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Macugnaga - Wikipedia

Macugnaga

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Macugnaga
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Macugnaga]]
Macugnaga - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Piemonte
Provincia: stemma Verbano-Cusio-Ossola
Coordinate: 45°58′0″N 7°58′0″E / 45.96667, 7.96667
Altitudine: 1.327 m s.l.m.
Superficie: 98 km²
Abitanti:
639 31-12-2006
Densità: 7 ab./km²
Frazioni: Pestarena, Borca, Staffa, Pecetto, Stabioli, Motta (Macugnaga), Quarazza 
Comuni contigui: Alagna Valsesia (VC), Carcoforo (VC), Ceppo Morelli, Rima San Giuseppe (VC), Saas Almagell (CH-VS), Zermatt (CH-VS)
CAP: 28876
Pref. tel: 0324
Codice ISTAT: 103039
Codice catasto: E790 
Nome abitanti: macugnaghesi 
Santo patrono: Assunta 
Giorno festivo: 15 agosto 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Macugnaga (in dialetto tedesco walser Z'Makana, in piemontese Macugnaga) è un comune di circa 600 abitanti della provincia del Verbano Cusio Ossola.

Indice

[modifica] Geografia

Il Monte Rosa dal passo del Monte Moro.
Il Monte Rosa dal passo del Monte Moro.

Quasi al limite estremo della Valle Anzasca, derivazione laterale della Val d'Ossola, giace Macugnaga ai piedi del Monte Rosa, con le frazioni di Staffa, Pecetto, Borca, Isella, Testa, Ripa, Opaco, Dorf, Fornarelli, Quarazza, Pestarena.

Anche se il toponimo tende a identificare la sola frazione di Staffa, suo capoluogo, in realtà andrebbe correttamente riferito all'intero comune.

Il comune si estende dai 946 ai 4.635 metri (Monte Rosa) sul livello del mare. È collegato alla ss 33 del Sempione da una strada statale a fondo cieco che risale la valle per circa 30 km.

[modifica] Storia

I primi insediamenti stabili di coloni è avvenuto nel XIII secolo. Si trattava di un popolo proveniente dall' elvetica valle di Saas: i Walser. Stabilitisi nella parte alta della Valle Anzasca, come pure negli altri centri ossolani di Formazza e Ornavasso. Una volta valicato il passo del Monte Moro queste popolazioni avrebbero trovato nell'ampia conca glaciale un luogo idoneo per per sviluppare la pastorizia e l'agricoltura, caratterizzando con elementi specifici della loro cultura l'architettura e il dialetto dell'alta Valle Anzasca.

Ancora oggi sono visibili le tipiche abitazioni Walser, molte delle quali splendidamente restaurate con approccio conservativo, con basamenti in pietra, strutture e interni interamente in legno, i caratteristici balconi ed il tetto in pietra a due falde ricoperto di lastre di beola, dette anche piode, o più raramente di scandole di larice. Come riscaldamento una stufa in pietra ollare, detta stubu, in genere riportante la data di costruzione dell'abitazione (alcune riportano date del XVI secolo). Uno splendido esempio di questa architettura è la casa museo Walser che si trova nella frazione Borca.

[modifica] Le frazioni

[modifica] Pestarena

Il primo nucleo abitato che si incontra dalla statale è Pestarena, situato su verdeggianti declivi ben individuati dal toponimo Matu (prato), con cui i Walser definivano la località.

[modifica] Borca e Pecetto

Il secondo centro macugnaghese è Borca, in lingua walser Borfucu, un tempo sede dell'amministrazione comunale. Nella parte più antica del paese si trova l'oratorio della Madonna della Neve. Costruito nel 1653 conserva all'interno una serie di notevoli affreschi devozionali Dalla frazione è possibile raggiungere in breve tempo la vicina Val Quarazza, che offre un panorama ancora incontaminato, sebbene la vecchia frazione di Quarazza sia stata quasi completamente sommersa con la costruzione di una diga. Il lago che si forma - Lago delle Fate - è un'ottima meta per le "gite della domenica".

