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Salvo Lima - Wikipedia

Salvo Lima

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Stemma della Camera dei deputati Parlamento Italiano
Camera dei deputati
On. Salvo Lima

Luogo nascita Palermo
Data nascita 23 gennaio 1928
Luogo morte Palermo
Data morte 12 marzo 1992
Titolo di studio Laurea in Giurisprudenza
Professione dirigente d'azienza
Partito Democrazia Cristiana
Legislatura
Gruppo Democrazia Cristiana
Coalizione
Circoscrizione
Regione {{{regione}}}
Collegio Palermo
{{{mandato}}}
Elezione {{{elezione}}}
Senatore a vita
Nomina {{{nomina_senatore_a_vita}}}
Data nomina {{{data_nomina_senatore_a_vita}}}
Incarichi parlamentari
[ Pagina istituzionale]

Salvo Lima - all'anagrafe Salvatore Lima - (Palermo23 gennaio 1928 – Palermo12 marzo 1992) è stato un politico italiano, parlamentare siciliano della DC.

Figlio di Vincenzo Lima, parlamentare ed europarlamentare per vari anni Lima fu leader della corrente politica vicina all'attuale senatore a vita Giulio Andreotti. Precedentemente apparteneva alla corrente fanfaniana di Giovanni Gioia. Nel 1951, a 23 anni, Salvo Lima fu eletto per la prima volta Consigliere Comunale di Palermo. Nel '54 il Congresso Nazionale della Democrazia Cristiana si celebrò a Napoli e si concluse con il successo dell'onorevole Amintore Fanfani. Anche in Sicilia si affermò la corrente fanfaniana detta Nuove Cronache e Lima vi aderì.


[modifica] L'accusa di associazione mafiosa

Come afferma un teste del processo a carico di Giulio Andreotti, Lima fu in rapporti di affari con Francesco Vassallo, notissimo costruttore palermitano, spesso citato nelle relazioni della Commissione antimafia:

"Ho svolto accertamenti anagrafici presso il Municipio di Palermo, dal quale accertamento è emerso che Lima Salvatore Achille Ettore di Vincenzo in altri atti generalizzato, ha risieduto anagraficamente dal 04/08/1961 al 09/07/1979 in un appartamento sito al civico 175 della via Marchese di Villabianca. Vi ha risieduto per diciotto anni. La via Marchese di Villabianca comunemente è nota, per la maggior parte dei palermitani, come via Roma Nuova. Per detto appartamento ho acquisito anche presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari di Palermo la nota di trascrizione 19866 del 15/07/1961 e dalla quale si evince che l'appartamento è stato acquistato, intestato a Lima Salvatore, dal costruttore Vassallo Francesco nato a Palermo il 18/07/1909 deceduto, noto come costruttore Ciccio Vassallo." [1]

Vicesindaco di Palermo dal 1956 al 1958 e primo cittadino del capoluogo siciliano dal 1959 al 1963 e poi dal 1965 al 1968, la sua fine fu violenta: venne assassinato il 12 marzo del 1992 da esponenti di Cosa Nostra.

Nel 1974 Paolo Sylos Labini, si dimise dal comitato tecnico-scientifico del ministero del Bilancio, di cui faceva parte da circa dieci anni, quando Giulio Andreotti, ministro in carica per quel dicastero, nominò Salvo Lima come sottosegretario, che gia all'epoca era comparso varie volte nelle relazioni della Commissione parlamentare antimafia ed era stato oggetto di quattro richieste di autorizzazioni a procedere nei suoi confronti.[2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10]

Prima delle dimissioni, Sylos Labini sollevò il problema col presidente del consiglio Aldo Moro, il quale affermò di non poter fare nulla in quanto «Lima è troppo forte e troppo pericoloso» Sylos Labini si rivolse allora direttamente ad Andreotti, affermando: «O lei revoca la nomina di Lima, che scredita l'immagine del ministero, o mi dimetto». Andreotti non lo lasciò nemmeno finire e lo liquidò rinviando il discorso. [1] [2]


