Pausania (generale)
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Pausania figlio di Cleombroto (Sparta, fra il 515 e il 510 a.C. – Sparta, fra il 471 a.C. e il 469 a.C.) è stato un sovrano e condottiero greco, reggente di Sparta dopo la morte di Leonida, a causa della minore età di Plistarco.
Nel 479 a.C. sconfisse i Persiani guidati da Mardonio, il generale incaricato da Serse di sottomettere la Grecia, quando era già avvenuta la dura sconfitta navale di Salamina ad opera dei Greci, nella Battaglia di Platea, in Beozia. Messi in fuga i Persiani, prese poi di mira Tebe, costringendo l'assediata a deprecare l'appoggio dato a Serse.
Nel 478 a.C. sostituisce Leotichida al comando della flotta ellenica, libera le città greche a Cipro, ma non quelle fenicie e Bisanzio, indebolendo la potenza navale persiana nell'Egeo. Ma il rapporto fra gli Ioni, ora liberi dai Persiani ma pur sempre vicini agli Ateniesi, e gli Spartani che avevano il comando non durò a lungo. Pausania si fece mal volere perché si lasciò andare a comportamenti tirannici, circolò anche la voce di contatti con i Persiani. Gli Ateniesi, con il permesso degli Spartani, lo espulsero da Bisanzio con l’intervento di Cimone, sostituendolo con Aristide al comando della coalizione greca. Pausania allora, dopo aver occupato Celene nella Troade, di ritorno a Sparta (circa 471-469 a.C.) fu accusato di preparare un colpo di stato con l'aiuto degli Iloti e contro l'eforato. Per salvarsi dall'arresto si rifugiò nel tempio d’Atena Calcieco, dove fu murato e morì di fame. Per avvalorare la fondatezza dell’accusa di tradimento mossagli, furono rese pubbliche, dopo la morte, una sua lettera al re di Persia e la risposta di questi a Pausania. La lettera del re di Persia era autentica, quella di Pausania al re di Persia risultò essere un falso.
