Patria del Friuli
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Patria del Friuli | |||||||||
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Descrizione generale | |||||||||
Nome completo: | Patriarcato di Aquileia - Patria del Friuli | ||||||||
Nome ufficiale: | Patrie dal Friûl | ||||||||
Lingue: | latino, friulano, veneziano | ||||||||
Capitale: | Udine | ||||||||
Altre capitali: | Aquileia - Cividale del Friuli | ||||||||
Dipendente da: | Sacro Romano Impero - Repubblica di Venezia dal 1420 | ||||||||
Forma politica | |||||||||
Forma di governo: | Principato ecclesiastico | ||||||||
Patriarca - Provveditore Generale o Luogotenente Generale: | Elenco dei Patriarchi | ||||||||
Organi deliberativi: | Parlamento | ||||||||
Nascita: | 1077 con Patriarca Sigeardo di Beilstein | ||||||||
Fine: | 1420 (come stato indipendente) - 1797 | ||||||||
Territorio e popolazione | |||||||||
Bacino geografico: | Friuli | ||||||||
Religione e Società | |||||||||
Religioni preminenti: | cattolicesimo | ||||||||
Religione di stato: | cattolicesimo | ||||||||
Evoluzione storica | |||||||||
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La Patria del Friuli (Patrie dal Friûl in friulano) è l'appellativo che veniva dato, fin dal XII secolo, allo Stato Patriarcale di Aquileia, corrispondente ad un'unità territoriale, etnica e culturale presente fin dal Medioevo in questa regione.
Indice |
[modifica] Lo Stato Patriarcale di Aquileia
Per approfondire, vedi la voce Patriarcato di Aquileia. |
Il 3 aprile 1077 il patriarca Sigeardo di Beilstein ottenne dall'imperatore Enrico IV, per la sua fedeltà al potere imperiale, l'investitura feudale di Duca del Friuli, Marchese d'Istria e il titolo di Principe, costituendo quindi il Principato ecclesiastico di Aquileia, feudo diretto del Sacro Romano Impero.
Tale linea filo-imperiale, seguita anche dai successori di Sigeardo, che per lungo tempo saranno tutti di origine germanica, permise loro di consolidare lo Stato, la Patrie dal Friûl, che oltre a tale regione incluse in periodi storici diversi anche Trieste, l'Istria, la Carinzia, la Stiria, il Cadore.
Sotto il patriarcato di Volchero (1204-1218) grande impulso fu dato ai traffici commerciali ed alle attività produttive, fu migliorata la rete viaria e brillante fu anche l'attività culturale.
A Volchero successe il patriarca Bertoldo (1218-1251) il quale ebbe fin dall'inizio un occhio di riguardo per la città di Udine che in breve tempo passò da piccolo villaggio a metropoli. L'attuale Cividale del Friuli fu sede del Patriarcato del Friuli fino al 1238, anno in cui il Patriarca si trasferì a Udine che assumerà in tal modo sempre maggiore importanza divenendo col tempo la capitale istituzionale del Friuli. Le mire di conquista dei ghibellini Ezzelino III da Romano e Mainardo III, conte di Gorizia, costrinsero il patriarca a cercare aiuto nel partito avversario (quello guelfo) alleandosi con Venezia e con il duca di Carinzia.
Divenuto elemento di forza della lega Guelfa il Friuli si avviò in un periodo di declino: il patriarca non riusciva più a conservare la coesione tra i comuni e frequenti divennero i tradimenti, le congiure e le lotte tra vassalli. Il conte di Gorizia divenne il principale avversario dell'autorità patriarcale. Nel 1281 scoppiò un conflitto con la Repubblica di Venezia per il possesso di parte dell'Istria.
Una fase di recupero si ebbe con il patriarcato di Bertrando (1334-1350) che conseguì numerosi successi sul piano militare e diplomatico senza mai trascurare i suoi doveri di vescovo. Il 6 giugno del 1350, ormai novantenne fu ucciso da una congiura guidata dal conte di Gorizia e dal comune di Cividale.
Il Patriarca Marquardo di Randeck (1365-1381) raccolse tutte le leggi emanate in precedenza nella Constitutiones Patriae Foriiulii, ossia Costituzione della Patria del Friuli base del diritto friulano, che promulgò l'11 giugno 1366.
