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Guerra franco-prussiana - Wikipedia

Guerra franco-prussiana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Guerra franco-prussiana

Il dislocamento delle armate francesi e prussiane il 31 luglio 1870
Data: 19 luglio 1870 - 10 maggio 1871
Luogo: Francia e Germania
Esito: vittoria tedesca
Schieramenti
Secondo impero francese Bandiera della Francia Confederazione della Germania del Nord Bandiera della Germania
Regno di Prussia
Regno di Baviera
Baden
Regno del Württemburg
Comandanti
Napoleone III Bandiera della Francia Helmuth Karl Bernhard von Moltke Bandiera della Germania
Effettivi
500.000 uomini 550.000 uomini
Perdite
150.000 morti o feriti
284.000 prigionieri
350.000 civili
100.000 morti o feriti
200.000 civili
Guerra franco-prussiana
Wissembourg – SpicherenWœrth – Borny-Colombey – Strasburgo – Mars-la-TourGravelotteMetzBeaumont – Noiseville – Sedan – Bellevue – Châteaudun – Coulmiers – Amiens – Beaune-la-Rolande – Orléans – Hallue – Bapaume – VillersexelLe MansLisaineDigione – St. Quentin – Buzenval – Parigi – Belfort


La guerra franco-prussiana (19 luglio 1870 - 10 maggio 1871) fu combattuta dalla Francia e dalla Prussia (sostenuta dalla confederazione germanica settentrionale), alleata con gli stati del sud: Baden, Baviera e Württemburg. Il conflitto segnò il culmine della tensione tra le due potenze che aveva seguito il dominio crescente della Prussia in Germania, allora una confederazione di territori semi-indipendenti.

La guerra s'iniziò per la possibile ascesa del candidato tedesco al trono spagnolo, a cui la Francia si opponeva. La Francia impose un ultimatum al re di Prussia, che lo rifiutò. Il cancelliere Otto von Bismarck pubblicò allora il suo famoso dispaccio Ems, in pratica un resoconto propagandistico delle trattative tra la Francia e il re di Prussia. Oltraggiata, la Francia dichiarò guerra alla Prussia. In una campagna di soli sei mesi l'esercito prussiano sconfisse quello francese in una serie di battaglie combattute nel nord della Francia, arrivando a assediare Parigi. L'imperatore francese Napoleone III fu catturato in battaglia, determinando una rivoluzione non violenta in Francia, che diventò l'unica grande potenza repubblicana in Europa. Negli ultimi atti della guerra gli stati tedeschi proclamarono la loro unificazione, fondando l'Impero tedesco.

La sconfitta della Francia, l'unificazione della Germania e la conseguente unificazione dell'Italia rivoluzionarono l'equilibrio della politica europea e ridisegnarono le mappe territoriali. L'amarezza provata da molti francesi per la sconfitta (revanchismo) e l'annessione tedesca dell'Alsazia e della Lorena furono una delle cause scatenanti dei due successivi conflitti mondiali.

La Comune di Parigi, stabilita durante la guerra, sarebbe stata in seguito presa come modello di sviluppo del comunismo e come ispirazioni per rivoluzionari come Lenin e Mao Zedong.

Indice

[modifica] Cause della guerra

Le tensioni tra Francia e Prussia avevano continuato a salire dopo la vittoria di quest'ultima nella guerra austro-prussiana e la sua conseguente annessione di quasi tutto il nord della Germania. Tale conflitto sconvolse l'equilibrio europeo che era stato stabilito dopo la fine delle guerre napoleoniche.

La posizione francese in Europa era messa in pericolo dall'emergere di uno stato germanico guidato dalla Prussia, oltre da alcune rivalità interne, dovute al fatto che l'imperatore francese, Napoleone III, non godeva di buona fama in patria. Avendo sovvertito la Seconda repubblica francese e stabilito il secondo impero bonapartista, si trovava davanti a forti pressioni da parte dei leader repubblicani per riforme democratiche e alla costante minaccia di un rivoluzione. Una guerra con la Prussia avrebbe unito la nazione dietro l'imperatore, distrutto l'opposizione repubblicana o rivoluzionaria con un nazionalismo reazionario, ristabilito la Francia come prima potenza europea e garantito l'annessione del Lussemburgo e del Belgio.

Anche la Prussia doveva affrontare numerosi problemi. Sebbene il fermento rivoluzionario fosse meno pressante che in Francia, la Prussia aveva acquisito milioni di nuovi cittadini potenzialmente pericolosi, come risultato della guerra austro-prussiana; inoltre, gli altri stati tedeschi mantenevano un atteggiamento campanilistico verso la Prussia e l'unificazione della Germania, incrementato dalla vittoria prussiana sull'Austria. La riforma legislativa era complicata dall'esistenza di tre parlamenti, ed era necessario affrontare le tendenze concentratrici del nazionalismo imperante in tutto il continente dopo l'unificazione del regno d'Italia e la creazione della confederazione nord-germanica. Il cancelliere tedesco Otto Von Bismarck era comunque determinato a realizzare il suo sogno di una Germania unita, se necessario con "sangue e ferro". Grazie alla recente esperienza tedesca della violenza francese durante le guerre napoleoniche, Bismarck vedeva la guerra con la Francia come un metodo per guadagnarsi l'appoggio dei nazionalisti e unire tutte le fazioni in una nazione guidata dal re prussiano.

