Lucio Libertini
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Lucio Libertini (Catania, 1 giugno 1922 – Roma, 7 agosto 1993) è stato un politico italiano di orientamento marxista.
[modifica] Biografia
Membro della Federazione giovanile del Partito Socialista Italiano, nel 1946 diede vita alla corrente "Iniziativa socialista", favorevole ad un'alleanza con i comunisti. Nel 1958, quando ormai la politica del Fronte Democratico Popolare era già stata abbandonata dai vertici del PSI, scrisse le sue Sette tesi sul controllo operaio, in cui rilanciava la necessità dell'abolizione della proprietà privata.
Nel 1968 venne eletto alla Camera nelle liste del PSIUP. Vi ritornò nel 1976 eletto questa volte in quelle del Partito Comunista Italiano. Nel corso della legislatura presiedette la commissione trasporti della Camera.
Dal 1979 fino alla morte fu senatore prima con il Partito Comunista Italiano e successivamente con Rifondazione Comunista.
Di formazione socialista massimalista, aderì nel corso degli anni Settanta ed Ottanta prima allo PSIUP e poi dalla metà degli anni Settanta al Partito Comunista Italiano. Nel 1991 è tra i padri fondatori di Rifondazione Comunista, di cui fu dirigente fino alla morte improvvisa, avvenuta due anni dopo a causa di un male incurabile.