Ladinu
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Su tèrmine ladinu, a sa prima difùndidu in sa Badde de Badia arta, est impreadu, como, pro definire unu grupu de dialetos bastante omogèneos faeddados in s'àrea dolomìtica. Si può fare riferimento a popolazioni noriche (celto-romane) profughe nel 5° sec. dal Norico Mediterraneo a seguito dell'insediamento dei Rugi e, in seguito, ai massacri avaro-slavi. Le popolazioni originarie breone (celto-romane) e immigrate, vennero designate welsch dai bavari in contrapposizione ai windisch (slavoni), mentre esse si definivano latine (in dialetto ladin) perché non-germane e non-slave. Il termine si diffuse (seconda metà del 18° sec.) negli ambienti tedeschi come ladinisch per designare le popolazioni in via di germanizzazione soggette al Tirolo, mentre le popolazioni soggette storicamente a Venezia non hanno mai accettato il termine, per i significati sottesi di filo-asburgicismo, per cui negli ambienti italiani si è giunti a un compromesso (ladino-dolomitici).
Il ladino ha tratti in comune con le lingue romanze occidentali, p.es. la lenizione - talvolta fino alla scomparsa - delle intervocaliche (latinu > ladin) e il plurale in -s anziché in -i, -e, ma a volte se ne discosta (la c dinanzi a e e i non passa a [ts] > [s] ma diventa [tš] come nel gruppo orientale .
Va notato inoltre che con l'espressione "lingue Ladine" ci si riferisce, talvolta, alla totalità delle lingue retoromanze, che oltre al Ladino propriamente detto (ossia al Ladino Dolomitico) comprendono anche il friulano ed il romancio.
I ladini dolomitici dispongono di un giornale settimanale "La Usc di Ladins" e di un telegiornale giornaliero "Rai TV Ladinia".
Il ladino è la lingua caratterizzante della regione informale Ladinia, che raggruppa i comuni ladini che fino al 1918 erano dell'Impero asburgico.