Partito Popolare Austriaco
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Il Partito Popolare Austriaco (in tedesco Österreichische Volkspartei, ÖVP) è uno dei più antichi partiti politici austriaci, di orientamento popolare e cristiano-sociale.
[modifica] Storia
Nell'ultimo decennio, la fine del "pericolo comunista", la secolarizzazione della società occidentale e l'allargamento dell'Unione Europea a Stati dove non è presente la tradizione cristiano-democratica, hanno fatto si che partiti come la ÖVP e la CDU/CSU si caratterizzassero sempre più come partiti conservatori, anziché moderati.
In Austia, l'ÖVP ha governato quasi sempre in alleanza con la SPÖ, i socialdemocratici, siccome il sistema proporzionale, spesso, non assicurava a nessuno dei due partiti la maggioranza assoluta dei parlamentari. Dalla fine degli anni '90, però, con l'avanzata del populista Jörg Haider, i popolari si sono alleati con la destra nazionalista Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ), riuscendo, almeno in un primo tempo, a contenerne l'avanzata e dando all'Austria, per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, governi di centro-destra. L'ÖVP e la FPÖ, infatti, ottennero una pecentuale analoga, il 26,9% alle elezioni del 1999. Schüssel assicurò agli elettori che non avrebbe confermato l'alleanza con i socialdemocratici se l'ÖVP fosse stato superato, anche di poco, dalla FPÖ. Il nuovo governo ÖVP/FPÖ attirò le critiche di molti governi europei portando l'Austria sotto osservazione in condizione di isolamento.
Il leader populista Haider si rivelò però un alleato poco affidabile ed il suo partito, la FPÖ, assai fragile. Questo portò al deterioramento della situazione interna alla FPÖ, ed alla crisi di governo con fine anticipata della legislatura.
Alle elzioni politiche del 2002, l'ÖVP ottenne il 42,3% dei consensi, eleggendo 79 deputati. Quello del 2002 fu il risultato più alto dalle elezioni del 1983 (43,2% ed 81 seggi). I popolari approfittarono del forte calo subito dalla FPÖ, che passò dal 26,9% al 10% dei voti. Risultò così, inizialmente vincente la scelta del leader popolare Schüssel che aveva accettato l'alleanza con i nazionalisti nel 1999. Il governo mantenne la maggioranza in parlamento anche quando la crisi interna alla FPÖ portò a una scissione del partito, con l'uscita di Heider e di gran parte del gruppo dirigente compresa la rappresentanza parlamentare e la formazione di un nuovo movimento il BZÖ.
Alle politiche del 2006, l'ÖVP ha subito un forte calo, scendendo, al 34,2% ed a 66 seggi, al secondo posto dopo la SPÖ.
La coalizione di governo ÖVP/BZÖ non contava a questo punto più di una maggioranza parlamentare, un'alleznza con la FPÖ si è rivelata impossibile soprattutto per i contrasti BZÖ/FPÖ. Lo stesso vale per un'alleanza con i Verdi.
Non potendo una coalizione SPÖ-Verdi contare su una maggioranza parlamentare, il governo è tornato, sdopo lunghi colloqui, ad una grande coalizione a guida SPÖ. Questa sconfitta ha segnato un punto di arresto della carriera politica di Wolfgang Schüssel.
[modifica] Valori
È un partito cristiano-sociale, nell'accezione tedesca del termine. I "cristiano-sociali" sono infatti una corrente di pensiero tipica dei paesi di lingua tedesca, in particolare delle regioni a maggioranza cattolica. Sono partiti "cristiano sociali" la CSU bavarese, la SVP altoatesina, il PDC svizzero. I popolari austriaci, come tutti i "cristiano sociali", sono un partito moderato, di difficile collocazione nello spettro "destra-sinistra". Sono molto attenti alla questione sociale, alla tutela ambientale ed al decentrmaneto amministrativo, soprattutto perché nascono come partito espressione delle masse contadine. Per questa ragione sono anche un partito legato alle tradizioni nazionali, al concetto di patria ed alla cultura cattolica. Sono assimilabili alla Democrazia Cristiana italiana, che come è risaputo era un partito centrista, coacervo di posizioni socio-politiche tenute insieme dall'opposizione al PCI ed dall'ispirazione cristiana.
Sono distanti dai partiti conservatori liberali per la loro natura di partito di massa, anche se ne condividono l'apprezzamento per il libero mercato. Sono ancor più distanti dai partiti radicali dei quali non condividano le posizioni anti-clericali, come dai partiti social-democratici dei quali non condividono il ruolo dello stato in economia.