Chiesa di Santa Maria degli Angeli (Firenze)
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La ex-chiesa di Santa Maria degli Angeli in Via Alfani a Firenze è solo una piccola parte del complesso omonimo del Convento di Santa Maria degli Angeli, anch'esso soppresso nonostante fosse stato uno dei più importanti e ricchi di Firenze. Oggi il complesso fa parte della Facoltà di Lettere e Filosofia di Firenze.
Indice |
[modifica] Storia del complesso
Di regola benedettina camaldolese, fu fondato nel 1295 da Guittone di Viva di Antonio d'Arezzo, cavalier Gaudente, appartenente all'Ordine dei frati Gaudenti, soppresso nel 1585, nella località detta Cafaggio, fuori del secondo cerchio delle mura e della porta di Balla, che era dove è ora la piazzetta di San Michele Visdomini e via de' Servi.
Questo convento venne costruito a somiglianza dell'Eremo di Camaldoli, cioè con tante celle quanti erano i frati, divise fra loro da un piccolo orto: ogni cella prendeva luce da una finestra sul tetto ed aveva un'altra finestra per il passaggio del vitto. La costruzione del Convento fu iniziata il 14 gennaio 1345, alla presenza della Signoria, delle Magistrature, del Clero e di un monaco camaldolese, Orlando, delegato del Priore generale dell'Ordine, Fridiano. L'Eremo e l'Oratorio annesso vennero intitolati a Santa Maria degli Angioli.
Nel 1348 l'Eremo venne ingrandito, incorporandovi alcune case che erano appartenute agli Alfani. Vi fiorì anche una celebre scuola di miniatura, rinnovatrice di questa forma d'arte, che ebbe fra gli esponenti più famosi Lorenzo Monaco. Per quattro secoli la strada che costeggiava il convento si chiamò Via degli Angioli: solo nel 1865 le venne dato il nome Via degli Alfani. Il convento fu centro artistico e culturale della Firenze umanistica, fu frequentato da Cosimo il Vecchio, Giovanni de' Medici (Leone X) e Lorenzo de' Medici, Luchino Visconti, che era sposato con una sorella di Pazzino Strozzi, Marsilio Ficino, Niccolò Niccoli, Paolo Toscanelli dal Pozzo, ecc. Essi si riunivano in questa sede, ospiti di Ambrogio Traversari, Priore Generale dell'Ordine Camaldolense, nella prima metà del XV secolo.
Questi umanisti si servivano dell'opera dei Camaldolesi che erano letterati, calligrafi, pittori, miniatori, cesellatori, orefici, ricamatori in oro, i quali trascrivevano i testi degli antichi classici greci e latini che ritrovavano. Alcuni di questi frati sono rimasti celebri: Bartolommeo della Gatta, Silvestro Gherarducci, Jacopo Bandinelli, il cui cadavere fu violato, per un eccesso di morboso entusiasmo, col taglio delle mani che avevano prodotto tanti capolavori, mani che furono conservate nella sacrestia come reliquie. Nel 1378, durante il Tumulto dei Ciompi, una folla di rivoltosi, capeggiata da Cecco da Poggibonsi, invase il convento e furono uccisi il vice priore e due conversi. I codici miniati, custoditi nella sacrestia, furono salvi grazie alla difesa, capeggiata da Guido del Palagio e Vieri de' Medici.
Il Convento fu rimodernato nel XVII secolo da Gherardo Silvani e Bartolommeo Ammannati e il campanile fu disegnato da Filippo Ciocchi. Nel 1676 Francesco Franchi restaurò la chiesa e Giuseppe del Rosso nel 1820 ne affrescò le pareti.
Ampliato alla fine del XVI secolo, ha conservato l'aspetto originale, specialmente negli ampi chiostri.
Soppresso per volontà napoleonica nel 1808 assieme a molti altri istituti religiosi, ebbe poi vita travagliata. Fu usato dall'arcispedale di Santa Maria Nuova e in seguito venne ceduto all'Università di Firenze (nel 1940, ma in uso dal 1964-65), che vi sistemò da allora la Facoltà di Lettere. Il complesso è comunque molto grande ed oggi anche altre associazioni culturali ne usano alcuni luoghi, come l'associazione Amici dei Musei Fiorentini, mentre su Via Alfani alcuni ambienti sono utilizzati da vari esercizi commerciali.
