See also ebooksgratis.com: no banners, no cookies, totally FREE.

CLASSICISTRANIERI HOME PAGE - YOUTUBE CHANNEL
Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions
Gherardini - Wikipedia

Gherardini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La celeberrima Monna Lisa, probabilmente il ritratto di Lisa Gherardini detta la Gioconda perché maritata a Francesco Bartolomeo del Giocondo
La celeberrima Monna Lisa, probabilmente il ritratto di Lisa Gherardini detta la Gioconda perché maritata a Francesco Bartolomeo del Giocondo

I Gherardini della Val d'Elsa, in Toscana, sono una famiglia storicamente rilevante nelle vicende toscane tra il X ed il XIV secolo. Il loro simbolo è un arme di rosso a tre fasce di vaio, che sul finire del millesettecento fu inquartato con l'aquila imperiale per i rapporti tra loro e gli Asburgo. A tutt'oggi è stato così mantenuto.

Indice

[modifica] Origini

Feudatari nel Chianti e nella Val d'Elsa, si inurbarono anche a Firenze nel X secolo. Cominciarono a prestare attenzione alle vicende cittadine quando il sistema di potere di Matilde di Canossa entrò in crisi nel 1115, dando fin da subito diversi consoli (consul civitatis) alla neonata Repubblica fiorentina. La Torre dei Gherardini si trovava vicino al ponte Vecchio e venne inglobata nel Palazzo Bartolommei. Prima della seconda guerra mondiale era ancora visibile ergersi dai tetti, ma fu rasa al suolo dalle mine tedesche dell'agosto 1944.

I Gherardini, in rappresentanza della nobiltà feudale più antica e tradizionale, presero parte alle vicende storiche della città mantenendo fino all'ultimo diritto di amministrare giustizia e d'investitura nei loro possedimenti fuori dalla città (Castelli di Montagliari; Berardenga-Lucignano; Linari; Montaguto; Montefioralle; Montecorboli e Bonsi i più importanti). Furono, in fine, in prima linea nelle contese tra Guelfi e Ghibellini e poi tra guelfi bianchi e neri, trovandosi tra i capi della fazione dei "bianchi" assieme alla famiglia dei Cerchi.

Quando i guelfi bianchi vennero cacciati dall'intervento di Carlo di Valois, i Gherardini si trasferirono in gran parte a Verona, con molti altri banditi dalla città tra cui Dante Alighieri. Successivamente si trasferirono anche a Venezia.

Tra i più noti esponenti di spicco della famiglia di quel periodo si cita: Gherarduccio Gherardini, Noldo Gherardini, Cece Gherardini, Vanne e Bernardino Gherardini, Lotteringo Gherardini, Cione Gherardini detto "il Pelliccia" e Andrea Gherardini "lo Scacciaguelfi". [1]

[modifica] Il sistema difensivo

Il sistema difensivo dei Gherardini era a forma di piramide con i primi centri di avvistamento nei pressi delle mura meridionali di Firenze, da Marignolle sino all'Impruneta. Quindi proseguiva sino alle fortezze principali di Montagliari e Montaguto nei pressi dell’odierna Greve in Chianti e, in asse ad occidente, alla fortezza di Linari nei pressi di Barberino in Val d’Elsa. Un territorio che durante la guerra civile fiorentina dei primi del trecento divenne totalmente ostile ed impraticabile alle forze della Repubblica fiorentina ed a qualsiasi passaggio commerciale.

Il sistema collassò con l'offensiva dei fiorentini nel 1302. Dopo un assedio, sia Montagliari che Montaguto vennero totalmente rasi al suolo e la Repubblica stabilirà la perpetua inedificabilità del luogo (editto violato dai Gherardini, in tempi più favorevoli, nel 1632, con la costruzione della cappella).

La parte occidentale della struttura difensiva resistette invece alla guerra, sia perché sollevata dalla presenza di Andrea Gherardini a quell’epoca a capo dell'esercito pistoiese, sia per la maggior forza che i Gherardini avevano in Val d’Elsa e lungo la via francigena. Pochi anni dopo anche l’imperatore Arrigo VII tentò di sradicare questa famiglia dalla Val D’Elsa. Impresa riuscita solo parzialmente perché comunque il Castello di Linari, guidato da Vanne Gherardini, resistette all’assedio dell’estate del 1313. Con la morte di Gherarduccio Gherardini nel 1331 (sepolto a nella Pieve di Sant'Appiano, nei pressi di Linari), la famiglia perse l’ultimo grande comandante ad anche quegli ultimi possedimenti caddero progressivamente.[2]

