Villa Foscari
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Bene protetto dall'UNESCO | |
Patrimonio dell'umanità | |
Villa Foscari "La Malcontenta" City of Vicenza and the Palladian Villas of the Veneto |
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Tipologia | Architettonico |
Criterio | C (i) (ii) |
Pericolo | Nessuna indicazione |
Anno | 1996 |
Scheda UNESCO | inglese francese |
Patrimoni dell'umanità in Italia |
Villa Foscari detta La Malcontenta è una villa veneta costruita da Andrea Palladio nel 1559 a Malcontenta, località in prossimità di Mira (VE), lungo il Naviglio del Brenta, per i fratelli Nicolò e Alvise Foscari.
Indice |
[modifica] Il nome
Secondo la leggenda, la villa deve il nome di Malcontenta a una dama di casa Foscari, relegata tra le sue mura in solitudine per scontare la pena per la sua condotta viziosa. Tuttavia, in realtà il luogo era così soprannominato già dal 1431, per ricordare lo scontento mostrato dagli abitanti di Padova e Piove di Sacco per la costruzione del Naviglio del Brenta.
[modifica] Storia e architettura
La villa che Palladio realizza per i fratelli Nicolò e Alvise Foscari intorno alla fine degli anni 1550 sorge come blocco isolato e privo di annessi agricoli ai margini della Laguna veneta, lungo il fiume Brenta. Più che come villa-fattoria si configura quindi come residenza suburbana, raggiungibile rapidamente in barca dal centro di Venezia. La famiglia dei committenti è una delle più potenti della città, tanto che la residenza ha un carattere maestoso, quasi regale, sconosciuto a tutte le altre ville palladiane, cui contribuisce la splendida decorazione interna, opera di Battista Franco e Gian Battista Zelotti. Studi recenti hanno documentato un intervento dei fratelli Foscari a favore di Palladio per la progettazione di un altare per la chiesa di San Pantalon nel 1555, che testimonierebbe un rapporto precedente alla progettazione della villa.
La villa sorge su un alto basamento, che separa il piano nobile dal suolo umido e conferisce magnificenza all’edificio, sollevato su un podio come un tempio antico. Nella villa convivono motivi derivanti dalla tradizione edilizia lagunare e insieme dall’architettura antica: come a Venezia la facciata principale è rivolta verso l’acqua, ma il pronao ionico e le grandi scalinate hanno a modello il tempietto alle foci del Clitumno, ben noto a Palladio. Le maestose rampe di accesso gemelle imponevano una sorta di percorso cerimoniale agli ospiti in visita: approdati davanti all’edificio, ascendevano verso il proprietario che li attendeva al centro del pronao. La tradizionale soluzione palladiana di irrigidimento dei fianchi del pronao aggettante tramite tratti di muro viene sacrificata proprio per consentire l’innesto delle scale. Mancavano anche alberi e vegetazione di contorno, quindi la Malcontenta si imponeva ai suoi visitatori con tutta la magnifica onorabilità del classico prospetto verso il Brenta.
La villa è una dimostrazione particolarmente efficace della maestria palladiana nell’ottenere effetti monumentali utilizzando materiali poveri, essenzialmente mattoni e intonaco. Come è ben visibile a causa del degrado delle superfici, tutta la villa è in mattoni, colonne comprese (tranne quegli elementi che è più agevole ricavare scolpendo la pietra: basi e capitelli), con un intonaco a marmorino che finge un paramento lapideo a bugnato gentile, sul modello di quello che compare talvolta sulla cella dei templi antichi.
La facciata posteriore è uno degli esiti più alti fra le realizzazioni palladiane, con un sistema di forature che rende leggibile la disposizione interna; si pensi alla parete della grande sala centrale voltata resa pressoché trasparente dalla finestra termale sovrapposta a una trifora. In quest’ultima è chiarissimo il rimando al prospetto di villa Madama di Raffaello, documentando un debito di conoscenza che Palladio non ammetterà mai direttamente.
[modifica] Decorazione
La decorazione interna della Malcontenta spettò a Giovanni Battista Zelotti e, seppure in misura minore, a Battista Franco; i soggetti sono in maggioranza di carattere mitologico, secondo le consuetudini invalse nei cicli di ville dell’entroterra nel XVI secolo; un elemento peculiare è rappresentato dai rimandi ai famosi affreschi manieristici del Castello di Fontainebleau (sud-est di Parigi), voluti dal responsabile del programma iconografico Vittore Grimani, istruito amico dei Foscari e per anni residente presso la corte di Francia.
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Villa Foscari
[modifica] Collegamenti esterni
- (IT, EN) Scheda su Villa Foscari con bibliografia del CISA - Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio (fonte della descrizione del progetto palladiano}}
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