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il manifesto - Wikipedia

il manifesto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

il manifesto
Prezzo di copertina 1,20 € (sabato con Alias 2,50 €)
Paese Italia
Lingua italiano
Periodicità quotidiano
Genere politico
Formato tabloid
Diffusione 29 008 (2006)
Fondazione 23 giugno 1969
Inserti e allegati Alias (sabato), Le Monde Diplomatique, Fuoriluogo
Sede via Bargoni, 8 Roma, Italia
Editore Cooperativa editoriale
Direttore Mariuccia Ciotta, Gabriele Polo
Redattore capo Marco Boccitto, Marina Forti
ISSN  
Sito web ilmanifesto.it

il manifesto è un quotidiano italiano.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Le origini

Nasce in origine come rivista politica, diretta da Lucio Magri e da Rossana Rossanda. Alla redazione del primo numero, uscito il 23 giugno 1969 con una tiratura di 75000 copie per i tipi della Edizioni Dedalo, partecipano Luigi Pintor, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Luciana Castellina e Ninetta Zandegiacomi.

Il periodico nasce dalla componente di sinistra del Partito Comunista Italiano (PCI) che con Pietro Ingrao aveva sostenuto nel corso dell'XI congresso alcune battaglie per la democrazia interna al partito e sollevato la questione del "modello di sviluppo" in contrapposizione alla componente più moderata del partito, capeggiata da Giorgio Amendola.

L'idea di dare vita ad una pubblicazione autonoma risale all'estate del 1968, ma viene congelata in vista del XII congresso del PCI, dove, peraltro, Pintor, Natoli e Rossanda non avevano votato in comitato centrale le tesi.

La rivista assume posizioni in contrasto con la linea maggioritaria del partito (in particolar modo rispetto all'invasione Sovietica in Cecoslovacchia, con l'editoriale uscito nel secondo numero intitolato "Praga è sola") che ne chiede la sospensione delle pubblicazioni. Il Comitato centrale del PCI del 24 novembre 1969 delibera la radiazione per Rossana Rossanda, Luigi Pintor e Aldo Natoli con l'accusa di "frazionismo". Successivamente viene adottato un provvedimento amministrativo per Lucio Magri e non vengono rinnovate le iscrizioni per Massimo Caprara, Valentino Parlato e Luciana Castellina.

[modifica] La fondazione

Il manifesto si costituisce, quindi, come formazione politica con una piccola rappresentanza parlamentare (Natoli, Pintor, Rossanda al quale si aggiungono Massimo Caprara, già segretario particolare di Palmiro Togliatti, e Liberato Bronzuto). Nel settembre del 1970 (la tiratura sarà di 60000 copie) vengono proposte le tesi per il comunismo nelle quali viene avanzata una piattaforma politica per l'unità della sinistra rivoluzionaria e si caldeggia la costituzione di una forza politica. Si intensificano, inoltre, le relazioni con Potere operaio con il quale tiene un congresso nel febbraio 1971 che dovrebbe sancire l'unificazione tra le due forze e che si chiude invece con una rottura.

Con la trasformazione in quotidiano (avvenuta il 28 aprile 1971), il manifesto si costituisce anche come struttura politica alle elezioni del 1972 presentando una propria lista alla Camera ed invitando a votare il PCI al Senato.

Nel 1974 si unifica con il Partito di Unità Proletaria (PdUP), che da allora cambia nome in PdUP per il Comunismo. Già nel gennaio 1977, però, la componente ex-PdUP uscì dal partito, essendo gli ex-Manifesto più orientati verso il PCI che non verso altri progetti politici (come la costituente di Democrazia Proletaria). Coloro che provenivano dal gruppo de Il manifesto mantennero comunque il nome PdUP per il Comunismo, assorbendo poi la minoranza di Avanguardia Operaia e soprattutto i militanti del vecchio Movimento Studentesco del dopo 1968, il Movimento Lavoratori per il Socialismo. Nel 1983 il PdUP si presenta alle elezioni con il PCI, nel quale confluì nel 1984.

