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Cercino - Wikipedia

Cercino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Cercino
Panorama di Cercino
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Lombardia
Provincia: stemma Sondrio
Coordinate: 46°9′0″N 9°30′0″E / 46.15, 9.5
Altitudine: 487 m s.l.m.
Superficie: 6 km²
Abitanti:
689 2001
Densità: 115 ab./km²
Frazioni: Belenasco, Fiesso, Piano di Bolgia, Piussogno, Siro 
Comuni contigui: Cino, Cosio Valtellino, Mantello, Novate Mezzola, Traona
CAP: 23016
Pref. tel: 0342
Codice ISTAT: 014017
Codice catasto: C493 
Nome abitanti: cercinesi 
Santo patrono:  
Giorno festivo:  
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
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Cercino (Cercìn in dialetto locale) è un comune di 689 abitanti della provincia di Sondrio. Si trova sul versante retico e fa parte della Costiera dei Cech.

Indice

[modifica] Geografia

Il territorio di Cercino è contraddistinto da precisi confini. Il confine settentrionale segue sostanzialmente il crinale della montagna che separa la Costiera dei Cech dalla Valle dei Ratti, toccando cime di rilievo come il monte Brusada (m. 2143), passando anche per il Passo della Piana (m. 2052), che unisce il territorio comunale con la Valle di Codogno.

Il confine orientale scende invece lungo il crinale verso sud, passando attraverso il Piazzo della Nave, i Prati di Bioggio (che sono compresi nel territorio di Traona), piegandosi poi a sud ovest e comprendendo anche parte della pianura dell'Adda, risalendo sino al monte Brusada.

Il comune di Cercino comprende anche le frazioni di Piussogno, Era, Soriate, Brassedo e Fiesso (poste più in basso rispetto al comune), mentre ad ovest si trova la frazione di Siro.

Sempre compresi nel territorio cercinese sono anche i rifugi Cuper di Sotto (m. 1150) e Cuper di Sopra (m. 1311) ed i prati della Brüsada che costituivano anticamente gli alpeggi principali della località, compresi tra i 1500 ed i 1584 metri.

[modifica] Storia

Le prime notizie sul territorio di Cercino risalgono all'anno 822 quando da un documento si apprende che i terreni locali erano proprietà dei monaci della Basilica di Sant'Ambrogio di Milano.

Nelle epoche successive, il piccolo borgo ricadde sotto la giurisdizione del Vescovo di Pavia [1] prima, e del Vescovo di Como, poi.

Il borgo, che all'epoca veniva definito col nome di Zerzuno (che conserverà perlomeno sino al XIV secolo) ricadeva all'epoca sotto i terreni di giurisdizione di Como a cui doveva anche pagare la tassa sul diritto di fodro.

Nel XIV secolo Cercino riuscì ad emanciparsi dalla giurisdizione ecclesiastica della diocesi divenendo un libero comune, ma per breve tempo in quanto a quello comasco, si sostituì ben presto quello dei Visconti del Ducato di Milano, ai quali fece solenne promessa di fedeltà, nel 1388 anche un deputato del comune di Cerzuno.

Sotto l'aspetto della giurisdizione ecclesiastica, Cercino dipendeva a quell'epoca dalla Pieve di Olonio, dalla quale però si distaccò il 13 maggio 1415, costituendosi come parrocchia autonoma.

Celebre per il piccolo borgo, fu la visita pastorale che il Vescovo di Como, Feliciano Ninguarda (originario di Morbegno), fece nel 1589, la quale costituisce a tutt'oggi una delle testimonianze storiche d'archivio più complete sull'abitato di Cercino. Nel paese vennero infatti all'epoca rilevati 100 fuochi (nuclei familiari) [2], suddivisi anche tra le frazioni di Cresta e Piussogno.

