Franca Viola
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Franca Viola, nata ad Alcamo nel 1947, fu la prima donna siciliana a rifiutare il matrimonio riparatore, diventando un simbolo della crescita civile dell'Italia nel secondo dopoguerra e dell'emancipazione delle donne italiane.
« Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi ragazza ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé.
Oggi consiglio ai giovani di seguire i loro sentimenti; non è difficile. lo l'ho fatto in una Sicilia molto diversa; loro possono farlo guardando semplicemente nei loro cuori. E i suoi figli sono orgogliosi? Non voglio essere per loro un simbolo. Mi amano e questo mi basta » |
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( FV 2006 [1])
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[modifica] La vicenda
Il 26 dicembre 1965, Franca Viola venne rapita, all'età di 17 anni da Filippo Melodia, suo spasimante sempre respinto, con l'aiuto di dodici suoi amici, e venne violentata e quindi nascosta e segregata per otto giorni in un casolare al di fuori del paese, per essere liberata il 2 gennaio 1966.
Secondo la "morale" del tempo, una ragazza uscita da una simile vicenda, ossia non più vergine, o si faceva sposare dal suo rapitore, salvando l'onore sua e quello della sua famiglia, oppure sarebbe rimasta zitella ed additata come "donna svergognata".
Questa "morale" era perfino supportata dalla legge italiana, il cui articolo 544 del codice penale, ammetteva il "matrimonio riparatore", considerando la violenza sessuale come un oltraggio alla morale e non alla persona. Secondo questo articolo del codice, l'accusato di delitti di violenza carnale, anche su minorenne, avrebbe avuto estinto il reato nel caso di matrimonio con la persona offesa.
Contrariamente a quella che era la prassi usuale, Franca Viola non accetterà il matrimonio riparatore. Suo padre, contattato da emissari durante il rapimento, fingerà di acconsentire alle nozze, preparando con i carabinieri di Alcamo una trappola. Quando il rapitore rientrò in paese, con i suoi amici e la donna, i primi furono tutti arrestati dai carabinieri.
[modifica] Eventi successivi
Subito dopo il fatto, tutta la famiglia Viola, che aveva contravvenuto alle regole di vita locale fu soggetta ad intimidazioni, il padre Bernando venne minacciato di morte con una pistola, la vigna rasa al suolo ed il casolare annesso bruciato.
Il caso sollevò immediatamente forti polemiche in Italia e fu oggetto di numerose interpellanze parlamentari. Durante il successivo processo la difesa tentò invano di screditare l'immagine della ragazza, sostenendo che avesse acconsentito alla "fuitina", ossia una fuga d'amore per mettere il padre di lei di fronte al fatto compiuto ed avere il consenso per un matrimonio riparatore, come era localmente ancora in uso a quei tempi.
Filippo Melodia verrà condannato a 11 anni di carcere, ridotti a 10 e a 2 anni di soggiorno obbligato nei pressi di Modena e pesanti condanne verranno inflitte dal tribunale di Trapani, presieduto dal giudice Giovanni Albeggiani, anche ai suoi complici; uscirà dal carcere nel 1976 e morirà di lupara il 13 aprile 1978.
Franca Viola diventerà il simbolo di libertà e dignità, in Sicilia, per tutte quelle donne che dopo di lei subirono le medesime violenze ed ebbero, dal suo esempio, il coraggio di "dire no" e rifiutare il matrimonio riparatore.
Franca Viola si sposò nel 1968, con Giuseppe Ruisi, un giovane lavoratore dipendente, con il quale si era fidanzata dall'età di 14 anni e che insistette per sposarla, nonostante lei cercasse di distoglierlo dal proposito per timori di rappresaglie. La coppia ebbe tre figli: si trasferì a vivere a Monreale per i primi tre anni di matrimonio, per poi tornare ad Alcamo.
Sempre nel 1968 i due sposi vennero ricevuti dal papa Paolo VI in udienza privata come gesto di solidarietà.
Giuseppe Saragat, allora Presidente della Repubblica inviò il giorno del matrimonio un regalo di nozze per manifestare la sua, e degli Italiani, solidarietà e simpatia alla coppia.
Il regista Damiano Damiani, nel 1970, realizzò il film La sposa più bella, inspirato dalla vicenda, interpretato da una esordiente e giovanissima Ornella Muti.
Franca Viola, ormai nonna, vive ad Alcamo.
[modifica] Modifica della legge
Dopo sedici anni dal fatto, l'articolo 544 del Codice Civile sarà finalmente abrogato con l'articolo 1 della legge 442, emanata il 5 agosto 1981 che abolisce la facoltà di cancellare una violenza sessuale tramite un successivo matrimonio.