Seguì un lungo periodo di contrasti interni, principalmente tra le città di Udine e di Cividale. Con Cividale si schierarono gran parte dei comuni friulani, i carraresi ed il Re d'Ungheria; con Udine si schierò invece Venezia.
Nel 1411 il Friuli divenne campo di battaglia per l'esercito imperiale (schierato con Cividale) e quello veneziano (schierato con Udine). Nel dicembre del 1411 l'esercito dell'imperatore si impadroniva di Udine; il 12 luglio 1412 veniva nominato nel Duomo di Cividale il patriarca Ludovico di Teck. Il 13 luglio 1419 i veneziani occuparono però Cividale e si prepararono alla conquista di Udine, che cadde il 7 giugno 1420, dopo una strenua difesa. Subito dopo cadevano Gemona, San Daniele, Venzone e Tolmezzo: era la fine dello stato patriarcale friulano.
[modifica] L'annessione alla Repubblica di Venezia
Nel 1445, dopo la sconfitta del Patriarca Ludovico Trevisan, i territori dell'ormai ex-principato ecclesiastico passarono sotto il dominio della Repubblica di Venezia, che li incorporò, col nome di Patria del Friuli, quali entità autonoma nel corpo dei suoi Domini di Terraferma.
A capo dell'entità territoriale venne posto un Provveditore Generale o Luogotenente, risiedente in Udine, che continuò ad essere affiancato dal parlamento o Consiglio Generale.
Il territorio venne suddiviso in otto quartieri, quattro al diquà del Tagliamento e quattro al dilà, mentre nei singoli reggimenti, cioè nelle singole città, castelli e borghi, vennero invati dei magistrati veneziani ad affiancare le autorità locali.
Nel 1797, con la caduta della Repubblica di Venezia e il trattato di Campoformio i territori friulani passarono sotto il controllo degli Asburgo d'Austria.
[modifica] Il Parlamento del Friuli
Lo Stato patriarcale del Friuli s'impose come una delle più ampie e potenti formazioni politiche dell'Italia del tempo, dotandosi fin dal XII secolo di un Parlamento, espressione massima della civiltà friulana sotto il profilo istituzionale. Tale organismo prevedeva una rappresentanza assembleare anche dei comuni e non solo dei nobili e del clero. La prima seduta si tenne il 6 luglio del 1231, e vi parteciparano le città di Aquileia, Cividale, Udine, Gemona, Tolmezzo e Sacile. In seguito si aggiunsero anche Monfalcone, Marano, Portogruaro, Venzone, Fagagna, Meduna, San Vito al Tagliamento e Caneva. La vita di questa istituzione si protrasse per oltre sei secoli, il Parlamento fu mantenuto anche sotto la dominazione veneziana, anche se in parte svuotato di potere, era composto da 70 membri, detti voci: 13 rappresentanti delle città e borghi, 12 rappresentanti del clero e 45 rappresentanti della nobiltà feudale. Si riunirà per l'ultima volta nel 1805, fu poi abolito da Napoleone Bonaparte.
[modifica] Bibliografia
- Bertolini G.L., Rinaldi U.: Carta politico amministrativa della Patria del Friuli al cadere della Repubblica Veneta, Società Storica Friulana, Udine, 1913.
- Cargnelutti L., Corbellini R.: Udine Napoleonica. Da metropoli della Patria a capitale della provincia del Friuli, Arti Grafiche Friulane, Udine, 1997.
- Cerroni D., Gasperi P.: Il secondo periodo veneto (Seicento/Settecento), in Enciclopedia Monografica del Friuli, Istituto per l'enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, Udine, 1971.
- Corbanese G.G.: Il Friuli, Trieste e L'Istria nel periodo veneziano, Edizioni Del Bianco, Trieste, 1987.
- Ellero G.: DAF Dizionario autonomistico friulano, Istitût Ladin-Furlan Pre Checo Placerean, Codroipo, 2007
- Leicht P.S.: Breve storia del Friuli, Libreria editrice Aquileia, Udine, 1976.
- Menis G.C.: Storia del Friuli. Dalle origini alla caduta dello Stato patriarcale (1420) con cenni fino al 20° secolo , Società Filologica Friulana, Udine, 2002
- Paschini P.: Storia del Friuli, (IV edizione), Arti Grafiche Friulane, Udine, 2003.