Grande scambio americano
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Per Grande scambio americano si intende l'imponente processo di migrazione di animali terrestri e d'acqua dolce dal Nord al Sud America e viceversa grazie al neonato istmo di Panama, di origine vulcanica, che univa i due continenti, che vide il suo apice circa 3 milioni di anni fa, nella prima metà del Pliocene.
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[modifica] Fauna dell'isola-continente sudamericana
Mentre il Nord America sviluppava una fauna a prevalenza di Boroeutheria, grazie anche al ponte di terra di Beringia che la univa con l'Eurasia, dopo la rottura del Gondwana nel tardo Mesozoico il Sud America si ritrovò totalmente isolato dal resto del mondo: in questo modo la fauna qui presente cominciò ad evolversi separatamente, dando vita ad un gran numero di endemismi, come molti marsupiali, xenartri, meridungulati.
I marsupiali giunsero probabilmente in Sud America dall'Australia, attraversando l'Antartico, o viceversa: un marsupiale sudamericano, il monito del monte, sembra essere più legato ai marsupiali australiani che a quelli americani; inoltre, recentemente in Patagonia è stato ritrovato un fossile di ornitorinco preistorico, il che rafforza le tesi dellipotetica rotta di scambio Sudamerica-Oceania, sulla quale avrebbero viaggiato in un senso o nell'altro anche i tinamidi, alchin pappagalli e tartarughe, come la Meiolania.
I marsupiali sudamericani svolgevano soprattutto ruoli da carnivori (come gli opossum, i Borhyaena ed il Thylacosmilus), nicchia condivisa coi grandi forusracidi, grandi uccelli carnivori imparentati con l'attuale seriema.
Nel basso Paleocene cominciarono ad evolversi varie forme di notoungulati e litopterni, come la Macrauchenia; per convergenza evolutiva od evoluzione parallela si svilupparono animali simili (del tutto o in parte) ad altri evolutisi separatamente in altri continenti, come il Thoatherium dalle zampe simili a quelle di un cavallo, il Pachyrukhos simile a un coniglio, l'Homalodotherium simile ai calicoteri, il Trigodon simile ad un rinoceronte.
[modifica] La prima invasione via mare
Circa 31,5 milioni di anni fa (fra la fine dell'Eocene e l'inizio dell'Oligocene) ebbe inizio l'invasione del Sud America da parte dei caviomorfi, verosimilmente provenienti dall'Africa (ai tempi non eccessivamente lontana dalle coste brasiliane) tramite island-hopping. I caviomorfi furono seguiti circa 25 milioni di anni fa dai primati, anch'essi provenienti dall'Africa a bordo di tronchi galleggianti o mangrovie, e perciò necessariamente di piccole dimensioni, dando origine al parvordine delle platirrine. Nell'Oligocene, in Sud America arrivarono le tartarughe: a lungo si è dato per scontato che le tartarughe sudamericane discendessero da quelle nordamericane, tuttavia recenti analisi comparative del genoma hanno evidenziato una maggiore parentela fra le Geochelone sudamericane e le Kinixys africane, mentre le tartarughe americane sarebero più affini a quelle asiatiche. Sempre dall'africa sarebbero giunti gli scinchi del genere Mabuya circa 9 milioni di anni fa.
I primi mammiferi arrivati in Sud America dal Nord America furono deiprocionidi, che sfruttando l'island hopping giunsero sull'isola prima della formazione dell'istmo di Panama circa 7 milioni di anni fa, evolvendosi negli attualmente estinti Cyonasua e Chapalmalania, simili rispettivamente a un cane ed un orso.
[modifica] Il grande scambio biotico fra le due Americhe
Con la formazione dell'istmo di Panama circa 3 milioni di anni fa, gli scambi di fauna fra le due Americhe divennero assai più semplici.