[modifica] Il rapporto della Commissione Antimafia

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Si può citare una fonte ufficiale quale può essere la relazione conclusiva della commissione antimafia della XIV legislatura: Doc. XXIII n. 16 COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL FENOMENO DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA MAFIOSA O SIMILARE (Relatore: senatore CENTARO) Comunicata alle Presidenze il 20 gennaio 2006

Si può cominciare a leggere da pag 502

La sentenza di primo grado del Tribunale di Palermo offre una sintesi della carriera politica del prefato esponente: «Salvatore Lima fu eletto per la prima volta Consigliere comunale di Palermo nel 1951. Nel 1954 aderı` alla corrente fanfaniana ("Nuove Cronache"). Nel 1956 fu eletto nuovamente al Consiglio comunale di Palermo ed assunse quindi le cariche di Vice Sindaco e di Assessore ai Lavori Pubblici ed all’Urbanistica. Ricoprı` la carica di Sindaco di Palermo dal 7 giugno 1958 al 6 novembre 1960, dal 4 aprile 1961 al 28 gennaio 1963, e dal 21 gennaio 1965 al 1º luglio 1966. Dal 1961 al 1968 assunse l’incarico di Segretario Provinciale della Democrazia Cristiana di Palermo. Nelle consultazioni politiche del 19 maggio 1968 fu eletto alla Camera dei Deputati per la circoscrizione della Sicilia Occidentale (comprendente le province di Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Trapani), nelle liste della Democrazia Cristiana; egli, in questa occasione, ottenne 80.387 voti di preferenza. A seguito delle elezioni politiche del 1968, l’on. Lima, entrato in contrasto con l’on. Giovanni Gioia, lascio` la corrente fanfaniana ed aderı` a quella facente capo al senatore Andreotti, nella quale rimase inserito fino alla propria morte.» Dalle dichiarazioni processuali rese al Tribunale di Palermo dall’on. Mario D’Acquisto, dall’on. Attilio Ruffini e dal collaboratore di giustizia Gioacchino Pennino si evince che l’ingresso nella corrente andreottiana dell’on. Lima (che fece seguito direttamente alla frattura tra costui e l’on. Giovanni Gioia verificatasi nel 1968 per ragioni connesse all’esito delle elezioni politiche) avvenne per effetto della mediazione svolta dall’on. Evangelisti e comporto` – insieme al successivo ingresso dell’on. Drago – un notevole rafforzamento della «presenza andreottiana» in Sicilia. Infatti a quel tempo Salvatore Lima era un’esponente di rilievo esclusivamente regionale della DC. Scrive il Tribunale di Palermo : «Tra il senatore Andreotti e l’on Lima si instauro` un rapporto fiduciario, in forza del quale il primo uomo politico si avvaleva del secondo per dirigere la sua corrente in Sicilia. Al riguardo, sono significative le seguenti dichiarazioni rese dal teste D’Acquisto all’udienza del 19 giugno 1996: "nel caso specifico c’era senza dubbio un rapporto fiduciario dell’Onorevole Andreotti con l’Onorevole Lima e quindi l’azione di guida, di direzione politica dell’Onorevole Andreotti nei confronti della corrente si esplicitava e si esprimeva soprattutto attraverso l’Onorevole Lima, che quindi era in definitiva il destinatario di questa opera che io chiamo di direzione politica"». L’on. Ruffini esplicitava nella sua testimonianza gli equilibri della crescente «degenerazione correntizia» all’interno della Democrazia Cristiana in Sicilia: «Lima era il leader, il capo della Corrente Andreottiana in Sicilia, cioe` era l’uomo di riferimento del Presidente Andreotti in Sicilia (...). l’onorevole Lima enfatizzava un po` questa leadership, questa vicinanza insomma, sottolineava questo rapporto privilegiato che aveva con il Presidente Andreotti e poi questo gli serviva anche per mantenere un maggior prestigio, una maggiore autorevolezza a quel livello dato che (...) l’onorevole Lima non e` che faceva particolare vita di partito nel senso che facesse comizi, conferenze, assemblee (...) allora siamo nella fase intermedia della degenerazione correntizia...io l’uomo di Piccoli... Gioia era l’uomo di Fanfani, Lima era l’uomo di Andreotti...». L’on. Giuseppe Campione ha specificato che l’on. Lima «finiva con l’essere il titolare di questa grande egemonia, titolare di una corrente tutta personale sua, che doveva dare conto soltanto ad Andreotti e nel rapporto con Andreotti c’era soltanto lui, non c’erano i numeri due, non parlavano con Andreotti, ogni tanto qualcheduno riusciva ad immaginare i colloqui con Cirino Pomicino, con altri eccetera, ma lo stesso Lima parlera` con alcuni dei luogotenenti di Andreotti, quando Andreotti appunto si collocava un po’ al di sopra di queste cose, pero` di fatto era lui, lui l’unico interlocutore di Andreotti, gli altri erano soltanto dei numeri due, dei numeri tre. E quindi in questo modo lui aveva questo grande potere sancito da Roma anche, che poi si diffondeva anche sugli altri che avevano riferimento di minore rilievo, che non fosse il riferimento che aveva Lima». Il ruolo politico di spicco a livello regionale espresso da Salvatore Lima doveva poi ampliarsi a livello nazionale dopo l’ingresso nella corrente andreottiana. L’on. Lima nelle consultazioni politiche del 7 maggio 1972 fu eletto nuovamente alla Camera dei Deputati con 84.755 voti di preferenza. Nel corso della sesta legislatura ricoprı` la carica di Sottosegretario alle Finanze nel secondo governo Andreotti, nel quarto governo Rumor, nel quinto governo Rumor, e la carica di Sottosegretario al Bilancio nel quarto governo Moro e nel quinto governo Moro. Il 20 giugno 1976 fu eletto per la terza volta alla Camera dei Deputati con 100.792 voti di preferenza. Il 10 giugno 1979 l’on. Lima fu eletto per la prima volta al Parlamento Europeo, con 305.974 voti di preferenza; entro` quindi a far parte della Commissione per il regolamento e le petizioni. Nel 1984 e nel 1989 fu rieletto al Parlamento Europeo e fu confermato alla Commissione per il regolamento e le petizioni. La forza politica acquisita dal deputato siciliano dopo la sua adesione alla corrente andreottiana e` evidenziata dalle circostanze riferite nel processo dal prof. Paolo Sylos Labini, che fu per circa sette anni componente del Consiglio tecnico-scientifico per la programmazione economica del Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica, dimettendosi poi nel 1974 a seguito della nomina dell’on. Lima a Sottosegretario al Bilancio. Ministro del Bilancio, all’epoca, era il senatore Andreotti. Prima di porre in atto una simile decisione – maturata in esito allo studio delle richieste di autorizzazione a procedere formulate alla Camera dai giudici penali di Palermo nei confronti dell’on. Lima – il prof. Sylos Labini invito` il prof. Andreatta a domandare al Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Moro, se fosse possibile sostituire l’on. Lima nella carica di Sottosegretario al Bilancio. Il prof. Andreatta comunico` al prof. Sylos Labini la risposta dell’on. Moro, che e` stata cosı` riferita in sede dibattimentale a Palermo: «Moro, attraverso Andreatta, mi mando` a dire che si rammaricava se io davo le dimissioni (...). Ma che non si sentiva di fare un’azione per togliere di mezzo Lima, e sostituirlo, mettendosi d’accordo nei modi che lui poteva vedere, (...) perche` disse: "Lima e` troppo forte, ed e` troppo pericoloso"». Nella sua lettera pubblica di dimissioni il prof. Sylos Labini rilevava quanto segue: «Le mie speranze hanno ricevuto un nuovo duro colpo, quando ho appreso che l’onorevole Salvatore Lima e` stato chiamato a ricoprire la carica di sottosegretario al Bilancio, carica che comporta, di diritto, anche quella di segretario del CIPE. L’operato dell’onorevole Lima nella gestione del comune di Palermo e` stato tale da attirare ripetutamente l’attenzione del giudice penale; gli indizi raccolti dal magistrato inquirente sono talmente consistenti da indurre la Camera ad accordare per ben quattro volte l’autorizzazione a procedere. I dichiarati propositi di moralizzazione avrebbero dovuto, a mio parere, impedire di attribuire una responsabilita` governativa a una tale persona, soprattutto in un momento di crisi gravissima, in cui il governo chiede sacrifici a tutto il paese. Ho meditato a lungo nei giorni scorsi. La decisione che ti comunico, percio`, puo` essere criticata e non condivisa, ma certamente non e` avventata... Voglio sperare che questo mio «no» possa servire per il futuro; ma probabilmente, ancora una volta, mi illudo». La lettera fu trasmessa, attraverso il prof. Parravicini, al senatore Andreotti, il quale rispose in data 4 febbraio 1975, esprimendo al prof. Sylos Labini il proprio rammarico per le sue dimissioni ed aggiungendo: «pur rispettando le Sue valutazioni sulla formazione del Governo, da un approfondimento del caso specifico penso che avrebbe trovato validi elementi di tranquillizzazione». L’on. Campione evidenziava nella sua testimonianza che dopo le elezioni europee del 1984 l’on. Lima svolse consapevolmente il ruolo di «portavoce» del senatore Andreotti all’interno della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana: «... Lima era consapevole di avere questo ruolo di portavoce all’interno della direzione, portavoce dell’on.le Andreotti all’interno della direzione del partito, tra l’altro ormai Evangelisti si andava appannando». Per meglio comprendere le ragioni soggiacenti al sempre crescente ruolo di Lima e` necessario ricordare che la ristrutturazione fanfaniana della DC come partito moderno ebbe nel Mezzogiorno e specialmente in Sicilia una particolare lettura, con la nascita di una classe di giovani ed invasivi burocrati di partito – detti «Giovani Turchi» – e con l’implementazione di una rigida struttura di controllo dei tesseramenti che influiva direttamente sull’elezione dei dirigenti e dei delegati che poi selezionavano i candidati alle elezioni. Quanti piu` iscritti, anche fittizi, si poteva contare, tanto piu` crescevano i delegati e la corrispettiva fetta di potere nazionale e, in modo speciale, della corrente di referenza in seno al partito: cosı` nasce di fatto la speciale importanza della regione siciliana per la Democrazia Cristiana e prendono corpo le patologie che diverranno motivo dell’ampia critica del coraggioso esponente Piersanti Mattarella. [11] [3]

[modifica] Note

  1. ^ Gli Intoccabili Saverio Lodato e Marco Travaglio, ed. BUR
  2. ^ Andreotti, la mafia, la storia d'Italia Di Salvatore Lupo, Ilvo Diamanti 1996 Donzelli Editore ISBN 887989255X pag 53
  3. ^ http://www.parlamento.it/parlam/bicam/14/Antimafia/documenti/rel.conclusiva2.pdf relazione conclusiva della commissione antimafia 2006 XIV legislatura pag 502 -506


Predecessore: Sindaco di Palermo Successore:
Luciano Maugeri 1958-1963 Francesco Saverio Diliberto I
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Predecessore: Sindaco di Palermo Successore:
Paolo Bevilacqua 1965-1968 Paolo Bevilacqua I
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MPE italiano Gruppo Lista di elezione Partito italiano Area Preferenze
1979 - 1984

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1989 - mar 1992

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