[modifica] La Guerra civile e i primi esodi

Di rilievo per la storia di Firenze si cita la citata campagna militare dei primi del Trecento che vide contrapposti la Repubblica fiorentina contro i Gherardini che in quel momento capeggiavano con i Cerchi la fazione dei guelfi bianchi, la quale ospitava sia nobiltà più antica di origine feudale, come loro, sia altri interessi e rappresentanze, tutti comunque avversi al rafforzamento della nobiltà cittadina e mercantile che cercava la propria autonomia con i favori del papato. Il capofamiglia di allora, Naldo Gherardini, fu tra le "teste calde" confinate lontano dalla città nell'estate del 1300[3]. Lo scontro armato culminò poi alcuni provvedimenti presi da Cante Gabrielli che portarono all'esilio gran parte dei Gherardini e loro alleati (tra cui Dante Alighieri). Lo scontro armato proseguì nel Pistoiese dove Andrea Gherardini il "Cacciaguelfi" (in quel momento Capitano del Popolo di Pistoia) resse il confronto con i fiorentini i quali allora si spostarono nel Chianti cercando di sradicare i Gherardini dai loro possedimenti più antichi. Lo scontro culminò nell'agosto del 1302, con la caduta di Montagliari che determinò il terzo esodo di gran parte dei Gherardini (e di altre famiglie della fazione ribelle) verso Verona (allora sotto l'impero).

I fiorentini si accanirono con fereocia anche sulle costruzioni dei Gherardini e sulle testimonianze che potessero recarne traccia, sia nel contado, ma soprattutto in città. Come visto, rimasero in piedi pochi castelli, perlopiù in Val d'Elsa, zona nella quale i Gherardini mantenevano ancora influenza politica. Ma il colpo subito fu durissimo e segnò una svolta. Già la precedente cacciata dei Ghibellini, mezzo secolo prima, portò alcuni Gherardini nel Veronese e nei pressi di Rovigo (si riunirono successivamente).

Era il terzo esodo, se si ricorda anche il primo, che avvenne intorno al 1120, con la morte di Matilde di Canossa, la cui dipartita portò ad una spaccatura: da un lato una parte dei Gherardini avviarono un più saldo inurbamento in Firenze per controllare da vicino le evoluzioni cittadine, ma dall'altro spinse altri capi famiglia più legati ad una visione tradizionale della cavalleria (Tommaso, Gherardo e Maurizio, figli di Gherardino) ad abbandonare la Toscana. Inizialmente essi furono al seguito di Luigi VII di Francia, detto il Giovane, poi con Enrico II d'Inghilterra alla conquista dell'Irlanda, dove diedero vita al ramo FitzGerald dei Conti di Desmond, Duchi di Limerik e Vice-Re d'Irlanda (nel XIV e XV secolo).

A tutt'oggi, i FitzGerald ed i Gherardini intrattengono regolari rapporti. Soprattutto con il ramo che fa capo al Conte Gian Claudio, ed ai figli Cinzia, Gian Raffaello e Maria Teresa.

[modifica] Il ramo toscano

Il ramo dei Gherardini che rimase in Toscana (poi estintosi a metà del 1700) in accordo a quello veronese, fece edificare nel 1632 la Cappella di Santa Maria della Neve a Montagliari, sulle rovine del Castello, in ricordo di quei fatti. Quel ramo cadetto, rimasto a Firenze, si estinse con quattro fratelli: Ippolito (morto infante); Antonio (morto nella guerra di Ungheria); Alemanno (cavaliere di Malta) ed infine Fabio, ultimo a morire in Danimarca nel 1743, tutti senza eredi.

[modifica] Il ramo veneto

Il ramo principale, grazie a Gaspare ed a Angelo, aggiunse, nel 1633, ai primi feudi di Montorio, Bardolino, Sorgate e Montecchiana, ottenuti con l'arrivo della famiglia a Verona, altri possedimenti in Emilia acquistandoli dagli Este e dai Gonzaga: il marchesato di Scurano, Bazzano e Pianzo, quello di San Polo d'Enza, e nel 1652 quello di Castelnuovo di Sotto[4]. Il 19 novembre del 1652 Bernardino, fratello minore di Gaspare ed Angelo, acquistò il Patriziato Veneto e si rasferì a Venezia. Nuovamente divisa in due rami, questa famiglia è così giunta ai tempi attuali.

Membri di questa famiglia parteciparono ad importanti e storiche battaglie medioevali, tra cui: la battaglia di Hastings (al comando di Otto Gherardini); la battaglia di Montaperti (Cece Gherardini era uno dei dodici capitani dell'esercito fiorentino); la battaglia di Campaldino (Piovano Gherardini); la battaglia di Poitiers (Pietro Gherardini che seguì, con alcuni membri della famiglia, Gualtieri di Brienne).

