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Isola di Vivara - Wikipedia

Isola di Vivara

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Coordinate: 40°44′35″N 13°59′42″E / 40.742990, 13.994905

Aree naturali protette in Italia
Riserva naturale Isola di Vivara

Tipo di area: Riserva Statale
Codifica EUAP: EUAP0551
Regioni: Campania
Province: stemma Napoli
Comuni: Procida
Provvedimenti istitutivi: D.M. 24.06.02
Superficie a terra: 35,63 ha
Superficie a mare: 0 ha
Gestore: ente locale
Presidente: Maurizio Marinella
Sito istituzionale

L'isola di Vivara è una piccola isola del golfo di Napoli situata a poca distanza dalle isole di Procida e Ischia e appartenente al gruppo delle isole flegree.

Indice

[modifica] Etimologia

Si è sempre discusso circa l'origine del termine Vivara. La tesi più accreditata vorrebbe che questo derivi dal latino vivarium, cioè "luogo in cui vivono animali", sebbene tale ipotesi venga a volte contestata. Molti documenti antichi, infatti, chiamano l'isolotto Bivaro. Questo termine presenta origini etimologiche celtico-sassoni, e significa castoro. È infatti accertato che a Vivara fosse un tempo diffusa enormemente una razza di roditori simili a castori. Supportando la teoria dell'etimologia da Bivaro, alcuni linguisti al giorno d'oggi preferiscono la dicitura "Vivaro", più corretta ma anche più antica e desueta.

Un'ulteriore ipotesi infine vede l'origine del nome in una distorsione di quello del primo proprietario dell'isola nel XVII secolo, il duca di Bovino, Giovanni Guevara.

[modifica] Geografia

L'isola misura circa 0.4 km² e ha un perimetro di circa 3 km con una forma a mezzaluna; il rilievo più elevato misura 110 metri sul livello del mare ed è situato nel centro dell'isola. Vivara è sottoposta alla giurisdizione amministrativa del Comune di Procida, cui è collegata da un sottile ponte. È attualmente disabitata ed è una riserva naturale statale, parte del parco regionale dei Campi Flegrei.

I punti estremi sono la punta di Mezzogiorno a Sud e la punta Capitello a Nord, rivolta verso l'isola di Procida. La punta d'Alaca, ad Ovest, definisce il punto più stretto del canale d'Ischia, mentre tutta la costa orientale, ripida e scoscesa, viene chiamata La Carcara.

[modifica] Formazione dell'isola

L'isola è di origine vulcanica: rappresenta null'altro che il margine occidentale di un cratere oggi sommerso delimitato sul lato orientale dalla collina di Santa Margherita nell'isola di Procida. Sicuramente ancora in epoca romana Vivara era collegata all'isola di Procida da una stretta falesia, oggi scomparsa, sul lato settentrionale del cratere.

Tra le due isole oggi vi è uno specchio d'acqua denominato golfo di Genito.

Arrivo a Vivara - Punta Capitello Vista dalla collina di Santa Margherita (Procida)
Arrivo a Vivara - Punta Capitello
Vista dalla collina di Santa Margherita (Procida)

[modifica] Storia e popolamento

[modifica] Età del bronzo

Recenti campagne di scavi archeologici a cura dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli hanno rilevato l'esistenza di un intenso popolamento databile tra il XVI e il XV secolo a.C., probabilmente di coloni Micenei o pre-micenei (cultura Appenninica). Ulteriori campagne sottomarine hanno inoltre permesso di scoprire tracce di popolamento fino a 6 - 9 metri di profondità, indice di un abbassamento del suolo databile intorno alla fine dello stesso periodo e riconducibile, molto probabilmente, a dinamiche di bradisismo simili a quelle di altre aree dei Campi Flegrei (vedi Baia).
L'isola doveva dunque essere molto più estesa di quanto è oggi.

L'importanza degli scavi di Vivara, iniziati nel 1976 dopo le prime esplorazioni negli anni '30 dall'archeologo tedesco Giorgio Buchner, risiede nell'aver fornito un anello mancante nella ricostruzione delle dinamiche marinare nel Mediterraneo occidentale in epoca premicenea e protomicenea, innescando un processo di revisione globale delle possibili navigazioni egee.

Probabilmente in quell'epoca (periodo definito dagli archeologi di passaggio dal Bronzo Antico al Bronzo Medio), l'isola di Vivara costituiva un nodo di collegamento e di commercio in una "rete" di comunicazioni marittime che collegava le regioni dell'alto Tirreno, sede di importanti affioramenti di minerali metallici (fra i quali il rame), con il Mediterraneo orientale.

[modifica] Epoca moderna

Isola di Vivara - Punta di Mezzogiorno Vista da Punta Solchiaro (Procida)
Isola di Vivara - Punta di Mezzogiorno
Vista da Punta Solchiaro (Procida)

Dal XIV secolo a.C. ogni traccia di vita stabile su Vivara scompare per circa due millenni, per riprendere soltanto in epoca moderna con la costruzione, nel 1681, di una villa colonica sul pianoro sommitale che rimane ancor oggi l'unica costruzione di rilievo dell'isola.

Verso la metà del XVIII secolo, il re Carlo III di Napoli, fece di Vivara una sua riserva di caccia, popolandola, tra l'altro di fagiani, daini e lepri.

La proprietà dell'isola passò in seguito al Comune di Procida (1818), e quindi a privati (che introdussero le coltivazioni della vite e dell'ulivo) per passare infine, all'Ospedale di Procida, che ne detiene ancora oggi la proprietà.

Nel 1957 fu costruito uno stretto ponte di collegamento con Procida e, finalmente, nel 1972 l'isola fu assegnata in fitto alla Regione Campania, che le riconobbe lo status di oasi di protezione naturale.

Nel 2001 Vivara è entrata nel Guinness dei primati grazie al ponte tibetano più lungo del mondo, costruito tra il promontorio di Santa Margherita a Procida e l'isolotto di Vivara.

Nel 2002, con decreto ministeriale 24/06/2002 (pubblicato in G.U. n. 225 del 25/09/2002), l'isola è diventata una riserva naturale statale nonché sito di importanza comunitaria, il cui presidente designato è attualmente l'imprenditore napoletano Maurizio Marinella.

[modifica] Prospettive turistiche

Al giorno d'oggi è proibito l'ingresso all'isola di Vivara in quanto è riserva naturale ed anche perché il ponte che la collega a Procida è stato recentemente dichiarato pericolante.

Esiste tuttavia un dibattito riguardo il "futuro" dell'isola. Molte persone ritengono che l'isolotto potrebbe diventare un'importante attrattiva turistica per Procida dal punto di vista storico e ambientale. Tuttavia, in questo modo, si avrebbe necessariamente un certo degrado per quanto riguarda "l'intoccabilità" e la purezza naturalistica dell'isola.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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