La gabbia (film 1977)

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La gabbia
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Titolo originale:	{{{titolooriginale}}}
Lingua originale:	{{{linguaoriginale}}}
Paese:	Italia
Anno:	1977
Durata:
Colore:
Audio:
Rapporto:	{{{ratio}}}
Genere:
Regia:	Carlo Tuzii
Soggetto:	Sergio Bazzini, Graziella Civiletti
Sceneggiatura:	Sergio Bazzini, Graziella Civiletti, Carlo Tuzii
Produttore:	{{{nomeproduttore}}}
Produttore esecutivo:	{{{produttoreesecutivo}}}
Casa di produzione:	{{{casaproduzione}}}
Distribuzione (Italia):	{{{distribuzioneitalia}}}
Storyboard:	{{{nomestoryboard}}}
Art director:	{{{nomeartdirector}}}
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Animatori:	{{{nomeanimatore}}}
Interpreti e personaggi
Miguel Bosé Antonello Campodifiori Giovanna Mainardi Carlo De Carvalho Roberto Bisacco John Steiner
Doppiatori originali:
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Doppiatori italiani:
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Episodi:
Fotografia:
Montaggio:
Effetti speciali:
Musiche:	Pooh
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Scenografia:
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Sfondi:	{{{nomesfondo}}}
Premi:
Sequel:	{{{nomesequel}}}
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film

La gabbia è un film del 1977, diretto dal regista Carlo Tuzii. Il soggetto è originale, ma liberamente basato sul famoso Esperimento carcerario di Stanford^[1], in cui un gruppo di studenti universitari (dell'Università di Stanford) veniva suddiviso a caso in "guardie" e "prigionieri"; questi ultimi furono rinchiusi in una finta prigione, con le "guardie" a sorvegliarli. L'intenzione degli organizzatori dell'esperimento era quella di studiare il modo in cui il comportamento umano viene modificato dalle situazioni e dai ruoli imposti, ma ben presto la cosa degenerò, provocando comportamenti sempre più umilianti da parte delle "guardie" a cui i "prigionieri" reagirono in vari modi, ma finendo quasi sempre per autodistruggere le proprie personalità.

Nel film di Tuzii, due gruppi di giovani vengono rinchiusi in uno spazio diviso in due da una grande inferriata; i ragazzi a sinistra sono "prigionieri", i ragazzi a destra sono "guardie". Le condizioni di vita dei due gruppi sono identiche; ma, gradualmente, le "guardie", sostenute dalla consapevolezza di essere tali, e quindi dalla parte del potere, cominciano ad accettare e quasi dimenticare le condizioni di prigionia in cui sono tenute; i "prigionieri", invece, non riescono a sopportare l'identico stato di privazioni solo per il fatto di sentirsi "prigionieri". La situazione è rappresentata nel film con uno stile ed un tono volutamente surreale.^[2]

La colonna sonora del film è stata composta dai Pooh (principalmente da Roby Facchinetti) e comprende, fra l'altro, il loro noto tema strumentale "Risveglio".

[modifica] Note