Sempre sul finire del XVI secolo, è il diplomatico della Lega Grigia svizzera Giovanni Güler von Weineck a darci una descrizione del paese nel corso di una sua visita nella regione, descritta nella sua opera principale che prende il titolo di "Raetia": ...Cercino, notevole villaggio, situato in un fertile ripiano della montagna. Al disotto, proprio alle falde della montagna, ma circa mille passi a ponente di Traona, si vede il villaggio di Piussogno e subito dopo sta quello di Soriate; ma sono ambedue di poco conto....

Alla vigiglia della Guerra dei Trent'anni (e precisamente nel 1624), a Cercino si contavano 485 abitanti, alcuni dei quali vennero decimati dai funesti eventi degli anni successivi. L’anno seguente, infatti, nella piana di Cercino, si scontrarono le truppe imperiali guidate dal Generale Pappenheim e le truppe francesi del Generale Coeuvres che più che scontro mortale per i locali, portarono anche in queste vallate il funesto messaggio della peste, causata anche dall'alloggio forzato delle truppe nel paese (tra il 1629 ed il 1630) dei soldati lanzichenecchi calati in italia dalla Valle Spluga. La popolazione venne fortemente decimata dall'epidemia, riducendosi a quasi la metà.

Una ripresa lenta e costante si ebbe a partire dal XVIII secolo e già sul finire del secolo (1797), il comune contava 636 abitanti; ripartizioni più accurate ci pervengono da un successivo censimento di epoca napoleonica, del 1807, quando viene segnalato che nella sola Cercino risiedono 290 abitanti, mentre nelle frazioni di Siro e Piassogno se ne trovano rispettivamente 230 e 60.

Un ultimo censimento prima dell’unità d’Italia si ebbe nel 1853, quando Cercino risultava avere 637 abitanti e si trovava inserito nel terzo distretto di Morbegno.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


Sul territorio di Cercino sono presenti 10 attività industriali con 29 addetti, pari al 28,43% della forza lavoro occupata.

A queste si affiancano 8 attività di servizio con 11 addetti pari al 7,84% della forza lavoro occupata, e 21 attività di servizio con 39 addetti pari al 10,78% della forza lavoro occupata e 2 attività amministrative con 6 addetti pari al 20,59% della forza lavoro occupata.

[modifica] Edifici notevoli

[modifica] Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo

La chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo
La chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo

La Chiesa Parrocchiale di San Michele è la chiesa principale del comune di Cercino.

Addossata su uno sperone di roccia posto a 487 metri sul livello del mare, l'edificio fu una delle prime costruzioni a venire innalzata quando il borgo divenne ufficialmente un libero comune, nel XIV secolo, con l'intento di assecondare il desiderio dei locali che intendevano erigere un tempio ove celebrare la messa.

La chiesa subì pesanti rimaneggiamenti e ristrutturazioni nel XVII secolo, acquisendo le forme attuali e venendo consacrata ufficialmente nel 1690.

L'interno, ad una sola navata completata da quattro altari laterali, è decorato sul soffitto con due grandi affreschi raffiguranti "L'Annunciazione" e i Santi Rocco e Sebastiano, mentre le pareti sono decorate con affreschi di otto medaglioni rappresentanti dei santi e due tele realizzate da Carlo Ligari nel XVIII secolo, oltre ad una tela di Giovanni Parravicini che è conservata nel piccolo oratorio dell'Immacolata, adiacente la chiesa parrocchiale.

Di notevole bellezza è anche l'immagine della Madonna raffigurata sull'altare maggiore, realizzata con intarsi di legno a simuilare una prospettiva architettonica.

Presso il sagrato della chiesa, ad ovest, si trova infine un ossario quattrocentesco con una facciata dipinta con raffigurazioni di una danza macabra, soggetto tipico delle pitture rinascimentali religiose montane. Lungo l'arco frontale, due scheletri sorreggono un motto che oggi in parte risulta cancellato dall'incuria del tempo, da cui è possibile però leggere la frase ...quasi flos egreditur... che paragona simbolicamente la vita umana a quella di un fiore.

