  1. ^ a b Dizionario Enciclopedico Italiano dell'Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - volume con voci da "Pao" a "Pz", pagine 414 e 415
  2. ^ Dal sito ufficiale della Famiglia Pignatelli
  3. ^ Dal Nobiliario di Sicilia del Dottor A. Mango di Casalgerardo, visibile online dal sito della Regione Sicilia - Biblioteca regionale
  4. ^ Già nel 1639 la rendita annuale dei feudi più significativi dava ai capofamiglia Pignatelli la bellezza di 73.663 scudi, più altri 49.892 in denaro liquido, il terzo patrimonio e la terza rendita in assoluto più grande in Sicilia: da "Ordine con cui intervennero li tre bracci del Parlamento celebrato in Messina nel mese di marzo 1639" di Alberico Lo Faso di Serradifalco.
  5. ^ Famosa dinastia olandese - I conti di Gavre, compreso Ludovico Filippo (l'ultimo), sono elencati in questa pagina di Wikipedia versione Olanda

[modifica] Bibliografia

  • Archivio di Casa Pignatelli, custodito nell’Archivio di Stato di Napoli, fondo Archivi Privati;
  • Dizionario Storico-Blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, estinte e fiorenti, del Commendatore Giovanni Battista di Crollalanza - Direzione del Giornale Araldico - Pisa 1886;
  • Della Sicilia Nobile, di Francesco M. Emanuele e Gaetani, Marchese di Villabianca, Signore del Castello di Mazara e della Baronia della Merca - stampato a Palermo MDCCLIV - nella Stamperia de' Santi Apostoli, in piazza Vigliena, per Pietro Bentivenga;
  • Il Blasone In Sicilia, Dizionario Storico-Araldico della Sicilia, di V. Palizzolo Gravina, Barone di Raimone - Ristampa anastatica dell'edizione 1871-1875, Editori Visconti & Huber, Tipografia Ignazio Mirto, Palermo.


[modifica] Collegamenti esterni



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