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Antonio di Rudinì - Wikipedia

Antonio di Rudinì

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Bandiera Presidente del
Consiglio dei Ministri
Stemma
Antonio Starabba, Marchese di Rudinì
Luogo di nascita Palermo
Data di nascita 6 aprile 1839
Luogo di morte Roma
Data di morte 6 agosto 1808
Partito politico Destra storica
Coalizione
Mandato I. 6 febbraio 1891 - 15 maggio 1892
II. 10 marzo 1896 - 29 giugno 1898
Elezione
Titolo di studio
Professione Politico
Vicepresidente
Predecessore I. Francesco Crispi
II. Francesco Crispi
Successore I. Giovanni Giolitti
II. Luigi Pelloux
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Antonio Starrabba marchese di Rudinì (Palermo6 aprile 1839 – Roma6 agosto 1908) è stato un politico italiano.

Fu presidente del Consiglio dei Ministri italiano nei periodi: 6 febbraio 1891 - 15 maggio 1892 e 10 marzo 1896 - 29 giugno 1898.

Nel 1859 si unì al comitato rivoluzionario che spianò la strada ai trionfi di Garibaldi nell'anno seguente. Quindi, dopo aver passato un breve periodo a Torino come addetto del ministero degli esteri, venne eletto sindaco di Palermo. Nel 1866 mostrò una considerevole energia e coraggio personale, nel sopprimere una insurrezione di separatisti e reazionari. Il prestigio così acquisito lo portò alla nomina come prefetto di Palermo, e mentre occupava tale incarico, represse il brigantaggio in tutta la provincia. Nel 1868 fu prefetto di Napoli.

Nell'ottobre 1869 divenne ministro degli interni nel gabinetto Menabrea, ma cadde assieme a tale governo pochi mesi dopo, e benché eletto membro del parlamento per Canicattì, non ricoprì alcuna posizione importante fino a quando, alla morte di Minghetti nel 1886, divenne il capo della destra. All'inizio del 1891 succede a Francesco Crispi come primo ministro e ministro degli affari esteri, formando un governo di coalizione con una parte della sinistra di Nicotera. La sua amministrazione si rivelò vacillante, ma diede il via alle economie con cui le finanze italiane vennero messe in sesto e rinnovò inoltre la Triplice Alleanza.

Il suo governo cadde nel maggio 1892 per via di un voto alla camera, ed il suo posto venne preso da Giolitti. Al ritorno al potere del suo rivale, Crispi, nel dicembre 1893, egli riprese l'attività politica, alleandosi con il leader radicale Felice Cavallotti. La crisi conseguente al disastro di Adua (1 marzo 1896), permise a Starrabba di tornare al potere come primo ministro e ministro degli interni, in un governo formato dal veterano conservatore, Generale Ricotti.

Di Rudinì concluse la pace con l'Abissinia ponendo così termine alla campagna d'Africa Orientale, ma mise in pericolo le relazioni con il Regno Unito per colpa della pubblicazione non autorizzata di corrispondenza confidenziale diplomatica, in un libro verde sulla questione abissina. Per soddisfare il partito anti-coloniale, cedette Kassala ai britannici, provocando molta indignazione in Italia. la sua politica interna fu marcata da un continuo trattenere le pressioni radicali e dalla persecuzione di Crispi. Sciogliendo la camera all'inizio del 1897 e favorendo i candidati radicali nelle elezioni generali, spianò la strada agli scontri del maggio 1898, la soppressione dei quali richiese un notevole spargimento di sangue e lo stato di assedio a Milano, Napoli, Firenze e Livorno. L'indignazione per i risultati della sua politica portò al suo rovesciamento nel giugno 1898. Durante il suo secondo mandato modificò il gabinetto per tre volte (luglio 1896, dicembre 1897, giugno 1898) senza rafforzare la sua posizione politica.

Per molti versi di Rudinì, leader della destra e dunque, nominalmente, politico conservatore, si rivelò un elemento dissolutore nelle file dei conservatori italiani. Con la sua alleanza con i liberali di Nicotera nel 1891, con la sua intesa con i radicali di Cavallotti nel 1894; con l'abbandono del suo collega conservatore, Generale Ricotti, al quale doveva la carica di primo ministro nel 1896; e con la sua azione ondivaga dopo aver perso il potere, egli divise e demoralizzò una parte politica che avrebbe potuto costituire, se gestita altrimenti, una solida organizzazione parlamentare.

Fu uno dei più grandi e ricchi proprietari terrieri della Sicilia e gestì le sue proprietà secondo principii liberali, senza mai incorrere in problemi con la manodopera agricola. Non ricoprì più incarichi pubblici dal 1898. Morì il 6 agosto 1908, lasciando un figlio, Carlo, che sposò una figlia di Henry Labouchere e una figlia, Alessandra che, dopo esser stata l'amante di d'Annunzio, si farà monaca carmelitana.

Indice

[modifica] Voci correlate

[modifica] Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata


[modifica] Bibliografia

[modifica] Voci correlate

Predecessore: Sindaco di Palermo Successore:
Mariano Stabile 1863-1866 Salesio Balsamo I
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Mariano Stabile {{{data}}} Salesio Balsamo
Predecessore: Presidente del Consiglio del Regno d'Italia Successore: Bandiera italiana
Francesco Crispi febbraio 1891 - maggio 1892 Giovanni Giolitti I
Francesco Crispi marzo 1896 - giugno 1898 Luigi Pelloux II
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Presidenti del Consiglio dei Ministri del Regno d'Italia
Stemma dei Savoia
Camillo Benso Conte di Cavour · Bettino Ricasoli · Urbano Rattazzi · Luigi Carlo Farini · Marco Minghetti · Alfonso La Marmora · Luigi Federico Menabrea · Giovanni Lanza · Agostino Depretis · Benedetto Cairòli · Francesco Crispi · Antonio di Rudinì · Giovanni Giolitti · Luigi Pelloux · Giuseppe Saracco · Giuseppe Zanardelli · Tommaso Tittoni · Alessandro Fortis · Sidney Sonnino · Luigi Luzzatti · Antonio Salandra · Paolo Boselli · Vittorio Emanuele Orlando · Francesco Saverio Nitti · Ivanoe Bonomi · Luigi Facta · Benito Mussolini · Pietro Badoglio · Ferruccio Parri · Alcide De Gasperi
Predecessore: Ministro degli Esteri del Regno d'Italia Successore:
Francesco Crispi (ad interim) 6 febbraio 1891 - 15 maggio 1892 Benedetto Brin I
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Francesco Crispi (ad interim) {{{data}}} Benedetto Brin
Predecessore: Ministro degli Interni del Regno d'Italia Successore:
Luigi Ferraris 22 ottobre 1869 - 14 dicembre 1869 Giovanni Lanza I
Francesco Crispi 10 marzo 1896 - 29 giugno 1898 Luigi Pelloux II
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Luigi Ferraris {{{data}}} Giovanni Lanza
Predecessore: Ministro della Giustizia del Regno d'Italia Successore:
Giacomo Giuseppe Costa 15 agosto 1896 - 18 settembre 1897 Emanuele Gianturco I
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Giacomo Giuseppe Costa {{{data}}} Emanuele Gianturco


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