La frazione di Pecetto ha una chiara vocazione turistica, ultima tra le frazioni che formano il comune di Macugnaga: detta Ze Tanu in lingua walser. La frazione si divide in realtà in due località distinte: Pecetto sotto e Pecetto sopra, all'interno del quale sorge la Baita Pala dichiarata monumento nazionale quale antico e significativo esempio di tipica forma architettonica Walser. Da qui parte la Seggiovia Pecetto-Burki-Belvedere.

[modifica] Staffa

La chiesa parrocchiale e l'antico tiglio
La chiesa parrocchiale e l'antico tiglio

Staffa è l'attuale capoluogo comunale situato al centro della grande valle glaciale di Macugnaga. Qui i walser con l'aiuto di altre popolazioni, hanno sviluppato l'industria turistica, tipica di questi luoghi, pur senza cancellare i tratti caratteristici della loro cultura, visibili chiaramente nel Dorf, piccolo nucleo storico di Staffa. Qui sorge la Chiesa Vecchia con il cimitero e l'antico Tiglio all'ombra del quale per secoli si sono tenute le riunioni della comunità del paese. Il Tiglio di Macugnaga ha settecento anni di vita, è l'albero più antico e caratteristico del luogo, con una circonferenza di addirittura sette metri.
Sempre nel centro della frazione si trova la parrocchiale di Santa Maria Assunta. Costruita gli inizi del XVIII secolo, è affiancata da un alto campanile eretto solo nel 1936. L'edificio è a pianta rettangolare con una sola e sfarzosa navata e rivolge la sua facciata verso il fondovalle.
Qui una lapide ricorda l'ascensione alla cima Dufour del Monte Rosa compiuta nel 1889 dal sacerdote Achille Ratti, poi divenuto papa con il nome di Pio XI.

[modifica] Economia

A partire dalla metà del XIX secolo iniziò lo sfruttamento dei giacimenti auriferi della valle. Dal 1710 in poi venivano avviati lavori di scavo per oltre 50 km di gallerie minerarie, finalizzate all'estrazione della pirite aurifera , che per un secolo contrassegnò la vita della piccola frazione di Pestarena. La miniera rimase in attività fino al 1961, chiudendo a causa di insostenibili e aumentati costi di gestione e occupava circa 300 persone, per i quali l'azienda estrattrice provvide a costruire un vero e proprio piccolo villaggio.

Attualmente rimangono decine di chilometri di gallerie scavate nella roccia, una parte delle quali visitabili dai turisti (miniera d'oro della Guia). Nei decenni seguenti il dopoguerra, Macugnaga ha avuto un progressivo sviluppo turistico, seguito da una lieve flessione.

[modifica] Turismo

Il versante Est del Monte Rosa da Pecetto
Il versante Est del Monte Rosa da Pecetto

I ghiacciai del monte Rosa fanno di Macugnaga una rinomata meta di turismo invernale. Il centro dispone di 40 Km di piste di discesa e moderni impianti di risalita, accoglienti strutture alberghiere e di ristorazione e negozi di articoli dell'artigianato locale. Dall'abitato è possibile raggiungere tramite seggiovia il ghiacciaio del Belvedere e tramite la funivia Macugnaga-Bill-Passo Moro il passo del Monte Moro.

La località è anche frequentata nel periodo estivo, poiché offre un meraviglioso ambiente naturale alpino, con una verde vallata incastonata nella valle ai piedi della più alta parete delle Alpi (la "est" del Rosa) e numerose sorgenti d'acqua, ruscelli e cascate. È ideale per le passeggiate e per il trekking in montagna, con diversi rifugi presenti.

A Macugnaga è ancora vivo lo spirito della comunità Walser, con la sua accoglienza, i suoi costumi, i suoi piatti tipici ed il museo casa-Walser. Il museo della montagna, a Staffa, raccoglie documenti sulle vicende legate alle scalate del Rosa.

Presso il comune è possibile anche visitare il Museo della Miniera Aurifera della Guia.