[modifica] Migrazione verso sud
Dal Nord America migrarono a sud:
- Arctotherium brasilense
- Arctotherium latidens
- Camelidi
- Canidi (generi Atelocynus, Cerdocyon, Pseudalopex, Chrysocyon, Speothos)
- Canis ambrusteri
- Cervidi (generi Odocoileus, Blastocerus, Ozotoceros, Mazama, Pudu, Hippocamelus)
- Conepatus chinga - moffetta di Molina
- Conepatus humboldtii - moffetta di Humboldt
- Conepatus semistriatus - moffetta striata
- Conigli selvatici (come Sylvilagus brasiliensis, Sylvilagus floridanus, Sylvilagus varynaensis)
- Serpenti a sonagli
- Cryptotis - toporagni a orecchie piccole
- Equini (†Plesippus, Hippidion)
- Gonfoteridi (Cuvieronius)
- Eteromidi
- Leopardus - ocelot, margay
- Lontre (generi Lontra e Pteronura)
- Mastodonti
- Serpenti corallo
- Mustelidi (generi Eira, Galictis, Lyncodon, Mustela)
- Oedipina - salamandre senza polmoni
- Orthogeomys thaeleri - gopher di Thaeler
- Panthera leo atrox - leone americano
- Panthera onca - giaguaro
- Pecari
- Procionidi
- Puma concolor - puma
- Puma yaguarondi - jaguarundi
- roditori (delle 6 famiglie di roditori nordamericani, solo i castori non sono riusciti a colonizzare i Sud America, dove sono stati introdotti in seguito dall'uomo).
- Scoiattoli (generi Sciurus, Microsciurus, Sciurillus)
- Tapiri
- Tigri dai denti a sciabola (Smilodon gracilis, Smilodon fatalis, Smilodon populator)
- Tremarctos ornatus - orso dagli occhiali
- Urocyon cinereoargenteus - volpe grigia
[modifica] Migrazione verso nord
Dal Sud America migrarono a nord:
- Cecilidi (generi Caecilia, Dermophis, Gymnopis e Oscaecilia)
- Boa)
- [Bradypus variegatus, Bradypus pygmaeus - bradipi tridattili
- Cabassous centralis
- Canis dirus
- Coendou rothschildi - coendou messicano
- Choloepus hoffmanni - bradipo didattilo
- Colibrì
- Dasypus novemcinctus - armadillo a 9 fasce
- Dendrobatidi
- Desmodus archaeodaptes
- Desmodus stocki
- Didelphis virginiana - opossum della Virginia
- Erethizon dorsatum - ursone
- Erethizon kleini
- Erethizon poyeri
- Puma (ritornato in Nord America, dal quale era arrivato e dove era stato estirpato)
- Formichiere didattilo, formichiere gigante, tamandua settentrionale.
- Gli armadilli giganti Pampatheriidae, fra cui Holmesina
- Hydrochaeris holmesi
- I bradipi giganti (Mylodontidae, Megatheriidae, Megalonychidae)
- I glyptodontidi, come [[Glyptotherium texanum).
- Neochoerus pinckneyi
- Pachyarmatherium leiseyi
- Phorusrhacidae (Titanis walleri)
- Sarcoramphus kernensis
- Sphiggurus mexicanus - porcospino nano peloso
- Tanagre
- Tinami
- Toxodonti (come Mixotoxodon)
- Tucani
- Tirannidi
Inizialmente, la migrazione era uguale nei due sensi: col tempo, le specie neotropiche non riuscirono spesso a sopraffare quelle neartiche, cedendo loro il passo.
Solo i forusracidi riuscirono a colonizzare il Nord America, salvo poi estinguersi poco tempo dopo: nel Pleistocene, a livello di grandi animali solo la Macrauchenia ed alcuni toxodonti, mesotheridi ed hegetotheridi erano sopravvissuti.
I marsupiali e gli xenartri sudamericani si dimostrarono sorprendentemente competitivi, col risultato che oggi in America del nord possiamo trovare opossum ed armadilli: i discendenti della prima invasione africana (come le platirrine ed i caviomorfi) si adattarono alla convivenza coi nuovi venuti: alcune specie (come i dinomiidi) si estinsero, mentre altre (ursone, cavie) raggiunsero il Nord America. In tempi recenti, anche la nutria sudamericana è stata introdotta in Nord America.
[modifica] Le ragioni della sconfitta sudamericana
Il primo motivo per cui le specie nordamericane ebbero la meglio su quelle sudamericane fu una questione di clima: come oggi, l'istmo di Panama collegava due zone a clima tropicale umido, tuttavia gli animali che si spostavano verso sud trovavano grandi foreste pluviali e praterie umide, mentre animali che andassero verso nord avrebbero trovato climi via via più secchi e freddi.
In secondo luogo, il Nord America, durante il Cenozoico, era stato a più riprese unito con l'Eurasia, facendo sì da mescolare periodicamente le faune dei due continenti: le specie evolutesi nell'area nordamericana avevano un areale dove svilupparsi circa sei volte maggiore di quello che poteva avere l'isola sudamericana unita all'Australia ed all'Antartide, e ciò ebbe ripercussioni sulla velocità con la quale le specie nordamericane evolvettero, in particolare gli erbivori.