I picari

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I picari

Titolo originale:	I picari
Lingua originale:	{{{linguaoriginale}}}
Paese:	Italia/Spagna
Anno:	1987
Durata:	128'
Colore:	colore
Audio:	sonoro
Rapporto:
Genere:	avventura, commedia
Regia:	Mario Monicelli
Soggetto:
Sceneggiatura:	Leonardo Benvenuti, Suso Cecchi d'Amico, Piero De Bernardi, Mario Monicelli
Produttore:
Produttore esecutivo:	{{{produttoreesecutivo}}}
Casa di produzione:	{{{casaproduzione}}}
Distribuzione (Italia):	{{{distribuzioneitalia}}}
Storyboard:	{{{nomestoryboard}}}
Art director:	{{{nomeartdirector}}}
Character design:	{{{nomecharacterdesign}}}
Mecha design:	{{{nomemechadesign}}}
Animatori:	{{{nomeanimatore}}}
Interpreti e personaggi
Giancarlo Giannini: Guzman de Alfarache Enrico Montesano: Lazarillo De Tormes Nino Manfredi: viandante cieco Giuliana De Sio: prostituta Rosaria Paolo Hendel: insegnante privato Claudio Bisio: galeotto ammutinato Bernard Blier Vittorio Gassman Cristina Marsillach Salvatore Borgese
Doppiatori originali:
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Doppiatori italiani:

Episodi:

Fotografia:	Tonino Nardi
Montaggio:	Ruggero Mastroianni
Effetti speciali:
Musiche:	Lucio Dalla
Tema musicale:	{{{temamusicale}}}
Scenografia:
Costumi:
Trucco:
Sfondi:	{{{nomesfondo}}}
Premi:

Sequel:	{{{nomesequel}}}
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film

	« La vita è un balocco »
	(Guzman)

	« La vita è un balocco, un pozzo, una luna, daremmo un occhio per un po' di fortuna »
	(Sigla I Picari)

I picari è un film italo-spagnolo del 1987 diretto dal regista Mario Monicelli.

[modifica] Trama

Ispirato al famoso romanzo spagnolo Lazarillo de Tormes (1554) di autore ignoto, racconta le tragicomiche disavventure di Lazarillo De Tormes e Guzman de Alfarache ambientate verso la fine del XVI secolo (alla fine del film viene nominato il 1598) come Picari: scapestrati avventurieri («come gli zingari, non molto stabili, uccelli tra gli alberi o topi fra i mobili») di un mondo dove il più furbo e scaltro sopravvive. S'incontrano ai remi di una galera, entrambi per espiare le colpe della vita instabile e da truffatori e iniziano così a raccontare le rispettive storie...

Attenzione: di seguito viene rivelata, del tutto o in parte, la trama dell'opera.

Lazarillo De Tormes è cresciuto in una casa poverissima dove, per sopravvivere, la madre si prostituiva. In seguito viene affidato ad un viandante cieco (Nino Manfredi), scaltro truffatore nonché incredibile spilorcio, che insegna la via così come va imparata per strada, con truffe, inganni e beffe.

Guzman de Alfarache invece non ha conosciuto miseria, aveva da bambino un padre orologiaio, ma baro al gioco; molto abile nel truffare nei giochi dei dadi e delle carte, e di cui viene privato prematuramente, perché impiccato. Viene poi indirizzato da un prete in una famiglia nobile, dove un insegnante privato un po' buffo (Paolo Hendel) tirerà pesanti schiaffi al poveretto anziché darli (come sarebbe stato giusto, visto l'ignoranza e i metodi rozzi di cui si faceva bandiera) al rampollo della famiglia.

Scampati ai remi della galera, per puro caso, dove si incontrano per demeriti simili (coltellate al gioco o per dominio di piazze dove effettuare truffe) si ritrovano in spiaggia, anche li a giocarsi la sorte, scegliendo per terra o per "mare" la nuova strada, legati da catene e da sorte, e da questa stessa divisi per necessità. In seguito Guzman verrà ospitato da un nobile, squattrinato ma sangue blu nell'animo, che gli regalerà un cavallo; e incontrerà di nuovo Lazarillo, che nel frattempo aveva seguito la sua Arte del truffare per strada, e di attore improvvisato.

Comincia così il loro itinerario, ora in comune, ora separato, sempre in bilico tra truffe (una su tutte quella dei 100 cannoli, dove, per un difetto di forma -il gioielliere non si informa dell'unità di misura- un negoziante perde un oggetto di valore) e beffe (acquistano una prostituta che fa l'amore con chi vuole lei gratis) davvero memorabili, senza mai prendere nulla sul serio (in puro stile Monicelli; vedere anche Amici miei).