[modifica] Impianti di risalita attualmente in esercizio

  • Seggiovia biposto Pecetto-Burki
  • Seggiovia biposto Burki-Belvedere
  • Funivia Staffa-Bill
  • Funivia Bill-Passo Moro
  • Skilift Alpe Burki (Burki III)
  • Seggiovia biposto Ruppenstein
  • Skilift Joder
  • Skilift San Pietro
  • Skilift Smeraldo

[modifica] Piste di sci alpino

Ecco un elenco delle piste di sci alpino di Macugnaga.
Piste servite dalla seggiovia Pecetto-Burki

  • Fontanone
  • Gare

Piste servite dalla seggiovia Burki-Belvedere

  • Ruonograbe
  • Belvedere
  • Raccordo
  • Rifugio

Piste servite dallo skilift Alpe Burki

  • Burki

Piste servite dalla funivia Bill-Passo Moro

  • Moro-Bill
  • Meccia

Piste servite dalla seggiovia Ruppenstein

  • Ruppenstein
  • Roccette
  • Roccette bis

Piste servite dallo skilift Joder

  • Lago

Piste servite dallo skilift San Pietro

  • San Pietro

Piste servite dallo skilift Smeraldo

  • Smeraldo

Piste servite dai tapis roulant del Centro Sportivo

  • Campetti

[modifica] Breve storia alpinistica della Parete Est del Monte Rosa

Come la vicina Alagna Valsesia, posta a sud oltre il colle del Turlo, Macugnaga vanta una grandissima storia alpinistica legata soprattutto alla famosa parete est del Monte Rosa, la più alta delle Alpi.
Con i suoi 2600 metri d'altezza e una larghezza di circa 3 chilometri, la parete, spazzata in continuazione dalle valanghe, è l'unica nel sistema alpino di dimensioni himalayane. Fu scalata per la prima volta il 22 luglio 1872 da Richard e William Pendlebry e Charles Taylor con Ferdinando Imseng, Giovanni Oberto e Gabriel Spechtenhauser.
Pochi anni dopo però la prima tragedia: Damiano Marinelli con lo stesso Ferdinando Imseng, Battista Pedranzini e Alessandro Corsi, l'8 agosto 1881, vengono travolti dallo spostamento d'aria di una gigantesca valanga di ghiaccio lungo il canale che da allora prenderà il nome di Canalone Marinelli. Si salverà solo Corsi attardatosi a fare rifornimento d'acqua. Pochi anni prima nel 1876 Imseng assieme a Luigi Brioschi avevano aperto una delle vie oggi ritenute classiche sulla Est, la via Brioschi alla punta Nordend (4612 m, seconda del gruppo).
Imprese e tragedie si alternano sul palcoscenico della Est: nel 1924 Angelo Taveggia compie la prima solitaria alla Dufour, mentre qualche anno dopo, il 17 luglio 1931 il grande exploit che segna una data storica nell'alpinismo: i fortissimi Lucien Devies e Jacques Lagarde aprono la "via dei francesi" alla punta Gnifetti, senza chiodi da roccia, né da ghiaccio. Un itinerario superbo, di grande respiro che segna una vera e propria svolta.
Intanto in quegli anni fa la comparsa sulla scena macugnaghese un personaggio di grande statura: Ettore Zapparoli. Milanese d'adozione, amico intimo di Dino Buzzati, scrittore e musicista, Zapparoli verrà definito "l'ultimo alpinista romantico". Alla Est dedica tutte le sue energie. Arrampica sempre in solitaria: nel 1934 sale al colle Gnifetti, nella parte più aspra e pericolosa della Est; nel 1937 apre una nuova via alla Nordend (la "cresta del Poeta") un grande itinerario di misto che Zapparoli dedicò al suo amico e mentore Guido Rey. Il 17 e il 18 settembre 1948, in condizioni impossibili, psichiche sembra e ambientali, Zapparoli traccia l'ennesima via alla parete, ancora sulla Nordend e questa volta a destra della Cresta del Poeta: il "canalone della solitudine". Infine, il 1951, la famosa estate in cui Zapparoli si racconta avesse pronunciato il celebre: "vado a morire sul Rosa". Partito come sempre in solitaria questa volta è diretto alla Zumstein per risolvere il problema della diretta alla parete. Non farà più ritorno. Ai custodi del rifugio Zamboni-Zappa sembra avesse detto: "se dovessi morire sul Rosa non venite a cercarmi: tanto non mi trovereste mai". Alcune ossa, brandelli di vestiti e un moschettone trovati da un escursionista il 9 settembre 2007 potrebbero appartenere allo scalatore [1].