I Gherardini persero il loro pieni diritti feudali sulle loro terre soltanto con l'avvento di Napoleone, le cui truppe le occuparano militarmente. Furono per questo tra i più longevi feudatari d'Europa. Furono sicuramente tra gli ultimi in Italia a perdere le loro prerogative feudali di origine medievale, nel 1805. Essi infatti si sottrassero prima ai poteri delle Signorie e poi alle monarchie italiane con dei Feudi in aree geografiche che per lungo tempo non sono ricadute, fino alle conquiste napoleoniche, sotto alcuna giurisdizione statale centrale.[5]

[modifica] Storia recente ed i Gherardini di oggi

Secondo i dati dell'ultimo Albo Ufficiale della Nobiltà italiana approvato dal Ministero degli Interni del Regno d'Italia, ed in accordo alla genealogia ufficiale di questa famiglia, attualmente la famiglia dei nobili Gherardini è divisa in due rami: il primo fa capo al Marchese Francesco Alberto (ramo primogenito) ed il secondo al Conte Gian Claudio (Ramo secondogenito). Le dimore attuali dei Marchesi e Conti Gherardini, sono: Roma, Venezia, New York e Firenze.

Secondo quanto riportato dalle cronache, dalle quali si tengono piuttosto lontani, si registra nel 2007 in alcune agenzie di stampa ed articoli (tra cui uno sul Quotidiano Nazionale) una piccola polemica da parte della Contessa Cinzia Gherardini con il Principe Girolamo Strozzi, padrino di uno dei figli della Gherardini, circa la discendenza della Monna Lisa dipinta da Leonardo da Vinci, che secondo il Vasari sarebbe stata Lisa Gherardini, figlia di Antonio Gherardini, antenato della stessa Contessa, che, sposata a un Del Giocondo, avrebbe preso poi il nome di Gioconda.

Tra le figure legate alla famiglia Gherardini più note in tempi recenti, si menziona il Marchese Maurizio, l'ultimo signore con poteri feudali su S.Polo, Bazzano, Scurano, Pianzo e Castelnuovo, nonché Gran Ciambellano dell'Imperatore d'Austria e Ministro Plenipotenziario d'Austria presso il Regno Sabaudo, Cristina Trivulzio Belgiojoso (figlia della Marchesa Vittoria Gherardini), prima donna direttrice di giornale che Carlo Cattaneo definì la "prima donna d'Italia" per il suo impegno verso l'unità nazionale), il marchese Gian Francesco Gherardini, Sindaco di Reggio Emilia, Deputato e poi Senatore (morto nel 1926) o il Conte Gian Claudio Gherardini, eroe di guerra, Comandante dell'8º Reggimento bersaglieri ad El Alamein e la Divisione Nembo (morto nel 1971).

Il loro motto è "Festina lente".

[modifica] Note

  1. ^ Si vedano autori classici come il Capponi, Compagni o Machiavelli, citazioni dello stesso Alighieri o più recenti ricerche storiche universitarie come quelle di Faini o Pirillo. Gli ultimi studi univeritari stanno rivedendo molte posizioni classiche o le integrano con maggiore rigore e precisione, ad esempio, secondo uno studio sulla documentazione dell'epoca medioevale condotta da Enrico Faini dell'Università di Firenze, seguito dagli storici universitari prof. Jean-Claude Maire Vigueur e prof. Andrea Zorzi ("Il gruppo dirigente fiorentino nell'età consolare", in "Archivio Storico", CLXII (2004), pp.210), è oggi più chiaro quali fossero effettivamente le famiglie dell'antica nobiltà signorile che si inurbarono a Firenze tra il 1000 ed il 1100: erano poco più di una decina: Amidei; Ardinghi; Brunelleschi; Buondelmonti; Caponsacchi; Donati; Fifanti; Gherardini; Guidi; Nerli; Porcelli; Scolari; Uberti; Visdomini.
  2. ^ Per approfondimenti sul Castello di Linari e Vanne dé Gherardini, si veda anche “Storia di Poggibonsi” di Francesco Pratelli - Lalli Editore. Poggibonsi, 1990.
  3. ^ Dino Compagni, Cronica.
  4. ^ Per questi due ultimi si veda anche le precise ricostruzioni storiche sulla famiglia Gherardini offerte in Iotti: S. Polo d'Enza, Feudatari e Comunità
  5. ^ Per approfondimenti si vedano vari storici che hanno scritto sulla storia di questa famiglia come "I Gherardini ed il Castello di Montagliari" di Corazzini; "Unpublished Gherardini documents" Samuel Hayman; "Vignamaggio e Montagliari dal XIV ad oggi" AA.VV; oppure Gamurrini in "famiglia Gherardina" le cui ricostruzioni sono però piuttosto approssimative, almeno a giudizio degli storici, oppure Mini in "Discorso sopra la nobiltà di Firenze" o, in fine, lo stesso archivio storico della famiglia Gherardini.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -