Scuola musicale napoletana
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« Napoli è la capitale musicale d'Europa, che vale a dire, del mondo intero » | |
(Charles de Brosses (1739))
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Il termine Scuola musicale napoletana identifica una specifica scuola di musica sviluppatasi nell'area della città di Napoli lungo un arco di oltre cinque secoli, dal dalla prima metà del Cinquecento e, attraverso i secoli successivi, fino al primo Novecento.
Tale scuola ha il primato di aver fatto nascere la cosiddetta opera comica, prodromo della futura opera buffa.
Uno dei suoi maggiori esponenti fu Domenico Cimarosa ma altri grandi compositori - fra cui anche Gioacchino Rossini, pesarese di nascita ma cittadino del mondo (avrebbe chiuso la sua vita in una località alle porte di Parigi) - sono annoverati fra i maestri indiscussi di quello che è stato più di un fenomeno culturale europeo destinato a generare un semplice genere musicale. Fra di essi figurano i nomi di Giovan Battista Pergolesi, Leonardo Vinci, Pasquale Anfossi, Antonio Sacchini, Nicola Vaccaj e Leonardo Leo.
Fra i fasti dell'epoca barocca avrebbe dato vita ad una lunga generazione di castrati - poi, controtenori - in grado di maravigliare con l'uso della propria voce il pubblico di corte.
La storia di questa scuola ruota attorno alla creazione, in tempi successivi, di quattro conservatori nel capoluogo della Campania - oggi raggruppati nel Conservatorio di musica San Pietro a Maiella (di cui fu direttore anche Francesco Cilea) - ricavati da preesistenti orfanotrofi:
- Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo
- Conservatorio di Sant'Onofrio a Porta Capuana
- Conservatorio di Santa Maria di Loreto
- Conservatorio della Pietà dei Turchini