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Isola di Pianosa (Toscana) - Wikipedia

Isola di Pianosa (Toscana)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Coordinate: 42°35′N 10°05′E / 42.583, 10.083

bussola Nota disambigua – Se stai cercando altre isole omonime, vedi Isola di Pianosa.
Una veduta dell'isola di Pianosa
Una veduta dell'isola di Pianosa
L'arcipelago toscano
L'arcipelago toscano

Pianosa è un'isola sita nel mar Tirreno, che fa parte dell'arcipelago toscano.

Indice

[modifica] Geografia

Di dimensioni medie (10,3 km²) rispetto alle altre isole dell'arcipelago, si trova circa 13 km a sud-ovest dell'isola d'Elba, alla quale è collegata durante la stagione turistica con regolari servizi di navigazione. Inclusa nella provincia di Livorno e amministrata dal comune di Campo nell'Elba, Pianosa, come dice il nome stesso, è l'unica isola dell'arcipelago con caratteristiche completamente pianeggianti (il punto più alto raggiunge i 29 metri) L'isola, di forma vagamente triangolare, frappone tratti di costa rocciosa a tratti sabbiosi, il principale dei quali è Cala san Giovanni (o Cala Giovanna), suggestiva spiaggia di sabbia bianca dove sono visibili anche i ruderi di una villa romana. Il suo territorio è in parte a macchia e in parte coltivato a viti e olivi.

[modifica] Clima

Per approfondire, vedi le voci Clima della Toscana e Stazione meteorologica di Pianosa.

[modifica] Cenni storici

L'isola fu abitata sin dall'epoca preistorica; le più antiche tracce di presenza umana sono attribuibili al Paleolitico superiore. Sono stati ritrovati anche manufatti e sepolture di popolazioni appartenenti al Mesolitico e al Neolitico.

In epoca romana l'isola era chiamata Planasia. Luogo di deportazione, qui fu esiliato nel 6-7 d.C. Agrippa Postumo, nipote ed ex-erede di Augusto. Agrippa rimase sull'isola fino al 14, anno in cui fu giustiziato. Fra le costruzioni d'epoca antica sono visibili, fra gli altri, i ruderi di una villa romana e un sistema di catacombe scavato su due livelli. La villa romana, parzialmente conservata, è conosciuta appunto col nome di Villa di Agrippa o Bagni di Agrippa, dal nome del nipote di Augusto. Lo stile architettonico e le tecniche di costruzione suggeriscono effettivamente che la villa sia stata edificata sul finire del I secolo a.C. e abbandonata nel corso del I secolo d.C. Attualmente è possibile visitare il teatro e il peristilio. Le strutture furono edificate sul piano roccioso di un tratto della costa orientale, di fronte al mare, con intento chiaramente scenografico. Ai piedi della villa si trovano in mare le strutture semisommerse della peschiera, ove si allevavano specie pregiate di pesce per il consumo del Dominus. Altre strutture relative a peschiere si trovano racchiuse dal porticciolo moderno.

Alcuni giacimenti archeologici subacquei testimoniano che Pianosa si trovava inserita nelle rotte commerciali del Mediterraneo romano, come del resto le altre isole dell'Arcipelago toscano, che costituivano un importante crocevia nella navigazione dei settori occidentali della grande "via d'acqua". Attualmente sono stati identificati due di questi giacimenti, denominati Pianosa 1 e Pianosa 2. Il giacimento Pianosa 2 è stato scoperto da subacquei sportivi, fra il Porto Romano e lo Scoglio della Scarpa, nella parte nord-ovest dell'isola ed è caratterizzato da anfore olearie Dressel 20, di produzione spagnola (I-III secolo d.C.). Assai più noto e indagato in maniera sistematica dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana è il giacimento Pianosa 1, posto di fronte allo Scoglio della Scola, nella parte a est dell'isola, a 36 metri di profondità su fondale pianeggiante, fra praterie di posidonia. Il giacimento è caratterizzato da oltre cento anfore a vista comprendenti Dressel 1, Dressel 2-4 di produzione ispanica (nettamente prevalenti), Dressel 20, Pascual 1, Beltran 2 B e anfore africane. Difficile stabilire, per ora, la natura del giacimento(relitto, relitti diversi, scarico di porto?), sul quale le indagini sono ancora in corso. Nell'ottobre del 2006 il giacimento è stato oggetto di ricerche sperimentali: riprese fotogrammetriche, riprese con ROV (veicolo filoguidato) georeferenziato, prelievo e ricollocamento di esemplari anforici, determinazione dei tipi. I fondi impiegati derivano dal progetto europeo VENUS (Virtual ExploratioN Underwater Sites), che riunisce archeologi, tecnici dell'ingegneria automatica sottomarina, ricercatori di sistemi fotogrammetrici computerizzati per la restituzione in 3D. [1]