[modifica] Chiesa della Madonna della Pietà

La chiesetta della Madonna della Pietà
La chiesetta della Madonna della Pietà

Situata lungo la strada che conduce a Cino, la piccola Chiesa della Madonna della Pietà è un piccolo edificio risalente al XVIII secolo, simbolo della ripresa economica e religiosa del paese dopo il burrascoso periodo seicentesco.

L'edificio, a pianta ottagonale sormontata da una graziosa cupola, venne costruito tra il 1736 ed il 1774. All'interno, un'attrattiva da segnalare è l'altare in marmi pregiati realizzato da Giacomo Longhi di Viggiù nel 1768. Antistante il grandioso portale d'ingresso di granito, si trova un piccolo protiro con colonne e lesene, che costituisce ancora oggi uno degli angoli più caratteristici del borgo.

[modifica] Chiesa della Madonna della Neve

Situata nella frazione di Siro, essa è profondamente legata al miracolo della Madonna della Neve, che la tradizione popolare fa ricadere il giorno 5 agosto.

Al miracolo di tradizione romana, la piccola chiesa di Siro affianca una propria curiosa caratteristica: presso l'edificio religioso si trovano ancora oggi due castagni centenari, di cui le foglie di una delle piante non hanno il classico colorito verde, ma sono perlopiù bianche, quasi a ricordare il legame con la "Madonna della Neve" a cui la cappelletta è dedicata.

[modifica] Lo Stemma

Lo stemma di Cercino è in parte uno dei tipici gonfaloni "parlanti" diffusi in italia. Esso si presenta come un bipartito in palo con a sinistra, un campo di rosso con la figura d'argento San Michele Arcangelo che sconfigge il drago, il lato destro è invece costituito da un campo d'argento con tre cercini di rosso disposti in fascia.

[modifica] Personaggi celebri legati a Cercino

[modifica] Gemellaggi

[modifica] Il territorio e l'ambiente

[modifica] Eventi e cultura

[modifica] Trasporti

[modifica] Economia

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Renzo Barona (lista civica) dal 05/04/2005
Centralino del comune: 0342 651820
Email del comune: non_disponibile

[modifica] Elenco cronologico dei sindaci di Cercino

Di seguito viene riportata la serie cronologica dei sindaci del Comune di Cercino dall'Unità d'Italia ad oggi.

[modifica] Sindaci durante il Regno d'Italia

  • Giovanni De Pianto (1861–?)
  • ...

[modifica] Sindaci durante la Repubblica Italiana

  • ...
  • Renzo Barona (2005 – in carica)

[modifica] Curiosità

  • Curioso è il fatto che a partire dagli anni '50 del XX secolo si sia diffuso in paese uno strettissimo legame con la città di Vittuone (MI). Moltissimi vittuonesi hanno infatti acquistato case di villeggiatura a Cercino, un modo per sentirsi "sempre a casa" anche in vacanza... Più volte nel corso degli anni sono stati organizzati scambi culturali tra i due paesi.

[modifica] Note

  1. ^ A questo fatto si fa riferimento ad un documento del 1049 che riguarda la vendita di 43 appezzamenti di terreno in loco, contratto stipulato tra il Vescovo di Pavia Rainaldo ed il sacerdote locale Aldo de'Decumani, dove il paese viene definito ...in loco et fundo Cerzuni...
  2. ^ Il che corrispondeva a poco meno di 500 abitanti

[modifica] Bibliografia

  • Ugo CAVALLARI, "Un placito inedito del 1049 riguardante Tresivio e Cercino di Valtellina", in "Bollettino della Società Storica Valtellinese", 10 (1956), pp. 52-63.
  • Pietro BUZZETTI, "Le Chiese nel territorio dell'antico Comune in Val San Giacomo", Como, 1922.

[modifica] Collegamenti esterni

Cercino su DMoz (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Cercino")


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