Anche se i principali fondatori del giornale si allontaneranno col tempo dalla vita politica, Il manifesto resterà comunque un interessante progetto editoriale. Gestito da un collettivo di giornalisti si trova a non avere una proprietà davvero distinta dalla redazione, con giornalisti che sono editori di se stessi. Per questo spesso partecipa agli scioperi dei giornalisti contro gli editori andando comunque in edicola, ma ospitando alcune pagine di ragioni degli scioperanti.

[modifica] La crisi e la ripresa

Verso la prima metà del 2006 la crisi economica che da tempo investe la testata, giunta ormai al 35° anno di pubblicazione, si fa sempre più grave e rischia di far chiudere il giornale, che attraverso il suo sito chiede ai lettori di sostenere il quotidiano tramite sottoscrizioni, e di pagare 5 euro l'edizione del giovedì; l'iniziativa consente di raccogliere oltre 1.700.000 euro. Da segnalare anche la donazione di Loredana Bertè, per la cifra di 20.000 euro versati al giornale

[modifica] I direttori

  • Dal 28 Aprile 1971 al 19 settembre 1975 Luigi Pintor;
  • Dal 19 settembre 1975 al 18 febbraio 1976 Valentino Parlato;
  • Dal 18 febbraio 1976 al 3 luglio 1976 Luigi Pintor, Luciana Castellina, Pino Ferraris, Vittorio Foa, Valentino Parlato, Rossana Rossanda;
  • Dal 3 luglio 1976 al 2 marzo 1978 Luciana Castellina, Valentino Parlato, Rossana Rossanda;
  • Dal 2 marzo 1978 al novembre 1985 Valentino Parlato;
  • Dal novembre 1985 al novembre 1986 Rina Gagliardi e Mauro Paissan;
  • Dal gennaio 1988 al luglio 1990 Valentino Parlato;
  • Dal luglio 1990 al novembre 1991 Sandro Medici;
  • Dal novembre 1991 a ottobre 1995 Luigi Pintor;
  • Dal ottobre 1995 al marzo 1998 Valentino Parlato;
  • Dal marzo 1998 al dicembre 2003 Riccardo Barenghi e Roberta Carlini (vicedirettore);
  • Dal dicembre 2003 Mariuccia Ciotta e Gabriele Polo;

[modifica] Firme

[modifica] Principali firme attuali

[modifica] Principali collaboratori storici

[modifica] Iniziative

  • La cooperativa editoriale de Il manifesto ha intrapreso varie iniziative ulteriori alla pubblicazione del quotidiano: dalle produzioni musicali (iniziate nel 1995 col nome Il manifesto musica, poi Il manifesto cd) all'edizione di libri, dalla traduzione e distribuzione come allegato del prestigioso mensile francese Le Monde diplomatique fino alla nascita di numerose riviste tra le quali Carta, poi resasi rapidamente indipendente e La Rivista del manifesto, un mensile di approfondimento politico che ha cessato di essere pubblicato nel 2004.
  • Da sempre schierati contro ogni guerra, sono stati tra gli organizzatori di alcune iniziative e manifestazioni di critica al modello militare di gestione dei conflitti, soprattutto quando l'Italia vi era coinvolta direttamente.
  • Il manifesto, insieme a Liberazione e Carta ha lanciato la manifestazione nazionale a Roma del 20 ottobre 2007. La vasta piattaforma politica che si è arricchita nel corso del tempo che ha preceduto la manifestazione criticava la mancata applicazione del programma dell'Unione durante il primo anno e mezzo di governo. Il corteo ha visto una vasta partecipazione dei militanti del PRC e del PdCI e nel complesso quasi un milione di persone. Vaste le polemiche di coloro che temevano che diventasse una manifestazione contro il governo; timori e strumentalizzazioni sono cessati dopo la manifestazione stessa che li ha smentiti.

[modifica] Curiosità

[modifica] L'attentato

Il 22 dicembre 2000, alle 12:05, il quotidiano fu obiettivo di un attentato: una bomba, preparata dal militante di estrema destra Andrea Insabato, esplose di fronte agli uffici della redazione, ferendo seriamente alle gambe l'attentatore.

[modifica] L'errore "americano"

Sull'onda dell'entusiasmo degli exit poll favorevoli al candidato democratico John Kerry all'indomani delle elezioni americane il 3 novembre 2004 il giornale pubblicò a tutta pagina la notizia della vittoria del candidato democratico alla presidenza con il titolo: Good morning America. Con una valanga di voti gli americani cacciano Bush dalla Casa bianca. Venti milioni di elettori in più rispetto al 2000 portano Kerry alla presidenza. Nella notte gli exit poll decretano la sconfitta dell'uomo della guerra preventiva.

