Tommaso Tittoni
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Tommaso Tittoni | ||||
Luogo di nascita | Roma | |||
Data di nascita | 16 novembre 1855 | |||
Luogo di morte | Roma | |||
Data di morte | 7 febbraio 1931 | |||
Partito politico | Ala conservatrice | |||
Mandato | 12 marzo 1905 - 27 marzo 1905 | |||
Titolo di studio | Laurea in Giurisprudenza | |||
Professione | Politico | |||
Predecessore | Giovanni Giolitti | |||
Successore | Alessandro Fortis |
Tommaso Tittoni (Roma, 16 novembre 1855 – Roma, 7 febbraio 1931) è stato un diplomatico e politico italiano. Fu Presidente del Consiglio dei Ministri dal 12 marzo 1905 al 27 marzo 1905.
Il padre Vincenzo, a sua volta deputato e senatore, durante il periodo risorgimentale prese parte ad alcune azioni contro lo Stato Pontificio e nel 1860 si trasferì con il figlio in Campania: nella Capitale tornò dieci anni dopo. Tittoni studiò legge e dopo la laurea in giurisprudenza entrò in politica con il gruppo liberal-conservatore. Fu eletto alla Camera dei Deputati dal 1886 al 1897, fu poi nominato Senatore da re Vittorio Emanuele III di Savoia il 25 novembre 1902. Dal 1898 al 1903 fu Prefetto, prima a Perugia (15 maggio 1898 - 1° settembre 1900), e poi a Napoli (1° settembre 1900 - 3 novembre 1903).
Fu Ministro degli Esteri dal 1903 al 1905 e fu brevemente Presidente del Consiglio dei Ministri per soli quindici giorni dal 12 marzo al 27 marzo 1905. Ambasciatore Italiano a Londra (dal febbraio al maggio 1906), tornò alla carica di Ministro degli Esteri nel Governo Giolitti III e poi fu Ambasciatore a Parigi (aprile 1910 - novembre 1916). Fu per la terza volta Ministro degli Esteri nel Governo Nitti dal 23 giugno 1919, e fu anche Capo della Delegazione Italiana alla Conferenza di Pace di Parigi fino alle dimissioni del Governo il 21 maggio 1920. Dal 1° dicembre 1919 al 21 gennaio 1929 fu Presidente del Senato.
Dopo la Marcia su Roma, Tittoni appoggiò Mussolini, divenendo il primo Presidente dell'"Accademia d'Italia" (28 ottobre 1929 - 16 settembre 1930), la più importante istituzione culturale dell'Italia fascista. Fra il 1928 ed il 1930, in virtù dei suoi incarichi, fece parte del Gran consiglio del fascismo in qualità di componente di diritto. L'8 aprile 1923 fu nominato Cavaliere dell'Annunziata dal re Vittorio Emanuele III di Savoia.
[modifica] Accordo Tittoni-Venizelos
Da Ministro degli Esteri nel Governo Nitti, Tittoni concluse un accordo segreto con il greco Eleftherios Venizelos il 29 luglio 1919, in modo da poter coordinare il comportamento greco alla Conferenza della Pace di Parigi sulla questione albanese. Infatti, inaspettatamente, la Serbia si era ingrandita notevolmente, mentre il Governo italiano aveva stimato che al massimo il suo allargamento si sarebbe limitato al Montenegro. Con l'istituzione del Regno dei Serbi, Croati, Sloveni, l'Italia si vedeva di nuovo minacciata nell'Adriatico; la sicurezza dell'Adriatico era il leimotiv del comportamento italiano alla Conferenza della Pace di Parigi e negli immediatamente successivi: Roma non poteva tollerare, dopo aver eliminato il pericolo austriaco, ritrovarsi con un'altra minaccia alle sue coste. Per questo motivo, per contrastare gli jugoslavi, che godevano dell'appoggio del Presidente americano Woodrow Wilson, Tittoni concluse l'accordo con i Greci: la Grecia avrebbe appoggiato le richieste italiane di un mandato in Albania e dell'annessione di Valona, mentre l'Italia avrebbe acconsentito a rettifiche territoriali nel nord dell'Epiro e appoggiato la Grecia nella questione della Tracia. Il mese successivo, però, i Greci, resero pubblico l'accordo. Le conseguenze furono disastrose per l'Italia, che fu costretta a fronteggiare una rivolta anti-italiana a Valona, mentre il Governo filo-italiano nell'Albania del Sud, con sede a Durazzo, veniva rovesciato, mentre a Tirana si installava un Governo ostile. L'espansione della rivolta di Valona, che vedeva ora gli Italiani assediati, portò il Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti a denunciare l'Accordo Tittoni-Venizelos e a concludere il 2 agosto 1920 un Trattato di Amicizia con gli Albanesi, che sanciva l'abbandono di Valona, mentre solo il piccolo isolotto di Saseno restava in mani italiane.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Onorificenze
Predecessore: | Presidente del Senato | Successore: | |
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Adeodato Bonasi | 1919 - 1929 | Luigi Federzoni |
Predecessore: | Ministro degli Esteri del Regno d'Italia | Successore: | |
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Enrico Morin | 3 settembre 1903 - 24 dicembre 1905 | San Giuliano | I |
Francesco Guicciardini | 29 maggio 1906 - 10 dicembre 1909 | Francesco Guicciardini | II |
Sidney Sonnino | 23 giugno 1919 - 26 giugno 1919 | Francesco Saverio Nitti (ad interim) | III |
Predecessore: | Ministro degli Interni del Regno d'Italia | Successore: | |
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Giovanni Giolitti | 12 marzo 1905 - 27 marzo 1905 | Alessandro Fortis |