Passano gli anni ma le grandi star dell'alpinismo non si allontano da Macugnaga: nel 1955 fa la sua comparsa il grandissimo Hermann Buhl anche lui con una solitaria al Silbersattel. L'anno dopo Kurt Diemberger traccia una notevole variante alla via dei francesi mentre nel 1957 i due sono insieme sul Chogolisa, in Karakoram, dove Buhl perde la vita. Il problema della diretta alla Zumstein verrà risolto nel 1958 per merito di Dino Del Custode e Stefano Zani.
Il 1965 è l'anno della storica impresa di Armando Chiò e Donino Vanini. Tra il 26 e il 27 febbraio, realizzano la prima invernale alla Gnifetti per la via dei francesi. È un'ascensione eroica portata a termine in condizioni atmosferiche proibitive con un bivacco in parete in una notte di bufera. La via verrà conclusa ma a caro prezzo per la guida ossolana Armando Chiò che perderà per congelamento tutte le dita dei piedi. Nel 1969 invece un altro grande dell'alpinismo italiano, Alessandro Gogna compie un'impresa eroica: di nuovo la via dei Francesi ma questa volta in solitaria. Il rientro ad Alagna sarà una drammatica, infinita discesa. Qualche anno dopo nel 1972 Paolo Borghi e Ambrogio Cremonesi aprono la via del "centenario" alla Punta Gnifetti (4559 m) in onore della prima ascensione alla Est. Si tratta di un itinerario superbo e molto difficile (ED) con numerosi tratti di VI grado.
Gli anni ottanta si aprono con due grandi imprese: Alberto Paleari e Tullio Vidoni aprono il 14 febbraio 1984 la via "del canale sinuoso" : 1600 metri di dislivello inclinati fino a 65°. Passano pochi mesi e a Macugnaga fa la sua comparsa il fortissimo Patrick Gabarrou. Assieme a Christophe Viard il 18 e 19 giugno, aprono la "direttissima per il lenzuolo", una via grandiosa di 2300 metri di dislivello alla Punta Nordend che risale dal basso tutto lo sconvolto ghiacciaio del Nordend per sbucare in linea retta in cima. Gino Buscaini la definisce un ascensione "di grande impegno, in ambiente molto severo". Nel 1989 Fabio Jacchini, guida di Macugnaga e illustre continuatore della tradizione alpinistica locale, compie la prima solitaria invernale della Ranzoni-Jacchini sempre al Nordend.
Gli anni 90 si aprono con altre due imprese di livello: gli sloveni Vanja Furlan e Bojan Pockar tracciano la via "Gringo" alla Punta Gnifetti, mentre nel marzo del 1992 ancora gli sloveni Pockar e Matjaz Jamnik aprono la via "No pasaran" tra la Gringo e la Gardin. L'ultima parola spetta ancora a Gabarrou: è al fuoriclasse francese che si deve probabilmente la via più difficile di tutto il gruppo e una tra le più difficili delle Alpi: la "Directe pour Tobias" aperta tra il 7 e il 9 agosto lungo la parete della Gnifetti: una via di 2300 metri di dislivello classificata 6c con passaggi di VIII grado.
Oggi dati i bruschi cambiamente climatici la Est ha accentuato di molto la sua storica pericolosità. Sono sempre meno gli alpinisti che si azzardano ad avventurarsi sui muri verticali della grande parete spazzati senza tregua dalle valanghe.

[modifica] Amministrazione

Sindaco: Giovanna Boldini in Vacca (lista civica) dal 30/05/2006
Centralino del comune: 0324 65009
Email del comune: municipio@comune.macugnaga.vb.it

Macugnaga fa parte della Comunità Montana Monte Rosa

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Note

  1. ^ L'eroe riemerso dal passato (articolo apparso su "La Stampa" del 11 settembre 2007)
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