Chiesa di San Pietro (Maroggia)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Nel Comune di Maroggia (Svizzera) la chiesa parrocchiale di San Pietro, sulla riva del lago Ceresio, attestata solo a partire dal 1579, fu ricostruita intorno al 1640 (come indica l'iscrizione sopra il portale d'ingresso) per volere di Giovan Pietro Petrucci (1589-1659) consigliere dell’imperatore Ferdinando II del Sacro Romano Impero e dell'arciduca Leopoldo, protonotario apostolico, canonico delle cattedrali di Olmütz, di Brünn e di Kremsier, e consacrata nel 1643.
Nel corso delle indagini archeologiche, condotte nel 1973, sono venute alla luce le fondamenta di una chiesa altomedievale orientata, con abside a ferro di cavallo, del sec. VIII o sec. IX, prolungata verso ovest alla fine del sec. XI munita di un coro quadrangolare con volta a crociera e ornata di affreschi del sec. XV. Il campanile, a destra della facciata, risale all’epoca romanica, il secondo ordine di bifore fu rimaneggiato forse nel 1909 e l’ultimo piano fu aggiunto nel 1928. L’edificio attuale è una massiccia costruzione costituita da una navata a tre campate e un coro rettangolare, voltati a botte lunettata. Nella facciata, ornata con alte lesene e timpano che le conferiscono una linearità classicheggiante, si apre un portale barocco del 1640, sovrastato da una statua di San Pietro in pietra di Saltrio. Restauri interni negli anni 1973-1974 diretti da Lino Caldelari; mentre l'architetto Tita Carloni si è occupato della facciata negli anni 1982-1983.
All’interno sono degni di nota i tre altari ornati di stucchi e statue del 1640 di Giovanni Antonio Colomba (1585-1650) di Arogno; l’altare maggiore, affiancato dalle statue dei Santi Pietro e Paolo e sormontato dalle figure del Padre Eterno e di due profeti, contiene un dipinto con la Consegna delle chiavi a San Pietro, dell’inizio del sec. XVII. Sulle pareti del coro: due scene raffiguranti la Decollazione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro, della seconda metà del sec. XVII. Nella cappella del Rosario: angeli cariatidi, San Domenico di Guzmán e Santa Caterina d'Alessandria; statua in marmo della Madonna di Francesco Somaini (1795-1855), da lui donata nel 1843; sulla parete sinistra: olio su tela di San Giuseppe, attribuito a Giovanni Battista Bagutti di Rovio, dell’inizio del sec. XIX. Nella cappella di fronte: putti cariatidi, le statue di Santa Caterina d’Alessandria e di Santa Lucia, e sul timpano due figure femminili di coronamento; olio su tela raffigurante i Santi Francesco d’Assisi, Sebastiano, Giovanni Battista, Filippo, Giacomo Maggiore e Carlo Borromeo, attribuito a Giovanni Battista Carlone (1603-1684), del 1640 circa; sulla parete destra: olio su tela con Sant'Antonio di Padova, attribuito a G. B. Bagutti.
[modifica] Bibliografia
- B. Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Lugano-Porza 1980, 327.
- AA.VV., Guida d’arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 362-363..