Il risultato delle elezioni fu però deludente per la redazione del giornale: Bush vinse con oltre 3 milioni e mezzo di voti in più del suo avversario. Il giorno dopo la redazione titolò a tutta pagina Good night America e si scusò con queste parole per l'errata previsione: "La nostra copertina, già definita cult dagli amici, è un errore giornalistico grave ma anche il segno di una passione e di un'emozione politica - che ha sorpreso chi non ci conosce - per quella moltitudine d'oltreoceano scesa in piazza contro il più pericoloso e criminale dei presidenti, e che condivide con noi rabbia e sogni. Ci scusiamo con i nostri lettori per questo "falso", che li ha illusi di avere un futuro senza George W. Bush"

[modifica] Il sequestro Sgrena

Durante l'occupazione militare in Iraq la giornalista Giuliana Sgrena, viene rapita a Bagdad mentre raccoglieva interviste per un'inchiesta sulle stragi di Falluja; è il 4 febbraio 2005. Gli altri giornalisti e collaboratori del quotidiano si danno da fare per intessere buone relazioni e iniziative allo scopo di favorire la liberazione della giornalista rapita; tra queste una grande manifestazione a Roma con più di mezzo milione di partecipanti e il coinvolgimento di molte personalità.

Dopo un mese, il 4 marzo la giornalista viene rilasciata, ma il clima festoso con cui la redazione accoglie la liberazione viene subito guastato dalla notizia dell'uccisione di Nicola Calipari e del ferimento della stessa Sgrena da parte di una pattuglia statunitense sulla strada verso l'aeroporto. Notevole il cambiamento della vignetta di Vauro che disegna una colomba sanguinante col ramo d'ulivo e il suo personaggio che dice "Ce l'hai riportata!".

Per approfondire, vedi la voce Giuliana Sgrena.

[modifica] Evoluzione grafica

[modifica] Gli anni '70

Il 21 aprile 1971, il manifesto quotidiano esce in 4 pagine con un'impaginazione, ideata da Giuseppe Trevisani, a 6 colonne che richiama L'Ordine Nuovo di Antonio Gramsci e nel settembre 1977 passa da 4 a 6 pagine. Il 28 aprile 1978 avviene la prima riforma grafica ed editoriale.

[modifica] Gli anni '80

Il 10 dicembre 1980 le pagine aumentano passando a 10. Il 27 aprile 1982, Piergiorgio Maoloni progetta la nuova veste grafica del giornale. Il 9 febbraio 1985 le pagine divengono 12 (16 nei giorni in cui escono la talpa del giovedì e il domenicale). Nel 1989 le pagine passano a 16/18 (44 nella versione domenicale). Nel 1992 si ha una nuova riforma grafica.

[modifica] Gli anni '90

Dal 1994 viene optato per il formato tabloid con una grande foto in prima pagina. Dal 1997 avviene una nuova riforma grafica progettata dall'ufficio del manifesto. Dal 31 marzo 1998 la testata viene sottolineata da uno sbaffo arancione.

[modifica] Dal 2000

Dal 4 aprile 2000 il formato diviene più grande, le pagine divengono 18/20 e la vignetta di Vauro viene posta in prima pagina. Dal 2004 avviene un restyling mantenendo inalterato il formato. Nel 2006 si opta per un altro cambiamento grafico, peraltro molto criticato dai lettori: il formato diviene più stretto e più alto. Nuovo restyling il 06/06/2008.

[modifica] Supplementi

  • Alias, supplemento del sabato: cinema, video, musica, videogame, libri, dischi.
  • Fuoriluogo, supplemento mensile ogni ultima domenica del mese, su "droghe e diritti" edito dall'"Associazione Forum Droghe", direttore responsabile Maurizio Baruffi.

[modifica] Diffusione

Anno Copie vendute
2006 29.008
2005 32.119
2004 31.289
2003 32.311
2002 34.135
2001 35.230
2000 28.543
1999 28.357
1998 28.725
1997 30.059
1996 34.356

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[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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