Nel medioevo l'isola fu a lungo disputata tra Pisa e Genova e infine, nel 1399 passò sotto il dominio di Piombino. L'isola fu a più riprese popolata e successivamente completamente abbandonata.

Vi furono nei secoli seguenti piccole colonie di elbani, che si rifugiavano sull'isola durante i periodi di pesca, e la presenza di alcuni presidi militari.

Veduta del porticciolo del paese
Veduta del porticciolo del paese

[modifica] Il carcere

Nel 1858 viene istituita dal Granducato di Toscana "la colonia penale agricola della Pianosa" e furono inviati sull'isola i condannati destinati ad occuparsi dei lavori nei campi.

Vi fu detenuto nel 1932 anche il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, incarcerato per motivi politici.

In epoca moderna l'isola è nota per aver ospitato un penitenziario di massima sicurezza, dove erano detenuti soprattutto pericolosi esponenti della mafia e appartenenti a organizzazioni terroristiche. La zona di massima sicurezza, denominata "Agrippa", fu voluta dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Dobbiamo anche ricordare il lavoro duro e difficile degli allora Agenti di Custodia, molti dei quali furono vittime di aggressioni da parte dei delinquenti rinchiusi dallo Stato nel penitenziario. Non a caso lì vennero rinchiusi personaggi come Francis Turatello, Pasquale Barra, Renato Curcio e numerosi altri.

Il carcere, chiuso dopo 140 anni nell'agosto 1998, ha contribuito a conservare e preservare un ambiente incontaminato. Attualmente l'isola non è permanentemente abitata, se non per pochi detenuti semiliberi che lavorano alla manutenzione dell'esistente e alcuni agenti di polizia penitenziaria, circa una decina in tutto. Il lavoro degli uomini della Penitenziaria è talvolta supportato dalle motovedette del Servizio Navale del Corpo, con base a Porto Azzurro e Marina di Campo nella vicina Elba.

[modifica] Il parco

L'isola fa parte del Parco Nazionale dell'arcipelago Toscano.

Un'associazione ne protegge l'aspetto e la zona marina rendendola un luogo piacevole per gite e viaggi. Sono vietate in tutta la sua zona marittima, la pesca, l'immersione, l'ancoraggio, la sosta, l'accesso e la navigazione se non sotto autorizzazione specifica.

La visita diurna e guidata all'isola è possibile da aprile a ottobre in gruppi, con imbarco da Marina di Campo, sull'isola d'Elba.

[modifica] L'Associazione per la difesa di Pianosa

Sull'isola , durante il periodo delle visite turistiche, è anche presente l'Associazione per la difesa di Pianosa che cura un'interessante mostra fotografica.

Costituita dopo la chiusura del carcere è nata dalla volontà di alcuni ex pianosini di far conoscere la storia della comunità che l'abitava, promuovere la rinascita dell'isola e sensibilizzare sulla condizione del paese ormai in rovina e soggetto a frequenti crolli.

Il paese di Pianosa, essendo totalmente demaniale, era abitato unicamente dalle famiglie dei dipendenti del carcere che, una volta terminato il proprio servizio, lasciavano l'isola. Perciò, alla chiusura definitiva della struttura detentiva è diventato un paese fantasma.

[modifica] Fumetti

Nel numero 291 di Martin Mystère intitolato "il codice Caravaggio" , il detective dell'impossibile si reca sull'isola per decifrare un complicato mistero fra templari, il Papa, i Cavalieri di Malta e il celebre pittore.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Note

  1. ^ I primi risultati sono visibili in http://www.venus-project.eu

[modifica] Collegamenti esterni


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