Movimento per la Rifondazione Comunista

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Il Movimento per la Rifondazione Comunista (MRC), o meglio Congresso del Movimento per la Rifondazione Comunista in Italia, fu un movimento politico italiano, costituitosi formalmente il 3 febbraio del 1991.

Nel dicembre 1989 Achille Occhetto, il segretario del Partito Comunista Italiano, inaugurò in occasione del XIX congresso del partito la cosiddetta svolta della Bolognina, per mezzo della quale si propose di trasformare il partito in una forza politica socialdemocratica dopo il crollo del Muro di Berlino, abbandonando definitivamente la cultura politica marxista.

Così, in alternativa alla sua maggioranza interna, si formarono due gruppi di militanti e dirigenti contrari alla svolta: la mozione 3 di Armando Cossutta (filosovietica, contraria a ogni cambiamento ideologico) e la mozione 2 di Pietro Ingrao, Alessandro Natta e Aldo Tortorella (che pure condivideva la proposta di un rinnovamento culturale). Entrambe le aree (circa un terzo del partito) vennero inquadrate insieme come il 'fronte del no'.

A partire dal 1990 e nel corso del 1991 iniziò un confronto politico tra i dirigenti del futuro MRC, diversi intellettuali marxisti e aree della Nuova sinistra: Il manifesto (quotidiano gestito dal gruppo dell'ex-PdUP di Lucio Magri) e soprattutto Democrazia Proletaria, secondo partito comunista dopo il PCI, alla cui sinistra si collocava. L'assemblea comune più famosa fu quella del'90 ad Arco.

Il 7 gennaio del '91, durante il XX (e ultimo) congresso di Rimini, si tenne al Teatro Eliseo un'assemblea di esponenti comunisti che non vollero aderire al neonato Partito Democratico della Sinistra. Si costituì qundi il MRC, grazie all'apporto della mozione di Cossutta e di molti firmatari di quella Ingrao-Natta-Tortorella (questi ultimi non aderirono al movimento). I più noti esponenti provenienti dalla mozione 2 erano Sergio Garavini e Lucio Libertini, oltre a Ersilia Salvato, Rino Serri, Nichi Vendola. A essi si aggiunse dopo poche settimane il gruppo del Manifesto-PdUP (Lucio Magri, Luciana Castellina, Famiano Crucianelli, Luciano Pettinari), appena usciti dal PDS.

Il movimento si pose, nel suo primo congresso organizzativo, l'obiettivo di rifondare un nuovo partito comunista e di continuare la linea politica dell'eurocomunismo già ideata da Enrico Berlinguer. Nel frattempo, presidente del movimento fu eletto Armando Cossutta, mentre Sergio Garavini divenne segretario nazionale.

Intanto Democrazia Proletaria, nel suo VII congresso nazionale, decise a larga maggioranza l'autoscioglimento e la confluenza nel MRC, per creare un unico soggetto politico comunista che non si attestasse solo sulle posizioni moderate del vecchio PCI; vennero anche uniti il gruppo parlamentare di DP con quello proveniente dal PCI. Dall'unione di MRC e DP nacque il Partito della Rifondazione Comunista (PRC), del quale l'MRC stesso condivise le sorti.

[modifica] Curiosità

• Alcuni continuano a contare i congressi del PRC come continuazione di quelli del PCI, mentre altri li fanno iniziare dopo questo congresso eccezionale.
• Il partito usò per le elezioni un simbolo senza la dicitura "Rifondazione".