Trattato di Francoforte
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il trattato di Francoforte fu firmato nella città tedesca il 10 maggio 1871 e mise fine alla guerra franco-prussiana del 1870-1871.
Il trattato venne alla fine di negoziazioni condotte da Adolphe Thiers ed il cancelliere Otto von Bismarck il 26 febbraio 1871, dopo le vittorie prussiane a Sedan e Metz e dopo l'assedio di Parigi.
Bismarck propose condizioni di pace che implicavano la cessione alla Germania dell'Alsazia e una parte della Lorena, oltre a un'indennità di guerra di 6 miliardi di franchi. Con le negoziazioni l'indennità fu ridotta a 5 miliardi e la città di Belfort rimase francese per contro all'entrata dell'esercito tedesco a Parigi, che avvenne il 1° marzo, lo stesso giorno in cui l'Assemblea nazionale ratificò il trattato.
Une clausola del trattato, incoraggiata dal governo parigino specialmente rivolgendosi alle famiglie più modeste, permetteva agli alsaziani e lorenesi di conservare la nazionalità francese se avessero lasciato la regione entro il 1° ottobre 1872. Ne beneficiarono in 100.000 su 1.628.000 abitanti.
La risoluzione di Francoforte ebbe l'effetto di polarizzare la politica francese per i successivi quaranta anni, in specie per quanto concerneva i rapporti con la Germania, favorendo quella politica di revanscismo che deflagrò con la Prima guerra mondiale.
[modifica] In breve
Il trattato:
- confermava la frontiera finale tra Francia e Germania - con la cessione di gran parte dell'Alsazia e in Lorena del dipartimento della Mosella alla Germania.
- poneva condizioni per il ritiro delle truppe tedesche da certe aree
- regolava il pagamento da parte della Francia di un'indennità di 5 miliardi di franchi
- il riconoscimento di Guglielmo I di Prussia come Kaiser dell'Impero tedesco
- obbligava la Francia ad un'occupazione militare fino a che non fosse stata pagata l'indennità
e chiariva:
- l'uso delle vie d'acqua navigabili in Alsazia-Lorena
- il commercio fra i due paesi
- la restituzione dei prigionieri di guerra