[modifica] La chiesa
si accede da via degli Alfani a quella che l'antica chiesa del complesso, oggi usata per le lezioni della facoltà di Lettere e Filosofia e chiamata Aula IV Novembre.
La ex-chiesa è decorata da stucchi da Alessandro Gherardini (1700) e contiene alcune tele settecentesche. Nell'antica chiesa, che aveva sei altari, erano sepolti il cardinale spagnuolo Pietro Frias, morto a Firenze nel 1420 quando tornava dal Concilio di Costanza al seguito di Martino V e lo storico Benedetto Varchi, morto nel 1566, la cui tomba fu trovata vuota e la pietra tombale fu posta nel chiostro detto "dei morti" 8la lastra è ancora oggi visibile a destra del portale che introduce all'atrio verso il chiostro dell'Ammannati). Accanto alla chiesa esiste una cappella dove erano conservate le reliquie dei santi martiri Proto, Nemesio e Giacinto, racchiuse in un'urna di bronzo scolpita da Lorenzo Ghiberti nel 1428, a spese di Cosimo il Vecchio e Lorenzo di Giovanni de' Medici, che poi fu portata al Museo Nazionale del Bargello. Questa chiesa fu consacrata dall'Arcivescovo Antonino Pierozzi il 14 settembre 1445.
[modifica] I chiostri
[modifica] Il chiostro Grande
Il chiostro Grande, detto anche "dell'Ammannati", fu in realtà progettato da Matteo Nigetti e si trova all'ex-ingresso della facoltà di Lettere dell'Università di Firenze su piazza Brunelleschi. È caratterizzato da un portico con archi ribassati, tipicamente seicentesco.
Nella parete di destra c'è l'ingresso all'antica chiesa, che poi divenne Biblioteca Medica, contenente gli originali delle Storie fiorentine di Scipione Ammirato. Il chiostro Grande confina sula lato nord con la Casa del Mutilato costruita negli anni '30 del Novecento.
[modifica] Il chiostro degli Angeli
Per approfondire, vedi la voce Chiostro degli Angeli. |
Il secondo chiostro detto della Sagrestia o degli Angeli fu realizzato da Gherardo Silvani, ispirandosi probabilmente a disegni di Filippo Brunelleschi, ed è composto da da archi a tutto sesto che creano un porticato sui quattro lati, al di sopra del quale si trova una loggetta architravata.
Qui restano le lunette affrescate in larga parte da Bernardino Poccetti verso il 1601, ben conservate, dai colori vividi e dal tipico tratto netto del disegno dell'autore, che aveva anche affrescato due anni prima la cupola della cappella Ticci (1599). Le altre lunette furono dipinte da Donato Arsenio Mascagni e Bernardino Monaldi, mentre i busti in marmo sopra i portali, raffiguranti santi e protettori dell'ordine camaldolese, vennero scolpiti da Giovanni Caccini e Pietro Francavilla.
[modifica] Il chiostro dei Morti
Un terzo chiostro, detto dei Morti, con un loggiato al primo piano che gli corre attorno, è attiguo all'ingresso attuale degli studenti su via Alfani ed è caratterizzato da arcate a tutto sesto che compongono un porticato sui quattro lati, sormontato da un loggiato coperto, sulle cui pareti esterne restano ancora oggi tracce di graffiti.
Vi sono conservate alcune lastre tombali, tra le quali quelle dell'umanista Benedetto Varchi.
Sulla parete di fondo dell'antico Refettorio c'è un affresco rappresentante la Cena di Emmaus, opera di Ridolfo del Ghirlandaio.
[modifica] Altre immagini
Lunetta del chiostro degli Angeli, Bernardino Poccetti, La creazione di Eva |
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
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[modifica] Fonti
- Vedi anche la bibliografia su Firenze.
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