Napoleone III e Bismarck cominciarono a cercare un casus belli, che si presentò nel 1870. Il trono spagnolo era rimasto vacante dalla rivoluzione del settembre 1868. Gli spagnoli offrirono il trono al principe tedesco Leopoldo di Hohenzollern-Sigmaringen, cugino del re Guglielmo I di Prussia. Napoleone era determinato a opporsi all'espansione dell'influenza prussiana e costrinse il padre del principe a ritirare la candidatura di suo figlio. Delusi dall'arrendevolezza prussiana i francesi cercarono di prolungare la crisi. L'ambasciatore francese in Prussia chiese che il re di Prussia Guglielmo I garantisse che mai un Hohenzollern sarebbe stato candidato al trono di Spagna. Il re ascoltò la richiesta e se ne andò senza prendere accordi per un futuro incontro con l'ambasciatore. Il suo telegramma (il dispaccio Ems) che riportava il dialogo avuto con l'ambasciatore fu modificato da Bismarck perché provocasse l'indignazione francese. La guerra fu dichiarata ufficialmente dalla Francia nel luglio del 1870.

Contrariamente alle previsioni francesi gli stati germanici del sud, indipendenti dalla Prussia ma legati ad essa da trattati segreti, si unirono alla guerra. Sebbene non fossero pronti per l'unificazione questi stati non avrebbero accettato un'altra invasione bonapartista e mobilitarono le loro armate.

[modifica] Svolgimento della guerra

La strategia francese puntava su una solida difesa del Reno (100.000 uomini) e su un attacco in Baviera di concerto con gli Stati del Baden e dell'Impero Austro-Ungarico. Gli Stati del sud si mobilitarono contro la Francia mentre l'Austria-Ungheria si tenne in disparte. Il primo attacco francese, a Wissembourg, si risolse in una sconfitta bruciante, più di 40.000 uomini furono isolati e sbaragliati. L'esercito tedesco era comandato dal generale von Moltke il vecchio, illustre teorico militare prussiano che avrebbe ispirato anche il piano di attacco attuato da suo nipote durante la prima guerra mondiale. L'attacco tedesco fu devastante e i francesi, dopo la sconfitta di Worth, si ritirarono dall'Alsazia, cercando di riorganizzarsi nei pressi di Metz. Per quanto in inferiorità numerica i prussiani misero in seria difficoltà l'esercito francese nell'ultima importante battaglia di cavalleria in suolo europeo, alla battaglia di Gravelotte, e riuscirono a tagliare loro ogni via di evacuazione da Metz. All'esercito prussiano non restava che affrontare l'esercito francese imbottigliato a Metz. L'assedio di Metz sarebbe durato due mesi (settembre - ottobre 1870), con enormi perdite da entrambe le parti. La battaglia decisiva si sarebbe svolta a Sedan, il 1° settembre 1870. Napoleone III, nel tentativo di liberare Metz dall'assedio, cercò di aggirare i tedeschi e attaccarli da sud ovest, ma fu prevenuto da von Moltke, che lo affrontò e sconfisse a Sedan. Lo stesso Napoleone III veniva fatto prigioniero, decretando la fine del Secondo Impero francese e l'inizio della terza repubblica. Con il grosso dell'esercito francese fuori gioco (sconfitto a Sedan o intrappolato a Metz), i prussiani poterono cominciare l'assedio di Parigi, da cui uscirono vittoriosi il 28 gennaio 1871.

[modifica] Esiti

Per dimostrare l'ampiezza della vittoria Guglielmo I si fece incoronare imperatore tedesco e non di Germania per non irritare i sovrani degli altri stati tedeschi, a Versailles lo stesso giorno dell'armistizio. La milizia territoriale di Parigi non accettò la sconfitta e si unì ai rivoluzionari parigini nella proclamazione della Comune di Parigi. L'originalissimo esperimento comunardo sarebbe durato poco più di un mese, ma avrebbe rappresentato la prima applicazione di socialismo reale in Europa, diventando simbolo e modello di altri tentativi rivoluzionari in tutto il mondo. Parigi fu riconquistata dalle truppe francesi (aiutate dai prussiani) il 28 maggio 1871, dopo una settimana di violenza e dura repressione (settimana di sangue), lasciando una divisione insanabile in seno alla politica francese. La Francia (che sarebbe diventata una repubblica nel 1875) perse, con il Trattato di Francoforte, l'Alsazia e la Lorena, alimentando quel sentimento di revanscismo (dal francese revanche, rivincita) che tanta parte avrebbe avuto nel determinare lo scoppio della prima guerra mondiale.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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